Storia musicale di uno dei gruppi più influenti della storia del rock e del suo iconico leader. Sulla parte sonora poco da dire, ai fans dell'impasto di rock, psichedelia e blues made in Krieger/Manzarek piacerà sicuramente molto. La ricostruzione privilegia la cronaca all'interpretazione, forse perché meno suscettibile di letture controverse. Morrison ne esce così così, d'altra parte aveva fatto della danza sul confine tra genio e sregolatezza una sregolata regola di vita.
Il re lucertola, il Morrison poeta e perlustratore delle zone d'ombra dell'esistenza, resta un po' troppo in ombra e vengono sottolineati più che altro i suoi lati istrionici e da provocatore; e questo è un peccato. Ma la ricchissima messe di filmati (parecchi spezzoni del leggendario HWY) e registrazioni audio inedite è materiale veramente prezioso oltretutto anche ben montato da DiCillo. E poi ci si gode un'ora e mezza di grandissima musica, con tanti saluti a Sir Paul, di folgoranti ed intensissime performance live. Celebrazione della lucertola!
Uno dei meriti principali del regista Tom DiCillo è stato quello di collocare la musica dei Doors nel contesto del periodo nel quale è stata realizzata, cosa (che insieme all'indiscusso valore artistico del gruppo) contribuisce decisamente a spiegare il successo e la mitologia di Morrison e compagni. Il film si segnala per riprese inedita davvero interessanti sottolineate da un ottimo montaggio. Non è granchè il doppiaggio di Morgan.
Esce a distanza di quasi 20 anni dal film di Oliver Stone, a suo tempo pesantemente criticato dai membri superstiti dei Doors, questo collage fatto di materiale in parte già visto, in parte inedito. Ma cosa aggiunge, effettivamente, al film di Stone? Perché gli ex Doors riconoscono questo e non la versione "romanzata"? In entrambi i casi, nel bene o nel male, la tendenza è quella di dipingere Morrison come una specie di invasato ubriacone, mettendo decisamente in secondo (ma anche terzo) piano la sua sensibilità musicale. Vergognoso Morgan.
Meticoloso lavoro di ricostruzione sulla vita dei Doors, con ottime sequenza di montaggio. Azzeccate le scene girate per l'occasione con costumi e ambientazioni retrò. I fan di Jim avranno ben poco da sapere e pochi video inediti, per tutti gli altri un ottimo modo per conoscere la vita di un gruppo che ha contribuito a scrivere la storia del rock.
Se hai ambizioni artistiche senza possedere doti particolari, puoi sempre entrare in una rock band. È quanto capitò pure a Jim Morrison, un non musicista divenuto un'icona del suo tempo in cui si gettò anima e corpo. Dal documentario di Dicillo (oltre a riportare un po' di giustizia storica) emerge una prepotente fisicità in ciò supportata dal sound del gruppo che molto deve al blues. E mentre i veri bluesmen facevano la fame, 4 ragazzi bianchi (capitati nel posto giusto al momento giusto) infiammavano una vasta platea di coetanei irrequieti.
Tom DeCillo compie un autentico miracolo nel montare e nel dirigere un magnifico documentario nel quale si ripercorre filologicamente la cavalcata imperiosa dei Doors nel mondo meraviglioso del rock made in Usa. Interviste succulente e intensissimi materiali inediti hanno il pregio di innalzare esponenzialmente la qualità del girato. Ottima la scelta di dare ampio spazio alla musica. Scalda il cuore.
Penso sia un'opera dannatamente interessante questa di DiCillo, perché riesce a intrattenere e a spiegare allo stesso tempo le ragioni storico-sociali del successo della mitica band. Nonostante (e mi verrebbe da dire inevitabilmente) al centro dell'attenzione ci sia sempre la carismatica figura di Jim Morrison, il mondo Doors viene affrontato in maniera quasi completa. Il materiale di repertorio verrà gradito sia dai nostalgici sia da quelli che non hanno ancora potuto apprezzare il sound magnifico e ipnotico del gruppo musicale statunitense.
Il percorso lineare della carriera dei Doors e delle singolarità di Morrison è mostrato in documenti non inediti tranne qualche traccia audio dei concerti (specie gli ultimi, controversi). Il carisma e l’arte del Re Lucertola si percepiscono chiaramente, affiancate all’analisi del periodo fine 70 coincidente con la ribellione giovanile. Racconto edulcorato soprattutto nel descrivere la fase parigina, ma nel complesso sincero (i momenti in cui Jim diventa Jimbo). Brillano i testi delle sue poesie.
MEMORABILE: L’interno della cover del primo disco con scritto “Dead” riguardo ai genitori.
Documentario di alta classe, ricco di musica e immagini d'epoca perfettamente commentate da una voce-off mai banale. L'epopea dei Doors è calata nel contesto storico delle grandi lotte e rivoluzioni sociali degli anni '60 americani, ai quali il gruppo non prese mai direttamente parte ma delle quali la musica era letteralmente impregnata. La figura di Morrison trova ovviamente largo spazio, ma per una volta l'interesse è più sulla produzione artistica che sul gossip o le speculazioni sulla vita privata. Davvero ben fatto, i fan non se lo perdano.
MEMORABILE: L'incidente al concerto di Miami, forse la prima esperienza assoluta di punk-rock.
DiCillo realizza il documentario definitivo in cui spiega il fenomeno musicale dei Doors tenendo conto del contesto storico del momento, fondamentale per comprendere l’ascesa di Jim Morrison come icona musicale. Meno spazio, invece, è lasciato all’attitudine musicale del gruppo, preferendo concentrarsi sugli effetti devastanti di alcol e droghe su Morrison e le inevitabili conseguenze durante i concerti e sull’attività in studio. Non si tratta di documentario scolastico e didascalico, possedendo un taglio dinamico adatto al contesto.
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DiscussioneZender • 5/07/11 20:39 Capo scrivano - 48439 interventi
Bella lezione Dandi, sono cose che in effetti non sapevo del tutto! Vanno compresi in effetti certi rimasticamenti nostrani, erano altri tempi. Mino che rifà i Green day in effetti è un vero culto.
Zender ebbe a dire: Ma questo è il pezzo di Abatantuono! I rinascerò, cevv di muntagnaaa! :)
Mica male dai, non sarà il puccell migratoro ma rende anche in tedesco.
Peggio:è olandese!Tra l'altro Borsato,il cantante, ha fatto pure un filmone Wit licht che davinottero il prima possibile.
Comunque il testo non c'entra niente con l'originale...molto meglio il puccell