Note: Seguito da "Suburræterna" (2023). Tratta dal romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo e dal film omonimo di Stefano Sollima. Episodi diretti da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi.
Corruzione e criminalità in un contesto che coinvolge politica, mafia e Vaticano in una Roma dalla morale degradata. Una storia che costituisce il prequel dei fatti raccontati nel film omonimo, prodotta da Netflix. Le vicende non particolarmente originali sono ben raccontate da registi dal solido mestiere come Michele Placido. Casting ben realizzato con ottimi attori come Acquaroli, Borghi e, la vera rivelazione della serie Barbara Chichiarelli. Un po’ sottotono Claudia Gerini. Meritevole di visone.
La serialità italiana non riesce ad andare oltre Gomorra e Romanzo criminale e ci getta addosso questo prodotto scadente. Il film non era un must del genere ma almeno aveva regia, fotografia e alcune prove attoriali buone. Qui è tutto da buttare (eccetto Borghi): intreccio che nasce dal nulla e si regge sul nulla, recitazioni e scelte di cast pessime (Gerini su tutti), fotografia americanizzata che cozza con la città, regia e messa in scena da sceneggiato, ripetività nelle battute e nella scelta del flashforward come incipit. Evitabile.
Ovvi echi da Romanzo criminale (i tre giovani) e Gomorra (voltafaccia e doppi giochi), qualche eccesso da soap (la contessa decaduta), bel cast (ma Acquaroli sostituisce Amendola facendone l'imitazione). Francamente iniziamo ad accusare stanchezza per una fiction che cannibalizza cronaca e cinema per esigenze di reddito seriale. D'altro canto solo una serie (neanche più "tv") così può sancire al pubblico l'origine mafiosa della costruzione del porto di Ostia, più efficacemente di quanto qualsiasi tribunale potrebbe mai fare.
MEMORABILE: La trashissima sigla "Roma cruda", che fa il verso al rap e ai neo-melodici affidandone una versione romanesca a piccoli idoli regionali.
Difficile da recensire obiettivamente stante le numerose stroncature in rete e non. Si tratta di un prodotto che cerca, a fronte di precedecessori illustri, Piovra compresa, di trovarsi uno spazio. A volte ci riesce, a volte no. Alterna situazioni banali ad altre originali e coraggiose, ma resta il fatto che le uniche produzioni seriali italiane di livello riguardano sempre la criminalità e gli intrecci politici, forse perché sono le sole in cui riusciamo a eccellere. Prove attoriali buone, musiche adeguate; non condivido la fotografia.
Serie che cavalca l’onda lunga di quelle incentrate sui malviventi. Da accanito fruitore di questa tipologia d’intrattenimento mi sono divertito; certo è impossibile negare che il tutto sia riconducibile a numerosi altri prodotti televisivi e cinematografici, ma gli episodi scorrono piacevolmente riuscendo a intrigare e a elargire una discreta tensione. Del terzetto di delinquenti colui che mi è sembrato più valido è l’ossigenato Alessandro Borghi; tra gli âgé menzione d’onore per Acquaroli. Niente di memorabile, ma ampiamente potabile.
La serie criminale di troppo? Personalmente propendo per il sì: troppo uguale, infatti, non solo al film omonimo (di cui sarebbe il prequel) ma anche all'ingombrante precursore Gomorra. E, nonostante il mio campanile, con quest'ultimo perde su tutta la linea: la storia è qui infatti un po' raffazzonata, i personaggi non hanno la forza malignamente catalizzante delle loro controparti napoletane e, infine, gli attori vagano tra l'overacting (Borghi e Ferrara) e l'alimentare (Gerini e Acquaroli). I riferimenti all'attualità sono facilmente intuibili. Brutto.
Baracconata a tratti esagerata, per non dire ridicola, che però a essere sinceri ti incolla alla schermo. Sia ben chiaro, siamo lontani anni luce dal ben più credibile Romanzo criminale, ma la suspense c'è, le storie coinvolgono e alla fine ci si appassiona ai personaggi. Un buon esperimento di Netflix in Italia; c'è ancora tanto da migliorare ma la strada è giusta.
Togliamoci subito il dente del "cosa non va": diversi dialoghi (soprattutto quelli sentimentali), la pellicola patinata all'eccesso, alcune trovate che vorrebbero regalare il colpo di scena ma che sfociano nel banale. Però. I tre protagonisti bucano lo schermo (Aureliano in primis) e anche il resto del cast non è male (stiamo parlando di fiction italiana, dunque l'asticella deve essere rapportata al livello generale). Certo, l'argomento non è nuovo, ma si può apprezzare ancora e ancora. E se ci fosse un sequel, lo guarderei volentieri. Non male!
Paga un po' l'eccessiva somiglianza con la serie di Gomorra (ben più riuscita sotto tutti gli aspetti), ma si tratta comunque di un altro buon prodotto seriale di genere crime. A farla da padrone qui più che l'azione sono gli intrighi, veramente machiavellici, per accaparrarsi l'agognata zona edificabile del lungomare di Ostia, un ghiotto "boccone" che fa gola veramente a tutti. Buone le prove dei protagonisti, interessante l'idea di conservare buona parte del cast dell'omonimo film di Sollima. Davvero buono.
La prima serie targata Netflix Italia. Una delusione totale! Una fotografia da Centovetrine, attori scadenti (salviamo Spadino e Borghi), una regia pessima. I primi due episodi di Michele Placido sono imbarazzanti, un compitino da studente di cinema. E' un peccato sia la serie che rappresenta l'Italia nella piattaforma. Speriamo ci si rifaccia con qualcos'altro.
Serie diretta molto bene, con ottimi attori (spiccano su tutti Spadino e Aureliano, entrambi eroi da tragedia greca o capitolina). Notevole la fotografia di Roma, grandiosa e terribile madre che partorisce mostri a cui siamo ormai tristemente abituati. Unica pecca i dialoghi, che potrebbero essere più interessanti e profondi; invece l'intensità è tutta negli sguardi dei protagonisti, cattivi più per necessità che per scelta, a cui ci si affeziona via via che la storia si sviluppa. Politici e preti sono i veri mostri.
MEMORABILE: Il prete che si flagella dopo avere peccato; Gli inseguimenti per le strade di Roma; Spadino massaggia la schiena di Aureliano.
Uno dei più mirabili esempi di fiction TV. Prove attoriali da encomio (Borghi su tutti, ma anche Ferrara e la Chichiarelli) e tematiche che vanno dal classico all'insolito: senza spoiler, ma che dire del taglio dato alla vicenda omosessuale? Da brividi e lacrime. Come l'hanno fatta una sceneggiatura così su un pretesto così semplice come la costruzione del porto di Ostia? Seconda solo a Young Pope, ex-aequo con Gomorra.
Ottima serie che segna l'esordio italiano su Netflix e che si conferma capace di attrarre, su storie e ambiente italiani, un'attenzione internazionale proprio come negli anni d'oro del nostro cinema. Ben diretta e ben recitata, si avvale di eccellenti attori (Borghi su tutti) e di una regia che nonostante i cambi di testimone si rivela appropriata ed efficace. Da non perdere, sdoprattutto la prima stagione.
Insomma, se doveva essere la serie erede di Romanzo criminale e una sorta di Gomorra in salsa romana non ci siamo proprio. La collettività e l'ampiezza di respiro ammirate nelle serie citate è qui ridotta di gran lunga ed alla fine il focus è incentrato più che altro su qualche cane sciolto. Nonostante tutto la confezione è apprezzabile e il lavoro svolto alle spalle merita comunque un plauso. Eppure, concluse le tre stagioni, resta ancora meglio il film, molto più simbolico e caratterizzante della serie e con storie meglio assortite.
Serie che si distingue e si eleva, rispetto a prodotti similari, sia per la “discesa in campo” della Chiesa, presenza imprescindibile degli affari romani, sia e soprattutto per la figura di Spadino (bravissimo Ferrara), ficcante figura di malvivente, in parte suo malgrado, zingaro e gay. Il suo contrastato rapporto con Aureliano e con Angelica è la parte migliore della serie. Ottima anche la fotografia.
MEMORABILE: L’improvviso bacio di Spadino; Le scarpe di Cinaglia; La culla di Cesare.
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DiscussionePiero68 • 23/10/17 13:12 Contratto a progetto - 245 interventi
Qualcuno sa gentilmente dirmi su quale canale è stata trasmessa la serie e se è ancora visibile?
Grazie!
Piero68 ebbe a dire: Qualcuno sa gentilmente dirmi su quale canale è stata trasmessa la serie e se è ancora visibile?
Grazie! Su Netflix, sempre visibile. Andrà prossimamente in onda su Rai2.
DiscussionePiero68 • 23/10/17 14:05 Contratto a progetto - 245 interventi
Digital ebbe a dire: Piero68 ebbe a dire: Qualcuno sa gentilmente dirmi su quale canale è stata trasmessa la serie e se è ancora visibile?
Grazie! Su Netflix, sempre visibile. Andrà prossimamente in onda su Rai2.
Perdona la mia ignoranza... ma che cosa è Netflix?? E' un canale che sta sulla satellitare o digitale terrestre??
Ho visto su Rai2 la prima puntata (e mezza), abbandonata senza rimpianti. Una scopiazzatura di altre cose fatte meglio, con un livello di birignao (romanesco) per me insopportabile.
La terza (e definitivamente ultima) è stata licenziata da Netflix il 30 ottobre.
Devo dire che se la prima stagione si proponeva come un prequel del film di Sollima (e l'idea rimaneva tutto sommato ancora plausibile nella seconda) tale natura viene qui definitivamente adbicata, in favore di un'evoluzione alternativa dei personaggi e auto-conclusiva delle vicende.