Curiosa e insolita commedia satirica che ha nell'ottima interpretazione del ricco cast uno dei suoi punti di forza. Tutto nasce da un inconveniente occorso all'auto blindatissima del ministro degli interni (uno straordinario Gastone Moschin, costretto ad usare solo la mimica a causa dell'insonorizzazione dell'auto): vetri e portiere si bloccano imprigionando lui e il suo autista. Un potente parlamentare democristiano (Ugo Tognazzi), che vive nei pressi, farà portare l'auto nel proprio garage chiamando carabinieri e tecnici (Rodolfo Laganà) nel tentativo di risolvere il problema senza che la stampa venga messa al corrente. Stabilita la villa di Tognazzi come set unico,...Leggi tutto un’infinità di personaggi vi passano animando siparietti più o meno divertenti quasi sempre all'insegna di quell'umorismo caustico che è poi la cifra caratteristica del cinema di Lina Wertmüller (anche coautrice di soggetto e sceneggiatura). Qualche lungaggine evitabile, qualche parentesi non molto centrata (quelle con l'esordiente Valeria Golino, ad esempio), ma anche ottimi momenti con un Ugo Tognazzi strepitoso, eccellente quando duetta con la moglie o con Renzo Montagnani, esilarante quando interpreta la mimica e il labiale di Moschin chiuso nell'auto. Forse proprio Moschin meritava più spazio, perché dopo un avvio folgorante, la sua scarsa presenza coincide con l'affievolirsi del ritmo. Jannacci, nel ruolo del terrorista evaso, è al solito unico nella sua recitazione lunare. Il match che un po’ tutti guardano in tv è Italia-Camerun 1-1, primo turno del mondiale 1982.
Datato e anacronistico, scaduto sul nascere e invecchiato peggio, interessante quanto la morte di una formica e indigesto quanto un chilo di uova sode. Moschin sacrificatissimo, Tognazzi fa quel che può, ma non essendo compatibile con le corde di una Wertmuller ormai smarrita e indifendibibile, annaspa all'interno del più pneumatico dei vuoti. Pessimo.
La Wertmuller ha un senso del cinema assolutamente personale e profondamente italiano. Qui la critica di costume è assai blanda e di maniera, ed ogni personaggio è esattamente come ce lo si aspetta, direttamente attinto dall'immaginazione popolare. La nostra regista appare in fase calante, però il film attrae, o meglio attrae Tognazzi, in un ruolo untuoso, da valvassino intento a conservare i privilegi e magari provare anche a fare il grande colpo. Lo "scherzo", in fondo, potrebbe volgersi a suo favore. Fastidiosamente piacevole. **½
MEMORABILE: Inutile la presenza della Golino, un po' di maniera la presenza e la raffigurazione dei terroristi.
Lo stile di questa Signora del cinema di casa nostra è personalissimo, a volte troppo sofisticato. Credo che non sia piaciuto molto al pubblico della sale proprio per questo, tuttavia proprio per questo "scherzo" si ritaglia un esclusivissimo posto nella cinematografia italiana. Aggiungete un cast di attori eccellenti e il "Pranzo" è servito. Tognazzi vs Degli Esposti, una battaglia fra titani, una gioia per tutti i sensi.
Particolarissimo film della Wertmuller che parte da un ministro che rimane chiuso in un auto per presentare una galleria di personaggi sopra le righe. Il migliore del gruppo è sicuramente Tognazzi, in grande forma quando litiga con Piera Degli Esposti, mentre Moschin deve affidarsi solo alla mimica in quanto non parla mai e appare un po' sprecato. Jannacci si dimostra ottimo interprete, la Golino è ancora acerba e Montagnani non aggiunge molto ad un film fatto di alti e bassi. La seconda parte è migliore, ma il finale troppo assurdo.
Wertmuller tenta la via della satira politica (lo aveva già fatto puntando la cinepresa verso la società) mettendo a nudo le debolezze di una classe politica post-p2 e post-terrorismo. Ne viene fuori una pellicola difficile, leggermente noiosa ma interessante dal punto di vista storico (anche se si può facilmente decontestualizzare dagli Anni Ottanta).
Pur senza arrivare alle sguaiataggini che le sono spesso state tipiche (Pasqualino, Film d'amore...), questa pellicola della Wertmüller è troppo calcata. La critica di costume affonda nell'eccesso e la rende più macchiettistica che sentita. Buon cast, con Helitzka e la Degli Esposti su tutti. Partenza bunueliana, parolaccia dall'interno uguale a quella de Il vigile... Spesso noiosetto, anche per via di qualche lungaggine di troppo. **
Lina Wertmuller lo considera uno dei suoi film migliori. Per quanto riguarda la direzione dell'ottima squadra di attori, non ha tutti i torti. Purtroppo, per quanto il soggetto possa essere interessante, forse, non è sfruttato al meglio, rispetto ad altri film diretti dalla stessa regista. Neanche lo spirito grottesco, tipico della Wertmuller, lascia troppo il segno. Occasione mancata, in parte.
Wertmüller, probabilmente sotto la fascinazione degli squisititi e lucidissimi deliri buñueliani, gira con frizione e stile (non da capogiro cinefilo) una satira politico-sociale non indegna e con qualche suggestione. Se il lavoro si lascia seguire fluidamente è anche vero che traballa; tuttavia gli attori (strenui ed espressivi combattenti per la causa) conquistano e sono il vero fulcro d'interesse. Irresistibili e fanatici Tognazzi e Montagnani; moschin mimo e minimalista; audaci Degli Esposti e Herlitzka.
Comincia benino con un'intuizione surreale degna del miglior cinema grottesco-politico, ma si arena ben presto perché tali premesse non vengono sfruttate né portate all'eccesso che provoca la satira più pungente. Anzi, la regista si lascia blandire dal mestiere del ricco cast per imbastire una debole commediola che ha il potere sullo sfondo invece che al centro della critica. Sempre un piacere, tuttavia, vedere i vecchi leoni all'opera.
Il ministro dell'Interno resta imprigionato all'interno della macchina blindata. Soggetto satirico che negli sviluppi produce ben poco. Tutto ciò che ruota attorno ai tentativi di apertura dell'abitacolo, sia come recitazione che nelle varie piaggerie, prova vanamente a colpire il sistema politico. Stesso discorso sul versante dei terroristi, sul tema dell'aborto e delle relazioni familiari. Tognazzi dà una buona interpretazione e i battibecchi con la Degli Esposti sono i momenti migliori. Conclusione oltre i limiti del grottesco, di influenza felliniana.
MEMORABILE: La picconata al vetro; I soldi nella cassaforte; Il finto sequestro di Tognazzi.
Straordinario rivedere parte degli Amici miei all'opera! Dei tre domina Tognazzi, bravissimo; Moschin purtroppo non può fare molto, si limita a truci espressioni facciali, ma ottimo anche lui. Montagnani è il meno in forma, ha fatto decisamente meglio altrove. Il film è tenuto praticamente a galla da loro tre, perché i continui battibecchi tra Tognazzi e consorte alla lunga stancano e le parentesi della Golino sembrano messe lì giusto per fare minutaggio. Ma almeno non mancano le buone battute e qualche risatina qua e là scappa pure. Finale a dir poco demenziale.
MEMORABILE: Cult: Speraindio e Diociaiuti.
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La partita che viene fatta vedere in televisore al Ministro dell'interno (Moschin) bloccato nella sua super automobile è Italia - Camerun 1-1 del 23/06/1982, 3° partita del primo girone del Campionato del Mondo Spagna '82.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 14 ottobre 1986) di Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada: