Non è facile trovare una commedia parademenziale altrettanto capace di alternare gag clamorosamente riuscite e spesso fresche a momenti di stanca che portano quasi a dire cosa ci si sta a fare davanti alla TV. Con RICKY BOBBY accade questo. Will Ferrell, il protagonista (e co-autore della sceneggiatura assieme al regista) ha delle trovate che talvolta lasciano davvero il segno; quando si ostina a pregare Gesù neonato, ad esempio, o quando per la prima volta davanti ai microfoni non sa dove mettere le mani. La parabola (in parte ispirata al citato Tom Cruise di GIORNI DI TUONO) del pilota di Nascar che diventa campione ma che dopo un incidente...Leggi tutto lascia il campo libero al suo acerrimo rivale francese (Sacha Baron Cohen, un po' sottotono) poteva anche essere il terreno giusto per centrare un’ottima commedia. Ma la sceneggiatura è sfilacciata (il film dura quasi due ore!), le scene sui circuiti sono poco interessanti e a lungo andare ci si rende conto di essere davanti a un’occasione sprecata. La prima parte è briosa, il Ferrell mezzo scemo diventato pilota per caso strappa più di un sorriso, i personaggi simpatici non mancano (vedi John C. Reilly nel ruolo dell'amico decerebrato quanto lui), però fin da subito si capisce che l'umorismo è dosato male e il film (che ha impennate improvvise inaspettate) è la solita americanata per famiglie, nonostante alcune raffinatezze sorprendenti nello scritto. Cohen fa il pilota di Formula 1 in trasferta, ma non si vede moltissimo ed è monotono.
Parodia dei film sulle corse automobilistiche Nascar. Will Ferrell è Ricky Bobby, il classico pilota "all american" che se la deve vedere con il rivale Jean Girard, francese e gay, arrivato dalla Formula 1. Girard è interpretato dal bravissimo Sacha Baron Cohen, e ovviamente non si sprecano frizzi e lazzi sui classici stereotipi dell'europeo visto dall'americano medio (Joe six-pack). Film stupidissimo e divertentissimo: Ferrell è in gran spolvero, Gary Cole (il padre di Ricky) è bravissimo, Cohen uno spasso.
Un fiume di scemenze intervallato da qualche momento divertente. Il protagonista (un super burino ignorante e capace solo a guidare) funziona a corrente alternata. Questo a causa di un copione che spesso ne compromette la performance, ma anche perchè il personaggio tende un po' a stufare e piuttosto rapidamente. In definitiva, trattasi di filmetto, ma con momenti da salvare: il fuoco invisibile, il trauma post-incidente, la preghiera a Gesù bambino, il puma. Comunque, si può anche evitare senza traumi.
MEMORABILE: "Non so cosa regalare a mia nonna. Ha 88 anni". E l'amico: "Una bara".
Il destino di Will Ferrell in Italia sembra essere comune a quello di Steve Martin e Chevy Chase: enorme successo in patria e scarsa considerazione da noi. Ricky Bobby, purtroppo, è uno spoof abortito, che, nonostante qualche momento divertente (il pranzo con preghiera sui generis e maltrattamento al nonno; la rieducazione del protagonista da parte del padre), lascia troppo tempo allo spettatore, tra una gag e l'altra, per riflettere sulla scarsa ispirazione degli sceneggiatori (ancora Ferrell ed il regista), sicché il migliore in campo risulta Sacha Baron Cohen.
Probabilmente la vetta artistica, insieme ad Anchorman, raggiunta da Will Ferrell protagonista. Il regista, guarda caso, è proprio lo stesso del suddetto film: tale Adam McKay, caposaldo del fenomeno Frat-Pack. La fortuna di questi film la fanno i comprimari, personaggi solitamente strampalati che vagheggiano sullo sfondo, a testimonianza dei più disparati stereotipi. In questo caso, tra gli altri, abbiamo un sempre affiatato John C. Reilly e un sorprendente Sacha Baron Cohen in un ruolo debitore del ben più celebre Brüno. Esilarante. ***1/2
Per chi ama la commedia americana alla Scary Movie questo film è imperdibile! A chi disdegna certi generi di comicità sciocca e grossolana, state alla larga! La storia narra di Ricky Bobby, americano medio deficente che raggiunge il successo assurdamente come pilota Nascar. Da qui iniziano le avventure/disavventure tra esagerazioni azzeccate dello showbusiness e momenti un po' lenti che non fanno proprio ridere come si spera. Il film comunque ha pure una sua trama (infarcita di sciocchezze).
MEMORABILE: L'incontro col padre iniziale, il pranzo e la discussione su Gesù, le scene all'ospedale.
Ennessima commedia diretta da McKay con produzione Apatow. Qui la coppia si butta nel mondo delle corse americane Nascar. A questo proposito chiunque sia appassionato di F1 nota un po' ridicoli, se non adirittura irritanti, i paragoni tra le due categorie, ma essendo un film americano volontariamente zeppo di stereotipi sono dettagli su cui si può sorvolare. A sorpresa il film non scade mai (eccessivamente) in banalità e si conclude in modo soddisfacente. Dopotutto una commedia che intrattiene e diverte.
Non è male la sceneggiatura, in grado di dare sempre ritmo e includere situazioni piacevoli, così come la regia e la fotografia. Il problema sta semmai nel senso dell'umorismo: può piacere o meno, e a me sinceramente tende a stufare molto presto; il demenziale qui non ha mai un limite, ed è incoerente tra momenti ben pensati e tante altre bambinate coi fiocchi. La cosa più strana, poi, è vedere un attore come Will Ferrell tanto a suo agio in prodotti come questi; qualche risata, ma un film facilmente dimenticabile.
Ritmato, simpaticissimo e demenziale, come nella migliore tradizione del fratpack & company, il film segue le vicissitudini di Ricky Bobby e il suo voler primeggiare nella vita in senso assoluto. Arguta satira sulle apparenze, sulla superficialità, sugli stereotipi della personalità, il tutto immerso nel contesto automobilistico vero e proprio campo da gioco dove la competizione è tutto e vincere è più importante che partecipare, ma non se in mezzo c’è una vera amicizia. Ferrel e Reilly in formissima, Baron Cohen gran personaggio di rottura.
MEMORABILE: Ferrel che corre mezzo nudo per la pista covinto di andare a fuoco; Ferrel che percorre la pista a 10 km/h convinto di sfrecciare a 200.
Re delle piste Nascar, spaccone ma con un tarlo che lo rode (il babbo l'ha abbandonato da piccolo), deve vedersela con la concorrenza di un spocchioso pilota francese proveniente dalla Formula 1... Sgangherata commedia demenziale con Farrell che sguazza come sempre nei panni di un personaggio ignorante come una capra, con Reilly e Sacha Cohen a fargli da sponda per battute fra l'infantile ed il volgare. La sceneggiatura è assai lasca e certi momenti sono imbarazzanti più che divertenti, ma qualche occasione di riso indubbiamente c'è.
MEMORABILE: I figli Walker e Texas Ranger; Idee per un regalo alla nonna di 88 anni; Convivere con la paura (impersonata da un puma)
McKay si affida ancora una volta all'estro di Ferrel per tenere alte le sorti di questa pellicola non indimenticabile. La storia ruota attorno al mondo delle corse, fra sponsor, belle "ombrelline" e molta "ignoranza". Le battute non sono eccelse e anzi spesso cercano di strappare una risata in modo piuttosto grezzo. I comprimari Cohen e Reilly reggono l'urto e funzionano bene, ma il risultato finale è una modesta commedia e soprattutto un passo indietro rispetto al geniale anchorman baffuto.
Prove generali per Ferrell e Reilly per quello che sarà il loro apice, ovvero Fratellastri a 40 anni. L'affiatamento è già evidente, le battute non mancano e spesso vanno a segno, ma l'ambientazione nel mondo delle corse Nascar smorza un filo l'entusiasmo. L'umorismo punta molto sull'"ignoranza" dei due, peccato che la classe di Cohen (con un personaggio dal grande potenziale) non si amalgami ben con il resto. La regia di McKay dona al contenuto la forma più appropriata senza eccedere in inutili virtuosismi. Cole dipinge il personaggio migliore.
MEMORABILE: Gli insegnamenti di Cole; Il motto fra Ferrell e Reilly; Ferrell che affronte le proprie paure...
Solito film comico alla Ferrell, impegnato nel suo abituale personaggio di americano medio poco brillante: la pellicola paga una sceneggiatura altalenante e la regia nelle scene di corsa è piuttosto scialba, ma si sorride spesso e almeno tre o quattro sequenze sono veramente irresistibili, grazie a un protagonista in forma che trova un'eccellente alchimia con Reilly. Buono anche il cast di contorno (Bibb, Cole e Adams), fatta eccezione per un Baron Cohen insolitamente scarico e poco incisivo. Missione divertimento compiuta con poco affanno: gli amanti del genere non saranno delusi.
MEMORABILE: La parte all'ospedale; Ferrell che pensa di andare a fuoco; Il coguaro; Il divorzio lampo; Walker e Texas Rangers.
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Nell'edizione home-video è uscito col suo titolo originale. Quello nostrano è stato utilizzato solamente come "sottotitolo".
DiscussioneZender • 26/02/10 12:11 Capo scrivano - 48439 interventi
Sì, è cosa che fanno spesso quando si accorgono che il titolo italiano era risultato na schifezza :).
HomevideoGestarsh99 • 19/11/11 16:59 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Sony Pictures:
DATI TECNICI
* Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese
5.1 PCM: Italiano
* Sottotitoli Italiano Inglese Olandese Tedesco Turco
* Extra Risate sul set
Commento del regista e degli amici
Scene eliminate
Video diario di Adam McKay
Interviste; Audizioni
Trailer vari.