Ovvero: l'educazione sentimental-sessuale di una donna attraverso varie tappe che contemplano pratiche erotiche e perversioni varie. La prima parte è anche un po' patinata, ma più si va avanti più il film diventa torbido, morboso, con picchi sgradevoli e passaggi amarissimi. Bigas Luna, senza ricorrere a immagini eccessivamente esplicite o pornografiche, sa filmare il sesso in modo erotico e sensuale; non tra i suoi film migliori ma, nel genere, un prodotto discreto. Francesca Neri è bellissima, e pure bravina.
A parte un'ottima interpretazione da parte della Neri, che alterna bellezza a discreta bravura, si tratta di un film di medio-bassa portata. Nella prima parte tuttavia interessante, per poi perdersi in violente perversioni a basso costo, necessitanti a stupire lo spettatore ma non certo a rendere grande il film. Definirei questa pellicola un tantino banale e troppo spesso "squallidotta", che sul finire fa venir voglia di mollare la visione. Assolutamente banale anche la fine, che sembra essere sorta perché non si sapeva come chiudere.
Fa una certa impressione vedere Francesca Neri così disinvolta in azioni piuttosto esplicite, anche perché l'attrice è convincente e appare quasi spontanea (ciò è dovuto al suo indiscutibile talento). La storia, una sorta di 9 Settimane e 1/2 meets Lolita, spinge molto sul pedale dell'estremo, soprattutto nelle frequentazioni ambigue di Lulù (il locale gay, quello sado-maso, il transessuale Ely che si sacrifica per la ragazza) e non rifugge da una messa in scena più disgustosa che erotica. Stra-lunato.
Da un bel romanzo di Almudena Grandes un brutto film in cui la trasgressione è equivalente a quella di un film porno, cioè nulla: nelle intenzioni degli autori l'erostismo è una sommatoria di scene più o meno scabrose dove nulla è lasciato all'immaginazione. Purtroppo non è così e peccato che sia stata coinvolta una brava attrice come Francesca Neri. Film decisamente poco riuscito.
La crescita sessuale di Lulù, dalla prima seduzione ai giochi più perversi, nella progressiva insoddisfazione sentimentale. Il problema è che l'insoddisfazione (la noia) prende anche lo spettatore, che non si capacita di come si possa realizzare un film di pura morbosità pornografica, solcato dagli stereotipi più triti e triviali, spacciandolo inutilmente per cinema d'autore. Il punto è proprio questo, e a poco serve che Francesca Neri si impegni: non c'è vera trasgressione, ma solo il suo fantasma spacciato abilmente per erotismo.
La Neri è veramente bellissima (basti vedere il primo piano nella festa...) ma questo film non si regge davvero in piedi. Sembra un "vorrei ma non oso" tra transessuali acculturati e di aspetto troppo femminile e sadomasochisti gay dal fisico palestrato. Trama abbastanza banale. Film che si vede una volta e non lascia il segno. A parte la Neri salvo la colonna sonora, con alcune canzoncine spagnole davvero orecchiabili. Per il resto raggiunge appena la mediocrità.
MEMORABILE: Il sadomasochista forzuto, il particolare gioco col fratello.
Più che erotismo, qui c'è una ricerca forzata dell'eccesso e una grossolana analisi della trasgressione, ridotta ad un carosello di situazioni mostrate con poco garbo e -soprattutto- senza la goliardia di Tinto Brass. Fino al prevedibile finale a base di show sadomaso, pomposo abbastanza da non suscitare il minimo interesse. Bigas Luna si prende troppo sul serio, forse esaltato dalla disponibilità (neanche troppa) di Francesca Neri, finendo con il rimanere anni luce indietro rispetto al buon Tinto. Oink oink!!!
Lulù ripresa nella sua crescita sessuale dalle prime sperienze ingenue alla ricerca del proprio limite che degenererà nella depravazione più totale. Il film riesce a raggiungere picchi di erotismo elevatissimi grazie alla sensualità della Neri e all'abilità del regista di ricreare sullo schermo situazioni al limite del morboso. Uno dei migliori film di Bigas Luna.
Una bella e sexy Francesca Neri al debutto in un ruolo esplicito che l’ha lanciata e che lei non ha mai rimpianto. Considerando che è del 1964, da 26enne interpreta bene il ruolo di acerba adolescente della prima parte. Di fondo vuole essere un film sentimentale, anche se la carrellata di situazioni ed esperienze erotiche ha la prevalenza. Il forte erotismo viene comunque ben controllato dallo stile soft di Bigas Luna, che ha saputo evitare la volgarità ma nel finale si è lasciato andare in un eccessivo e poco opportuno voyeurismo morboso.
L'argomento è interessante: non per via del sesso tout court, ma per quello che può creare in una psiche, se mal cominciato (forse ne è vittima il regista stesso) e senz'altro nel romanzo (che non ho letto) da cui è stato tratto il film sarà proposto in modo diverso e con significati più profondi. Il film, invece, tolte poche scene con una Neri che tira un po' su le quote, è ad un livello lontano dalla sufficienza e anche le scene più "estreme" che dovrebbero caratterizzare la pellicola sono banali e al limite del ridicolo. Non adatto Ladoire.
Bigas Luna si diverte a sfruttare la bellezza e la capacità di una disinibita Francesca Neri per sondare i bassifondi delle depravazione, nei suoi aspetti più morbosi e voyeuristici. L'unico intento nella trama del film è quello di mostrare situazioni sempre più eccessive, interpretate da una Francesca Neri più che affascinante. Luna conduce il tutto con una buona regia e riesce nel suo intento più "scandaloso", ma il finale si conclude con un nulla di fatto, riducendo il film ad una semplice carrellata di atti trasgressivi.
Narrato di stampo erotico per sottolineare anche le pieghe di una certa movida spagnola che fatica a star nei limiti. Prima parte adolescenziale grossolana e salti temporali poco efficaci, mentre nei singoli momenti Luna riesce a essere sensuale ma non morbosa aumentando man mano il dosaggio. Non male anche l’ascesa vorace della Neri in un ruolo non semplice per la giovane età. Accenni anche di melodramma allo scopo di far riflettere (come la parentesi incestuosa, invece negativa come resa).
Classico erotismo patinato finto-trasgressivo, costruito su una storia di iniziazione sessuale che prevede un crescendo di esperienze verso i limiti della depravazione. Se l'intento è di scandalizzare con scene pruriginose, il risultato si rivela ripetitivo e annoiante. La Neri si mette in gioco con coraggio e la sua interpretazione unita alla sua fresca bellezza salva un film altrimenti inaccettabile nella sua fasulla morbosità.
Dramma erotico di Bigas Luna che ci presenta una Francesca Neri nel pieno della sua bellezza. Il film si può suddividere in due parti: la prima decisamente più lenta e trita, al limite del patetico in cui Lulù (Neri) è adolescente, la seconda parte meglio riuscita e più movimentata in cui perversione e trasgressione si concentrano creando un'atmosfera pruriginosa abbastanza godibile. Piccola comparsata di Javier Bardem in versione tacchi e calze a rete.
MEMORABILE: La scena dell'orgia finale, Francesca Neri che si depila sulle note di "Walk on the Wild Side" di Lou Reed.
L'unico motivo di interesse di questo film erotico di Bigas Luna è il ruolo scabroso della debuttante Francesca Neri, perché per il resto la torbida storia di Lulù viene raccontata in modo fiacco e poco coinvolgente. La giovane attrice si concede con coraggio, soprattutto nel finale. Cast maschile mediocre se si esclude il cameo di Javier Bardem in versione macho gay.
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In uno speciale di Ciak sull'imminente Età di Lulù c'è un'intervista a Francesca Neri. Il regista Bigas Luna aveva scelto Angela Molina per il ruolo di Lulù, che si era preparata per la parte. Una volta sul set, però, la Molina piantò in asso la troupe affermando che "non parteciperà assolutamente ad un film pornografico, e che Luna l'aveva raggirata". Il regista catalano ripiegherà sulla nostra Francesca Neri.