Appunti di un venditore di donne - Film (2021)

Appunti di un venditore di donne

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dal romanzo omonimo di Giorgio Faletti un omaggio ai noir di Scerbanenco e lateralmente al film simbolo di un'epoca, quel MILANO CALIBRO 9 da anni assurto a modello cui guardare con giusta reverenza. In una Milano brumosa, notturna, fotografata con gran gusto per le luci e la definizione tagliente data dall'alta definizione, si individua in Bravo (Sgueglia) il protagonista di un'avventura vissuta ai margini della legge, tra loschi individui, prostitute e poliziotti corrotti. E' lui il "venditore di donne" del titolo, intermediario che procura le “escort” giuste a chi lo paga. Tra questi l'amico Daytona...Leggi tutto (Rossi), che nelle prime scene lo spinge a fermare sulla strada una ragazza per potersela portare a letto. Bravo esegue, incassa la percentuale e s'ingegna per truffare poco dopo Tano (Gerardi), biscazziere locale a cui ha intenzione di rifilare una copia della schedina miliardaria del Totocalcio il cui vero proprietario dice di conoscere. Quest'ultimo, dice, propone di cedere la schedina da 490 milioni (soldi puliti) in cambio di 500 milioni "sporchi" (il nero delle vincite). Bravo non ci guadagnerebbe niente, solo la sua tranquillità sul lavoro (ha un problema con una delle sue ragazze e uno dei ragazzi di Tano)... Poco credibile, naturalmente, ma Tano pare cascarci e credere nell'affare. Siamo solo all'inizio di una storia che coinvolgerà anche le Brigate Rosse, dal momento che è ambientata nel 1978 durante i giorni della prigionia Moro; un innesto storico indice del desiderio di sganciarsi dalla semplicità dei noir alla Scerbanenco per affrontare un intreccio più complesso e stratificato, che tuttavia il regista Fabio Resinaro (anche sceneggiatore unico e quindi pieno responsabile del risultato) ha qualche difficoltà nel gestire: troppi passaggi poco chiari, ellissi, interrogativi lasciati parzialmente senza risposta, per riuscire a godere appieno della storia. Quel che resta è comunque un film da non sottovalutare, visivamente ricercato, recitato bene nonostante i problemi che affliggono molte recenti produzioni italiane in cui la presa diretta si somma a una dizione non sempre impeccabile dei protagonisti (Sguglia spesso bisbiglia, talvolta incomprensibilmente, e non è l'unico). Numerosi però gli elementi che impreziosiscono il racconto e i diversi personaggi, mentre un bello studio delle location associato a un ampio uso di esterni (più celati quelli di Milano centro, dal momento che la ricostruzione storica è impegnativa) dà respiro al film e a tratti riesce davvero a rievocare i tempi gloriosi dell'indimenticabile trilogia di Di Leo. Avvolto in una doppiezza che non risparmia nessuna delle figure centrali e secondarie, il film procede svelando progressivamente nuove svolte che cambiano faccia all'intrigo prendendo direzioni inattese per poi riallacciarsi a quanto avevamo fin lì assistito. Sorprende la riscoperta di Paolo Rossi in chiave drammatica (pur con qualche eccessivo accento da commedia derivato dall'inscindibile personalità dell'attore), un ruolo nemmeno così minore. Bravo Gerardi che esibisce la calma serafica del criminale rotto a tutto, più sullo sfondo Miriam Dalmazio (è Carla) e le altre donne in scena (anche se poi non esistono figure di spicco che possano rivaleggiare con Sguglia, presente sul set dal principio alla fine o quasi). Il finale vira in direzioni scontate ma si accetta e mette sotto i riflettori il sempre ottimo Placido (a proposito, si ascolti come scandisca perfettamente ogni sillaba persino quando abbassa la voce o si lascia andare a espressioni dialettali e si confronti la sua voce con quella di chi gli sta di fronte). Nettamente superiore al coevo CALIBRO 9 (che condivide nel cast proprio Placido), conta anche una delle ultime prove del compianto e sempre molto “umano” Libero De Rienzo (qui è il poliziotto corrotto). Peccato il film manchi di organicità e non sfrutti certe intuizioni che avrebbero meritato più spazio: le due ore in questo caso si rivelano necessarie, per sviluppare almeno in parte la complessità del romanzo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/07/21 DAL BENEMERITO NANDO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/08/21
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Nando 15/07/21 17:34 - 3853 commenti

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Liberamente tratto dal bestseller del compianto Faletti, la pellicola narra le vicende di un procacciatore di prostitute nella Milano fine anni 80. Ambientazioni da fiction nonostante lo sviluppo narrativo appaia piacevole, con incursioni brigatiste (da anni assenti dal cinema italiano). Cast eterogeneo, in cui si apprezzano Sgueglia, con un look molto anni 2000, Montanari cantante non vedente con sorpresa e Placido, ridotto a un piccolo ruolo... Nel complesso, un valido film che mostra la sofferenza passiva del protagonista.
MEMORABILE: I ricordi del passato del protagonista....

Tarabas 21/08/21 19:22 - 1888 commenti

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Film diviso in due parti. La prima, veramente riuscita, ambienta benissimo la vicenda nella Milano anni Ottanta, usa molto bene un ottimo cast e costruisce un clima malinconico e amaro, molto adatto a un noir. La tavola sembra apparecchiata per una sorpresa, ma la seconda parte deraglia purtroppo in una storia sgangherata e senza molto senso, che pesca a piene mani nell'improbabile. Tra agenti donna del Sisde con licenza d'uccidere, senatori con la pistola, brigatisti part time, la vicenda si sfascia sotto gli occhi dello spettatore illuso di aver trovato un noir italiano di livello.

Capannelle 24/02/22 13:24 - 4478 commenti

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Tentativo lodevole ma in parte stonato di rievocare le storie milanesi degli anni 70 con un cast vario che pare muoversi a suo agio e supportato da una regia adeguata. La prima parte, sul giro di ragazze organizzato da Bravo e i problemi che affronta con sgherri vari procede bene sfruttando l'atmosfera ambientale e il viso tormentato dello Sgueglia. Quando entrano in pista le trame della politica e i doppigiochi à gogo si sbatte contro intrecci poco credibili e contro le solite manovre che più losche non si può, con la conseguenza di un progressivo calare del gradimento.

Alex 64 7/03/23 12:41 - 76 commenti

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Nella Milano di fine anni '70, già ampiamente descritta e rievocata come città laboratorio del noir italiano e non solo, un ottimo cast si cimenta dando vita a un soggetto che, per una volta almeno, pare non imitare se stesso. Purtroppo il tentativo di amalgamare malavita e politica tenendo assieme quanto ispirato dalla realtà, affonda in un confuso esercizio che rischia di stancare anche lo spettatore più attento con continui colpi di scena e sorprese  varie, trascinando anche l'ottima interpretazione di Placido nell'ambito del poco credibile.
MEMORABILE: L'evirazione di Sgueglia; La falsificazione della schedina vincente.

Myvincent 11/03/23 01:12 - 3844 commenti

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Non bastano i gadget per ricreare il clima e il look anni 70 in questo film pasticciato tratto da un romanzo di Faletti. Troppa carne al fuoco brucia dentro a una trama in cui, incredibilmente, la fantapolitica si incrocia con i racconti malavitosi aventi come palcoscenico una Milano livida e godereccia. Unica presenza nobilitante è il grande Michele Placido, che giganteggia di fronte al protagonista Sgueglia il quale, per quanto fascinoso, si limita per lo più a bisbigliare frasi poco comprensibili.

Nicola81 3/04/23 21:47 - 2928 commenti

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Sostanzialmente riuscito il tentativo di ricreare le atmosfere e le ambientazioni del noir italiano anni ’70 (di cui Milano rappresentava il palcoscenico ideale), mentre la trama inizialmente ricalca in maniera fedele il romanzo di Faletti, ma nella parte conclusiva se ne va per i fatti suoi, coniugando in maniera forzata azione e fantapolitica, e finendo col perdere terreno sul piano della verosimiglianza. Sgueglia il physique du rôle lo avrebbe pure, ma la dizione è decisamente rivedibile; ottimo invece il cast di contorno, in cui spicca ovviamente Placido.

Giùan 25/05/24 11:35 - 4752 commenti

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L'encomiabile sforzo di Resinaro nel portare su pellicola il romanzo di Faletti (con tutte le ascendenze di Scerbanenco e Di Leo che si tirava dietro) si rivela ahinoi terribilmente velleitario sul piano dei risultati. L'incipit indubbiamente incuriosisce sia per la presentazione della Milano "nera" anni '70 sia per i personaggi del Bravo "pappone", del compagno bevuto e giocato di Paolo Rossi e dell'Escort "elettiva". Poi il film si squaglia e castra con un autodafé cinematografico di incongruità, inverosimiglianze, artificiosità narrative e recitative.

Luluke 29/05/24 06:54 - 342 commenti

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Senza aver letto il romanzo di Faletti è difficile giudicare le modalità della sua trasposizione cinematografica. Ma il film c'è, anche se la sensazione è quella di una troppo rapida evoluzione della narrazione, che da neo noir si fa quasi spy story, con personaggi che spariscono un po' bruscamente (Rossi/Daytona, Lucio/Montanari) e altri (Placido/Sangiorgi) che entrano in scena senza preavviso. Detto questo va lodata la prestazione di Mario Sgueglia, che meriterebbe altre ribalte come questa e l'elettricità della regia di Resinaro, già apprezzata in Dolceroma.

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  • Discussione Pumpkh75 • 16/07/21 10:58
    Archivista in seconda - 434 interventi
    E' morto Libero De Rienzo. Davvero una brutta, bruttissima notizia.
  • Discussione Caesars • 16/07/21 11:44
    Scrivano - 16860 interventi
    Pumpkh75 ebbe a dire:
    E' morto Libero De Rienzo. Davvero una brutta, bruttissima notizia.
    Appena letta questa bruttissima notizia. Aveva solo 44 anni...

  • Discussione Daniela • 16/07/21 11:46
    Gran Burattinaio - 5937 interventi
    Pumpkh75 ebbe a dire:
    E' morto Libero De Rienzo. Davvero una brutta, bruttissima notizia.
    Solo 44 anni, stroncato da un infarto.
    Una carriera intensa tra cinema e tv, compresa una regia (Sangue - La morte non esiste del 2005).
    David di Donatello come Miglior attore non protagonista per Santa Maradona (2001) e due candidature sempre al David nella categoria miglior attore non protagonista per Fortapàsc (2010) e Smetto quando voglio (2014). 


  • Discussione B. Legnani • 16/07/21 11:49
    Pianificazione e progetti - 15062 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Pumpkh75 ebbe a dire:
    E' morto Libero De Rienzo. Davvero una brutta, bruttissima notizia.
     Smetto quando voglio (2014). 



    Difatti per me, che di rado guardo film recenti, era "Bartolomeo".
  • Discussione Buiomega71 • 16/07/21 18:18
    Consigliere - 26529 interventi
    Mi rimarrà sempre impresso nel suo ruolo dell'amatore italiano in A mia sorella di Catherine Breillat, dove, con una protesi fallica "brassiana" ci dava dentro con Roxane Mesquida.
  • Discussione Ruber • 16/07/21 19:14
    Formatore stagisti - 9299 interventi
    Davvero troppo giovane per morire! E un anno assurdo quest'ultimo biennio con  tutte le morti che ci sono state nel ondo dello spettacolo. Il ruolo che maggiormente gli ha dato spessore era probabilmente quello del giornalista Siani ma nella commedia con il ruolo di Bartolomeo in "Smetto quando voglio" si è fatto conoscere ancora maggiormente.
  • Curiosità Fedemelis • 8/08/21 19:39
    Fotocopista - 2172 interventi
    LA (FALSA) SCHEDINA VINCENTE
    La schedina che nel film Bravo (Sgueglia) fa falsificare per realizzare la truffa che ha in mente è realizzata in modo del tutto erroneo rispetto a come si sarebbe dovuta compilare seguendo quella esatta. Qui sotto il fotogramma che ce la mostra bene:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/appuu1.jpg[/img]

    La data riportata sulla schedina del Concorso 31 è il 26 marzo 1978, una datazione coerente con l’ambientazione del film.
    Le squadre inserite nelle colonne sono relative alla 24a giornata di Serie A del 26 marzo 1978 ma anche (errore) della 26a giornata di Serie B e Serie C del 12 marzo 1978. Chi ha preparato la schedina ha in pratica mescolato due giornate di campionato utilizzando il criterio classico: 8 squadre di A, 3 di Serie B e 2 di C. Ma nel concorso n.31 del totocalcio del 26 marzo 1978, la schedina era formata solo da squadre di Serie A e Serie B, in quanto la serie C riposava per via delle festività pasquali. Diversamente da come avveniva di solito, poi, le partite di serie A erano soltanto 7 e non 8: Genoa-Juventus fu esclusa dalla schedina perché la squadra bianconera, qualificata per la semifinale di Coppa dei Campioni, aveva il diritto di chiedere alla Lega calcio di anticipare il match a sabato. Dovendo la SISAL prepare le schedine una settimana prima si decise quindi di escluderla, a prescindere dalla decisione del club (la partita si giocò poi normalmente la domenica, per la cronaca).

    Anche i risultati riportati nella schedina del film sono stati inseriti erroneamente: nessuna colonna dà il 13 vincente!. Strano perché nel film, quando viene consegnata la schedina da falsificare, appare la prima pagina proprio della Gazzetta dello sport di martedì 28 marzo 1978 (lunedì era Pasquetta) con i risultati corretti: bastava dargli un colpo d'occhio per avere le informazioni giuste da scrivere in schedina... (grazie all'amico Adriano Stabile per l'immagine della Gazzetta del 28 marzo sotto al fotogramma):

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/appuu2.jpg[/img]
    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/appuu2b.jpg[/img]

    Qui sotto la Colonna Totocalcio del Concorso 31 del 26 marzo 1978 (a sinistra) e a fianco quella del Concorso 29 del del 12 marzo 1978 (a destra, per entrambe fonte archivio La Stampa). Naturalmente il 13 non vinse 490 milioni come nel film ma "solo" 44.892.300 lire (pari circa a 47.000 euro di oggi):

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/schedd.jpg[/img]

    Come spiegato nello speciale sul Vero calcio nel cinema, la vecchia schedina andava compilata a mano nelle sue tre parti: la Figlia (che rimaneva al giocatore), lo Spoglio (che andava al gestore del bar) e la Matrice (che andava alla SISAL). Se ne vede un esempio nel film Al bar dello sport. Quella che vediamo qui invece presenta sia la Figlia che lo Spoglio in mano al giocatore, con il bollo di ricevuta in posizione sbagliata. Inoltre la parte Spoglio non è compilata a mano, ma con una stampante ad aghi, cosa che avverrà nelle schedine solo dalla stagione 84/85 con la nuova schedina "elettronica". Chi ha realizzato la schedina del film non ha forse mai giocato una vecchia schedina, confondendola con quella più moderna. Molto meglio il falsario Bombolo nel film Squadra antitruffa...