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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/09/12 DAL BENEMERITO PAULASTER
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Paulaster 5/09/12 09:51 - 4417 commenti

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Montreal come cassa di risonanza per l’impronta francese data alla storia. L’attenzione ai riferimenti, gli atteggiamenti garbati e una sceneggiatura scorrevole danno rilievo al ruolo del protagonista, bene interpretato. Evidenzio una trama zoppicante in alcuni passaggi, in cui si poteva operare meglio all’interno di un soggetto dalle tinte forti, coraggioso (trattandosi di lutti, bambini e immigrazione).

Erreesse 6/09/12 22:43 - 63 commenti

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I rapporti umani sono difficili: quelli fra adulti, fra adulti e adolescenti, o fra adolescenti; e la morte è sempre presente, nella vita e in questo film. Lo mostrano la trama e la bella fotografia di una Montréal bianco sporca (contrapposta all'Algeri bianca e blu). Altri temi sono presenti: l'asetticità politicamente corretta che è in realtà violenza, il razzismo latente, l'amore anch'esso complicato. Alla fine (che non è un lieto fine, ma che lascia speranza) si propone la possibilità di rapporti autentici. Un film che ci parla e va ascoltato.
MEMORABILE: La pianta che non fiorisce; L'ultima inquadratura; Gli occhiali di Lazhar; Lo sguardo della pilota d'aereo.

Mickes2 12/09/12 16:33 - 1670 commenti

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Quel delicato periodo chiamato "crescita" può essere molto doloroso, se le persone chiamate a guidarlo sono le prime ad esserne segnate. Ma c'è anche chi, con amore, passione e dignità, crede in un futuro ricco di speranza. Dolce e commovente piccola grande storia di interazione razziale, solitudine famigliare, elaborazione corale della perdita ed accettazione. Autenticamente semplice, Falardeau svia i mezzucci moralistici ed eleva senza forzature la figura del bambino ad interlocutore attivo, arrivando dritto al cuore dello spettatore.

Xamini 13/09/12 15:14 - 1252 commenti

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In film che è delicatezza e, in qualche modo, un sorriso laconico, eppure incoraggiante, sulla vita. Lo è nello sguardo del perfetto protagonista. Lo è nonostante la premessa e nonostante la mancanza di un esauriente profondimento su alcuni profili e su alcune situazioni. Sicuramente del merito va anche alla ricerca di un'autenticità che rifugga la retorica di qualche scena a effetto. Per quanto, sceglie anche di chiudere nel modo più pulito possibile.

Myvincent 2/10/12 10:26 - 3741 commenti

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Un tragico evento in una scuola spinge Lazhar a presentarsi come sostituto di un'insegnante suicida. Dovrà fare i conti col suo passato, nonché aiutare l'intera classe di bambini a superare il lutto e la perdita. Un film sul mondo interiore infantile (non poi tanto diverso da quello adulto) e sulle ingiustizie umane. Un modo anche per confrontarsi col modello scolastico canadese, così lontano dal nostro.

Cotola 21/10/12 20:07 - 9043 commenti

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Gli intenti del film sono più che nobili ed i temi trattati (l'infanzia e la crescita, la morte, affrontare i propri dolori piuttosto che sfuggirgli) sono difficili e molto interessanti. C'è delicatezza di approccio e Falardeau cerca di evitare facilonerie, moralismi e scelte troppo semplicistiche, riuscendoci solo in parte (per i primi due elementi). In definitiva sembra mancare l'affondo definitivo che elevi il film verso vette più alte. Il finale cerchiobottista corrobora i dubbi sulla piena riuscita della pellicola.

Nancy 29/10/12 16:11 - 774 commenti

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Lucido e sensibile questo film, per quanto non ci regali mai momenti altissimi e rimanga piuttosto nella media. Si racconta la storia di un insegnante marocchino che va a in Canada a sostituire una collega, suicidatasi in classe e soprattutto ad affrontare coi suoi alunni i sensi di colpa e i drammatici risvolti di questo fatto; ma si lascia troppo poco spazio agli spunti davvero interessanti (perché l'insegnante si è suicidata) a favore di momenti abbastanza inutili (la cena tra Lazhar e la maestra di ginnastica). Poco sviluppato.

Saintgifts 28/10/12 18:49 - 4098 commenti

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Un film che cerca la collaborazione attiva dello spettatore (la maggioranza dei film vuole solo sedurre e ipnotizzare); non per questo vuol dire che sia meglio degli altri, semplicemente è stato scelto un modo di raccontare leggermente ermetico, che lascia aperti numerosi varchi e lascia allo spettatore la possibilità di scegliere la propria interpretazione. Ha cominciato a "convincermi" passata abbondantemente la metà, quando finalmente il bubbone scoppia, per poi farmi ricadere nel finale, troppo diplomatico, troppo d'autore.

Daniela 13/04/13 08:49 - 12662 commenti

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In una scuola elementare canadese, Lazhar, emigrato algerino con un passato tragico che deve tener nascosto, sostituisce la maestra precedente, suicidatasi in classe. All'inizio impacciato, poco pratico dei metodi moderni di insegnamento, riesce a conquistare la fiducia dei ragazzi, in un rapporto che sarà utile da ambo le parti per rimarginare ferite dolorose. Una storia semplice, in cui il non detto conta più delle parole, narrata con pudore e senza ricatti sentimentali, malinconica ma illuminata nel finale da un gesto "proibito" come un abbraccio.
MEMORABILE: La fiaba dell'albero e della crisalide

Pinhead80 9/03/13 18:49 - 4758 commenti

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Non è uno dei soliti film sulla scuola che cercano di dire tanto e non riescono a dire niente. Falardeau ci immerge oltre i classici cliché da banco di scuola portandoci di fronte all'elaborazione del lutto da parte dei bambini. Si tratta di una duplice elaborazione perché anche il protagonista (per motivi personali) deve elaborare una grossa perdita. Si affronta quindi la morte come processo di crescita dolorosa e ineluttabile. Un tema già difficile da trattare che aggiunge l'elemento infanzia, ricco di per sè di elementi di complessità.

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Cloack 77 16/04/13 16:21 - 547 commenti

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Le uniche tematiche davvero interessanti sono a margine del racconto: da una parte la tragedia del suicidio di un insegnante demolita dall'onta di false accuse e dall'altra la situazione familiare del protagonista, lontano dai suoi cari, dalla sua terra e forse dalla sua vita. Con una sufficienza tutta "francofona" i temi si sorvolano con leggerezza e senza la necessaria profondità; forse una scelta stilistica, certamente una scelta che distacca cuore e film.

Nando 11/06/13 09:41 - 3814 commenti

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Una storia di morte narrata con delicatezza e tatto in cui un finto professore e una classe di alunni si raffrontano. Buona l'armonia del racconto e la leggerezza dei dialoghi in ci si cerca di affievolire il dolore per la perdita umana. Egregio Fellag nella sua intensa interpretazione, finale poco convincente.

Galbo 7/08/13 05:57 - 12392 commenti

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Tra i film più significativi prodotti negli ultimi anni tra quelli di ambientazione scolastica. Una storia toccante, in cui le vicende degli adulti e quelle dei bambini si intersecano efficacemente, traendo l'una forza dalle altre. L'incontro/scontro tra le diverse culture viene rappresentato in maniera efficace grazie ad una sceneggiatura equilibrata e ad un'ottima prova di tutti gli attori. Da vedere.

Pigro 21/12/13 10:56 - 9666 commenti

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La scolaresca sotto choc per il suicidio della maestra, rimpiazzata dall’esule algerino, è la cartina di tornasole della complessità del lavoro pedagogico nell’era del politicamente corretto: banchi in cerchio, contatti fisici assenti, programma semplificato, ecc. Senza essere greve, il film è ricco di spunti per riflessioni sulla scuola e non solo, scegliendo una strada di levità tutt’altro che superficiale. Certi dialoghi dei bambini suonano troppo da adulti, ma in compenso il mondo adulto si rivela a tratti piuttosto infantile. Stimolante.

Bizzu 26/09/14 17:46 - 217 commenti

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Per fortuna ogni tanto capita di guardare un bel film che ha tanto da dire ma non lo fa pesare. Qui il bello è che i numerosi temi affrontati non vengono approfonditi ma lasciati in sospeso con leggerezza, rifuggendo così dalla facile morale e dalla psicologia ingenua da quattro soldi. Il finale può sembrare un po' frettoloso, ma rimane in linea con lo spirito dell'opera.

Luchi78 21/10/14 15:28 - 1521 commenti

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Forse la contrapposizione presente in questo film tra il mondo degli adulti e quello dei bambini è fin troppo irreale. I primi vivono la loro vita in maniera rigida, quasi asettica, i secondi sembrano trascinati da sentimenti di dolore e sofferenza più grandi di loro. Comunque il risultato finale convince, grazie anche alle belle interpretazioni dei piccoli protagonisti e trascina lo spettatore in questa piccola storia che offre notevoli spunti di riflessione.

Lou 3/11/15 00:01 - 1121 commenti

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Su uno sfondo di forte drammaticità (un'insegnante che si suicida impiccandosi in classe, un algerino rifugiato in Canada dopo aver perso la propria famiglia in un attentato terroristico), il regista canadese Falardeau riesce a descrivere con delicatezza la gestione del dolore e del lutto in un ambiente scolastico. Molto ben tratteggiata la figura di Bashir Lazhar, che conquista gli allievi con la sua ingenua semplicità e la sua capacità di parlare al cuore. Tutti gli attori sono molto capaci ed espressivi, sia gli adulti che i giovani studenti.
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  • Curiosità Erreesse • 6/09/12 22:35
    Galoppino - 63 interventi
    La voce del protagonista M. Fellag (Monsieur Bashir Lazhar) è di Massimiliano Lotti.

    Nella parte della pilota d'aereo mamma dell'"allieva preferita" di Lazhar c'è Evelyne de la Chenelière, autrice del testo teatrale da cui il film è tratto.

    Di tutto questo c'informano i titoli di coda.
  • Homevideo Mco • 2/02/13 12:52
    Risorse umane - 9970 interventi
    Dal 23 Gennaio 2013 disponibile in DVD e Blu-Ray per Officine UBU.