Tv movie di chiarissima impostazione teatrale (d'altra parte è tratto dall'omonima commedia in tre atti di Achile Campanile), LA MOGLIE INGENUA E IL MARITO MALATO porta sulla scena un gran numero di volti noti per raccontare la storia (ad alto tasso metaforico) di un marito (Rey) che un giorno si ritrova in testa un bel paio di corna vere e proprie. La storia era cominciata prima però, quando un distinto topo d'appartamento (Giuffrè), colto in flagrante dal padrone di casa (Benti), si vedeva intrattenersi con quest'ultimo facendosi perdonare e cominciando a rievocare i tempi in cui "frequentava" la casa dei vecchi proprietari, a cui si era affezionato....Leggi tutto Una sera, mentre aveva dovuto nascondersi per evitare di farsi sorprendere, aveva assistito alla terribile vicenda che riviviamo quindi tutta in flashback, con questo marito cornuto alle prese con amici, medici e semplici vicini di casa ai quali dapprima tenta di celare le corna per poi infervorarsi cercando una persona con cui sfogare la rabbia. Naturalmente spunterà fuori anche la moglie ingenua del titolo... Un film tutto costruito sui dialoghi, con Rey che recita in un italiano stentato, Bonacelli che peggiora volutamente il suo, di italiano, e discrete performance della Sandrelli, della Leone e più in generale dell'intero cast. Tra le brevi partecipazioni spicca quella di Diego Abatantuono, investigatore privato che si presenta dal marito cornuto perché pare sappia molto delle scappatelle della moglie "ingenua". Sono cinque minuti al massimo, ma che confermano Abatantuono come ottimo attore dagli spiccati accenti ironici, che è un peccato veder uscire di scena così presto. Confezione televisiva, assenza totale di esterni, ma una regia solida alle spalle di tutto si vede; per cui, al di là della modestia della sceneggiatura e forse anche in virtù della breve durata (un'oretta al massimo) il film si lascia seguire senza troppi rimpianti. La valenza metaforica del film, che tocca un argomento notoriamente molto caro agli italiani (le corna) supera ogni altro intento artistico andando ad inserirsi in un ambito tipicamente bunueliano (la presenza di Fernando Rey nel ruolo di protagonista assoluto non è quindi casuale). Saggiamente contenuto nella durata (nemmeno un'ora), è comunque ugualmente ripetitivo (anche nelle gag del ladro Giuffré che tenta sempre di sottrarre qualcosa mentre racconta la storia a Benti). Vedibile, ma niente di più.
Una sceneggiatura con qualche buco, che si regge comunque bene per via della breve durata del film. Un cast di alto livello per uno sceneggiato televisivo che si sviluppa grazie a una serie di flashback ripetuti di un ladro che racconta al derubato la sua affezione per la casa in cui viene scoperto a rubare. L'idea di base non è male, ma è lasciata un po' troppo a se stessa senza altri escamotage narrativi per vivacizzare l'interesse dello spettatore. Godibile comunque, si sente una buona influenza monicelliana.
Mediometraggio tratto dall'omonima opera letteraria di Achille Campanile. Monicelli si cimenta nell'operazione avvalendosi di un cast di tutto rispetto che di certo non sfigura. Inoltre la breve durata rende snella la storia, che si svolge interamente all'interno di un grande appartamento. Lo sviluppo è simpatico e la recitazione tipicamente teatrale. Gustoso.
Il titolo evoca l'ennesima commedia scollacciata Anni '70, invece ha ben più nobile provenienza in quanto è un tv-movie basato su un'opera letteraria di costume. Stuolo di nomi celebri del cinema e soprattutto della prosa d'antan per una sporadica regia televisiva di Monicelli di chiaro stampo teatrale (location tutta di interni). Non si ride mai, se non a denti stretti e l'andamento - per quanto sostenuto dal testo di derivazione - stenta a decollare ed è negativamente inficiato da un eccesso di verbosità (aiuta le breve durata).
Mario Monicelli HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàZender • 12/04/13 16:50 Capo scrivano - 48275 interventi
IL FILM FA PARTE DEL CICLO "AMORI" (1989) Parte oggi un ciclo di film per la tv intitolato Amori, costituito da sei titoli diversi che vantano altrettante firme prestigiosissime: Dino Risi, Mario Monicelli, Alberto Lattuda, Lina Wertmüller, Nanni Loy e Luigi Magni. Stasera si parte con "Il vizio di vivere", racconto di Dino Risi ispirato alla vicenda, autentica, di Rosanna Benzi (…) Amori è una produzione di varie tv. Intimorisce però scroprire alla voce “produttori esecutivi” per tutti e sei i film il nome dei fratelli Vanzina. Fonte: articolo della Stampa scovato da Panza (e Kanon e Fedemelis).