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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/01/08 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 24/01/08 20:16 - 5621 commenti

I gusti di B. Legnani

Mastodontico, tormentato, bellissimo. Straziante ritratto della decadenza psichica di Ludwig II (inconsapevole sponsor della sezione "puzzles" della Ravensburger, avendo lui fatto costruire il castello di Neuschwanstein), narrato con sincera pietà da Visconti. Il regista riesce mirabilmente a evitare allo spettatore che la crescente cupezza dell’ambientazione diventi incomunicabilità e che la parossistica ridondanza scenografica diventi insostenibile orpello. Molte scene indimenticabili. Berger (doppiato da Giannini) grande, come tutto il cast.
MEMORABILE: L'incredibile fontana con i cigni.

Pigro 10/03/09 08:33 - 9964 commenti

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La vita estrema del re Ludwig II, l'amore per la cugina, la follia, la musica, la morte. Il film dilaga oltre ogni limite, puntando proprio su quell'eccesso da melodramma wagneriano che fu la cifra esistenziale e psicopatica del monarca bavarese. Visconti tracima oltre ogni limite riempiendo gli occhi dello spettatore di malata meraviglia, a cui si attengono tutti gli eccellenti attori coinvolti. Con un gusto operistico che interpreta la vita stessa di Ludwig come un poema tragico e visionario. Imponente, imprescindibile, impegnativo.

Renato 27/05/10 13:44 - 1648 commenti

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Impressionante biografia di Ludwig II, girata da Luchino Visconti con abbondanza di mezzi ed un ottimo cast. Alla fine emerge con prepotenza una figura complessa, contraddittoria ed indubbiamente affascinante: chi era in realtà Ludwig? Un pavido scialacquatore di risorse, oppure un illuminato intellettuale? Il dubbio aumenta il fascino della pellicola, che pretende qualcosa dallo spettatore (poco meno di 4 ore la durata) ma dona molte sequenze grandiose: una su tutte la prima nella grotta artificiale.
MEMORABILE: Ludwig: "Io sono un enigma, e voglio rimanere per sempre un enigma per gli altri... ed anche per me stesso".

Nando 30/05/10 02:36 - 3869 commenti

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La storia discendente di un re, narrata con cura da Visconti, le sue paure, i suoi vizi, le sue turpi voglie. Da qui nasce un film importante in cui il regista analizza la decadenza di una dinastia evidenziando le brutture e le manie di grandezza. Una grande parabola sulla decandenza intellettuale che vede un Berger, dannato e totalmente partecipe nel ruolo assegnatogli.

Pau 4/07/10 01:09 - 125 commenti

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Implacabile affresco della decadenza di uno spirito - quello di re Ludwig II di Baviera - che poteva essere bello ma finisce per scivolare nel disagio, nell'inquietudine, nel tormento, nell'eccentricità, nel vizio e nella paranoia. La solitudine e la meschinità del potere uccidono gli afflati del povero Ludwig, anima eletta decisa a cercare la felicità nell' "impossibile", come dice lui stesso in una delle scene più intense. Intensa Romy Schneider, di nuovo alle prese con il ruolo che la rese celebre, stavolta in chiave più pragmatica.
MEMORABILE: Le sontuose e straripanti scenografie che illustrano gli interni dei castelli fatti costruire da Ludwig meriterebbero da sole la visione.

Jena 10/09/11 20:39 - 1623 commenti

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Grandioso film fluviale sulla follia del grande Ludwig. Ricostruzione storica perfetta, cura dei particolari esasperata, scenografie di una bellezza che lasciano senza fiato (visto l'abbondante utilizzo dei meravigliosi castelli bavaresi - e non - di Ludwig). Film wagneriano al cento per cento, in cui perdersi senza riserve. Infine l'interpretazione sconvolgente di Berger, che lascia senza parole (ma ottimi tutti, Romy Schneider in testa). Film che non si riescono a fare più e che solo Visconti riusciva a fare...

Homesick 26/12/12 17:49 - 5737 commenti

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È l’opera dove Visconti, ormai sul punto di chiudere la sua carriera, sostanzia tutto il suo culto per la Bellezza, sfolgorante in scenografie sontuose e nella cura certosina con cui allestisce gli aristocratici décor. Questo perfezionismo esornativo – lungo trait d’union fra Il gattopardo e Gruppo di famiglia in un interno – inibisce la vis dramatica generale, ma fa tutt’uno con il personaggio di Ludwig II: un medaglione di esteta romantico e decadente, sovrano perso nel mondo dell’arte ed estraneo alla realtà politica. Ottimi il doppiaggio di Giannini su Berger e di Montagnani su Howard.
MEMORABILE: La grotta dei cigni.

Deepred89 19/05/15 17:50 - 3811 commenti

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Col suo consueto tocco a tutto sfarzo (ma a emergere sono soprattutto gli squarci meno sfarzosi, come certi meravigliosi esterni) Visconti dipinge un personaggio di impressionante profondità, quasi commovente nella sua anima candida e fragile, dotta e (mi si passi il termine) burtoniana, impersonato da un Berger con volto e movenze indescrivibili (nè tantomeno giudicabili). Nel secondo tempo la megalomania mangia il personaggio il quale, irrimediabilmente, si allontana dallo spettatore, ma la sua ombra veglia sul film, impedendogli di cadere.

Mtine 9/10/18 20:13 - 225 commenti

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Lussu(ri)oso e malato come il suo protagonista (e forse anche il suo interprete), Ludwig è la magnetica non-biografia di un regnante nemico di se stesso, che fin dalle prime immagini lascia trasparire quella che sarà la sua disperata e misteriosa vita. Vengono messi in luce più i rapporti con gli artisti (Wagner in primis) e l'Imperatrice Sissi (reinterpretata dalla Schneider) che le vita politica e pubblica (praticamente assente), sullo sfondo di curatissimi e claustrofobici interni. Un po' tirato per le lunghe (4 ore!), ma imperdibile.
MEMORABILE: I denti neri di Ludwig.

Magi94 19/05/19 01:42 - 988 commenti

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Un puro classico di Visconti, nel suo stile ricercato e sfarzoso, lento e possente. La vita di Ludwig II di Baviera è spunto di riflessione sull'alienazione dell'uomo "nobile", che vorrebbe vivere una vita nel mondo delle idee, fatta di bellezze ed eccessi melodrammatici, ma invece è costretto dai vincoli esterni a interessarsi del reale, della guerra, dei poveri del regno. La parte ideale vincerà nell'anima dell'uomo e sarà causa della sua fine. Non emozionante come Il gattopardo, ma film bello e interessante, recitato in modo sublime.
MEMORABILE: Ludwig che precipita verso la follia e si illude di vivere i suoi sogni romantici.

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Paulaster 5/07/20 11:07 - 4716 commenti

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Gli anni da sovrano del Re Ludwig II di Baviera. Prima parte dominata dal senso della bellezza e dell'arte, il film si concentra poi sulla paranoia, di un estremismo eccentrico e distruttivo. Confezione extralusso tra scenografie, costumi e location, ci fan precipitare in un Ottocento sfarzoso e di cura (maniacale) estatica. Berger nella sua migliore interpretazione tra innamoramenti, derive e invecchiamento; discrete la Mangano e la solare Schneider. Anche nella durata estesa si avverte la divisione a segmenti che toglie ariosità alla storia.
MEMORABILE: Di notte a cavallo con la Schneider; La fontana coi cigni; L'orchestra di Wagner sulle scale di casa; Il salone degli specchi.

Silvia75 31/08/21 17:06 - 188 commenti

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Eccellente film di Visconti ispirato da un romanzo di Klaus Mann su Ludwig, ottocentesco re di Baviera. Giovane sognatore, pacifista, gay, innamorato della musica di Wagner e della bella e misteriosa cugina Elisabetta d'Austria (bravissima Romy Schneider). Eccellente Helmut Berger che sa interpretare con efficacia tutti gli stati d'animo del personaggio. Bellissima ambientazione bavarese tra castelli incantati e nevicate notturne, perfetto Trevor Howard nel ruolo dell'opportunista Wagner e Silvana Mangano in quello di sua moglie.
MEMORABILE: La sequenza di notte con Helmut Berger e Romy Schneider.

Noodles 5/03/23 19:46 - 2513 commenti

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Film in cui tutto è gigantesco. La durata, la straordinaria ricostruzione degli interni, la prova di Helmut Berger, e tanto altro. La durata pachidermica lo rende non propriamente di facile digestione, ma è giustificata dalla storia vera del sovrano Ludwig II e dalla certosina attenzione che Luchino Visconti dà del crollo psicologico del suo protagonista. Alla fine, tra grande sfarzo e tantissimi personaggi più o meno importanti, l'escalation di follia del sovrano è ciò che più conta, ed è narrata in maniera precisa con un leggero tocco di tenerezza. Pesante, ma straordinario.

Helmut 18/03/23 21:13 - 7 commenti

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Dopo La caduta degli dei e Morte a Venezia, il terzo e ultimo capitolo della "trilogia tedesca" di Visconti. Accantonate le influenze letterarie dei film precedenti, Visconti mette l’accento sulle ambiguità della storia per assistere, con sguardo disincantato e persino compiaciuto, all’ascesa e alla fine di un sovrano predestinato all’autodistruzione. Un rimarchevole Berger con la voce italiana di Giancarlo Giannini.

Alex75 8/06/23 19:32 - 910 commenti

I gusti di Alex75

Monumentale, ma non ridondante, ritratto dell’infelice Ludwig II di Baviera, figura complessa e ingiudicabile di re esteta che cercò “la felicità nell’impossibile”, con scenari grandiosi che fanno da sfondo alla rapida decadenza del protagonista. Lo stile viscontiano arriva forse qui all’apoteosi, con un perfetto equilibrio tra grandiosità e profondità, grazie anche all’impressionante adesione di Berger al personaggio di Ludwig, soprattutto nella rappresentazione del progressivo crollo psichico. Ottimo il resto del cast, con le eccellenze di Howard, Mangano, Schneider e Griem.
MEMORABILE: Il dialogo con Durckeim su felicità e libertà; "Io sono un enigma, e voglio rimanere per sempre un enigma per gli altri... e anche per me stesso".
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  • Curiosità Magnetti • 26/05/10 12:37
    Call center Davinotti - 210 interventi
    Alberto Angela nel 2007 fece un ottimo servizio sul Castello di Neuschwanstein (puntata 32 andata in onda il 24 febbraio 2007). Il mini documentario è stato girato sul posto, visitando tutte le stanze, con il solito approccio didascalico e "facile" del conduttore.
    Ovvio che il tutto fu condito con il racconto della travagliata e originale vita di Ludwig (tendenze sessuali, megalomania, presunti complotti etc etc).
    Non sono però riuscito a recuperarlo in rete.
  • Discussione Zender • 27/05/10 14:04
    Capo scrivano - 48390 interventi
    Gugly ebbe a dire:
    Il castello creato da Ludwig in Baviera ha ispirato i costruttori per quello delle favole a Disneyland.
    Non ricordando Ludwig pensa che avevo capito che il castello di Ludwig fosse stato ricostruito in studio e che la Disneyland l'avesse visto nel film e l'avesse disegnato partendo da lì...
  • Discussione Galbo • 27/05/10 14:31
    Consigliere massimo - 4005 interventi
    Gugly ebbe a dire:
    Il castello creato da Ludwig in Baviera ha ispirato i costruttori per quello delle favole a Disneyland.

    ci sono stato a Pasqua nel corso di un bel giro in Baviera, è davvero impressionante anche se ne ho visto di più belli, tipo quello di Linderhof
  • Discussione Deepred89 • 23/08/14 14:18
    Comunicazione esterna - 1611 interventi
    Rassegna THICK AS A BRICK – Livello 6 (20/08/2014)
    Ludwig (durata: 3 ore e 48 minuti)

    Dopo un mese di silenzio dovuto da sfrattamenti e nomadismo, la rassegna continua in territorio toscano. E per gettarsi nuovamente a capofitto nell’universo dei mattoni filmici la scelta è ricaduta su uno dei titoli più attesi della lista, il Luchino Visconti più chilometrico, un bel filmone in costume di quasi quattro ore di durata, Ludwig.

    Dopo dieci minuti introduttivi sulla vita di corte bavarese, roba da far temere assolutamente il peggio (l’episodio viscontiano di Boccaccio 70 mi uccise di noia, ed era un mediometraggio), ecco che entra in scena il bel personaggio di Romy Schneider (magistralmente doppiata da Maria Pia di Meo) e il film decolla. Un decollo totale, magistrale, che fa volare il film in zona capolavoro per almeno un’ora, con un ritmo e un calore umano che conducono per mano lo spettatore alla scoperta del personaggio principale. Il Ludwig che appare in questa prima parte è qualcosa di stupefacente, toccante, quasi commovente: una creatura utopista, infantile, tenera ed eccessiva allo stesso tempo, quasi alla Tim Burton se vista col senno di poi, resa indimenticabile da un Helmut Berger indescrivibile, tra le figure più fotogeniche mai viste in vita mia, sempre sul filo del ridicolo (ma senza mai andare oltre e scadere nella comicità involontaria) ma in grado di emozionare con ogni sua singola espressione.

    Poi qualcosa comincia ad incrinarsi, come se la progressiva grandezza di ciò di cui Ludwig si circonda inizi a sovrastare il film e lo stesso personaggio. Le scenografie si fanno sempre più grandiose, solenni, ma il protagonista diventa sempre più distante, così come i suoi tormenti, nonostante l’introduzione dell’elemento omosessuale (si noti il mitico Marc Porel in un ruolo curioso per chi l’ha apprezzato come attore di genere) e la progressiva discesa nella follia potessero lasciar sperare in un coronamento di quanto visto nella prima parte. Il legame tra il film e lo spettatore (o meglio, tra il film e il sottoscritto) si sfalda e si arriva alla parte finale senza vera partecipazione emotiva, col personaggio ormai esterno e distante (e infatti la scena clou avviene fuori campo), nonostante l’oggettiva bellezza di tutta la parte conclusiva.

    Tutto il resto è storia ed è puro Visconti, dalla perfezione formale (anche se, devo dire, mai visti esterni tanto suggestivi in un film del buon Luchino) all’impostazione barocca e teatraleggiante. In definitiva film notevole e, per gli appassionati del Tarr, nemmeno troppo pesante se preso per il verso giusto, nonostante eccessi e difetti. Vale la pena di rischiare…

    Voto: ***!
    Peso specifico: TT
    Ultima modifica: 23/08/14 14:25 da Deepred89
  • Discussione Gugly • 23/08/14 14:20
    Archivista in seconda - 4712 interventi
    Bello il voto "Peso specifico" :D
  • Discussione B. Legnani • 23/08/14 15:28
    Pianificazione e progetti - 15091 interventi
    Deepred89 ebbe a dire:
    Rassegna THICK AS A BRICK – Livello 6 (20/08/2014)
    Ludwig (durata: 3 ore e 48 minuti)

    Dopo un mese di silenzio dovuto da sfrattamenti e nomadismo, la rassegna continua in territorio toscano. E per gettarsi nuovamente a capofitto nell’universo dei mattoni filmici la scelta è ricaduta su uno dei titoli più attesi della lista, il Luchino Visconti più chilometrico, un bel filmone in costume di quasi quattro ore di durata, Ludwig.

    Dopo dieci minuti introduttivi sulla vita di corte bavarese, roba da far temere assolutamente il peggio (l’episodio viscontiano di Boccaccio 70 mi uccise di noia, ed era un mediometraggio), ecco che entra in scena il bel personaggio di Romy Schneider (magistralmente doppiata da Maria Pia di Meo) e il film decolla. Un decollo totale, magistrale, che fa volare il film in zona capolavoro per almeno un’ora, con un ritmo e un calore umano che conducono per mano lo spettatore alla scoperta del personaggio principale. Il Ludwig che appare in questa prima parte è qualcosa di stupefacente, toccante, quasi commovente: una creatura utopista, infantile, tenera ed eccessiva allo stesso tempo, quasi alla Tim Burton se vista col senno di poi, resa indimenticabile da un Helmut Berger indescrivibile, tra le figure più fotogeniche mai viste in vita mia, sempre sul filo del ridicolo (ma senza mai andare oltre e scadere nella comicità involontaria) ma in grado di emozionare con ogni sua singola espressione.

    Poi qualcosa comincia ad incrinarsi, come se la progressiva grandezza di ciò di cui Ludwig si circonda inizi a sovrastare il film e lo stesso personaggio. Le scenografie si fanno sempre più grandiose, solenni, ma il protagonista diventa sempre più distante, così come i suoi tormenti, nonostante l’introduzione dell’elemento omosessuale (si noti il mitico Marc Porel in un ruolo curioso per chi l’ha apprezzato come attore di genere) e la progressiva discesa nella follia potessero lasciar sperare in un coronamento di quanto visto nella prima parte. Il legame tra il film e lo spettatore (o meglio, tra il film e il sottoscritto) si sfalda e si arriva alla parte finale senza vera partecipazione emotiva, col personaggio ormai esterno e distante (e infatti la scena clou avviene fuori campo), nonostante l’oggettiva bellezza di tutta la parte conclusiva.

    Tutto il resto è storia ed è puro Visconti, dalla perfezione formale (anche se, devo dire, mai visti esterni tanto suggestivi in un film del buon Luchino) all’impostazione barocca e teatraleggiante. In definitiva film notevole e, per gli appassionati del Tarr, nemmeno troppo pesante se preso per il verso giusto, nonostante eccessi e difetti. Vale la pena di rischiare…

    Voto: ***!
    Peso specifico: TT


    Per me arriva a **** ma sono sostanzialmente d'accordo su quasi tutto.
  • Discussione Rebis • 23/08/14 18:35
    Compilatore d’emergenza - 4442 interventi
    Dovrò rivederlo prima o poi ma sostanzialmente concordo con il giudizio di Deep, prima parte grandiosa, seconda in calare, ma nel complesso gran film.
    Ultima modifica: 23/08/14 18:36 da Rebis
  • Discussione Gugly • 23/08/14 18:39
    Archivista in seconda - 4712 interventi
    Il personaggio interpretato da Romy Schneider è qualcosa di commovente: è quella la vera Elisabetta di Baviera (il cui soprannome, tra l'altro, non era Sissi ma Lisi): volubile, infelice, intrappolata in un matrimonio e in una vita che detestava, e per questo incostante, civettuola ma distante, pronta ad approfittare dei privilegi del ruolo per tentare impossibili fughe dalla realtà, e in questo simile al cugino.
  • Homevideo Daidae • 1/12/18 19:51
    Compilatore d’emergenza - 1429 interventi
    È uscito in vhs per "Video Rai",una serie di 3 vhs.
  • Homevideo Mauro • 2/05/23 10:58
    Disoccupato - 12413 interventi
    Del film ne vennero girate due versioni, una long della durata di 236 minuti e una più breve per il mercato USA della durata di 173 minuti (successivamente ridotti a 135).