Suddivisa in due tempi dall'ordine cronologico invertito, una trasposizione del romanzo di Drieu La Rochelle nella Grecia del colpo di stato di Metaxas (1936), che narra l'amour fou tra la moglie di un diplomatico italiano e un comunista ellenico. Graniere-Deferre aderisce ad una rigida struttura letteraria dall'incedere molto lento, ma aggraziata in dialoghi e digressioni ed impreziosita dalla luminosa fotografia di Tonti e dalle suadenti note di Rustichelli. Il fascino della Schneider accompagna i sobri Noiret e Orsini e l'opprimente commissario "nero" Moschin.
La passione della moglie di un diplomatico italiano in Grecia per un comunista greco. Una narrazione in due ben distinti spazi temporali che mostra una certa lentezza nonostante l'elegante confezione. La tendenza al polpettone melodrammatico è in agguato, anche se la grazia della Schneider è inappellabile.
Francamente l'ho trovato noiosissimo, senza mordente né passione. Non basta la presenza di un cast superbo, che riesce comunque a brillare, per salvarlo. Film che visto una volta difficilmente invoglia a rivederlo. Buone le musiche. Mediocre.
L'aggettivo possessivo che manca nel titolo italiano è importante per indicare meglio il tema del film. Margot è la donna alla sua finestra, una donna che scopre se stessa in circostanze particolari (il colpo di stato di Metaxas, nel 1936, in Grecia), presa tra pensieri e uomini diametralmente opposti. Incentrato sulla Schneider, che tratteggia molto bene la figura di Margot, il film vede nel cast anche un convincente Philippe Noiret e un Gastone Moschin che sa interpretare bene anche la parte del cattivo. Richiami alla passata civiltà ellenica.
Leccato e non sofisticato, smanceroso e non melodrammatico, confuso e non complesso: gli eventi storici del 1936 (la dittatura greca, il comunismo internazionale) costituiscono un semplice fondale contro cui organizzare una storia d'amore alquanto ordinaria. Davvero interessante solo l'apertura a Delfi. La Schneider è bella, ma qui si distinguono Orsini, credibile come aristocratico cosmopolita e il grande Noiret, spasimante incerto. Bravo Rustichelli con un tema semplice ed efficace.
Durante il colpo di stato fascista del 1936, la moglie dell'ambasciatore italiano in Grecia si innamora di un comunista in fuga... Confezione di pregio (fotografia di Tonti, musiche di Rustichelli), la luminosa Schneider che compensa col suo fascino lo scarso carisma del coprotagonista Lanoux, un cast di contorno pregevole e ben assortito: gli ingredienti per un bel film c'erano ma il difetto sta nel manico. La sceneggiatura che il comunista Semprun ha tratto da un romanzo del fascista La Rochelle è infatti pasticciata, troppo sbilanciata sul coté romantico, pesantemente letteraria, banale.
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La poesia che affascina Romy Schneider è "Il viaggio" di Charles Baudelaire. Eccone l'estratto:
"...e andiamo, al ritmo delle onde, cullando
il nostro infinito sull´infinito dei mari:
c´è chi è lieto di fuggire una patria infame;
altri, l´orrore dei propri natali, e alcuni,
astrologhi annegati negli occhi d´una donna,
la Circe tirannica dai subdoli profumi".