Lettere da Iwo Jima - Film (2007)

Lettere da Iwo Jima
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Letters from Iwo Jima
Anno: 2007
Genere: guerra (colore)
Note: Uscito nei cinema in lingua originale (giapponese) coi sottotitoli, mentre in dvd è stato doppiato anche in italiano.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/02/07 DAL BENEMERITO XAMINI
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Xamini 19/02/07 01:34 - 1253 commenti

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Film tutto in giapponese con i soli sottotitoli in italiano. La premessa non è delle migliori, ma è un capolavoro. Nel raccontare la battaglia di Iwo Jima vista dagli occhi di soldati e generali giapponesi (grande Watanabe!) Eastwood ci mette soprattutto verità e non casca mai nella tentazione del banale. Così non c'è eroismo ma disfatta, dedizione per la patria e anche codardia. E i personaggi li si sente tremare al di là dello schermo mentre partecipano impotenti alla resa del loro paese. Imprescindibile. Capolavoro assoluto.

Lattepiù 2/03/07 14:43 - 208 commenti

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Parecchie spanne superiore al film gemello Flags of our fathers. Coinvolgente, emozionante, dolente, poetico, elegiaco. Un film che comunica con le immagini, con i personaggi, con la forza delle cose semplici ma vere come il miglior Eastwood sa fare. Perfetto tanto nella dettagliata cronaca della battaglia quanto nella definizione dei personaggi; potente e crudo nelle straordinarie scene di battaglia, delicato e toccante nei momenti intimisti. Capolavoro.

Leo 3/03/07 23:57 - 7 commenti

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Ivo Jima kara no tegami è un film falsamente dalla parte dei giapponesi. L'umanità dei nipponici non viene espressa in senso assoluto, ma solo a partire dall'esperienza americana di uno di loro. Né questo, né tutto quello che c'è intorno, mostra rispetto per quel popolo, non certo più di quanto la palette dei colori rispetti la realtà o di quanto la recitazione in giapponese sia resa dai sottotitoli.

Almayer 14/05/07 10:36 - 169 commenti

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Girato in abbinamento a Flags Of Our Fathers, Letters è la stessa storia raccontata dalla parte giapponese; il film è quindi tutto in giapponese (tranne brevi parti in inglese) con sottotitoli. Estremamente realistico, ottimamente girato ed interpretato, con una splendida fotografia livida che lo rende un film a metà tra bianco/nero e colore, una scelta a mio avviso molto attinente al periodo "2a guerra mondiale". Mi è parso molto "giapponese" per sensibilità e sceneggiatura (gli attori sono giapponesi,la sceneggiatrice lo è di origine).

G.Godardi 30/09/07 21:32 - 950 commenti

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Se alla base del precedente film che descriveva la vicenda da un'ottica prettamente americana vi era un fotografia come espediente narrativo e metaforico, in questo, vista dalla parte dei giapponesi, il motore di tutto sono le lettere scritte e quindi la scrittura. Qui tutto è più raccolto e sommesso, ma anche più epico e lirico. Eastwood è bravissimo nello stare in mezzo dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Splendida fotografia e cura formale. Nelle sequenze di guerra ricorda spesso Orizzonti di gloria. Non un capolavoro ma un film molto bello
MEMORABILE: "Quando le battaglie si combattevano coi cavalli era vera guerra..." sembra quasi una frase detta dal regista per nostalgia dei suoi film western.

Galbo 3/10/07 19:19 - 12399 commenti

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Film speculare a Flags of our fathers, Lettere da Iwo Jima è una soprendente "visione" della sensibilità giapponese come solo un grande autore poteva fare. Nonostante sia stato presentato in lingua originale con sottotitoli ha la capacità di coinvolgere fino alla fine lo spettatore che rimane preso dal grande lirismo e dalla forza emotiva dell'opera. Dotato di una splendida fotografia, è riuscito sia nelle scene di battaglia (come del resto Flags) che nei momenti più intimi. Ottima la prova del cast (specie di Watanabe).

Flazich 17/10/07 08:40 - 669 commenti

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Scelta cromatica molto particolare quella adottata da Clint Eastwood per questa pellicola: immagini desaturate e colori molto scarichi rendono la visione particolare, quasi onirica. Film complementare a Flags of our fathers in tutti i sensi. Poetico ma mai strappalacrime, raffigura gli ultimi giorni di strenua resistenza di un gruppo di soldati giapponesi abbandonati a difendere un'isola. Metafora di quanto inutile sia la guerra e di quanto distorca la realtà delle cose.

Mfisk 12/11/07 18:52 - 127 commenti

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Eastwood reinventa il western decadente sostituendo i giapponesi ai pellerossa e scardinando tutti i topoi dei film sulla guerra del pacifico. Intensamente coinvolgente, questa pellicola mette dalla parte dei giapponesi senza peraltro accusare gli americani. L'effetto è di trasmettere un senso di fratellanza universale che forse mai, nella storia del cinema, è stato rappresentato in modo così privo di retorica pur se ricco di intensità. L'atto di accusa, invece, vi era stato nel precedente Flags: ma contro il governo e non contro i soldati.
MEMORABILE: Il suicidio di massa con le bombe a mano.

Pintoccu 6/12/07 21:24 - 3 commenti

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Tecnicamente impeccabile. Clint cerca di non banalizzare (e ci riesce) il tema dell'inutilità della guerra e dell'uguaglianza sostanziale degli uomini. Punti di forza risiedono nella scenografia (meravigliosa la solitudine delle spiagge dell'isola) e nella fotografia. Qualche sforzo in più poteva essere fatto, invece, sulla colonna sonora. Inquietante la leggerezza e la rassegnazione dei soldati di fronte alla certezza della morte ma deboli ed inverosimili risultano alcuni momenti di ironia.
MEMORABILE: Il suicidio nei nascondigli.

Capannelle 9/12/07 18:07 - 4412 commenti

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Clint Eastwood compie un salto in avanti rispetto al film fratello, caratterizzato da soggetto noiosetto e trama scontata e propone un componimento più riflessivo e poetico. La fotografia adottata e il tipo di dialoghi supportano un film di guerra inusuale: non si può che simpatizzare con la visuale dei predestinati alla sconfitta. Non si raggiunge il pathos e la forza dei personaggi di altri film dello stesso Eastwood ma è comunque da vedere.

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fele 10/12/07 11:23 - 43 commenti

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È d'una melensaggine, tronfiaggine e lentezza ridondanti e sfiancanti che accrescono il senso generale di pochezza. Ed ambientare la tematica tendenzialmente pacifista tra gli schieramenti della parte avversa (quella giapponese) senza che da questa manovra s'elevi un j'accuse palesemente totalizzante è un dato di fatto che lascia qualche dubbio, probabilmente infondato ma spontaneo, sull'idea di base del regista (il pacifismo vale solo per i nemici?). Debole.

Lovejoy 19/12/07 23:06 - 1823 commenti

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Il capolavoro di Clint Eastwood. Dei due film dedicati alla sanguinosa battaglia di Iwo Jima, il più bello. Secco, spietato, commovente, è la stessa battaglia ripresa con gli occhi dei giapponesi. Alcune scene, tipo quella del suicidio nelle grotte, sono impressionanti e rimangono a lungo impresse negli occhi. Ma anche la tattica e l'astuzia del personaggio del Comandante Giapponese è qualcosa che non si dimentica. Splendido gruppo di attori, dove Watanabe è la ciliegina sulla torta.
MEMORABILE: Il suicidio nei nascondigli; L'ufficiale che si nasconde tra i morti; La resa di Watanabe.

Ciavazzaro 7/12/08 11:42 - 4770 commenti

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Probabilmente quello che dirò verrà considerata un'eresia, ma a mio avviso Lettere è troppo sopravvalutato. Molto lento, con parti che potevano essere evitate; gli attori saranno anche bravi ma il film non soddisfa. Mi aspettavo qualcosa di più. Eccessivamente pomposo.

Tuxtucis 21/08/10 16:11 - 34 commenti

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Film ben realizzato e di notevole efficacia visiva, ma sopravvalutato. Eastwood si rivela ancora una volta molto più bravo quando filma piccole storie personali (Gran Torino, Million Dollar Baby) di quando affronta la Grande Storia (come purtroppo ha rivelato anche l’ultimo Invictus). Oltre a tutto questo, “Letters from Iwo Jima” si rivela molto meno anticonformista e aperto alle regioni del nemico di quanto possa apparire: a parte il protagonista, gli unici giapponesi buoni sono quelli che sono stati negli U.S.A. e li combattono controvoglia.

Piero68 27/08/10 14:28 - 2958 commenti

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Con la solita presunzione USA, Eastwood crede di poter ricostruire l'evento su sponda nemica attraverso qualche lettera scritta a casa dal fronte. Lungo, noioso ed inutile (non restituisce nemmeno il 10% della verità storica) riesce persino a ciccare gli elementi primari. Caratterizzazioni, fasi salienti della battaglia, sacrificio per la mancanza dei mezzi di sostentamento: si intravedono appena dietro qualche scena girata alla men peggio. Partorito come complementare a FOOF, il film in realtà parte ed arriva con presupposti diversi. Ipocrita!

Enzus79 3/11/10 16:29 - 2901 commenti

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La guerra del pacifico dal punto di vista giapponese. Eastwood, pur non smentendosi come bravo regista, ha girato un film che si ripete troppo e rendendo certe volte i soldati giapponesi simpatici ma timorosi del nemico americano. Haggis alla sceneggiatura poteva fare qualcosa di più.

Cotola 25/11/10 23:32 - 9052 commenti

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Seconda parte di un dittico, apertosi con Flags of our fathers, sulla battaglia di Iwo Jima. Dopo gli americani, ecco il punto di vista nipponico sul conflitto e sul nemico americano. Ne vengono fuori riflessioni non certo nuove ma nemmeno banali sulla sostanziale uguaglianza che ci dovrebbe legare e sui pregiudizi e la stupidità (del potere ma non solo) che spesso ci divide. I ritmi dilatati non gli impediscono di raggiungere momenti di grande intensità (con poche pause). Meritoria la scelta di distribuirlo nei nostri cinema in lingua originale

Pigro 10/02/11 08:33 - 9672 commenti

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Dopo la prospettiva americana ecco Iwo Jima visto dai giapponesi, a risarcimento di decenni di irrisioni dei "musi gialli" e di retorica dell'eroismo. Visto di qua, è il racconto di una sconfitta, scandita dal senso costante di amarezza e inutilità e da una notevole fotografia plumbea. Non un film contro la guerra, ma sulla sua ineluttabilità, sulle sue dolorose conseguenze e sull'umanità che alberga in ogni soldato. Non indignazione e lacrime alla Gallipoli (che ricorda), ma una misurata elegia funebre dai toni epici, che a tratti disegna momenti emozionanti.

Lupoprezzo 2/05/11 21:43 - 635 commenti

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Narrativamente più compatto rispetto al gemello Flags Of Our Fathers (pochissimi flashback, un po' superflui), con una prima parte basata sull'attesa, che serve per delineare i personaggi e mettere in evidenza le difficoltà di un Giappone ormai in ginocchio. Quando poi a prendere campo è il conflitto vero e proprio, Eastwood dà ancora prova delle sue abilità registiche confezionando buone sequenze e un finale nostalgico e umano veramente toccante. La critica al rigore e all'etichetta giapponese però è presuntuosa e fa storcere il naso. Discutibile.

Ishiwara 12/06/11 21:09 - 214 commenti

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Forse un gradino sopra al gemello, da cui si distacca ma a cui al tempo stesso si allaccia. In realtà siamo di fronte ad uno splendido dittico. Molto meno spettacolare, con meno enfasi negli scontri armati e più spazio ai personaggi. Eastwood si mette dalla parte dell'avversario, presenza minacciosa e quasi invisibile nel film precedente, e ne descrive le ragioni e la complessità. Significativo il momento di contatto con la cattura del marine ferito. Bella galleria di personaggi, dove per una volta i giapponesi non sono tutti fanatici dell'onore.
MEMORABILE: Il finale.

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Ujd1961 21/08/11 15:44 - 32 commenti

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Capolavoro eastwoodiano, il lungometraggio è un j'accuse contro la follia della guerra e gli ipocriti retorici ideali patriottici ("rectius", economici ed imperialisti) degli eserciti in campo. Non manca tuttavia qualche pecca per la colonna sonora (così così) e per alcuni flashback patinati e melensi, peraltro superata dalla bella naturale sceneggiatura degli esterni isolani e dai colori della pellicola desaturati. Crudo ricordo, anche, dell'inutile massacro dei soldati nipponici, che rievoca quello del film Orizzonti di gloria. Imperdibile.

Tarabas 31/01/12 10:27 - 1878 commenti

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Flags of our fathers cominciava nel passato e andava verso il futuro. Letters comincia nel presente e si volge indietro, per capire il sacrificio di 20000 soldati giapponesi, immolatisi in una guerra già perduta. Eastwood rende omaggio a quei soldati, mostrando uomini comuni, come il panettiere Saigo e uomini non comuni, come Kuribayashi e il Colonnello Nishi. Con un film che costringe all'immedesimazione con l'altro usando anche la lingua (un war movie USA in giapponese), il regista continua nella sua riscrittura della memoria nazionale. Capolavoro.
MEMORABILE: L'entrata in scena di Nishi a cavallo, da perfetto olimpionico di equitazione qual era, straordinario samurai coraggioso e scanzonato.

Mickes2 1/07/12 13:35 - 1670 commenti

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Un’unica grande lettera dai toni elegiaci e umani, questa di Clint Eastwood. Il tragico destino di un Giappone piegato dalla guerra e dal suo impero; ufficiali e soldati che arrancano ma non si arrendono forti di un orgoglio e una forza d’animo capaci di dischiudere puro eroismo mai retorico e un senso indicibile di dolente disillusione. Ottima la narrazione su due binari complementari che delinea personaggi, sentimenti e contesto, per poi intensificare la potenza dello sguardo all’interno della battaglia vera e propria. Appassionante. ***!

Puppigallo 16/12/13 11:04 - 5279 commenti

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Storia drammaticamente vera di un'inutile difesa, palesemente suicida visto l'enorme divario di forze in campo. E i primi ad esserne consapevoli sono proprio coloro che la attuano, a partire dai gradi più alti. Eastwood dimostra, una volta di più, sensibilità e equilibrio nel raccontare i fatti, senza far pendere troppo l'asticella da una parte o dall'altra (non era facile). Ne scaturisce così un notevole reportage di una delle tante, tristi e sanguinose pagine di guerra delle quali si poteva e doveva fare a meno, come sempre, ma che risultò strategicamente decisiva per spostare gli equilibri.
MEMORABILE: Un soldato, mentre scava la trincea: "Ci staremo scavando la fossa?"; "Ishiwara è morto di un'onorevole dissenteria..."; Le prove: "Corra, scappi!".

Giùan 12/01/14 07:28 - 4562 commenti

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Film che lascia tanto sbigottiti da rischiar paradossale un effetto straniante rispetto al coinvolgimento della visione. Diciamocela tutta però, son pelucchi in un uovo cinematografico di straordinaria ricchezza. Il samurai Clint dimostra una volta di più la sua sensibilità artistica, centrando la misura di un racconto classico nello stile quanto nuovo (per Hollywood) ed eternamente attuale nella scelta del punto di vista degli sconfitti, rivestiti finalmente di cuore e pavidità, al di là dei razzistici Banzai o degli orgogliosi harakiri. Grande Watanabe.

Rullo 31/05/14 20:56 - 388 commenti

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Eastwood dirige la versione giapponese della battaglia di Iwo Jima. Si mostra quasi più maturo, forte forse di una sceneggiatura di gran lunga superiore alla versione con il punto di vista americano, evitando infatti i tediosi flashback che attanagliavano il "primo capitolo" e concentrandosi di più sulla storia. Viene mostrata la cultura giapponese nella sua meraviglia e nella sua esasperazione del campanilismo. Commuove e smuove sensazioni; veramente stupendo, con un finale che meglio non poteva coronare il climax.
MEMORABILE: Le varie scene di harakiri (in particolare quella delle granate, per il forte impatto emotivo).

Furetto60 14/08/14 08:32 - 1196 commenti

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La carneficina di Iwo Jima, la Cassino del Pacifico, vista dalla parte dei giapponesi. "Rispettoso" della psicologia nipponica, già dai tempi dilatati, divisa tra fanatismo, amor patrio e comprensibili dubbi. Il risultato è di un intenso lirismo, tanto che le scene belliche assumono l'aspetto di contorno rispetto allo scavo psicologico dei personaggi, presentati senza retorica e con alcuni episodi di crudo realismo. Consiglio la visione in lingua originale (più intensa rispetto al doppiaggio).
MEMORABILE: Non c'è due senza tre.

Rigoletto 25/04/15 16:09 - 1787 commenti

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Se il primo film strizzava l'occhio agli americani e al loro senso del business anche in pieno confronto bellico ("comprate i buoni di guerra"), il rovescio della medaglia è una pellicola che non infierisce sui giapponesi, limitandosi però solo al coraggio indomabile e al senso dell'onore. Molto viene lasciato per strada della cultura giapponese, ma do atto al regista di aver smitizzato quel mito per il quale il nemico è soltanto una bestia da abbattere. Belli entrambi i film, ma questo ha un qualcosa in più.

Saintgifts 7/05/15 08:44 - 4098 commenti

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I perdenti, nella famosa battaglia sull'isola nel Pacifico, escono doppiamente perdenti nella seconda delle due pellicole che Eastwood le ha dedicato. Il senso dell'onore, dell'attaccamento alla patria e al suo imperatore possono sembrare eccessivi - o descritti in modo eccessivo - ma penso fossero reali e sono proprio questi che possono apparire encomiabili, se paragonati al pragmatismo disilluso, con un attaccamento alla patria meno cieco (ma non meno profondo) che raddoppia la sconfitta di una cultura poi cambiata radicalmente.

Minitina80 21/10/18 08:52 - 2984 commenti

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Un film basato sul nulla, con una sceneggiatura scarna e ridondante in cui non è possibile scovare un senso plausibile. Non compie nessuna analisi o critica storica, preferendo concentrarsi sul lato umano dei soldati giapponesi. Le debolezze e la sofferenza, però, vengono raccontate in modo piuttosto banale e scontato, pagando lo scotto di essere diluite all’inverosimile per quasi due ore e mezza. Fastidioso quel serpeggiante assenso che non perde l’occasione di incensare gli americani come degli eroi indiscussi. Irritante e noioso.
MEMORABILE: Il suicidio dei soldati nelle grotte.

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Gottardi 19/10/23 11:26 - 396 commenti

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La famosa battaglia vista dalla parte dei giapponesi. Con onestà intellettuale e capacità penetrativa della psicologia nipponica, a tratti però anche un po' scontata, Eastwood compie un’opera meritoria sotto il profilo morale, giungendo financo a tratteggiare un paio di soldati americani crudeli e criminali e ineccepibile dal punto di vista formale. La tesi che tutti gli uomini sono uguali di fronte alla tragedia della guerra così come le motivazioni che li spingono a uccidere e a sopravvivere è il punto di forza del film, con il suo senso di umanità altamente apprezzabile.
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  • Homevideo Gestarsh99 • 20/10/11 00:41
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Warner Home Video:



    DATI TECNICI

    * Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
    * Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Francese Tedesco Giapponese
    * Sottotitoli Inglese Italiano Francese Tedesco Spagnolo Portoghese Olandese Danese Finalndese Svedese
    * Extra Red Sun, Black Sand: Il making of di Lettere da Iwo Jima
    Thr Faces of Combat: il cast
    Immagini dalla prima linea
    La prima mondiale al Budo-Kan a Tokyo
    Conferenza Stampa
    Trailer cinematografico originale
  • Discussione Piero68 • 26/03/18 08:57
    Contratto a progetto - 242 interventi
    L'aspetto più tragicomico di questo film, ovvero quello che non ti aspetti da un regista come C. Eastwood che in questo caso fa prevalere la sua vena reazionaria a quella registica, è che l'esercito giapponese viene dipinto come una sorta di armata Brancaleone sempre pronta al gesto sconsiderato o al tradimento o all'ammutinamento. La realtà invece è ben diversa e il Gen. Kuribayashi tutto era meno che filo americano.
    La battaglia di Iwo Jima non solo è stata una delle più difficili per l'esercito americano nel piano di conquista del Giappone. Ma fu anche quella che fece subire molte più perdite a loro che ai giapponesi.
    Questo, grazie solo al genio tattico di Kuribayashi (ed al sacrificio estremo dei soldati nipponici) il quale con soli 20.000 uomini circa 28 carri e un centinaio di pezzi di artiglieria, senza l'appoggio di aeronautica e marina, tenne testa per oltre un mese ad una forza di invasione di 70.000 marines appoggiati dal grosso della forza navale presente nel Pacifico.
    Altro che armata Brancaleone!!