Flags of our fathers - Film (2006)

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PAPIRO DAVINOTTICO INSERITO IL GIORNO 1/05/07
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Almayer 16/05/07 13:39 - 169 commenti

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Ci racconta la storia della foto più famosa al mondo, quella dei marines che innalzano la bandiera sul monte Suribachi, e soprattutto la storia di quegli uomini. E si vedono i restroscena della guerra, il fronte interno che non era così solido come sembrava, il trauma del ritorno a casa, l'impossibilità di riadattarsi ad una vita normale dopo gli orrori vissuti. Un film molto non-americano. Per i tempi lunghi e le scelte registiche ricorda moltissimo Leone, e non potrebbe essere altrimenti, soprattutto C'era una volta in America.

G.Godardi 17/05/07 19:31 - 950 commenti

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La guerra è soprattutto rappresentazione della guerra. Il voler trasmettere al mondo solo alcuni fatti, alcune immagini. E' una strategia del simulacro. E la si combatte a suon di fotografie, che divengono simboli e si trasformano in propaganda. Più che un film bellico è appunto un film sulla fotografia. Magistralmente realizzato, mette in scena l'enorme divario tra realtà e finzione, gli inganni del potere per far leva sulle classi medio-basse per ottenere consensi. Non privo di una certa ironia, è un film che sicuramente sarebbe piaciuto a Barthes.
MEMORABILE: La doppia realizzazione della fotografia, la realtà e la sua messa in scena.

Flazich 17/06/07 11:29 - 667 commenti

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Vedendo i trailer ho pensato subito a un immenso polpettone "nazional-propagandistico" come solo gli americani sanno propinare al resto del mondo, invece il film si è rivelato una piacevole sorpresa. Clint ha saputo raccontare la storia che c'è dietro a una delle più famose immagini della seconda guerra mondiale in modo invidiabile, senza mai scadere nel patetico. Belli i continui flashback che ben si intrecciano e amalgamano con le scene in patria.

Galbo 7/08/07 06:06 - 12372 commenti

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Riuscita commistione tra film bellico (le sequenze di battaglia sono tra le più belle mai realizzate) e politico, parte dall'assunto di come possa essere manipolata la realtà dalla propaganda patriottica per realizzare un film estremamente "partecipato". L'autore non si limita a raccontare i fatti, ma critica apertamente il sistema: nello stesso tempo si accosta con molta sensibilità alle storie umane dei protagonisti raccontandone i traumi del ritorno alla vita civile: un film dalle molte sfaccettature, quindi tra i più belli del regista.

Lovejoy 19/12/07 23:02 - 1823 commenti

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Realizzato in contemporanea a Letters From Iwo Jima e rispetto a quest'ultimo nettamente inferiore. Rimane comunque un ottimo film. Eastwood mostra cosa accadde in quel lontano giorno di guerra quando alcuni ragazzi piantarono la bandiera a stelle e strisce in un campo insanguinato e cosa accadde ad alcuni di loro una volta tornati a casa. Inframezzato dai bombardamenti e, qua e là, da un filo di retorica. Cast eccellente. Da non perdere i titoli di coda.
MEMORABILE: Subito dopo i titoli di coda.

Mascherato 27/07/08 00:07 - 583 commenti

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"Quando i fatti diventano Leggenda, si pubblica la Leggenda". E' a questa massima fordiana (da L'uomo che uccise Liberty Valance), più che al suo precedente I sacrificati di Bataan (ricostruzione dello stesso episodio di Iwo Jima), che pare essersi ispirato il nuovo Clint Eastwood. Più che della ricostruzione dell'episodio bellico, trattasi dello svelamento di quello che, forse, fu la prima grande esagerazione mediatico-politica approntata allo scopo di spingere la popolazione a versare nelle casse dello Stato ben 14 miliardi di dollari per continuare la guerra. Inferiore a Lettere da Iwo Jima.

Ciavazzaro 23/01/09 16:41 - 4768 commenti

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Siamo al livello del successivo Lettere. Con questo intendo che Eastwood vuole rappresentare la realtà della guerra da vari punti di vista (in questo caso quello dei soldati americani), con molta retorica e poca sostanza. Regia del buon Clint comunque più che dignitosa.

Enzus79 28/07/09 11:34 - 2864 commenti

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Gli Stati Uniti hanno segreti come nessuno al mondo e Clint Eastwood ha portato sullo schermo il segreto di una delle foto più importanti della storia USA, scattata ad Iwo Jima. Anche se ci sono molti flashback che possono dar fastidio, il rimorso dei "finti" fotografati è molto evidente, anche se ognuno lo vive a modo suo. Non siamo ai livelli né de La sottile linea rossa né di Full metal jacket, ma comunque si può considerare un buon film di guerra.

Rickblaine 28/07/09 11:53 - 635 commenti

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La tecnica registica di Clint Eastwood non si discute. Molto spesso ci ha regalato opere più che buone. Qui, però, si vede il tocco di Spielberg dietro le quinte. È qualcosa di già visto, solo che la causa è diversa. Gli Stati Uniti nascondono dietro il candido sorriso dello Zio Sam qualcosa di crudele e infame che illude la coscienza dei suoi cittadini. Niente di nuovo quindi. Serve solo a confortare la propria opinione. Comunque girato bene e con un cast che ha dato una buona mano. Da vedere.

Piero68 26/08/10 12:49 - 2955 commenti

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Nonostante il film sia tratto da un bellissimo saggio scritto dal figlio di Doc Bradley, ha una sceneggiatura davvero scialba e confusionaria. Pensato non come film di guerra ma come pellicola che doveva raccontare la storia di una delle foto di guerra più famose di sempre, finisce con l'essere talmente noioso da trovare proprio nelle scene di guerra un'ancora di salvezza. Eastwood costantemente incerto e Phillippe e Beach mai veramente nel ruolo. Sonoro poi da dilettanti: volume dei dialoghi troppo basso rispetto a quello degli effetti.

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Paruzzo 16/01/11 23:07 - 140 commenti

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La storia di una delle foto più famose del mondo viene raccontata in questo ottimo film di guerra diretto da Clint Eastwood. Un film che non scade nella retorica banale tipica di altri film del genere (uno su tutti, Salvate il soldato Ryan) e che alterna bene le scene di guerra con le scene di propaganda successiva alla foto.

Pigro 8/02/11 09:07 - 9624 commenti

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Un film sul concetto di eroismo, sui buoni sentimenti maciullati dalla guerra eppure intatti, sulla macchina della propaganda e sulle crisi di coscienza. Opera impeccabile, potente ed emozionante, con scene sconvolgenti alla Soldato Ryan, che però paga pegno a un'evitabile retorica americana che non permette affondi più critici. Il racconto degli issatori della bandiera di Iwo Jima affronta molte questioni, ma si risolve in un ennesimo nostalgico monumento all'eroismo americano dei ragazzoni "della porta accanto". Bello, ma senza vero coraggio.

Homesick 3/04/11 17:58 - 5737 commenti

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Il messaggio di non mistificare la realtà (ossia la crudezza della guerra) nella leggenda (la costruzione di eroi nazionali ad uso e consumo del popolo e della propaganda) giunge chiaro e inequivocabile, ma dalla regia di Eastwood e dalla sua nota sensibilità ci si aspettava molto di più: il racconto è infatti reso farraginoso dal sovrannumero di rimandi tra passato e presente e il tono suona troppo spesso freddo e didascalico, anche a causa di attori piuttosto insignificanti. L’anima del miglior cinema americano e l’ombra dei suoi classici rivivono in scene belliche di spettacolare realismo.

Lupoprezzo 26/04/11 23:49 - 635 commenti

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Film bellico narrato in maniera frammentaria da Clint. Le scene del conflitto sono le più riuscite (sebbene evochino lo spielberghiano Salvate il soldato Ryan), mentre la parte introspettiva dedicata ai tre "eroi" funziona per un po', poi comincia a perdere colpi diventando piuttosto monocorde, risolvendosi in una celebrazione (per nulla originale) del bravo ragazzo americano. Notevoli i titoli di coda e non male la rappresentazione sociale e politica di un'America bisognosa di soldi ed eroi.

Mark 7/06/11 00:43 - 264 commenti

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Eastwood prova a dare corpo ad un'analisi introspettiva sul sistema propagandistico americano in tempore belli, e lo fa corredando il film di scene belliche tipiche anche se tecnicamente ben riuscite, descrivendo disagi interiori mai cicatrizzati, retorica militarista collettiva e dolore individuale. Il risultato è un film indubbiamente ben confezionato, con una dimostrazione efficace di quanto gli americani conoscessero già da allora il potere di persuasione dei media.

Ishiwara 12/06/11 20:46 - 214 commenti

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La duplicità di ogni cosa, il lato pubblico e quello privato, la propaganda e la realtà, i due schieramenti a confronto: con questo film e con il gemello raccontato dalla parte dei giapponesi Eastwood realizza un'opera ambiziosa. Non c'è un solo modo di vedere le cose e la verità non è che il punto di vista che scegliamo di prendere per buono. Alcune immagini si trovano identiche nei due film ed alcune situazioni si intrecciano. Spettacolare ma anche intimista, diretto con grande maestria, è decisamente un buon film. Da vedere. Entrambi.
MEMORABILE: Le "recite" in patria per ricreare l'evento, con la collina in cartapesta; il dolce cosparso di sciroppo di fragola.

Tarabas 29/01/12 11:40 - 1878 commenti

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Se si può decidere il valore di un film da un momento, "Flags" si rivela nella scena in cui Doc Bradley vede il corpo del suo amico Iggy, caduto in un tunnel giapponese, massacrato dai nemici. Eastwood, che fin lì non ha risparmiato il realismo nelle scene di guerra (veramente impressionanti), sceglie di non mostrare nulla più che una spelonca buia, rispettando idealmente la scelta di silenzio sui fatti di Iwo Jima, che il vero Doc mantenne per tutta la vita. Eastwood punta il suo solido sguardo morale sulla storia e sulla propaganda in modo inimitabile.

Cloack 77 5/10/12 17:27 - 547 commenti

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Un film che col suo montaggio distrugge l'eroismo con la realtà e viceversa, con la sua fotografia "aggrava" di inutilità lo scontro, con la sua regia dispensa saggiamente piccole meraviglie (il dolce alla fragola) e grandezze spettacolari (lo sbarco). E un finale che difficilmente si può dimenticare.

Giùan 11/01/14 07:11 - 4528 commenti

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Dal punto di vista dell’etica cinematografica Clint si ricollega in qualche modo al vecchio Ford de L’assassinio di Liberty Valance. Se però il film è altrettanto rigoroso del modello nel ribadire le atroci verità della storia come le efferate necessità dell’epica e della propaganda, Eastwood deroga talora dall’asciuttezza che il racconto avrebbe meritato, scivolando, peraltro comprensibilmente, in qualche eccesso spettacolar/patetico (produce Spielberg, scrive Haggis). Si tratta comunque di un'opera autorevole, con tre persuasivi dannati eroi per caso.
MEMORABILE: L’incontro dei 3 reduci con i parenti dei compagni morti; L’indiano Ira che (forse) ciondola per strada e a cui Doc non dà il passaggio.

Rullo 21/05/14 23:06 - 388 commenti

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Eastwood decide di narrare frammentariamente una storia che quasi sporca il famigerato patriottismo americano mostrandone il lato crudo e duro. Le scene di guerra sono estramente coinvolgenti, aggravate da una fotografia grigia e cupa (certe scene ricordano il Soldato Ryan). Più noiosi invece gli intermezzi "contemporanei", tarati male e alla lunga troppo fuori luogo. Recitazione quasi secondaria (c'è poco di fuori dal comune infatti). Toccanti la scena finale e i titoli di coda.

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Rigoletto 25/04/15 15:58 - 1785 commenti

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Con questo film e con il quasi coevo Lettere da Iwo Jima, Clint Eastwood gira un film-medaglia, dando voce e pensieri sia agli americani che ai giapponesi; un atto di buonsenso di chi sa che "la storia la scrivono i vincitori" ma capisce le ragioni dei vinti, offrendo anche a loro una finestra. In Italia forse non si avrà mai questa "sfacciataggine" (e ancor meno per mano di un regista italiano), ma Eastwood è regista navigato che non alimenta odio e se ne frega dei rimbrotti. La spettacolarità non manca e il film è fatto bene: guardatelo.

Jurgen77 9/12/15 12:00 - 629 commenti

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Polpettone bellico, antimilitarista e patriottico diretto da Clint Eastwood. Realistiche e ben girate le scene di battaglia (debitrici di Salvate il soldato Ryan). Ottime la fotografia e l'attinenza storica. Quello che rende un po' tutto di difficile "digeribilità", oltre alla lunghezza della pellicola, è la retorica antimilitarista che, seppur a fin di bene, risulta pesante ai più.

Puppigallo 17/03/18 20:12 - 5252 commenti

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Ecco la storia di una delle foto di guerra più famose e emblematiche, di come è stata sfruttata, assieme ai protagonisti; e di quanto abbia contribuito a lenire il dolore delle perdite (le madri) e a riempire le casse degli Stati Uniti, salassati dal conflitto. La narrazione è abbastanza fluida; e l'alternanza di azioni di guerra, col presente dei protagonisti, fasullo, una sorta di carrozzone errante, contribuisce a non far affievolire troppo l'interesse. Non c'è nulla di particolarmente virtuoso dal punto di vista registico, ma quello che deve dire lo dice, raggiungendo comunque lo scopo.
MEMORABILE: Riaffiorano i ricordi della cruda realtà bellica; "Ma quante c. di bandiere alzavate!? Una a ogni ora di pranzo?"; Il dolce con colata rosso sangue.

Minitina80 21/10/18 08:50 - 2976 commenti

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La Guerra è sinonimo di violenza, ragion per cui pare inevitabile la messa in scena di una buona dose di immagini forti. Detto questo, ciò che resta è ben poca cosa, limitandosi a mostrare quello che accadde dietro lo scatto di una foto. Sono proprio la strumentalizzazione e l’ipocrisia politica dei soldati e il patriottismo dietro l’innalzamento della bandiera americana a non permettere una reale analisi profonda, essendo argomenti affrontati con una retorica superficiale. Si potevano dire le stesse cose non estenuando per più di due ore.
MEMORABILE: Forse gli eroi non esistono.

Urraghe 10/05/20 22:13 - 78 commenti

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Film speculare a Lettere da Iwo Jima, descrive la vita, post guerra, di tre suoi soldati divenuti famosi per aver innalzato la bandiera a stelle e strisce sulla cima del Suribachi. Eastwood, non dimenticando la spettacolarità della guerra con lunghi inserti, appare interessato all’umiltà dell’eroe e alla sua morale. Questo è il prego del film, che descrive la fotografia più iconica della Seconda Guerra Mondiale dandone un’interpretazione personale, seppur priva di analisi e con omissioni rispetto al libro, intrisa di umanità. Da vedere.
MEMORABILE: "I veri eroi di Iwo Jima sono i ragazzi che non sono tornati".

Gottardi 9/03/22 12:34 - 394 commenti

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Dalla celebre foto che ritrae i marines alzare la bandiera a Iwo Jima, è tratta la storia di quei soldati, rimpatriati e usati come veicolo di propaganda per infondere animo alla nazione anche a scapito della realtà. Narrato su un duplice piano temporale alternato, interroga sulla necessità di travisamento e retorica, ma anche indaga i traumi della guerra sugli uomini. I mezzi per una buona causa non sempre sono buoni. A qualche rallentamento di ritmo nelle parti in patria fanno riscontro le potenti immagini delle scene di guerra, memorabili e suggestivamente girate in grigio sporco.
MEMORABILE: Le scene dello sbarco.

Rambo90 16/07/23 02:32 - 7661 commenti

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Eastwood ci racconta di come la guerra sia combattuta su più fronti, portandoci avanti e indietro tra il campo di battaglia e lo sciacallaggio di governo e mass media per vendere buoni della guerra. Il tema arriva forte e chiaro, anche se il film è imperfetto, un po' ripetitivo e non centrato in tutte le interpretazioni (Beach troppo enfatico). Fa sicuramente salire il nervoso il destino dei tre soldati costretti a mentire e a "vendere" per la patria, ed è la parte più interessante insieme allo sbarco su Iwo Jima, molto crudo e violento. Un buon bellico.
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  • Discussione Grigio • 1/08/09 11:37
    Disoccupato - 5 interventi
    ma per caso, la scena dello sbarco raggiunge o supera la durata di quello del "Salvate il soldato ryan"? sapete no, che in quest'ultimo film è famoso per la scena dello sbarco che dura 40 minuti!
  • Discussione Zender • 1/08/09 11:51
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Secondo me non dura come Ryan, ma non ne ho la certezza sinceramente. Mi pare iù spezzettata, visto che ci sono di mezzo flashback e quant'altro.
  • Discussione Galbo • 1/08/09 12:53
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    anche a mio parere dura meno ma è altrattento efficace dal punto di vista drammaturgico
  • Discussione Harrys • 1/08/09 13:01
    Fotocopista - 649 interventi
    Ho appena controllato il dvd.
    Dura più o meno 11 minuti.
    Gran film, comunque.
  • Curiosità Piero68 • 3/05/10 15:34
    Contratto a progetto - 241 interventi
    Il soggetto del film è tratto dall'omonimo saggio storico, "Flags of our faher", scritto da James Bradley, figlio di uno degli uomini ritratto nella famosa fotografia in cui issano la bandiera dopo la conquista del monte Suribachi nell'isola di Iwo Jima, divenuta un simbolo, quasi un icona sacra, in tutti gli Stati Uniti.
    Oltre a FOOF, Clint Eastwood ha prodotto e diretto nello stesso periodo anche Lettere da Iwo Jima. Quest'ultimo è praticamente speculare al primo e narra la stessa vicenda di Flags of our father dal punto di vista però dell'esercito giapponese. Anche in questo caso il soggetto è tratto da un saggio storico, ovviamente giapponese, dal titolo "Picture Letters from Commander in Chief" di Tadamichi Kuribayashi. Già in passato Terrence Malick aveva provato lo stesso esperimento anche se condensandolo in un unico film, "La sottile linea rossa" dalla durata di quasi tre ore. Anche in questo caso il regista provò a dare la visione della stessa battaglia sia attraverso gli occhi degli statunitensi che attraverso quelli dei giapponesi. Ne "La sottile linea rossa" la battaglia in questione era quella di Gadalcanal. Anche in questo caso il soggetto non era originale ma tratto dal libro omonimo. In questo caso però si trattava di un romanzo e non di un saggio
  • Homevideo Gestarsh99 • 4/02/12 18:01
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Warner Home Video:



    DATI TECNICI

    * Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
    * Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese Francese
    5.1 PCM: Inglese
    * Sottotitoli Inglese Italiano Francese Danese Norvegese Svedese Finlandese
    * Extra Introduzione di Clint Eaastwood
    Backstage
    Dalla pagina al film
    Sei uomini coraggiosi
    Issare la bandiera
    Gli effetti speciali
    Uno sguardo al passato
  • Curiosità Zender • 8/02/12 08:18
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Scrive Tarabas sull'extra
    "Words on the page: dalla pagina al film"

    Il valore aggiunto di questo breve documentario è la presenza di James Bradley, co-autore del libro da cui è stato tratto il film e, soprattutto, figlio del vero Doc Bradley, il protagonista della storia. Molto intensi i momenti in cui l'autore ricorda il padre e l'assoluto riserbo di quest'uomo sulle vicende della guerra e di Iwo Jima. Alcuni aspetti del film risultano secondo me molto più chiari dopo aver visto questo extra. Il voto è ovviamente all'utilità più che al valore artistico.
  • Discussione Zender • 8/02/12 08:21
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Tarabas, ho detto più volte che filmati senza regista non li mettiamo, soprattutto se extra di film (che se americani e non presenti su imdb non mettiamo comunque). Ho spostato il testo in curiosità.
  • Discussione Tarabas • 11/02/12 16:18
    Segretario - 2069 interventi
    Ok, non lo sapevo.