Bella signora un po' beona è alle prese con un misterioso persecutore, ma nessuno sembra crederle... Molto prima della funesta moda dei gialli-Ikea un film sceneggiato da uno dei fondatori del medesimo, Per Wahlöö. Non particolarmente originale nè sostenuto nel ritmo, e concluso alla viva il parroco. Si salvano la protagonista discreta e qualche inquadratura ben studiata. Curiosità.
Il lucchetto dell’enigma si sblocca agevolmente se vi si introducono le chiavi di Hitchcock, Miller, Clouzot e Cukor, ma nella prevedibilità dell’intreccio si fa largo una suspense ben costruita con soggettive, allucinazioni, musiche ossessive ed inquietanti, un killer dal volto gelido e bieco e un sanguinoso sottofinale nella vasca da bagno che invoca ancora una volta il Maestro di Psyco. La fotografia veste un sobrio bianco e nero e l’ambientazione prevede un atelier come nel nostro Sei donne per l’assassino, uscito solo un anno prima.
Mi incuriosivano titolo e nazionalità, ma non consiglio più di tanto la visione in quanto l'ho trovato piuttosto scarso. A parte che non ci vuol niente a capire chi è il colpevole e soprattutto quale sia il movente, l'ultima scena nella quale si vorrebbe chiarire un altro grande mistero mi ha fatto fare un sorriso fra il bonario e l'amaro... Discreti però i cartelloni cinematografici svedesi di Dossier Ipcress e ottimo il particolare dei polsi tagliati che in questa qualità di bianco e nero risalta magnificamente.
Slavato e liso merletto di mezzanotte, un giallo tutto sbagliato ad iniziare dalla protagonista, che non si esibisce nei deliziosi acuti isterici di Doris Day, ma si trascina sciatta e spenta dall'inizio alla fine; in più quel genio del regista ha la bella pensata di toglierci subito ogni dubbio sul fatto che il suo persecutore sia un uomo in carne ed ossa e non un effetto collaterale del vizio della signora di svuotare il mobile bar... Da quel punto, il film procede a tappe forzate attraverso un'esasperante ripetitività di situazioni, in scenari di grigiore assoluto. Evitate, gente, evitate!
MEMORABILE: "Mary, non puoi continuare così", "Mary, tu hai i nervi scossi", "Mary, tu esageri": il tutto ripetuto a cadenza fissa, più o meno ogni dieci minuti..
Oltre al bianco e nero che ammanta la pellicola di quel sapore retrò, il film può contare su una protagonista che ricorda Grace Kelly e su un attore dagli occhi di ghiaccio, assai convincente nel suo ruolo di assassino. Nonostante qualche breve momento magari superfluo in un montaggio non certo esemplare, il film scorre piacevolmente fino ad un finale chiarificatore tra rimandi al cinema di Hitch e in genere al cinema thrilling.
La pecca più grande è (oltre al finale assolutamente prevedibile) quella di avere precedenti più illustri, diretti decisamente meglio e più efficaci. Qui invece siamo dalle parti del già visto, eppure il film si lascia seguire gradevolmente, è girato in modo più che dignitoso e qualche buon momento non manca così come l'atmosfera. Peccato
perchè con un epilogo meno frettoloso e derivativo, avrebbe migliorato la situazione.
Certamente mediocre, ma con un suo perchè e quindi vedibilissimo a patto però di non
aspettarsi troppo.
Delizioso noir che tende svariate volte allo psicologico (la protagonista vede fatti reali o sono solo frutto della sua immaginazione?). Pur essendo oggi facilmente prevedibile va tenuto conto che si tratta di un film del 1965 e che, pur essendo estremamente moderato (mai visto prima uno strangolamento di due secondi: quello dell'anziana zia), riesce a generare un certo malessere che si concretizza nelle concitate sequenze finali, dal sapore fortemente hitchcockiano. Ottima la messa in scena e notevole l'apparato scenico. Da rivalutare...
Ben prima che i thriller scandinavi diventassero una vera e propria moda, ecco arrivare dalla Svezia questo giallo girato in un incisivo bianco e nero, che pur pescando qua e là da Merletto di mezzanotte e dal cinema di Hitchcock, risulta piuttosto piacevole. La soluzione non brilla per originalità, ma il ritmo concede poche cause e la tensione (accentuata dalle ansiogene musiche) persiste per l'intera durata, con una apprezzabile impennata conclusiva. La prova della Jacobsson è convincente, la faccia del persecutore è davvero quella giusta.
Perseguitata da un misterioso individuo che minaccia di ucciderla senza però arrivare al dunque, una donna con problemi di alcolismo rischia di passare per pazza... Thriller svedese il cui principale difetto è l'estrema prevedibilità: visto adesso, anche il meno smaliziato degli spettatori mangia la foglia, anzi il responsabile è tanto scontato che la conferma nell'epilogo (piuttosto frettoloso) costituisce paradossalmente una sorpresa. Apprezzabile per i pregi formali, la buona prova della protagonista e qualche sequenza ben girata (come quella muta iniziale), ma abbassando le pretese.
MEMORABILE: Lo strangolamento della zia, degno di entrare nel guinness dei primati per la fulminea dipartita dell'antipatica donna
Lo strangolamento di una donna avvenuto per errore conduce un maniaco a perseguitare la vera vittima, già minata dalla fragilità e dal vizio dell'alcol. Mischiando bene i piani, ora reale, ora immaginifico, il film regala qualche brivido a causa di una freddezza stilistica tutta favorevole al clima thriller, sebbene le coincidenze narrative appaiano davvero esasperate e col solo scopo di dare congruenza alla trama. Scene raccapriccianti esaltate dal bianco e nero.
Prevedibile come svolgimento nella prima parte (nonostante una bella scena iniziale), con la consueta sfilata di coniugi e poliziotti increduli verso la signora paranoica: zuppa già sorbita migliaia di volte. Gradatamente l'atmosfera si fa più angosciosa sino a rendere interessante la trama (grazie anche a buone scelte di regia; notevole il bianco e nero). Non ci si distacca mai dalla maniera, però e il cast rimane abbastanza anonimo. Notevole la scena finale, crudele e stringata.
In Svezia l’affilato congegno del whodunit è quasi un paradosso narrativo. Nel film di Mattsson infatti è l’approccio di tipo emozionale piuttosto che quello caratteristico e formale a farla da padrone; tutto è subito percepibile ma niente è mai davvero risolutivo. Ulla Jacobsson inoltre è una figura femminile atipico per l’ABC del thrilling. Il suo personaggio si trascina lentamente, sempre sull’orlo di un collasso psicologico, fagocitato dalla voragine dissociativa e da un allucinato sound design che se tradotto in immagini lascia percepire solo il buio più assoluto.
Il film non è male, nel senso che una volta seduti sul divano la visione non si interrompe e scorre tutto sommato gradevole. Si scorge qua e là anche qualche ottima intuizione registica e qualche bel numero alla macchina da presa. Il tutto condito da un bel bianco e nero. Il problema della pellicola è che del terrore citato nel film non c'è ombra, e soprattutto il plot è estremamente scontato. La soluzione finale è davvero alla portata di tutti, ma la buona tecnica e la confezione lo salvano dalla mediocrità. Guardabile, ma niente aspettative!
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Inserendo il film scopro con divertimento che solo un anno prima il buon Freddie Francis aveva girato un film intitolato Nightmare che dalle recensioni postate, sebbene diverso nell'antefatto, ha lo stesso tema e presumo lo stesso sviluppo. Il titolo originale di questo, Nattmara, ho gioco facile a scommettere che sia nightmare in svedese: saremmo quindi fonte a un plagione nordico.
DiscussioneZender • 3/06/10 10:54 Capo scrivano - 47729 interventi
IlGobbo ebbe a dire in curiosità: Inserendo il film scopro con divertimento che solo un anno prima il buon Freddie Francis aveva girato un film intitolato Nightmare che dalle recensioni postate, sebbene diverso nell'antefatto, ha lo stesso tema e presumo lo stesso sviluppo. Il titolo originale di questo, Nattmara ho gioco facile a scommettere che sia nightmare in svedese: saremmo quindi fonte a un plagione nordico, e la distribuzione italiana avrebbe pensato bene di dare lo stesso titolo! Vuoi dire che gli italiani son stati così fini da capire che era un remake e gli han dato appunto lo stesso titolo italiano dato l'anno prima al film di Francis? In effetti è vero... Sarebbe bello capire se trattasi di remake vero e proprio o di plagio e basta, per l'appunto.