Boyhood - Film (2014)

Boyhood
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/10/14 DAL BENEMERITO XAMINI
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Bizzu 29/10/14 20:41 - 217 commenti

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Linklater rischia tutto con un progetto ambizioso e ne esce vincente. Questo film è l'esatto contrario del suo Waking life: invece di un super-concentrato (indigesto) di massime e retorica filosofica, qui ha imparato la lezione e ci propone un solo concetto (espresso poi nel bel finale) e si prende quasi tre ore per svilupparlo. Il risultato è un film permeato da uno spirito profondamente americano, dolce ma non eccessivamente retorico o stucchevole; oltre a essere attraente dal punto di vista visivo per la metamorfosi degli attori. Da vedere.

Xamini 29/10/14 00:03 - 1244 commenti

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Non è lo script in sé (di racconti di questo genere se ne sono visti tanti) né qualche battuta particolarmente ispirata. Non è neppure un miracolo di regia (efficace, tiene desti nonostante la durata). È piuttosto questione di confine. La struttura di una finzione costruita su un impianto reale. Non proferisce parole d'eccezione ma riesce a dire grandi cose, senza dirle. Ho difficoltà nel giudicarlo ma credo che sia una sperimentazione benvenuta, difficilmente ripetibile e che mi rimarrà in testa. Per questo lo consiglio.
MEMORABILE: I passaggi di anno, l'apertura e la chiosa

Matalo! 30/10/14 18:20 - 1378 commenti

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Curioso sperimentatore e versione Usa di Rohmer, per certi versi, Linklater forse tiene presente le pubblicazioni su internet "Una foto al giorno per tot anni". Il risultato è un film che delude le aspettative del teaser ma non i fan del regista, alle prese con una "normale" famiglia americana. Il senso (metacinema?) del film è nella battuta finale "È l'attimo che coglie noi". Vediamo un ragazzino crescere realmente nel corso delle oltre due ore. Nessuno scossone apparente ma un senso di precarietà con scarti improvvisi che colgono di sorpresa. Bello.
MEMORABILE: La "conversione" di Hawke da democratico a bigotto religioso, avvenuta senza colpo ferire.

Ugopiazza 30/10/14 02:39 - 118 commenti

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Che meraviglia. Appena visto, ma già voglio rivederlo. 12 anni reali raccontati in 166 minuti: c'è altro da aggiungere? Linklater seleziona con cura solo i momenti salienti della crescita esistenziale di un nucleo di persone, con un lavoro di sceneggiatura unico e irripetibile. Fenomenale il giovane Ellar Coltrane, Ethan Hawke nel ruolo più importante della vita. A mio parere è il film che più si avvicina al senso della vita che abbia mai visto; quel che è sicuro è che dal lato tecnico è la più grande impresa della storia del cinema.
MEMORABILE: I vari riferimenti che scandiscono il passare del tempo: vediamo pure il primo video di "Funny or Die" e una bambina che canticchia "High School Musical"!

Mickes2 4/11/14 11:50 - 1670 commenti

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Più che un’opera sul passaggio infanzia-adolescenza-età adulta, è un film sulla famiglia e i valori trasmettibili nel tempo tramite il proprio vissuto anche se, nella giostra della vita, in primis si è commesso degli errori. Indubbiamente empatico e suggestivo nel mostrare il reale corso del tempo, ma anche poco incisivo nel voler raccontare tutto su un confine che non riesce a giustificare ciò che si è voluto mostrare da ciò che si è omesso; e così “quell’insieme di attimi” restituisce la classica sensazione di montagna che partorisce il topolino.
MEMORABILE: Il bel finale.

Capannelle 7/11/14 14:40 - 4394 commenti

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Alla fine ti vengono in mente quei termini tipo "carino", "particolare" e via dicendo che non esprimono entusiasmo ma intendono compensare il lavoro svolto nei 12 anni. Però mi sfugge il valore aggiunto di veder crescere gli attori se non l'apprezzamento etico sul fatto di non voler combattere i segni del tempo e il coraggio di scommettere su un bambino. La vicenda è consueta, niente di male, ma lo è anche il modo di raccontarla. Mi ha ricordato La vita di Adele ma mentre quella pellicola riusciva a emozionare, qui non va. E il doppiaggio non aiuta.

Cotola 5/11/14 22:45 - 8998 commenti

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A volte le cose semplici sono quelle che riescono meglio. E così un film che non inventa nulla di nuovo, che racconta una storia sentita mille volte e che non presenta certo una regia dai pregevoli tecnicismi né prestazioni attoriali da urlo, raggiunge comunque notevoli risultati. Sarà perché si seguono gli attori nella loro crescita, ma la pellicola prende parecchio e spesso scatta l'empatia: sa molto di vita "vera". Mi sembra anche ci sia un'innegabile capacità di dire senza dire e di farlo in punta di piedi. Non poche anche le notazioni (pure quelle non nuove, certo) sulla società americana
MEMORABILE: La campagna elettorale pro Obama e l'incontro col repubblicano. Il discorso finale padre-figlio.

Bruce 10/11/14 18:01 - 1007 commenti

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Bella e originale l'idea di girare con gli stessi interpreti un film in soli 39 giorni di riprese ma nell'arco di dodici anni; bravi gli attori, ottima la musica. Per il resto niente di sensazionale o imperdibile, uno spaccato normale di vita che scorre, molto realistico ed espressivo, che non lascia spazio a grosse riflessioni.

Saintgifts 11/12/14 09:48 - 4098 commenti

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Esperimento riuscito l'aver innestato il cinema dentro il documentario. Non lo etichetterei comunque come docufilm; è un film a tutti gli effetti, cioè costruito, programmato scena per scena. L'unica differenza è il tempo: non c'è cambio di attori e questo rende in modo reale, assolutamente convincente, lo scorrere della vita. Qualcosa che mette i brividi. L'altro punto vincente è aver scelto il quotidiano più comune che si poteva, praticamente un vissuto popolare, di tutti o quasi. Niente sensazionalismi quindi, o tanti sensazionalismi?
MEMORABILE: Il finale, di un ottimismo commovente.

Galbo 6/01/15 07:19 - 12372 commenti

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Se il regista Richard Linklater ha diretto Boyhood cercando di raggiungere l'empatia tra un film e i gli spettatori, bisogna dire che l'obiettivo è stato pienamente raggiunto. Nell'adattare la tecnica di seguire la crescita dei suoi attori, il regista sceglie giustamente di raccontare il quotidiano, così che la storia si dipana in modo totalmente naturale favorendo immedesimazione e veridicità. Non si tratta di un documentario ma di un raro esempio di "cinema verità", termine spesso abusato ma in questo caso adattissimo. Da vedere.

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Paulaster 28/01/15 09:57 - 4375 commenti

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Le maglie della maternità che negli anni si schiudono e aprono alla vita la nuova generazione. Il crescere dei ragazzini e l'invecchiamento degli adulti per dare al meglio il senso del tempo e specie col protagonista la metamorfosi è impressionante come resa. Sugli eventi si potrebbe anche sorvolare, ma episodi troppo pompati di alcol o situazioni degne di un telefilm non lasciano impronta complessiva. L'operazione si rivela riuscita ma con un altro regista chissà cosa poteva essere. Su misura per un pubblico conservatore americano.

Delpiero89 9/02/15 12:12 - 263 commenti

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La premessa è che il film nasce da un progetto unico e, di conseguenza, non si può non lodare questo vero e proprio esperimento nella storia del cinema. Il risultato è, però, al di sotto delle aspettative perché va poco oltre il documentario. Il film scorre senza colpi di scena o momenti chiave (se non il pre-finale con l'allontanamento da casa e il distacco materno) e alla lunga ciò non giova alla pellicola. In definitiva, una grande idea che ha partorito un film "normale".

Ginestra 2/03/15 14:43 - 53 commenti

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Come descrivere una vita normale senza cadere nell'esistenzialismo e senza pretese di rivelare verità nascoste e sconvolgenti. La vita di un bambino seguita realmente dalla prima infanzia fino all'adolescenza con una grazia rara, che rispetta la verità della vita e riesce a farne un film vero e proprio. In altre parole, tutto quello che Malik avrebbe voluto (e dovuto) fare invece di inventarsi una boiata come The tree of life.

Rullo 2/05/15 17:53 - 388 commenti

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Dall'idea di seguire sempre gli stessi attori per 12 anni nasce Boyhood, una pellicola personale e intima che racconta la storia di un ragazzino, dall'infanzia travagliata fino all'adolescenza. Si viene risucchiati in questo vortice dove non solo i volti invecchiano, ma cambiano anche le mode, compaiono tecnologie nuove, si modifica il modo di pensare, nascono e appassiscono amori. Notevolissimo il finale.
MEMORABILE: Il finale

Lou 31/10/15 23:44 - 1119 commenti

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In estrema sintesi il film di Linklater si può definire un modo innovativo e sperimentale per raccontare la normalità. Il fatto che le riprese siano state effettuate nell'arco di 12 anni ha permesso di raccontare una normale storia familiare nel modo più realistico possibile, con gli attori che invecchiano naturalmente sulla scena nei panni dei personaggi interpretati. La quotidianità raccontata è al tempo stesso il valore e il limite di questo esperimento cinematografico, che si può dire riuscito più sul lato tecnico che su quello estetico.

Pigro 23/08/16 22:36 - 9624 commenti

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Dodici anni nella vita di un ragazzo: istantanee da un album sfogliato con discrezione e sincerità, focalizzate soprattutto sul rapporto con i genitori separati e un’evoluzione familiare così difficile e così “normale”. Lontano da eventi eclatanti, il film restituisce elementi di quotidianità del teenager: ritratto di un futuro artista da giovanissimo, intelligentemente reso in modo realistico dalla crescita naturale del protagonista, ripreso nel corso dei veri 12 anni. Senza profondità o originalità, ma con molta verità, capace di emozionare.

Almicione 22/05/17 01:34 - 764 commenti

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Cosa c'è di attraente nella vita quotidiana, nei problemi che conosciamo e incontriamo tutti i giorni? Niente. E allora perché questo film è stato così elogiato? Non si capisce. La pellicola in effetti si fa seguire tutto il tempo nonostante la scialba trama priva di alcuna sorta di singolarità e questo è un gran merito che forse si può attribuire solo all'ottimo taglio introspettivo. Ma è anche vero che si esce senza quasi niente dopo 165 minuti di film, si è spettatori passivi della normale adolescenza di due tipici ragazzi. Sopravvalutato.

Didda23 17/07/17 09:36 - 2424 commenti

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Le premesse (un film lungo dodici anni con gli attori che nel mentre invecchiano) potevano far pensare a un'opera costruita a tavolino per mandare in sollucchero soprattutto la critica. Invece Linklater gira, senza dubbio alcuno, la sua migliore opera con una regia che ci regala inquadrature interessanti. Il resto lo fanno situazioni credibili e naturali, dialoghi che generano empatia immediata, una scelta dei brani notevolissima e una prova dell'intero cast più che notevole. Si sorride con qualche intermezzo emotivo, nella migliore tradizione del genere. Si respira grande Cinema.
MEMORABILE: La campagna elettorale pro Obama; Il fucile in regalo; La canzone "Hero".

Bubobubo 10/09/18 13:58 - 1847 commenti

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Film che parlano di vita ce ne sono a bizzeffe, ma quanti di essi sono effettivamente vita? Vita per quella che è veramente: gioie, delusioni, traumi, unioni, separazioni, la speranza e l'abisso, la salute e la malattia, giovinezza e vecchiaia, la vita e la morte. Boyhood è - semplicemente - vita: e nella sua semplicità ai minimi termini, nella fusione dell'obiettivo con l'occhio umano, nell'evoluzione consequenziale dei personaggi emoziona e scuote nel profondo. Si arriva alla fine della visione con un senso di struggente malinconia.

Giùan 7/09/20 10:02 - 4528 commenti

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Irripetibile e unico, sia nella carriera del regista (letteralmente al film della vita) che nella storia "ontologica" del cinema. Linklater (degno di livorosa ammirazione) realizza il film che ogni amante della settima arte, dal sognatore ombelicale al visionario incallito, proietta nella sua testa quotidianamente: filma il movimento fisico e cinematografico della vita nel suo (dis)farsi nel tempo. Sperimentale nella forma e indicibilmente realistico nella sostanza, summa di pensiero e azione cinefila, un monito di quell'essere per la morte che la celluloide riassume inesorabilmente.

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Pinhead80 23/11/20 23:09 - 4715 commenti

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Non c'è nulla di meglio del raccontare la vita reale attraverso la maturazione fisica e psicologica dei protagonisti. Che dire se poi si ha la possibilità di utilizzare gli stessi attori per un arco temporale di dodici anni? Richard Linklater filma la spaventosa quotidianità di alcune mura domestiche dove i figli sono costretti a subire gli sbagli degli adulti mettendo in atto vere e proprie strategie di resilienza. Eccezionale Patricia Arquette nella parte della madre in cerca di identità che cerca in qualche modo di tirare avanti. Un film profondamente drammatico e riuscito.
MEMORABILE: Le reazioni dei ragazzi di fronte ai soprusi dei compagni della madre.

Enzus79 30/05/21 16:12 - 2864 commenti

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Tre ore di film (girato in dodici anni) per raccontare la crescita di un ragazzo e il suo rapporto con i genitori (e non solo). Storia normale e piatta, ma non per questo noiosa. Film indipendente sperimentale che alla fine della visione lascia con l'amaro in bocca e la sensazione di essere stato sopravvalutato. Patricia Arquette premiata con l'Oscar. Mediocre la colonna sonora.

Kinodrop 22/06/21 21:07 - 2909 commenti

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Un'inutile lunga saga di formazione corale incentrata sulle distonie più conclamate di una famiglia americana e sulla problematica crescita di due adolescenti sballottati qua e là, anche qui vista e rivista e non giova nulla la bislacca idea di appiattirsi sulla cronologia della vita degli attori/protagonisti. Una lungagnata sovraccarica di tutti i luoghi comuni e riflessioni sulla piattezza della normalità, tra buonismo e risentimenti, resi reali da una certa cinematografia idealizzatrice, realizzata inoltre con uno sviluppo narrativo che rasenta la sitcom.

Gottardi 10/02/22 15:49 - 394 commenti

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Le vite di una donna separata da un marito sognatore indolente e due figli. Raccontate per spezzoni di tempo dall’età infantile a quella del college. Due ottimi genitori presi singolarmente ma che non dovevano incontrarsi, figli che crescono tra le idee loro trasmesse e la voglia di diventare individui. Classico esempio di film in cui pare che non succeda niente e invece ci si ritrova a ripensare ogni scena, ogni dialogo. Merito di una scrittura semplice in superficie ma ben studiata in ogni sfumatura. Un piacere anche gustare la recitazione della Arquette e Hawke.
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  • Discussione Didda23 • 7/11/14 18:50
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Grazie pigro per il consiglio.
  • Discussione Galbo • 6/01/15 07:22
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Film a mio giudizio molto valido, concordo (e l'ho scritto nel commento) con chi dice che il pregio principale sia quello di "agganciare" lo spettatore e fare provare allo stesso una notevole empatia nei confronti dei personaggi. Senza raccontare nulla di che, è tuttavia un film che coinvolge assai, almeno a me ha fatto questo effetto....
  • Discussione Galbo • 12/01/15 07:12
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Vincitore del Golden Globe come miglior film drammatico, premiato anche il regista
    Ultima modifica: 12/01/15 09:15 da Didda23
  • Discussione Matalo! • 29/01/15 09:12
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Bello; davvero.Nulla di calcolato.Se proprio vogliamo accostarlo a qualcosa che già c'è io ho pensato alla moda di pubblicare i video in cui ci si fotografa una volta al giorno per 10 anni, presenti su Youtube etc... In questo credo che il film, sottotraccia, fornisca una sua "Attualità". I riferimenti a Truffaut son molto relativi, primo perché son film compiuti dove Doinel non cresce se non da un film all'altro.Secondo: la forma di Truffaut è di un minimalism-realismo epico e non ha certo il distacco quieto che c'è in questo film. Io penso più a Rohmer che a Truffaut.
  • Discussione Galbo • 21/02/15 05:47
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Graf ebbe a dire:
    ...'tacci sua.
    Però se American Sniper vincerà l'Oscar come migliore film, ci potrebbe essere il controsorpasso....


    non pago della magra figura fatta sugli incassi, mi lancio ad affermare che l'Oscar come miglior film lo vincerà (a mio parere meritatamente) Boyhood
  • Discussione Cotola • 21/02/15 11:23
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    Credo che American sniper non abbia alcuna possibilità. Boyhood se la giocherà con Birdman. Secondo me alla fine prevarrà quest'ultimo. Temo invece che per l'oscar al miglior attore non ci sarà
    la tanto attesa vittoria per Keaton. Lo vincerà Eddie Remaine per La teoria del tutto: ad Hollywood si sa, la malattia paga sempre. Per la regia dovrebbe sfangarla Inarritu sia per il piano di sequenza col trucco sia perché è sempre piaciuto a Hollywood.

    Stiamo a vedere.
  • Discussione Didda23 • 21/02/15 17:41
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Concordo per gli attori. La Moore vincerà certamente. Miglior film Birdman, come regia forse Linklater la spunterà su Inarritu.
    Sceneggiatura a wes anderson il che mi fa parecchio incazzare...
  • Discussione Capannelle • 21/02/15 21:37
    Scrivano - 3473 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    La Moore vincerà certamente. L'unico Oscar per cui parteggio.
  • Discussione Raremirko • 21/07/18 22:45
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Mi è piaciuto ma, come sottolineato da qualcuno, non innova ne racocnta nulal di nuovo (ed è qui, nella sua banalità, che, del resto, il film è vero e credibile).

    Bravi attori, durata lunga (ma il film ne annoia ne risulta pesante) per un'opera interessante ed ambiziosa.


    MDP puntata sul reale che, per certi versi, assomiglia sempre più ad una prigione internazionale dalla quale è impossibile uscire, e nella quale tutti abbiam gli stessi pensieri, facciam le stesse cose, ecc..


    Premiato anche a Berlino.
  • Discussione Raremirko • 21/07/18 22:55
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Non sapevo dell'Oscar all'Arquette; qui l'attrice offre un'interpretazione convincente e realistica. E' un'attrice che non mi ha mai fatto impazzire, ma che nemmeno mi ha mai deluso troppo; ben venga la premiazione allora.