Il Giappone e i suoi miti visti da Hollywood in un'ottica alla BRAVEHEART, con un Tom Cruise bravo ma un po' spaesato che fatica a entrare nel mondo dei samurai, da lui evidentemente molto distante. Riesce molto meglio quando deve fare il reduce dalla guerra con gli indiani (aveva già dimostrato di azzeccare il ruolo in NATO IL QUATTRO LUGLIO) e quando combatte (dalla parte per lui più naturale) nella prima battaglia con i samurai. Poi, catturato dal nemico, ne comincia ad apprezzare la filosofia di vita e partono le prime stonature. In un Giappone da cartolina,...Leggi tutto con abbondanza di tramonti e panoramiche ruffiane, la pachidermica macchina hollywoodiana s’inceppa tra stereotipi e banalità assortite finendo per falsare l'atmosfera. E se indubbiamente non si possono che apprezzare alcune paesaggi delicati e la calcolata spettacolarità di alcuni piccoli combattimenti con le spade di legno, dall’altra parte si subiscono le scene di massa delle campagne campali di BRAVEHEART con molto meno interesse. Anche perché non offrono davvero nulla di nuovo e anzi insistono con espedienti abusati come il ralenti per mascherare una certa povertà di costruzione. Un’operazione nel complesso non disprezzabile ma di sicuro lontanissima dal grande cinema orientale alla Kurosawa, criticabile anzi per molti versi e mai veramente coinvolgente. La parte del leone, con buona pace di Cruise, la fanno gli attori giapponesi, molto più a loro agio e grazie ai quali si mantiene un briciolo di credibilità. Finale interessante ma epilogo forzatamente buonista che disgusta. Due ore e venti sono troppe.
Non male anche se infarcito di luoghi comuni tipici del cinema hollywoodiano e cucito addosso alla star Tom Cruise. Superiore a quella del protagonista è sicuramente l'interpretazione dell'ottimo Ken Watanabe, nei panni dell'ultimo samurai. Comunque il prodotto è piacevole, anche se penalizzato da una lunghezza davvero eccessiva, ed è diretto con mestiere da Edward Zwick. Buone la fotografia, anche se un po' troppo da cartolina in alcune fasi, e la musica.
Il regista Zwick è decisamente un estimatore dei "drammoni" di stampo hollywoodiano (si pensi a Vento di Passioni). In questo film introduce l'elemento nipponico e se è vero che si fa largo uso di una serie di luoghi comuni canonici del mondo orientale (come un occidentale pensa possa essere) è vero che il film è ben costruito ed intriga lo spettatore, specie nelle scene di battaglia, ben girate e fotografate. Il film è inoltre un'occasione per conoscere una star giapponese come Watanabe, il quale surcassa come carisma il pur volenteroso Cruise.
Un film sull'oriente tipicamente di stampo americano. Già questo dice tutto. Probabilmente il fatto di aver prodotto questo film ha valso una parte da protagonista assoluto a Tom Cruise che probabilmente, per creare una pellicola perfetta, non avrebbe meritato (è un podio sul quale avrei preferito vedere Watanabe). Poteva essere fatto meglio, senza nulla togliere alle scene d'azione e qualche spezzone godibile.
Fine 800: ufficiale Usa in Giappone per addestrare l’esercito contro l’ultimo samurai. Storia importante e attuale: modernità contro tradizione. Ma il conflitto culturale non è capito (è visto solo come villaggio contro città, spade contro fucili) e passa in secondo piano rispetto alle lunghe scene cruente di guerre e duelli (di una addirittura c’è il replay al ralenti!) e alla pietosa retorica di molti film made in Usa. Belle le ricostruzioni. Cruise sembra più espressivo del solito (sarà la barba?), ma è di gran lunga surclassato da Watanabe.
Film con Tom Cruise novello samurai (!) che proprio va evitato. Il film, oltre a essere zeppo di luoghi comuni, non è molto apprezzabile dal punto di vista della recitazione (Cruise in testa). Qualche scenetta d'azione e basta. Un film davvero senza alcun spessore.
Dal punto di vista della realizzazione il film è ottimo, ma quest’idea molto moderna dell’occidentale senza più nulla in cui credere che si rifugia in un paradiso mitizzato dove ancora vale la pena di combattere, in questo caso un Giappone tradizionale e stereotipato all’inverosimile, è un po’ banalotta. Insomma la retorica è padrona, ma alla fine è appassionante lo stesso grazie alla fotografia, alle belle scene di combattimento e alle musiche. E a Ken Watababe.
MEMORABILE: Quando Algren e i samurai arrivano in città e tutti si inchinano al loro passaggio.
La prima volta che lo vidi (dopo aver visto Zatoichi) lo odiai, disgustato com'ero dal punto di vista hollywoodiano sul Bushido (un punto di vista che valutai privo di un certo qual rispetto storico). Rivisto ora, questo approccio mi è parso avere quasi l'innocenza di un bambino che si avvicina a un mondo sconosciuto. Certo, L'ultimo samurai rimane poco emozionante, pur nella sua epica, e anche discretamente banale ma in alcuni passaggi si lascia apprezzare: ambientazione, delicatezza di alcuni momenti, uno splendido Watanabe. Ciò che non basta per farne un capolavoro.
Prendete il canovaccio di Balla coi lupi e banalizzatelo il più possibile, sostituendo gli indiani con i guerrieri orientali e facendo rivoltare nella tomba il povero Kurosawa. Sviluppo scontato: la compenetrazione con la nuova cultura, il solito esercito di cattivi e corrotti che spiana i fucili contro i valorosi armati di spada e coraggio. Si salvano qualche fotogramma della battaglia e le musiche. Copione bocciato, Zwick si conferma regista superficiale.
Bel film d'avventure ed emozioni, che si vanta di un regista specializzato in drammi ad ampio respiro e di rievocazioni storiche. Buona la prova degli attori, con un Cruise in particolare spolvero. La storia dello straniero nemico che si fà affascinare da un mondo a lui alieno ormai è risaputa, ma il fascino dell'oriente e la lontananza di certe tradizioni ci coinvolge come non mai.
Discreto kolossal avventuroso che sfoggia un Tom Cruise in ottima forma, sia per la recitazione che per la prestanza fisica che il suo ruolo ha richiesto. La prima parte non è del tutto convincente, ma poi il film inizia ad assumere una fisionomia ben delineata e riesce a coinvolgere. A questo contribuisce anche una bella colonna sonora che, specie nel finale, è molto suggestiva. Non mancano i riferimenti new-age, non sempre adatti al contesto del film. Eccessiva qualche scena di violenza gratuita. Belli gli scenari paesaggistici. ***
A prima vista può sembrare il solito filmetto mediocre, impastato della solita retorica Usa. In effetti il soggetto non è che brilli per originalità; ma ad una visione più attenta ci si accorge che ha una marcia in più rispetto a tanti film simili. Ad esempio le scene di combattimento sono di ottimo livello e con una fotografia sorprendente. I dialoghi non sono mai fini a se stessi e il confronto tra le due civiltà sul finire dell'800 è storicamente ben contestualizzato. Zwick, amante del periodo, dà un'altra buona prova. Sottovalutato!
Pellicola d'azione in salsa nipponica in cui prevalgono le scene d'azione e la caratterizzazione dei personaggi. Certo il mostrare i soliti luoghi comuni non aiuta la narrazione tuttavia il contesto non è disprezzabile ed evidenzia un dignitoso Cruise, caso raro.
Tentativo non particolarmente riuscito di conciliare l'estetica edonistica hollywoodiana con i contenuti intimistici orientali. Il risultato è una via di mezzo
che alla fine ha il torto di non essere né carne né pesce, nè l'uno nè l'altro.
Alcuni momenti buoni non mancano mentre troppi sono i luoghi comuni cui si dà spazio e non c'è mai vero pathos e neppure epos. Cruise fa quel che può (poco, come al solito) ed anche la confezione non è così scintillante come ci si attenderebbe in questi casi.
Tentativo riuscito solo in parte di unire la ricostruzione storica in stile orientale con la patinata estetica hollywoodiana. Esaminando i dettagli si possono cogliere vari rimandi al cinema nipponico classico e l'interpretazione più convincente è senza dubbio quella di Watanabe, ma l'impianto generale della storia, la lettura del mito e la costruzione della figura dell'eroe (Cruise) sono smaccatamente americani. Ad alcune scene piuttosto cruente si affiancano momenti di inaspettata profondità. Zwick si conferma un discreto mestierante.
Buon film, anche se la durata (due ore e mezzo) si fa abbastanza sentire. Storia comunque interessante seppur con dei risvolti scontati. Tom Cruise e Ken Watanabe offrono buoni interpretazioni. I scenari paesaggistici sono da "capogiro". Consigliabile.
Pseudo-kolossal con un budget da 140 milioni di dollari. Riprende una storia vera anche se riveduta e corretta. Il film è sicuramente coinvolgente e ben diretto, la fotografia di alto livello e le ambientazioni (quasi tutte in Nuova Zelanda) incantevoli. Le ricostruzioni delle battaglie sono molto curate e le comparse non si contano. Buona colonna sonora di Hans Zimmer.
Un film che punta più sulla spettacolarità di certe scene che non sul contenuto, nonostante diversi tentativi (eccessivi al punto da risultare imbarazzanti). Difficile anche da digerire l'inserimento occidentale nel mondo orientale: fatto da Hollywood dà sempre la sensazione di una (almeno indelicata) incursione in una cultura difficile da descrivere. Per questo motivo risultano più credibili le interpretazioni dei personaggi nipponici, anche perché fatte da buoni attori. Da apprezzare i grandi mezzi impiegati e le qualità estetiche.
Riuscito film d'avventura con Tom Cruise convinto protagonista nella parte di un reduce americano di guerra che ritrova se stesso e l'onore perduto in Giappone presso una ristretta comunità di samurai. Ottima fotografia, paesaggi maestosi, impressionanti scene di combattimento, anche di massa. Da vedere.
La storia di un uomo che ritrova le proprie convinzioni e il senso dell'onore proprio in coloro che deve combattere e annientare. L'ultimo samurai ci dà l'opportunità di riassaporare quelli che sono i grandi classici del cinema orientale (e mi riferisco in particolare a Kurosawa) riletti in chiave moderna. Epica la battaglia finale. Bravissimi Cruise e Watanabe.
Il guerriero americano si dipinge d'oriente e il trattamento è taumaturgico. Comunque un buon film, avvincente e ben diretto; lineare e con l'ex Top Gun in versione "umana" che ci fa una discreta figura. Bisogna dire che la pellicola evita complicazioni inutili in quanto mancano opportuni approfondimenti (che potevano risultare scomodi e magari tediare il pubblico "mainstream" al quale il prodotto risulta inevitabilmente indirizzato). Ma il finale, lo dico senza veli, forse emozionerà anche chi si pone davanti allo schermo senza troppe pretese.
MEMORABILE: Il finale, comunque epico ed emozionante.
L'importante non è vedere, ma rivedere. E L'ultimo samurai poco sopporta la rilettura mostrando i suoi limiti e le sue rughe: in primis per una insopportabile arietta di superiorità yankee (Cruise arriva e comanda tutti); in secundis, direbbe Totò, per quell'altrettanto intollerabile esigenza (tutta yankee anch'essa) che annulla qualsiasi accento epico livellando le asperità drammaturgiche sino alla mediocrità più inoffensiva. Watanabe fa da comprimario, ma sovrasta Cruise.
Un film epico, che ricalca le impronte di Balla coi lupi, al quale è indirettamente inspirato. Tom Cruise si cala nei panni di un americano alla scoperta del Giappone più antico e, prevedibilmente, si innamora di quel mondo. Il film è ben girato e l'attore americano offre una buonissima prova. Musiche e fotografia sono all'altezza. Il problema però è che la sceneggiatura risulta pesante. Esagerata poi l'aria da supereroe che assume il protagonista, praticamente immortale in battaglia. Da vedere ma una volta, non di più.
Americanata "di lusso". Cruise e Zwick sono un tutt'uno; ne deriva la solita motion di cui l'impronta semikolossal/semirealistico stile Hollywood resta inequivocabile. Benché alcuni elementi alla lunga finiscano per apparire al limite del ridicolo (tipo i dialoghi interiori di Algren, le scene a ralenti ecc.), il film riesce a reggersi dignitosamente grazie a un'ottima fotografia, belle scenografie, bei costumi e fantastiche scene di combattimento (discrete le musiche). Traduzione italiana dei dialoghi giapponesi parecchio sfalsata.
Nel Giappone di fine 1800, squassato da fazioni contrapposte, viene chiamato un veterano americano a portare un contributo contro la ribellione. Affascinante squarcio della cultura nipponica, corposo nel minutaggio e intrigante nella storia. Discreta prova di Cruise (ingabbiato in un personaggio troppo fasullo), mentre quella di Watanabe è di ben altra stoffa. Molto interessante nella ricostruzione storica e nelle scene di massa. Complessivamente è un buon film che merita anche più di una visualizzazione.
Due culture in netto contrasto, in periodo di guerra, vengono a contatto (i protagonisti) e riescono a trovare più di un punto in comune, generando rispetto reciproco. E' questo il sunto di una pellicola, qua e là arrancante, con alcuni momenti riusciti (la convalescenza e la lenta accettazione dell'elemento estraneo nella comunità), alternati ai soliti meccanismi bellici (l'ottuso, che sceglie di distruggere, più che tentare di capire, di avvicinarsi). Un po' troppo costruito a tavolino, finisce per non convincere completamente, nonostante gli attori si impegnino. Comunque non male.
MEMORABILE: La ragazza, a tavola "Puzza come un maiale. Qualcuno dovrebbe dirglielo". E gli sorride; Bastone contro bastone, con annesse scommesse sui colpi.
Nessun nesso con l'omonimo del '67; l'epica samuraizzazione di Cruise sfiora l'Oscar e la pomposità, lungo le sue oltre due ore di durata. Capitano yankee chiamato ad addestrare l'esercito imperiale finisce col passare dalla parte del nemico ribelle, capeggiato da uno stoico guerriero nippomane votato al sacrificio estremo (Watanabe). Ethan Hunt qui è dilaniato dai pessimi ricordi della guerra contro i nativi, con Custer definito come un vile assassino. Lo spettacolo, i costumi e i paesaggi, le lotte e le battaglie miracolizzano un film molto ambizioso. Tri-pallinato ad honorem.
MEMORABILE: Riuscire a conquistare la vedova e la prole di una delle prime vittime trafitte senza pietà in combattimento? Se sei Tom Cruise, basta solo scusarsi.
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Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Warner Home Video:
DATI TECNICI
* Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano
* Sottotitoli Italiano Inglese
* Extra Commento
La produzione
Scene inedite