Zatoichi - Film (2003)

Zatoichi
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Zatoichi
Anno: 2003
Genere: drammatico (colore)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E per la prima volta quel buontempone giapponese amatissimo dalla critica che risponde al nome di Takeshi Kitano si cimenta con un soggetto non suo, perdipiù (altra novità) con un film in costume. ZATOICHI è il trionfo della violenza sanguinaria, con spruzzi emoglobinici da far invidia al KILL BILL tarantiniano. Le spade dei samurai sibilano nell'aria per penetrare nella carne, per sfregiare e martoriare corpi alla velocità della luce. Il fluire del sangue negli scontri è tale da aver costretto lo stesso Takeshi a sdrammatizzare abusando del digitale e creando quindi un effetto quasi surreale, durante...Leggi tutto gli ammazzamenti: un occhio attento non può non accorgersi della grottesca resa di certe sciabolate. Coerente, perché ZATOICHI fa parte di quei lavori in cui Kitano abbonda con la vena dissacrante, inserendo intermezzi degni di un vero e proprio film comico (basti vedere la caratterizzazione dell'amico imbranato o del vicino di casa che sogna di diventare samurai correndo nudo e urlando la sua follia). Come spesso gli accade tuttavia Kitano non riesce a omogeneizzare l'insieme, alternando a momenti esilaranti o ad autentiche esplosioni di violenza filmate benissimo, lunghe pause in cui domina la noia, intermezzi rinunciabili che non fanno altro che spezzare un ritmo già claudicante. Cosa aggiungono se non scontato folklore locale, i numeri musicali delle due geishe o i loro ricordi? Molto meglio l'azione, o le sedute al tavolo da gioco a indovinare se i dadi daranno un numero pari o dispari. Il genio di Kitano c'è ancora (basti vedere la rivelazione finale, o l'eterno tip-tap sugli zoccoli), ma non basta.

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Puppigallo 28/10/07 09:31 - 5276 commenti

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Kitano si disegna una parte perfetta per lui (parla poco ed è monoespressivo, anche se con la spada si fa capire benissimo). Il personaggio del massaggiatore cieco (maestro di spada) amante del gioco (ma non cambiate i dadi, o saltano le mani) funziona, anche se il film in sè non ha molto da dire. Ciò che risulta più originale è la storia dei due orfani (un maschio, che però si traveste da donna, e una femmina che ne accompagna le esibizioni). Sono in cerca di vendetta. Passi il sangue a spruzzi, ma il balletto finale ce lo poteva risparmiare.
MEMORABILE: il protagonista con gli occhi disegnati. Domanda del cattivo: "Come mi hai trovato?". Risposta del protagonista: "Dalla puzza di marcio".

Il Gobbo 29/10/07 19:31 - 3015 commenti

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In vena di sberleffi post-modernisti "Beat" Takeshi si cimenta con un totem del cinema giapponese, il massaggiatore cieco (e abilissimo spadaccino) protagonista di un'interminabile serie di film. Il risultato è appunto post-modernista, il pretesto per uno svolazzo pop, un'ironica, elegante, a tratti sconcertante variazione sul tema. Solo, non abbastanza fedele per piacere ai devoti del chambara, non abbastanza delirante da rievocare il cinema nipponico più outré, non abbastanza intellettualoide da essere una parodia. Un po' fine a se stesso.

Blutarsky 30/10/07 14:21 - 360 commenti

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Kitano si confronta con un personaggio classico della cinematografia giapponese ma non riesce a dire molto di nuovo. Tecnicamente ineccepibile, ma sia la storia che la sua messa in scena risultano fredde e poco coinvolgenti e il film finisce per essere un puro esercizio di stile. La visione scorre senza cadute di tono ma anche senza scene che rimangono nella memoria, compreso il balletto finale che sembra incluso a uso e consumo della critica straniera. Film che nulla aggiunge o toglie alla filmografia di Kitano.

Galbo 31/10/07 16:59 - 12395 commenti

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Personaggio di culto in Giappone, il massaggiatore greco viene "riletto" dalla star Kitano che realizza una pellicola di evasione allontanandosi dai temi (un po' più impegnati) del suo cinema tradizionale. L'apparente semplicità di Zaitochi è però contraddetta dalla molteplicità dei temi trattati e degli stili adoperati. Non solo film di arti marziali, ma anche pochade (il travestitismo di uno dei coprotagonisti), farsa e dramma. Il film realizzato (sebbene si tenda a mettere un po' troppa carne al fuoco) risulta molto piacevole.

Pigro 24/10/08 12:52 - 9668 commenti

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Un vecchio giustiziere si aggira per l'antico Giappone: uno spadaccino cieco. Riprendendo una figura leggendaria Kitano si diverte a creare un vorticoso frullato di linguaggi e generi, passando dalla tradizione nipponica al musical hollywoodiano nel più surreale dei finali che potesse concepire. La lunghezza è eccessiva e sfugge di mano al regista, inoltre l'ironia orientale non è propriamente accessibile, ma merita vedere come Kitano sa trasformare il kitsch giapponese in grottesco e gratuito caleidoscopio.

Giacomovie 4/08/10 16:52 - 1398 commenti

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Kitano trasforma in arte visiva la cultura giapponese della violenza, tanto che si può parlare di un bel cartone animato, organico alla cultura nipponica, tradotto in belle immagini. Di base è un cappa e spada ben ritmato ma con l’oggetto del soggetto schematico e monotematico, che però indovina l'approccio del corretto modo di mostrare le manifestazioni violente, con il sangue che schizza come le pennellate di rosso di un artista. È da segnalare anche per l'elogio che la trama offre ai non comuni poteri sensoriali dei ciechi. ***

Cotola 24/08/10 23:03 - 9044 commenti

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L’ultimo Kitano di un certo valore: inferiore alle opere del passato, ma superiore alle declinanti pellicole successive. Il regista prende spunto dal mito nipponico di uno spadaccino cieco (già al centro di altri film e di una serie tv) per dare vita ad un insolito chambara costruito alla sua maniera: scene d’azione e scoppi di violenza improvvisi alternati a pause riflessive, innesti comici (meno del solito) e stavolta anche musical che non stonano troppo nell’insieme. Chi ama il regista dovrebbe apprezzare, gli altri potrebbero non gradire.

Luchi78 3/09/10 18:46 - 1521 commenti

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Zatoichi è un punto interrogativo: sembra interessante ma solo fino ad un certo punto. Gli scontri sanguinari danno un tocco di splatter ad una storia piuttosto piatta e senza spunti importanti. A volte c'è anche una vena comico-ridicola, tanto per mettere un altro po' di carne al fuoco. Non mi ha convinto.

Pinhead80 19/11/10 17:56 - 4760 commenti

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Splendido opera di Kitano che mescola sapientemente vari generi filmici (samurai, costume, comico) nella rilettura del soggetto del massaggiatore cieco Zatoichi. Le scene della bisca da gioco e il sorprendente finale sono davvero pregevoli. Le continue smorfie del regista danno, come al solito, solidità al personaggio. La musica accompagna e scandisce in maniera sincronizzata i momenti topici. Delizoso.

Jcvd 7/03/11 19:35 - 258 commenti

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La storia è gradevole e tutto sommato appassiona non poco lo spettatore, nonostante una fotografia e un doppiaggio non proprio esaltanti. A parte Zatoichi vi sono moltissimi personaggi e non sempre è facile seguire le varie vicessitudini. La pecca maggiore è però l'azione, con uccisioni in massa (un cieco uccide 20 uomini con una spada, e questo modello si ripete duecento volte). Parte finale lenta ma salvata dal colpo di scena... Inutili i balletti, interminabili per di più.

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Metuant 9/03/11 21:13 - 456 commenti

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Film forse un po' fuori dagli schemi per Kitano, ma comunque una grande prova registica e anche attoriale, col protagonista cieco che passa attraverso una fitta schiera di personaggi variegati e una storia briosa e non priva di momenti esilaranti (il giovane che si crede un combattente e corre urlando, per citarne uno). Splendide anche musiche e costumi, mentre c'è qualche lungaggine di troppo nelle riprese finali delle danze di gruppo. Più che valido.
MEMORABILE: Il faccia a faccia finale; il modo in cui Kitano mette a tacere il giovane "samurai".

Greymouser 28/03/11 21:12 - 1458 commenti

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Stralunato e viscerale allo stesso tempo, come gran parte della sua estetica cinematografica, questo lavoro di Kitano non è certamente fra i vertici della sua filmografia, ma rappresenta un omaggio lieve e sentito verso un certo "milieu" mitologico giapponese. A mio parere, pur con i suoi limiti, costituyisce una prova ulteriore della bravura registico-attoriale del nostro, che dimostra di sapersi cimentare nei generi più diversi, conservando però il suo inconfondibile marchio stilistico.

Nando 21/04/11 22:56 - 3814 commenti

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Un massaggiatore non vedente ed errante arriva in un villagio taglieggiato da bande di aguzzini, la sua abilità con la katana creerà scompiglio. Tra difficile humor nipponico, sangue e duelli come se piovesse e la proverbiale saggezza di questo popolo nasce una pellicola avvincente ma rarefatta che si avvale di una buona direzione. Finale con rivelazione e prolisso balletto liberatorio.

Daniela 4/12/13 10:21 - 12662 commenti

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Massaggiatore ambulante cieco, abilissimo spadaccino, giunge in un villaggio dominato da un signorotto locaòe, del quale si vogliono vendicare due sorelle (?) gheisha che hanno subito sopprusi durante la loro infanzia... Per molti versi film anomalo nella filmografia del regista, Zatoichi ne porta per altri la firma sia per quanto riguarda i temi che per il modo di rappresentarli attraverso l'astrazione iperviolenta, la buffoneria di certi personaggi, l'ironia come filtro costante. Alcune cadute di ritmo, ma nel complesso spettacolo esaltante.
MEMORABILE: Il balletto finale, alternato al confronto fra Zatoichi e il vero boss

Mickes2 7/01/14 16:08 - 1670 commenti

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Prova di duttilità filmica per beat Takeshi, qui alle prese con un soggetto anni ’60 riportato in auge attraverso uno stile personale (come Kitano ci ha abituati) spaziando dalla tradizione al moderno affilando la scrittura specie nelle incursioni ironiche e “dissacranti” tipico del mondo giocoso, del lato più comico dell’autore giapponese. Intrattenimento a tutti gli effetti e minor importanza allo spessore dei personaggi (invero un po’ grossolani). Comunque un buon prodotto, sorta di chambara grottesco influenzato dall’attualità.
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