Commedia francese di un certo successo, L’EMMERDEUR sfrutta un'ottima idea del futuro regista di LA CENA DEI CRETINI Francis Veber, che cura soggetto e sceneggiatura cercando di far mantenere al film un ritmo costante e sostenuto. Il fatto che, dopo una breve parte introduttiva, la vicenda venga vissuta praticamente in tempo reale lo aiuta non poco. L’idea è quella di un sicario (Lino Ventura), chiamato per uccidere l’importante testimone di un processo simil-mafioso, il quale deve sparare dalla stanza d'albergo contigua a quella di un aspirante suicida (Jacques Brel). Quest'ultimo, il rompiballe del...Leggi tutto titolo, è un tipo logorroico e appiccicaticcio che distrarrà in ogni modo il sicario dal suo compito costringendolo a farsi soccorrere per non insospettire l'altrettanto invadente inserviente dell'albergo (il nostro Nino Castelnuovo). Il maggior divertimento nasce dalle continue crisi di nervi trattenute dal volto di pietra di Lino Ventura, che non sa più come risolvere la situazione prima che scocchi l'ora fatidica decisa per l'assassinio (le 14.00). Probabilmente un’idea così geniale poteva essere sfruttata ancora meglio (e lo deve aver pensato anche Billy Wilder, che ne girò un remake con Lemmon e Matthau) e le invenzioni comiche sono meno di quanto ci si aspetterebbe. Tuttavia anche così il film è spassoso e spesso divertente. Diretto da Edouard Molinaro con gusto molto francese per la rigidità delle inquadrature e recitato indubbiamente bene, L’EMMERDEUR è penalizzato solo dal non aver voluto insistere ancor di più sul versante comico (o dal non averlo saputo fare, visto che un paio di scene sono quasi demenziali).
Immenso Lino Ventura, ancora una volta riesce a dare il vero valore aggiunto ad una pellicola che è sì divertente e intelligente ma non è certamente un capolavoro. Anche Jacques Brel fornisce una prova molto buona (a questo proposito questa coppia risulta superiore perfino ai Matthau-Lemmon del rifacimento di Billy Wilder) e questo, unitamente ad un buon soggetto, basta a regalarci un prodotto sicuramente da vedere. Da segnalare che, come tutte le commedie francesi di quel periodo rifatte dagli americani, è molto più divertente del suo remake.
Gradevolissima commedia francese diretta con buona mano da Molinaro e interpretata dalla coppia Lino Ventura-Jacques Brel. Ci si diverte alla grande, soprattutto grazie alla performance di Ventura, killer sull'orlo di una crisi di nervi a causa delle interferenze "sul lavoro" del rompiballe Brel. Bravo anche il nostro Nino Castelnuovo come inserviente dell'albergo. Negli anni 80 il grande Billy Wilder girerà un remake con la coppia Lemmon-Matthau.
Esordio al cinema del personaggio di Francois Pignon, creato da Veber (qui sceneggiatore) e destinato a tornare sotto diverse vesti in altri film da lui diretti. Gustosissima commedia nella quale un killer professionista, l'ottimo Ventura, è portato all'esasperazione ed ostacolato dal vicino di stanza, uno scocciatore depresso aspirante suicida, interpretato dal grande cantautore Jacques Brel. Superiore al remake americano, nonostante la regia di Wilder e la collaudata coppia Lemmon-Matthau.
MEMORABILE: Certi sguardi del duro Ventura verso il rompiballe Brel
L'idea del cornuto sfigato che rompe le scatole al sicario nel bel mezzo di un tentativo di omicidio è splendida. A valorizzarla in questo film piuttosto spassoso sono in gran parte i due protagonisti: uno spiritato Jacques Brel e soprattutto un esemplare Lino Ventura (nei panni autoironici del gangster) che ci regala una maschera facciale glaciale di impatto superlativo. Si ride in alcuni momenti topici di esponenzialità e paradosso degli incidenti, anche se il soggetto non pare sfruttato appieno in tutte le sue potenzialità comiche.
MEMORABILE: "Dovevo lanciare gli slip Canguro a sospensorio regolabile".
Divertente film francese del quale il grande Billy Wilder ha realizzato il remake americano con il duo Lemmon & Matthau. L'originale è altrettanto gradevole, grazie ad una sceneggiatura "scoppiettante" ben resa dalla regia dell'esperto Edouard Molinaro e sopratutto all'ottima prova del cast, in particolare un superbo Lino Ventura.
Un brillante film che sorprende per la singolarità del soggetto e per la straordinaria bravura dei suoi interpreti principali, un sontuoso Lino Ventura che, nonostante il suo ghigno feroce, fa ridere a crepapelle a causa del suo ruolo di spietato killer continuamente irriso e beffato da un rompiballe scalmanato e pasticcione e cioè Jacques Brel, grande cantautore fiammingo, qui nel ruolo di aspirante suicida capace di mandare in bestia anche il più paziente degli uomini. Peccato che la regia sia piuttosto anonima e il ritmo più caotico che veloce.
MEMORABILE: La presa per i fondelli della psichiatria e delle sue cliniche.
Lino Ventura è un mostro sacro e Edouard Molinaro il regista che ci ha dato i divertentissimi primi due capitoli del "Vizietto" oltre ad alcuni piacevoli film. Ma qualcosa qui non funziona e la pellicola appare invecchiata non troppo bene. Brutti colori, scarto stridente fra l'inizio noir e il seguito farsesco, qua e là stiracchiato, personaggi che Ventura e Brel non riescono, tutto sommato, a rendere poi così simpatici. Molto meglio non solo il remake di Wilder, ma anche quello di Veber del 2008.
MEMORABILE: Gli sguardi di Ventura; La presenza familiare per noi italiani di Nino Castelnuovo.
Commedia che si costruisce in maniera lenta e quasi inavvertita con minuscoli contrattempi ed equivoci che ingenerano un ritmo piacevole e simpatico. Brel ha davvero la stoffa del rompiballe, anche se è Ventura a dare rilievo all'importuno antagonista con la sua furia trattenuta, le occhiate truci e impotenti e la sbalordita rassegnazione a un corso degli eventi reale quanto impensabile. Bravo anche Castelnuovo.
Memorabile esordio della maschera del pasticcione monsieur Pignon, qui singolarmente interpretato da un Jacques Brel (autore anche del tema musicale) fuori dai suoi panni abituali di chansonnier maledetto e capace di sfoggiare un'insospettata versatilità nel ruolo del cretino per eccellenza. Ma le risate più irresistibili, per contrasto, ce le regala il duro e stizzito Lino Ventura, sempre più esasperato e quasi incredulo di fronte al volgersi catastrofico degli eventi. Commedia brillante, seminale, mai eguagliata dalle numerose imitazioni.
Killer prende una stanza per uccidere a distanza un testimone scomodo. Sceneggiatura ben scritta nell’accostare un professionista del crimine a un aspirante suicida. Brel evita l’effetto dell’imbranato pasticcione e il suo personaggio diviene malinconico, Ventura è a suo agio quando fa il duro e meno quando gli toccano le parti da commedia. Rispetto al remake americano qui il ritmo è meno spigliato e alcuni passaggi potevano essere trattati con qualche scena in più.
MEMORABILE: La donna incinta in macchina; La camicia di forza a Ventura; Il pilota di rally.
Buona commedia scritta da Veber (che con trent'anni d'anticipo fa le prove per il suo film più riuscito). Una girandola d'equivoci in cui la pazienza del roccioso sicario Ventura (impagabili le sue espressioni quando la sua sopportazione raggiunge il limite, ovvero quasi sempre) viene messa alla prova da un suicida chiacchierone che gli si affeziona e che dovrà giocoforza assecondare per non insospettire la polizia. Il ritmo è altalenante come il taglio del film, in bilico tra inizio noir, svolgimento da commedia e parentesi da farsa. Durata esigua. Divertente, ma poteva dare di più.
MEMORABILE: La tapparella difettosa; "Come si permette di dare del tu a mia moglie? "...Come sono cambiati i tempi (non necessariamente in meglio).
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Ho scoperto da non molto che il personaggio Francois Pignon (qui interpretato da Jacques Brel) compare, oltre che in questo film, anche in (tra parentesi l'attore che interpreta il personaggio):
- Noi siamo tuo padre (Pierre Richard)
- Due fuggitivi e mezzo (Pierre Richard)
- La cena dei cretini (Jacques Villeret)
- L'apparenza inganna (Daniel Auteil)
- Una top model nel mio letto (Gad Elmaleh)
nonchè, ovviamente, nel remeke del 2008 de
- Il rompiballe (Patrick Timsit) diretto da Francis Veber (autore del testo teatrale da cui sono tratti entrambi i film)