Il capo perfetto - Film (2021)

Il capo perfetto
Locandina Il capo perfetto - Film (2021)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: El buen Patron
Anno: 2021
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Il capo perfetto

Note: Aka "The good boss".

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La nostra recensione di Il capo perfetto

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'apparenza è quella del capo perfetto, ma non è necessario scavare molto in profondità per coglierne le contraddizioni, l'inevitabile cinismo che spesso si accompagna alle difficoltà nella gestione di un'azienda dalle tante problematiche. La Bilance Blanco è una fabbrica pluripremiata condotta con piglio deciso da Julio Blanco (Bardem), che tratta i dipendenti come figli (o almeno così dice di fare) e che attende la visita di una commissione cui spetterà di decidere a chi consegnare un prestigioso trofeo. Da lunedì a lunedì una settimana in cui tutto precipita, in cui i piccoli (e grandi) drammi si sommano portando il protagonista...Leggi tutto sull'orlo del crollo nervoso. Comincia un dipendente licenziato (De La Fuente) che non accetta di esser messo sulla strada piazzandosi davanti ai cancelli dell'azienda con cartelli e megafoni per una personalissima protesta, continua una giovane e attraente stagista (Amor) di cui il capo "perfetto" (e sposato) s'innamora. Ma poi ancora ci sono il dipendente amico di una vita (Solo) in crisi per i tradimenti della moglie e ancora il padre (Bugallo) di un ragazzo scapestrato che al principale chiede di attivare le sue conoscenze per impedire che il figlio finisca in prigione.

C'è molta carne al fuoco in una sceneggiatura congegnata in modo da spaziare tra i diversi imprevisti trovando la varietà giusta che bilanci (appunto) una certa rilassatezza in regia. Perché va ricavato il tempo per soffermarsi sulla straordinaria ricchezza espressiva di un mattatore sublime, che con uno sguardo, un gesto, anche solo il movimento di un sopracciglio comunica un mondo di emozioni, accompagnate da quell'impagabile, sottile ironia che il copione distribuisce a piene mani svisando tra dramma e commedia con ammirevole disinvoltura. Il film è prima di tutto Bardem, impossibile non notarlo: su di lui ogni scena è costruita (rarissimi i casi in cui è fuori inquadratura), senza di lui il risultato cambierebbe drasticamente. E' nell'attesa delle sue reazioni che cresce l'attenzione, anche se comunque la regia di De Aranoa mostra buona padronanza dei mezzi scegliendo soluzioni non scontate.

Le facce sono quelle giuste: la giovane Almudena Amor ha il volto conturbante, l'occhio che uccide nel comunicare miracolosamente malizia e ingenuità insieme, Celso Bugallo pare avere la morte nel cuore fin da quando per la prima volta compare in scena, mentre alla coppia De La Fuente/Albizu (il vigilante dell'azienda) spetta di animare siparietti che a tratti tendono quasi al comico per la complicità imprevista che tra loro si stabilisce (la scelta delle rime sui cartelli di protesta...). Insomma, al netto di qualche lungaggine e di un coinvolgimento relativo, un bel film che riesce a ritrarre bene la figura del capo d'azienda in tutte le sue sfumature, mettendone in risalto l'umanità anche nei suoi difetti, il self control, la capacità necessaria di affrontare e risolvere (quando possibile) ogni tipo di problema. Da non sottovalutare l'apporto di Sonia Almarcha nel ruolo della moglie e di Mara Guil in quelli della moglie del dipendente tradito, a conferma di un'eccellente direzione del cast.

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Tutti i commenti e le recensioni di Il capo perfetto

TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/12/21 DAL BENEMERITO REEVES POI DAVINOTTATO IL GIORNO 28/04/22
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Reeves 15/12/21 11:55 - 3000 commenti

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Bardem dirige la sua fabbrica tra il paternalistico e l'autoritario, ma deve sistemare tutti i problemi prima della visita della commissione che conferisce i premi di qualità. C'è un po' di commedia, ma i toni diventano via via sempre più drammatici e Bardem si conferma ottimo interprete, contenuto ma capace di caricare su di sé la storia del film. Sembra un film sociale inglese, con in più la sensibilità e il colore mediterranei. Davvero interessante.
MEMORABILE: Il presidio dell'operaio licenziato.

Pinhead80 3/01/22 15:45 - 5437 commenti

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Il capo "premuroso" e opportunista di un'azienda di bilance di precisione è messo sotto pressione dall'imminente visita di una commissione incaricata di elargire un grosso premio. Il ritmo lento e compassato non deve trarre in inganno perché la vivacità è data dalla magnifica interpretazione di Javier Bardem e da tutta una serie di battute velenose che sottolineano alla perfezione alcuni momenti topici del racconto. Non ci sono personaggi che escono bene da questa storia ed è il motivo che farà arrabbiare molti, in quanto viene rappresentata una buona fetta della società odierna.

Josephtura 5/01/22 18:01 - 188 commenti

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Un film graffiante, intelligente e nello stesso tempo divertente. Grandissimo Bardem. La vita quotidiana di un imprenditore: cercare costantemente di risolvere problemi tra persone che raramente guardano oltre il proprio interesse personale, al punto che si considerano vittime di tradimenti dimenticando completamente i propri o che inseguono una propria vanagloria contro ogni interesse alternativo proposto. Probabilmente un film sponsorizzato dalla Confindustria Spagnola, anche se Bardem non ne esce del, tutto pulito. Peccato per alcuni rivolti della trama inutilmente improbabili.
MEMORABILE: "io ti amo" iniziale.

Xamini 13/01/22 17:12 - 1295 commenti

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One man show di Javier Bardem, che sfodera tutto il suo carisma per vestire i panni di un imprenditore spregiudicato e paterno, al tempo stesso. I toni sono per lo più quelli della commedia (e probabilmente andrebbe guardato in lingua originale per una migliore enfasi), il ritmo scandito dal decorrere dei giorni della settimana e il sorriso fa spesso capolino. Poi subentra l'aspetto del dramma ma il film rimane molto godibile, ancorché asciutto e ha il pregio di adottare un paio di soluzioni narrative che possono sorprendere. Un buon modo per trascorrere un paio d'ore.
MEMORABILE: Il discorso iniziale corredato da dichiarazione; La bilancia all'ingresso; Il licenziato protestante.

Bubobubo 21/01/22 16:29 - 1847 commenti

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Alla vigilia dell'assegnazione di un importante premio industriale, la figura di padre e amico premuroso di Julio Blanco (Bardem) viene incrinata da una serie di variabili imprevedibili: ristabilire l'equilibrio, come una delle bilance prodotte da decenni dall'azienda di famiglia, innescherà a sua volta un domino fuori controllo... Intelligente tragicommedia di de Aranoa che, seppur non priva di guizzi autenticamente comici (il rapporto fra Blanco e Liliana, una bellissima Amor), nella mezz'ora finale rivela tutta la sua sostanza drammatica. Un altro capitalismo è (im)possibile?
MEMORABILE: Blanco e Liliana al bar; La concatenazione di eventi dell'ultima mezz'ora.

Daniela 17/04/22 20:48 - 13286 commenti

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E' tutt'altro che perfetto il capo di una azienda che produce bilance di precision, anche se lui ci tiene ad apparire come un padre bonario per i suoi dipendenti. Durante la settimana cruciale che precede l'assegnazione di un premio di eccellenza nella produzione, varie nuvole si addensano sul suo capo... Commedia pungente che diverte con intelligenza grazie a una sceneggiatura ricca di dialoghi scritti in punta di penna. Il vero punto di forza è però la formidabile prestazione di Bardem: imperdibili certe sue espressioni serafiche sfoggiate nei momenti più critici o imbarazzanti.
MEMORABILE: L'operaio protestante contro il licenziamento; Il guardiano solidale che aiuta con le rime; L'amico geloso anche se adultero a sua volta.

Kinodrop 27/04/22 19:48 - 3396 commenti

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Julio Blanco ha una sola aspirazione, quella di reggere l'equilibrio della sua azienda alternando paternalismo a decisioni drastiche ma necessarie. Alla vigilia di un premio ambito, molti nodi familiari e di lavoro vengono al pettine con conseguenze a volte gestibili a volte tragiche. Un grandissimo Bardem prende su di sé la personalità complessa dell'imprenditore senza uscire dai modi della commedia, risolvendo così la gravità della questione sociale implicita nella storia, attorniato da personaggi altrettanto significativi, interpretati da un cast ben guidato e attento. Da vedere.
MEMORABILE: Il sit-in del licenziato; Guardiano empatico; L'attesa della commissione; La stagista; Gelosie e turbamenti di Miralles; La parete col nuovo premio.

Galbo 1/05/22 08:27 - 12655 commenti

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Padre-padrone di una fabbrica di bilance si rivela tutt’altro che impeccabile nella gestione della sua azienda. Dopo I lunedì al sole, un’altra collaborazione tra Javier Bardem e il regista Aranoa capace di lasciare il segno, spostando l’ottica non più sul lavoratore ma sul capo azienda. Gli elementi più incisivi in questa commedia dal retrogusto amaro sono la sceneggiatura impeccabile che descrive una settimana lavorativa ad alto tasso di tensione e la straordinaria interpretazione del suo protagonista. Da vedere.

Paulaster 10/05/22 10:01 - 4900 commenti

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Capo d’azienda cerca di mantenere tutto sotto controllo per conseguire un premio d’eccellenza. Commedia agrodolce imperniata sul personaggio di Bardem, suadente manipolatore e pronto a tutto pur di raggiungere lo scopo. Aranoa si prende beffe del clima lavorativo (e politico) spagnolo, anche se in qualche frangente si avverte un fare da operetta (col capo della produzione e col licenziato) che rende meno caustica la critica. Migliore la seconda parte, quando la situazione si complica e le vicende si incastrano fino alla chiusura.
MEMORABILE: La pesa delle stagiste; Le sovvenzioni al posto del cinema; L’entrata della commissione; L’elogio funebre del ragazzo morto.

Anthonyvm 2/06/22 16:04 - 6544 commenti

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Ipocrisia e complotti machiavellici per una graffiante satira sul lato oscuro dell'imprenditoria, con un eccellente Bardem nei panni del capo paterno che, nei momenti di difficoltà, non si lascia piegare dagli scrupoli. De Aranoa alterna impietosamente gag tragicomiche e climax ansiogeni di esilarante banalità (la cena di famiglia con la stagista-amante, il lavaggio nevrotico della mano sporca), costruendo un villain tanto odioso da rendersi diabolicamente simpatico. Anche se lo script non è sempre il massimo della precisione, qualche "ritocchino" ad hoc lo riequilibra con successo.
MEMORABILE: Le proteste "in rima assonante" dell'ex-dipendente; Il montaggio parallelo tipo Il padrino; La pallottola incollata sotto il piatto della bilancia.

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Jandileida 20/06/22 20:17 - 1685 commenti

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Pur non avendo del tutto la commedia nelle proprie corde, De Aranoa si conferma lo stesso un buon regista. Il divertimento più pancia a terra viene infatti innervato da una vena nera che finisce per colpire un po' tutte le istituzioni "borghesi", dalla fabrichetta giù fino all'alcova familiare. Niente di troppo innovativo visto che con il Terzo Stato ci hanno fatto a botte un po' tutti gli artisti che tali si vogliono chiamare; tuttavia, il ritmo è sì blando ma avvolgente e le danze sono condotte con rassicurante mestiere da un Bardem gigione al punto giusto. Placidamente imperfetto.

Giùan 16/07/22 09:52 - 4946 commenti

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Il buon padrone sarebbe stata intestazione didascalicamente perfetta oltreché rendere esemplare servizio alla traduzione ma è un vecchio discorso. Il film di de Aranoa ha due enormi pregi nel panorama del cinema contemporaneo: fa sganasciare davvero (gran merito alla fragorosa prova di Bardem, cui basta un cipiglio e quell'apparente monocorde modular la voce per esprimere Blanco) e un’ambiguità (l'articolato discorso sul capitale oggi) capace di sfruttare il registro del grottesco senza azzerare la realtà di personaggi e processi. Sbilanciato nel finale e non si fa apologo ma…
MEMORABILE: I tentativi di Blanco di "recuperare" Miralles; Le battute-allusioni di Liliana (la "giganta" Amor) nella cena coi genitori a casa del capo; Fortuna.

Rufus68 23/07/22 20:57 - 3966 commenti

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Il film è il veicolo migliore della bravura di Bardem, perfetto nel celare, coi suoi toni credibilmente melliflui, le (apparentemente) innocenti battutine e la finta benevolenza la spietatezza dell’ambizione. Per il resto tutto scorre via senza impacci e sorprese e vera cattiveria, ricalcando con bonomìa l’agrodolce commedia dell’ipocrisia. Qualche caduta nel già visto (le parallele relazioni extraconiugali). Adeguato cast di contorno.

Capannelle 26/09/22 12:39 - 4572 commenti

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Non è che de Aranoa inventi granché di nuovo, però dice cose applicabili a tante situazioni reali con uno stile azzeccato e pungente. In tutto questo Bardem rappresenta un grande interprete ma funziona egregiamente anche il resto del cast, costituito da diverse figure modernamente tragicomiche (l'operaio accampato fuori e la guardia sono sublimi) che si intrecciano con quelle classiche della vita aziendale e familiare. Efficace quindi la scrittura e reattiva la regia nel saltare da una sottotrama all'altra, da un mood all'altro senza perdere la bussola del coinvolgimento.

Gugly 16/03/23 23:47 - 1220 commenti

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"El buon padron" (titolo originale più azzeccato) è un diesel: apparentemente lento ma inarrestabile nel perseguire i propri obiettivi, non si ferma davanti a nulla e quasi mai esprime emozioni; straordinario Bardem a cui basta un'alzata di ciglio per esprimere sconcerto o comunicare l'ipocrisia di uno che vive tra le bilance e soppesa tutto (o almeno ci prova); un valido stuolo di comprimari aiuta nel delineare una vicenda in cui nonostante tutto si ride, salvo poi pensare che il capo "della fabbrichetta" può rappresentare chiunque, discorso ipocrita al cimitero compreso.
MEMORABILE: La faccia di Blanco quando si ritrova la stagista (ex) amante a casa e a lavoro in pianta stabile; L'accoglienza trionfale della commissione.

Magi94 17/04/25 11:07 - 1021 commenti

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Una commedia senza pretese di lotta né di creare del grande cinema autoriale, ma che colpisce in pieno il suo obbiettivo: ridicolizzare la figura del "buon imprenditore" a capo di una ditta di medie dimensioni, molto spesso osannato dalla stampa o dalla morale popolare. Va da sé che Bardem è il mattatore adatto per questo ruolo bonaccione e viscido allo stesso tempo, che ha a cuore i suoi impiegati solo e fintanto che sono funzionali all'impresa familiare. Qualche spassosa esagerazione qua e là per un film da gustare in ogni piccolo grande dramma borghese che attanaglia il patrón.
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  • Discussione Daniela • 2/05/22 14:35
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Galbo, nel tuo commento parli i candidatura all'Oscar  Bardem però è stato candidato quest'anno come miglior attore non protagonista per A proposito dei Ricardo dove offre una prestazione buona ma non all'altezza di quella fenomenale nel film spagnolo.
    In compenso ha vinto con Il buon padrone il premio come miglior attore ai Goya 2022, l'equivalente spagnolo dei nostri David di Donatello. 
    Ultima modifica: 2/05/22 14:38 da Daniela
  • Discussione Zender • 2/05/22 15:32
    Capo scrivano - 48952 interventi
    Vero, ho tolto la frase perché in effetti era fuorviante. Poi Galbo avvertimi se vuoi aggiungere comunque qualcosa riguardo all'Oscar per l'altro film.
    Ultima modifica: 2/05/22 15:34 da Zender
  • Discussione Galbo • 2/05/22 15:50
    Consigliere massimo - 4019 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Galbo, nel tuo commento parli i candidatura all'Oscar  Bardem però è stato candidato quest'anno come miglior attore non protagonista per A proposito dei Ricardo dove offre una prestazione buona ma non all'altezza di quella fenomenale nel film spagnolo.
    In compenso ha vinto con Il buon padrone il premio come miglior attore ai Goya 2022, l'equivalente spagnolo dei nostri David di Donatello. 

    Mi sono confuso, ero convinto fosse candidato per quello, chiedo venia ….
  • Discussione Daniela • 3/05/22 14:04
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    ero convinto fosse candidato per quello
    come avrebbe dovuto, per cui il tuo è stato un lapsus correttivo in senso meritocratico :o)