Quasi niente - Film (2002)

Quasi niente

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/10/09 DAL BENEMERITO LUCIUS
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Lucius 1/10/09 22:00 - 3015 commenti

I gusti di Lucius

Un'estate assolata, un incontro che ti sconvolge la vita. Un film diretto come un pugno nello stomaco, dove il protagonista diciottenne vivrà tutte le paure ed i turbamenti el caso, che lo porteranno ad avere il suo primo rapporto (omo)sessuale. Una regia solare e diretta, come in parte l'ambientazione estiva del film, per una storia senza mezze parole, dove tutto è lecito e ogni tabù viene meno. Un film eccellente.

Pigro 2/04/10 09:23 - 9673 commenti

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Ragazzo gay scopre l'amore durante le vacanze: i due decidono di vivere insieme, ma dopo poco tutto finisce. Altro che "quasi niente"! Ciò a cui assistiamo è nientemeno che una rivoluzione esistenziale: un passaggio d'età che significa l'uscita dalla propria famiglia e la costruzione della propria vita; e poi l'amore e la disillusione, la speranza e la depressione. Eppure, tutto ciò è visto con occhio semplice, minimalista: piccole cose di tutti i giorni, con interpreti normalissimi e quotidiani. Semplice e intrigante.

Galbo 4/11/15 05:52 - 12399 commenti

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A dispetto di un titolo "minimalista", un film sorprendentemente profondo. Sébastien Lifshitz utilizza uno stile spoglio ed essenziale per inquadrare un periodo fondamentale delle crescita di un essere umano, la scoperta della sessualità e le relazioni interpersonali. Un racconto frammentato, che non rispetta un ordine cronologico e che si rivela molto efficace dal punto di vista narrativo. Bella prova del giovane protagonista la cui recitazione è altrettanto sobria e coerente con lo stile della pellicola. Un bel film.

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  • Curiosità Lucius • 11/11/09 01:40
    Scrivano - 9051 interventi
    Un articolo Dal saggio di Adriano De Grandis, Quasi niente quasi tutto dedicato al cinema di uno dei registi francesi più interessanti della scena contemporanea, Sébastien Lifshitz. L’analisi si concentra per lo più sulla caratterizzazione dei personaggi, storie di giovani con un passato oscuro e tormentato, resi dalla vita precocemente non più giovani. La vita "li obbliga a una revisione precoce, a una ricerca ossessiva di un equilibrio prematuro, ma indispensabile, che risiede nel bisogno di codificare gli anni trascorsi, in un riepilogo traumatico dei primi errori, degli iniziali rimpianti" (p. 9). E’ chiaro allora che nel cinema di Lifshitz si possano rintracciare degli stilemi ben riconoscibili e comuni tra un film e l’altro. Tutti i film partono, ad esempio, da una fuga, e si trasformano ben presto in road movie esistenziali, è centrale l’assenza dei padri (come male "necessario" per lo sviluppo delle personalità dannate dei figli), è marcatamente presente una spiritualità dei corpo, anche dura, perché la fisicità è la vera lingua di questi personaggi e anche, a volte, l’unico mezzo per un possibile contatto umano. Stilisticamente (soprattutto in Quasi niente e Wild Side) Lifshitz si immerge a pieno nello sbandamento continuo dei suo ragazzi grazie soprattutto all’uso incondizionato delle ellissi, "in una frammentarietà affascinante e sospesa, che mette lo spettatore nella possibilità di cogliere i diversi, mutanti aspetti dei personaggi". La gioventù diventa allora l’unico tempo possibile della manifestazione dell’io e delle illusioni non consolabili.