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La nostra recensione di I nuovi barbari

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il modello dichiarato è I’INTERCEPTOR di George Miller. Non tanto il primo però (al quale ci si rifà solo per il disegno delle automobili superaccessoriate) quanto il sequel, che impose la moda del postatomico in tutto il mondo. Il Mad Max della situazione è Timothy Brent (pseudonimo dell'italianissimo Giancarlo Prete), il classico “cane sciolto" che non appartiene né alla schiera dei cattivi (chiamati Templars, un gruppo di fanatici sterminatori capeggiati da George Eastman) né alle disperse comunità...Leggi tutto di brava gente che subiscono le scorribande assassine dei Templars. In questo clima post nucleare un po' da barzelletta (la fatidica esplosione atomica si esaurisce nei titoli di testa), a farla da padrone sono le acconciature e i costumi improbabili dei protagonisti, mentre il regista Enzo G. Castellari prova a salvare il salvabile negli scontri; i caratteristici ralenti si sprecano, l'azione è piuttosto concitata e gli effetti speciali si segnalano per la particolare vena splatter: le frecce esplosive dell’altro "cane sciolto" Fred Williamson fanno letteralmente saltare in aria i corpi, le armi delle automobili "truccate" tagliano teste con rara facilità e in generale si segnala un gusto per gli ammazzamenti spettacolari abbastanza curioso. Anna Kanakis (cotonatissima) è l'eroina che affiancherà presto Skorpion (Brent), Iris Peynado si dedicherà a Williamson. Il tutto girato in grande economia, ovvio, ma almeno con una regia in grado di staccarsi leggermente dai tanti squallidi cloni del periodo. Musiche (brutte) dell'ex Goblin Claudio Simonetti.

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Tutti i commenti e le recensioni di I nuovi barbari

TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/08/06 DAL DAVINOTTI
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G.Godardi 18/05/07 16:54 - 950 commenti

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Sebbene non abbia alcuna attinenza coi precedenti Guerrieri del Bronx e Fuga dal Bronx, si è soliti collocare questo film come atto conclusivo di un'ideale trilogia post atomica di Castellari. Qui il modello scopiazzato è però Interceptor, da cui riprende l'icona del personaggio principale, delle gang, automobili e costumi. Ma Castellari, memore degli spaghetti western, infarcisce la storia anche con tematiche uscite da Per un pugno di dollari e il secondo Trinità. Per una volta la resa fotografica è ben supportata da una coerente aderenza narrativa.
MEMORABILE: Il finale che cita a sua volta quello di Per un pugno di dollari.

Daidae 19/02/09 18:17 - 3340 commenti

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Gustoso postatomico di Castellari. Il suo solito cast (Prete, Vanni, Ennio Girolami) e la partecipazione di Williamnson, Montefiori e altri caratteristi tipici dei postatomici assicurano un'ora e mezzo di buona azione. Totalmente fuori luogo la figlia di Castellari, da buttare anche alcuni effetti speciali (sopratutto la decapitazione nei primi 20 minuti). Ottime invece le scene con le esplosioni e le teste che volano. Più che discreto.
MEMORABILE: Le teste che saltano in aria, il rituale di Montefiori.

Homesick 21/02/09 18:41 - 5737 commenti

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Brullo post-atomico mischiato al western in cui Castellari, pur nella ristrettezza di mezzi, riesce a piazzare qualche bella scena d’azione, di combattimento e di speronamento tra automobili taroccate. L’impronta del “genere” è lasciata in una scena riguardante un rituale di iniziazione con sodomia. Nel cast giganteggiano Montefiori e Girolami; Prete si prodiga in corse spericolate e armi da fuoco, Williamson con l’arco e il piccolo Frezza con la fionda. Esornative la Kanakis e la Peynado. Si guarda volentieri.

Undying 25/05/09 20:42 - 3807 commenti

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Sulla falsa riga dei precedenti post-atomici (1990 I guerrieri del Bronx e seguito), Castellari dirige un ideale capitolo conclusivo, terribilmente debitore del più noto (e costoso) Interceptor. Le auto armate con eliche, trapani e lance, utilizzate al meglio per infliggere decapitazioni, impalamenti ed altre stravaganti scene gore, sono derivate dal film diretto da George Miller qualche anno prima. Soprassedendo sulla ridicola trama e sulla messa in scena, aggravata da un budget davvero inconsistente, come sempre è la magica mano di Castellari che infonde adrenalinico taglio ad un film modesto.

Mco 5/01/10 17:56 - 2404 commenti

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Segmento che si fa confluire a ideale epilogo di un'altrettanto ideale trilogia postatomica castellariana, dopo 1990 e Fuga dal Bronx, ancora improntata a realtà dominate dalla legge della foresta (cogliete analogie tra debellamento indiani e debellamento da parte dei Templars?) e macchine tecnologicamente avanzate a far vece di nobili cavalli. Prete e Eastman si amano, si odiano, si rispettano in un contesto sporco sino all'inevitabile redde rationem. Kanakis da applausi per le sue mises...

Disorder 8/06/11 13:55 - 1416 commenti

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Ennesimo post-apocalittico anni 80, molto simile al capostipite Mad Max ma questa volta contaminato anche dal western Leoniano. Comunque è il solito prodotto a base di inseguimenti in motocicletta e dune-buggy, con effettacci trash a iosa e coi soliti guerrieri futuristici conciati peggio dei Rockets. Anche una citazione da Per un pugno di dollari nel finale (il protagonista sorprende i nemici nascondendosi un'armatura sotto il mantello!). Molto trash ma comunque, grazie anche al ritmo elevato, non ci si annoia troppo...
MEMORABILE: La "terribile" arma segreta dei Templars: una ventola tranciatutto che sporge dal dune-buggy (gira pianissimo in realtà, ma farà saltare molte teste!)

Herrkinski 3/09/11 00:03 - 8705 commenti

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Non che il modello Interceptor avesse un budget tanto più alto, ma qui siamo proprio allo zenith dell'artigianato italico! Castellari gira praticamente un film intero in una cava di sabbia, con qualche macchina da rottamare, qualche pezzo di lamiera e qualche vestito "futuristico" assemblato alla bell'e meglio; miseri anche gli effetti sonori e gli SPFX (qualche scena splatter risibile). Cast di glorie del cinemabis, musiche da videogioco anni '80 di Simonetti. Nella media (mediocre) di altri postatomici italiani dell'epoca, seppur guardabile.
MEMORABILE: Montefiori tiranno sodomizzatore (!); l'elica che decapita i malcapitati; le acconciature inguardabili della Kanakis.

Pinhead80 7/05/13 21:27 - 5411 commenti

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Pensavo che con I guerrieri del Bronx Castellari avesse raggiunto i suoi minimi storici, invece dovevo ancora vedere I nuovi barbari. Un film pessimo sotto tutti i punti di vista, in cui mi sento di salvare solo Montefiori nei panni di un tirannico sodomizzatore. Il resto è davvero poca cosa. I protagonisti sono poco credibili a partire dagli abiti che vestono e la sceneggiatura imita in malo modo film di ben altra caratura. Sconfortante.

Jdelarge 22/02/16 19:22 - 1000 commenti

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Particolare e bizzarro, questo film offre a Castellari la possibilità di rendere credibile (con successo) l'incredibile. I costumi e la recitazione, infatti, sembrano da subito di livello insufficiente, ma col passare dei minuti ci si rende conto che con uno sforzo si può andare oltre, cercando di cogliere il simbolismo religioso che permea tutto il film: e così, in un mondo ormai distrutto dal peccato umano, la via di salvezza sembra rappresentata dalla famiglia, nel suo aspetto privato, ma anche pubblico, di comunità.

Minitina80 9/08/17 10:56 - 3210 commenti

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Fantascienza di fabbricazione italiana il cui grosso limite risiede nella pochezza di mezzi con il quale è stato realizzato, che sfiora il minimo sindacale. A tratti sembra realizzato da un gruppo di amici in cui ognuno mette quel poco di suo che riesce a fare. Il set è praticamente un terreno di campagna abbandonato in cui Castellari non fa venire meno il mestiere di girare inseguimenti e scontri. Un appassionato lo può guardare, per il resto è un film ormai fuori dal tempo che difficilmente potrà essere riproposto.

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Schramm 18/08/19 15:44 - 4002 commenti

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2019, nell'A.D. (Anno Disgrazia: crono-gratgrat) co-scampanato da Fra Martino, dal cui din-don-dan riverbera incipit, ¼ di cast, vetture linea Gig, vestigia che Zero rosica e hair-styling da incubo Pantene. Non dicendo granché e dicendolo d'un male che non si può immaginare e figurarsi vedere, sta alle maestranze mettere le pezze sulle pezze: lo score da hard mid-70’s distrae da f/xyz che mal ovviano a un action da spot Mattel e motti da segno della croce in animoticon. Ma è proprio la liminalità tra pacchia e pacchianeria che muove a sghemba simpatia. Qua e là, ben inteso, e proprio volendo.
MEMORABILE: L’angelico visino di Frezza, che nel contesto ci sta come il sale nel caffè

Rufus68 12/09/21 23:01 - 3958 commenti

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Postatomico girato con due spicci, un occhio a Mad Max e l’altro al primo Morricone. Il risultato, causa budget, è a volte imbarazzante (la testa mozzata, gli spari da videogioco d’antan), ma non è così per il tono cupo che l’accompagna: Montefiori, capo di una setta nichilista che brama l’estinzione del genere umano, vanta una certa rilevanza tragica. E l’omosessualità latente fra i due protagonisti insinua altri elementi di disturbo in una trama da western basico. Pessimo il moccioso, bonissimo il comparto femminile.

Pessoa 9/01/22 19:20 - 2476 commenti

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Posta apocalittico di Castellari che sembra più una caricatura che un'imitazione dei modelli più celebri, principalmente a causa del budget ridotto all'osso. La mano del regista si vede in qualche sequenza, che riesce ad emergere dalla pochezza generale anche grazie al mestiere degli attori, quasi tutti esimi esponenti del nostro cinema di genere. Inutile cercare un senso nella vicenda, sceneggiata con molta approssimazione e raccontata con un ritmo piuttosto lento. Non succede molto, e il poco che succede sembra di averlo già visto. Solo per completisti o inguaribili nostalgici.

Buiomega71 15/08/24 00:14 - 3103 commenti

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Castellari adombra il post atomico con il suo stile ruvido e riconoscibile (non solo per i ralenti): trascinato nel fango come Keoma, i dettagli alla Grande racket sulla gang dei Templars mentre Montefiori si prodiga in sodomie omo di verhoeviana memoria, gli scontri a fuoco del Bronx, corpi che esplodono e teste mozzate. Il suo è un Mad Max poveristico (squallide e brulle le location bucoliche), sottolineato dal ritmato score simonettiano. A parte le macchinette mal bardate e l'odioso bambinetto di Frezza, la muscolarità castellariana salta fuori in momenti di gran cinema d'azione.
MEMORABILE: La straordinaria uccisione di Ennio Girolami con la faccia ridotta a un hamburger; La letteratura al macero come in Bradbury; Le frecce esplosive.
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  • Musiche Zender • 5/02/10 09:33
    Capo scrivano - 48854 interventi
    La colonna sonora completa del film firmata da Claudio Simonetti è stata inserita dalla Beat in una compilation del 2000 comprendente anche la colonna sonora composta da Walter Rizzati per "1990 - I guerrieri del Bronx".

  • Homevideo Digital • 7/09/18 19:14
    Portaborse - 4144 interventi
    Dubito che il blu ray americano abbia il solo audio italiano e non come prevedibile il solo doppiaggio inglese..Staremo a vedere..
  • Homevideo Buiomega71 • 7/09/18 19:17
    Consigliere - 27103 interventi
    Digital ebbe a dire:
    Dubito che il blu ray americano abbia il solo audio italiano e non come prevedibile il solo doppiaggio inglese..Staremo a vedere..

    Di solito la Blue Underground mette l'italiano anche nei film NON italiani (vedi Maniac o Vigilante).

    Di contro è anche vero che l'audio italico non sempre c'è (vedi la bellissima edizione Blue Underground di Manhattan Baby, che ha quasi tutte le lingue fuorchè l'italiano)

    Anche la regione dovrebbe essere errata (la label è region free)

    Staremo a vedere...
    Ultima modifica: 7/09/18 19:34 da Buiomega71
  • Homevideo Zender • 8/09/18 08:24
    Capo scrivano - 48854 interventi
    Eran già usciti tutti e tre singolarmente in bluray per la Blue Underground ma SENZA audio italiano, per l'appunto. Strano che ce lo aggiungano ora, vedremo...
  • Curiosità Buiomega71 • 15/02/19 10:51
    Consigliere - 27103 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 19 dicembre 1989) di I nuovi barbari:

  • Discussione Buiomega71 • 15/08/24 10:39
    Consigliere - 27103 interventi
    Rassegna estiva:
    Postatomica-L'estate italiana del dopobomba
     

    Castellari (anche con un budget risicatissimo messogli a disposizione dal Fabrizio De Angelis post Fulci) adombra il post atomico con il suo stile ruvido e riconoscibilissimo (e non solo per i ralenti): trascinato nel fango come Keoma, le sparatorie e gli scontri in puro Bronx style,  i dettagli sulla gang dei Templars in modalità Il grande racket, mentre il possente (e sempre incisivo ) Luigi Montefiori si prodiga in uno stupro omo (ai danni di Giancarlo Prete, sorta di Kowalski del futuro prossimo venturo) di verhoeveniana memoria, e le ritualità funebri di 1990.

    Il Mad Max castellariano vive di momenti registicamente straordinari (la morte di Ennio Girolami, una sottospecie di Welz, con la faccia ridotta ad un hamburger, con Prete che le spara attraverso la parete, in un'abilità tecnico/narrativa che rimanda al Giorno del cobra) e del cinema muscolare dell'autore di Keoma (l'impianto western surclassa la post apocalisse), sottolineato dal ritmato score simonettiano, piuttosto anonimo rispetto ad altri suoi lavori, ma sempre gradevole all'orecchio.

    Ambientazioni brulle, spoglie e squallide della campagna romana (che, paradossalmente, danno riverberi suggestivi della desolazione post atomica) dove non può mancare la solita cava con laghetto, un cattivo fighissimo impersonato da uno straordinario Montefiori sempre sul pezzo (ormai eccellente habituè  in quasi tutti i post atomici all'amatriciana) dalle sfumature gaye e con l'ossessione di mandare al macero la letteratura come insegna il futuro dispotico di Ray Bradbury (la bibbia strappata con disprezzo), corpi che esplodono letteralmente, teste mozzate, motociclisti decapitati, frecce esposive scoccate da un Fred Williamson ammantato dalla luce divina da dio della guerra.

    Tolto il Castellari touch (che si ritaglia pure un ruolo cameo nella parte dell'uomo morente che supplica Prete di finirlo), emergono i difetti: uno script banale e abborracciato, l'insopportabile bimbetto di Giovanni Frezza, un finale sbrigativo, le penose macchinette mal bardate con accessori da poveristico 007, gli effetti sonori da cartone animato, il terribile scudo anti proiettile che non sfigurerebbe in uno spettacolo da gay pride e l'inutile parentesi "amorosa" tra Williamson e una legnosa Yris Peynado.

    E se la perfezione latita drasticamente e se non bastasse l'animo castellariano, rimane la bellezza e l'aura da dea di Anna Kanakis e i costumi della "tribù" dei Templars, misto punkettoso/lucasiano tra creste alla Classe 1984 e le armature degli stormtrooper.

    E aldilà di tutto, quello che davvero resta, e la pura essenza del cinema di Enzo G. Castellari.

    Negli Stati Uniti distribuito dalla New Line Cinema con il titolo Warriors of the wasteland
    Ultima modifica: 15/08/24 11:44 da Buiomega71