Tognazzi fa il sardo e lo fa bene. Il titolo del film è perfetto: tutto ciò che accade, il comportamento dei personaggi (dai più colpevoli ai più innocenti) è legato, a volte molto stupidamente (aggiungo io che sardo non sono) a una questione di onore, o meglio ad un'idea molto arcaica (si spera arcaica) e assoluta di ciò che si crede onore, soprattuto agli occhi degli altri, fino all'eccesso parossistico e fatale. Ben realizzato e ben interpretato, con una brava Macchiavelli, credo al suo esordio. Un'Italia tra Sardegna e continente.
Ambientato in una Sardegna descritta come terra di frontiera a metà tra la Sicilia e il west, una commedia ricca di spunti umoristici surreali e talvolta bizzarri che gioca in maniera volutamente eccessiva con certi luoghi comuni e con certe "tradizioni" sul solco di certo Germi ma con il pedale premuto sul versante umoristico. Tognazzi volenteroso nel parlare sardo, menzione speciale per Trieste.
La Sardegna: isola immota e fuori dal tempo, lacerata da faide, rituali e le questioni d’onore del titolo. L’aspro paesaggio contribuisce ad una descrizione attendibile, che Zampa commenta con la voce del cinema politico-civile facendo parlare la figura tragicomica di un buon Tognazzi; e infatti si ride, ma sempre sul filo dell’amarezza e dell’indignazione. Di austera venustà la Machiavelli, che fornisce pure una valida prova recitativa. Colonna sonora stile western – e il parallelo con il selvaggio West è voluto sin dai titoli di testa - di Bacalov.
MEMORABILE: Il ritorno a casa di “zio Agostino l’ergastolano”; le serenate; il cerimoniale in cui le matrone aspergono Tognazzi con il latte delle loro mammelle.
Zampa tenta di affrontare la Sardegna delle faide familiari con approccio simile a quello esperito in Sicilia dai maschilisti di Germi o dai mafiosi di Lattuada: ne risulta una maldestra commedia drammatica, tutta imperniata sul parallelismo Sardegna/Far West (urlato fin dai programmatici titoli di testa) che non riesce né a far ridere né a essere graffiante. Tognazzi e Fabrizi assolutamente fuori parte come sardi, stranamente battuti in credibilità dal francese Blier.
MEMORABILE: Tognazzi viene scaricato ricevendo una pecora come indennizzo.
Abbastanza noioso e troppo lungo. Zampa rappresenta un tema inflazionato nella cinematografia italiana e lo fa in maniera poco originale. I personaggi diventano delle macchiette spesso poco credibili. Restano alcune scene ben strutturate, oltre a buone ambientazioni. Tognazzi non convincente in un ruolo che "geograficamente" non gli appartiene. Bravo Blier.
Mezzo passo falso di Zampa che tenta l'avventura sarda e rimane invischiato nel codice barbaricino. Il confronto fra la legge e l'onore non riesce ad andare oltre la macchietta e i pochi momenti godibili si devono alla grande prestazione attoriale di Tognazzi che coglie tutte le sfumature del suo personaggio. Buone anche le prove della Machiavelli e di Blier, penalizzati da una sceneggiatura priva di mordente. Funzionano meglio i momenti comici, ma nel complesso resta un prodotto appena sufficiente in cui la vera Sardegna non emerge.
MEMORABILE: La gara di testate; La prostituta che si nega; Il finale.
Un ibrido né carne né pesce: non è commedia e nemmeno una parodia; alla fine della fiera non rileva neanche come satira poiché ciò che Zampa mostra sui costumi ancestrali sardi della faida è volto in macchietta regionale per gran parte della pellicola. La seconda parte, poi, si avvita in una aneddotica che vorrebbe essere brillante, ma è solo noiosa. Tognazzi fa quel che può: alla lunga non convince; meglio Blier, graziosa la Machiavelli.
Mite bracciante testa dura si trova coinvolto suo malgrado in una faida familiare che dura da oltre 150 anni. Spostando l'ambientazione dalla Sicilia alla Sardegna, Zampa tenta un'operazione analoga a quella brillantemente portata a termine da Germi pochi anni prima, cioèutilizzare le armi della commedia e dal sarcasmo per stigmatizzare una mentalità legata ad un concetto arcaico dell'onore, Il risultato è compromesso dall'imperfetta padronanza del registro grottesco che vira troppo sul macchiettistico: si tratta però di un film con alcuni spunti gustosi legati ai costumi locali.
Bellissimo film dell'ottimo regista Luigi Zampa che ancora una volta riesce a mescolare bene momenti comici (la gara di testate con il sale) ad altri più drammatici. Notevoli le ambientazioni sarde di fine anni Sessanta, ottimo il cast (su tutti Ugo Tognazzi), buona anche la prova di una giovane e bella Nicoletta Machiavelli. Un film sicuramente da riscoprire e rivedere.
Un bracciante si trova invischiato in una faida tra due famiglie. La descrizione stereotipata degli usi e costumi sardi all'interno di una storia grottesca (fino a un certo punto). Se all'inizio i toni sono più folcloristici, la trama diviene poi più seriosa, tra latitanze e omicidi. Tognazzi interpreta un poveretto che rimane fregato e dimostra una certa dignità; la Machiavelli si fa notare. Discrete musiche di Bacalov, con qualche eco morriconiano.
MEMORABILE: L'asino come mezzo di trasporto; Il carabiniere al seguito; La confessione in dialetto.
Luigi Zampa HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Efisio Mulas è talvolta usato come tipico, generico nome di sardi, un po' come Giobatta Parodi, Ambrogio Brambilla, Gennaro Esposito per genovesi, milanesi e napoletani. E' lo pseudonimo di un noto critico cinematografico nella trasmissione "Hollywood party" in onda su Radiotre tutti i giorni tranne il sabato alle 19.00. La domenica propone il "cinema alla radio".