Gennareniello - Corto (1978)

Affine per certi versi a Natale in Casa Cupiello (alcuni nomi sono gli stessi), anche questo atto unico celebra le disillusioni e la ricerca di evasione dalla cruda realtà del protagonista che però si stemperano nel tema classico della bella dirimpettaia. Il finale è amaro ed affettuoso allo stesso tempo, mentre il figlio "tardo" è la bocca delle verità che nessuno vorrebbe sentire. Interessante la scenografia.

Don Gennaro, maturo e squattrinato inventore, corteggia la smaliziata vicina di balcone, un po' per sua velleità ed un po' sospinto da presunti amici. Anche la moglie si lascia trascinare dal gioco orchestrato da coloro che, per incoscienza e per cattiveria, finiscono per farne uno zimbello. Solo nel finale, donna Concetta restituisce al marito la sua dignità. E "Gennareniello" si rende conto della sua stessa scempiaggine. Collaudata la coppia Eduardo-Pupella Maggio, una volta tanto Uzzo non interpreta un personaggio accigliato. Gradevole.

Atto unico non indispensabile nella teatrografia di Eduardo ma interessante, con un buon bilanciamento di momenti comici e altri più seriosi. I duetti tra Eduardo e la Maggio ricordano la coeva registrazione di Natale in casa Cupiello, così come l'esilarante personaggio affidato a Luca. Sicuramente da vedere almeno una volta.

Brioso sebbene immaturo capitolo giovanile eduardiano venato di toni e accezioni pirandelliane coniugate a un ancora irrinunciabile gusto farsesco, smorza con già sapiente ed efficace forza espressiva il carico di canzonatoria comicità della fase iniziale con un guizzo di nevrosi risolutiva, in realtà unica testimone del sincero amore/ordine coniugale non definitivamente deflagrato. Pur anticipando i temi del capolavoro familiare, l’opera appare eccessivamente frettolosa nel voler risolvere i suoi conflitti interni. Superbe le interpretazioni, brillante il finale metateatrale.