Interessante, non indimenticabile. Vedere Eduardo De Filippo è sempre una festa per gli occhi e per la mente. Ciò vale nella prima parte del film, quando le cose funzionano bene, ma vale pure nella seconda, quando la retorica purtroppo diventa non trascurabile ed inficia il
risultato finale, comunque gradevole. Per impersonare l’ingegnere del Nord, ben lontano da Napoli, sono andati addirittura a prendere Frank Latimore, dal Connecticut…
Commedia agrodolce (più dolce che agro) con un Eduardo De Filippo istrione, che con la sua bravura oscura il resto della comitiva attorica, a parte il suo amico Milanese, che quando parla in dialetto è davvero notevole. La sceneggiatura è buona e i napoletani che, all'inizio, sembrano quasi degli alieni, creano molte situazioni divertenti, nonostante i luoghi comuni (nessuno crede che vogliano lavorare). Verso la fine perde qualche colpo e si esagera un po' (le chiamate in tutto il mondo ai parenti), ma resta piacevole e piuttosto originale.
MEMORABILE: Eduardo De Filippo al gruppo di napoletani: "Qui ci danno un lavoro vero. E' possibile che si mangi tutti i giorni".
Non mi ha convinto: a Napoli si direbbe che è troppo lasco, ovvero allungato, slavato... Certo ci sono molti spunti eduardiani (addirittura il protagonista si fa chiamare sindaco del rione) e ogni volta che il protagonista è in scena è sempre un bel vedere ed un bel sentire (la tirata sui luoghi comuni); però rispetto ai lavori teatrali mi sembra che manchi di incisività, vuoi per la voce narrante fuori campo, vuoi per l'eccessiva coralità. Minore.
Da Napoli a Milano per chiedere astutamente denaro, poveracci ricevono non soldi ma offerte di lavoro, subito accettate. Il film ha due grandi pregi. Il primo è quello di riuscire a rappresentare le due città a pochi anni dalla fine della guerra e lo slancio economico con connesse questioni (tuttora aperte) di carattere sociale (immigrazione e integrazione), nonché un’inedita fotografia della fabbrica e del rapporto operai-padroni. Secondo pregio: è una bella storia tipicamente eduardiana, un apologo morale travestito da paradosso partenopeo.
Eduardo De Filippo alla regia e attore di un film molto caruccio, un po' prolisso (difetto di un teatrante quale Eduardo) ma di sicuro effetto. La storia potrebbe essere benissimo dei giorni nostri, la morale sempre presente nei lavori di De Filippo è consolante. Fa molto piacere vedere un Eduardo molto energico e risoluto, che domina tutto e tutti. Sanipoli è giusto. Frank Latimore from Darien, Connecticut, Usa, perché nell'opera "De pretore Vincenzo" DIO parla italiano, quindi, un milanese deve essere americano.
MEMORABILE: Eduardo non riesce ad acclimatarsi e continua a lamentarsi per il freddo
Pensavo meglio, dal ricordo di una visione parziale di circa dieci anni fa. La regìa di De Filippo è un po' grezza, ed il carico di luoghi comuni è tale che ha finito per rovinare almeno in parte il film. Ci sono i soliti napoletani truffaldini ma dal cuore d'oro ed i soliti milanesi che pensano solo a laurà, detto in poche parole. E la storia romantica a latere tra l'ingegnere meneghino e la commessa napoletana è dimenticabilissima. Particina per Alessandro Tedeschi.
Se nel 1861 l'unità di Italia era compiuta (De Filippo lo ricorda con la famosa casa dove soggiornò Garibaldi), circa cento anni dopo si potevano ancora delineare profonde differenze tra un nord industrializzato e un sud che faceva fatica a decollare. Anni cinquanta, boom economico ed emigrazione tentavano di sollevare il paese e le persone da una instabilità galoppante. I protagonisti della pellicola capeggiati da un monumentale De Filippo ci fanno immergere in quello spaccato storico diffice, reale e tuttora ancora presente. Neorealismo puro.
MEMORABILE: Il gruppone di finti parenti delle vittime in marcia dalla stazione centrale di Milano verso la sede della società milanese.
Un film sorprendente, dove Eduardo riesce a smarcarsi benissimo dall'origine teatrale delle sue altre pellicole, con una regia davvero buona e una storia sempre in bilico tra il farsesco e l'amaro. Lui si ritaglia un ruolo su misura per le sue eccezionali doti d'istrione ed è azzeccata la mossa di reclutare molti attori non professionisti per le parti di contorno. Notevole anche la morale (in fondo la stessa del fenomeno Benvenuti al Sud ma 50 anni prima).
Gran bella favola di Eduardo che si diverte a frantumare i luoghi comuni fra Sud e Nord con interessanti quadretti sociali. Certo, per rendere il tema universale bisognerebbe decontestualizzarlo, operazione in questo film non sempre facile visto l'uso abbondante di stereotipi ormai superati. Rimangono comunque messaggi forti che restano credibili anche sullo schermo e l'ennesima grande prova di attore di Eduardo. Bravi anche la Ferrero, Sanipoli e Frank Latimore, che si era già distinto in Core 'ngrato di Brignone. Vale la pena!
Affresco sulla realtà milanese del secondo dopoguerra, con un tentativo (più che riuscito) di sfatare i fastidiosi luoghi comuni che da sempre contraddistinguono il Belpaese. L'intelligenza di De Filippo può riassumersi nella sua ideale linea di congiunzione tra nord e sud, sostituendo i tram ai treni. C'è anche la componente sentimentale, l'amore che sboccia fregandosene dei pregiudizi e ovviamente c'è una dura rappresentazione delle condizioni di vita tutt'altro che agevoli degli immigrati napoletani. Immarcescibile.
MEMORABILE: Il (finto) pianto dei (finti) parenti delle vittime del crollo della casa.
Eduardo De Filippo HA DIRETTO ANCHE...
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L'ho visto tempo fa.Interessante anche se pullula di luoghi comuni ma forse é questa l'anima del film,uno spaccato sulle differenze culturali dove i protagonisti,pur avendo cambiato residenza,mantengono vive abitudini e modi d'essere.Eduardo de Filippo Napoletano D.O.C.
Maineng ebbe a dire: L'ho visto tempo fa.Interessante anche se pullula di luoghi comuni ma forse é questa l'anima del film,uno spaccato sulle differenze culturali dove i protagonisti,pur avendo cambiato residenza,mantengono vive abitudini e modi d'essere.Eduardo de Filippo Napoletano D.O.C.
Sono d'accordo. Per certi versi la sua forza è anche il suo limite.
p.s. Una piccola curiosità. Utilizzi una tastiera senza le vocali accentate?
DiscussioneGugly • 24/07/08 10:47 Archivista in seconda - 4712 interventi
Posto che il motivo principale per il quale Eduardo faceva film era prettamente economico, rimane che i soggetti di cui è autore e regista come in questa occasione rimangono come annacquati, quasi che l'impossibilità di concentrare l'unità di tempo e azione nei canonici trea atti del palcoscenico lasciasse il drammaturgo perplesso e indeciso sulle strade da intraprendere...detto questo, ogni volta che il protagonista appare, decisamente buca lo schermo :)