L'ennesimo thriller che racconta le gesta di Jack lo Squartatore. In questa versione diretta dello specialista del low-budget Jesús Franco, i panni del medico folle che imperversa nella Londra di fine Ottocento sono vestiti da Klaus Kinski, altro grande eroe del cinema bis. Il suo Jack è un uomo dallo sguardo sfuggente, perennemente distratto da pensieri di morte che gli impediscono di avere normali rapporti sociali. Apparentemente è un gentiluomo, un benefattore amato dalla padrona di casa e dai suoi pazienti, in realtà con le prostitute che rapisce e uccide non dimostra alcuna pietà. Franco inserisce poi nel film alcuni suoi “topoi”: il pescatore che pretende di parlare solo con l'Alto Commissario,...Leggi tutto il doppio identikit, la barca e il fiume (tutte cose già viste fin dai tempi del DIABOLICO DOTTOR SATANA), donando a EROTICO PROFONDO il suo stile inconfondibile. Che qui, complice anche una splendida fotografia capace di esaltare i giochi di luce nel buio quasi costante e scenografie assai più curate del consueto, ha modo finalmente di brillare. Si notano il piacere nel disegnare con arguzia le figure di contorno, i dialoghi inusuali, la ricerca nelle inquadrature particolari... Purtroppo c'è sempre una lentezza di fondo che appesantisce quasi ogni scena, con inutili prolissità e balletti da night club tirati per le lunghe. Franco conserva insomma molti dei suoi difetti, ma se non altro mostra una discreta competenza e a tratti (come nell’inseguimento al parco) sa trovare le giuste atmosfere. Il finale lascia un po' l'amaro in bocca, come il film stesso, ma il Jack di Kinski è originale è ben delineato, così come lo è l'indispensabile figura del cieco.
Una delle pellicole più "cinematografiche" dirette dal regista spagnolo in trasferta tedesca. Il tema non è cavalcato in maniera storica, ma la perversa ed efficace figura del dottore killer perché turbato da una madre peripatetica, è resa da Kinski in maniera ineccepibile. A Lina Romay, abitué (nonché coniuge) del regista, spetta la parte venata di erotico (mostra le natiche in un volgare club e viene brutalizzata ed uccisa dallo "squartatore" in una suggestiva sequenza notturna nel bosco). Poco erotismo e tanta atmosfera per un film godibile.
Discreta pellicola franchiana, che si contraddistingue per una fotografia limpida, ricercata, elegante che investe il film di un'aura di classicità. Contenuti (ma comunque presenti) l'erotismo e il gore; non mancano tocchi visionari, come negli incubi che ossessionano il protagonista. Kinski dà anima e corpo ad un Jack lo Squartatore al contempo galante, pensieroso e spietato.
Una delle migliori opere di Franco, che confeziona il film con notevole eleganza potendosi avvalere del grande Klaus Kinski nel ruolo di Jack Lo Squartatore. Non mancano gli effettacci di sangue, ma il sesso (rispetto al target franchiano) è notevolmente ridotto, né si guadagna in atmosfera, anche se la povera Lina Romay si mostra nudissima e fa una bruttissima fine (e meno male che è la moglie del regista!!!). Adeguato il tema musicale. Se lo si osserva il finale non è così pessimista.
Film tutto sommato atipico nella filmografia del regista, che decide di dare la sua versione di una storia classica, come già fatto con Il Conte Dracula. Kinski offre una performance dignitosa ed elegante, mai sopra le righe e gli interpreti di contorno sono tutti di buona caratura. Franco gira a Zurigo ma riesce a farla sembrare Londra, anche grazie a suggestive riprese notturne, peraltro graziate da giochi di luce di grande effetto e da una fotografia nitida e quasi patinata. Il titolo italiano non c'entra proprio: di erotico c'è ben poco!
Discreta trasposizione cinematografica delle "gesta" di Jack lo squartatore che è anche una delle pellicole più sobrie e "tradizionali" tra tutte quelle girate dal regista spagnolo. Confezione molto professionale, cosa piuttosto rara per gli standard di Franco, con una menzione particolare per la bellissima fotografia.
Con buona pace di certe patinate trasposizioni moderne, Franco riprende il macabro fatto di cronaca londinese e ne fa uno dei suoi film migliori, in un periodo di fertilità artistica in cui era persino possibile trasformare Zurigo in Londra senza bisogno di supporti digitali. La versione di Franco è un dramma teso, angoscioso e torbido, dalla furbesca influenza argentiana, che culmina nelle formidabili interpretazioni di Kinski e di Gaguler, strepitoso nel ruolo-chiave del "testimone non oculare". Il finale frettoloso gli nega i 4 pallini.
MEMORABILE: I fumi di Londra ricreati nei vicoli di... Zurigo!
Misurato thriller con variante sul tema cinematograficamente abusato di Jack lo squartatore. Ancor più calibrato se si pensa agli abituali eccessi della regia di Franco e delle interpretazioni di Kinski, che si cala invece quasi reverenzialmente nei panni dell'antesignano del killer seriale moderno. Dal canto suo il multiforme dirèctor, in trasferta svizzera, cuce con perizia (e franchi) una sorta di remake del suo Diabolico dottor Satana, alternando pathos, humour (le prostitute e la beghina) squarci gore, eros (notevoli performances della Romay e della Chaplin).
MEMORABILE: La padrona di casa premurosa che offre il thè ad un Kinski in fregola di sangue; La grande interpretazione di Gaugler nel tòpos del testimone cieco.
Jack the Ripper, anima nera e figlio degenere del puritanesimo vittoriano è un mito perché è un mistero: ogni regista può attribuirgli l'identità che più gli aggrada, e in questo Franco si mantiene nelle righe, donandogli gli occhi smarriti e i tratti angolosi di Kinski, medico pietoso dall'edipo irrisolto. La componente erotica dell'ossessione omicida è più suggerita che esibita; attorno al luminoso mostro svolazzano come falene una schiera di figure bizzarre, patetiche, inquietanti, stridule. Le sequenze "gore" hanno cornici stranianti: il bosco, la serra di piante esotiche. Malinconico.
MEMORABILE: L'inseguimento di Lina Romay nel bosco.
Una delle pellicole più interessanti realizzate sulla storia di Jack lo squartatore. Atmosfere, colori, cura dei dettaglii... un connubio di paura nella old London. Diverse trovate geniali (la mano ripescata, il bacio sul finire della vita, con conseguente penetrazione del cadavere) per un film visionario e impietoso, come la mente di Jack. Vi sorprenderà.
Una fotografia sorprendente, una buona scelta delle location e una regia insolitamente sobria al servizio di una sceneggiatura povera e ripetitiva. Uno stanco susseguirsi di omicidi (gore quello della Romay) e snervanti indagini poliziesche, il tutto chiuso da un finale aperto e sbrigativo. Di erotismo profondo ce n'è poco (qualche nudo e stupri in cui Kinski nemmeno si toglie il mantello), ma il vero problema è l'assenza di un intreccio degno di questo nome. In definitiva trascurabile, ma salvato da Kinski e da una confezione di tutto rispetto.
Eccellente trasposizione franchiana delle gesta del noto killer vittoriano, in cui un fantastico Kinski dà vita a uno Squartatore tormentato, tragico, forse più vittima che carnefice, capace di suscitare orrore e pietà al tempo stesso. Notevoli le analogie con il Maniac di Lustig: Kinski/Orloff ricorda non poco Spinell/Zito per la sua tragicità, la misoginia, l'amore/odio per la madre defunta (sebbene il rapporto tra i due nel film sia poco approfondito) che tormenta costantemente i suoi incubi... Uno dei migliori film di Franco, assolutamente da vedere.
MEMORABILE: Gli sguardi di Kinski; Le uccisioni nel bordello e nel bosco; L'anziana signora al commissariato che si scandalizza a sentir parlare del ciclo mestruale.
Ecco un'ipotesi investigativa sullo squartatore più misterioso di tutti i tempi, che ha qui il volto scavato e inquietante di Klaus Kinski. Ci sono una misoginia con le sue ragioni psicologiche e una dimensione storica piuttosto suggestiva; per il resto una regia non all'altezza, per una storia del tutto prevedibile e che assomiglia anche a quella di Dr. Jekyll e Mr. Hide. Pepano il tutto qualche scena erotico-morbosa e parolacce varie...
In questo film Jack the ripper rivela la sua identità sin dall'inizio: è Klaus kinski che, con il suo volto, non è il solito assassino insospettabile fino alla fine. E' un maniaco malato che uccide per motivi psicologici, lasciandosi andare anche ad atti sessuali con le sue vittime. Non è sicuramente un film che cerca una certa verità storica. Le soluzioni della trama ricordano quelle di pellicole precedenti di Franco, come Il diabolico dottor Satana. Il finale è aperto per un'opera a suo modo originale, nella filmografia dello squartatore.
Franco è davvero il regista degli eccessi: dai deliri psichedelici (a volte spinti verso il ridicolo insensato) stavolta passa a un'apprezzabile continenza (sin troppa, forse). Certi caratteri (il cieco) sono un po' risaputi, il ritmo è basso, ma una certa arietta morbosa (che trova l'apice nella sequenza con la Romay) aleggia per tutto il film. Kinski perfetto per il ruolo (sin troppo, forse). Senza sorprese.
Anche Franco dice la sua su Jack lo Squartatore e lo fa in uno dei lavori meno eccessivi della sua sterminata filmografia: l'erotismo e il gore sono abbastanza contenuti (ma la sequenza con la Romay è piuttosto forte), la confezione elegante (splendida la fotografia), i dialoghi ben studiati. Perfetto Kinski nei panni dell'assassino glaciale ma non privo di tormenti, buone anche le prove della coraggiosa Chaplin, di Mannkopff (l'ispettore di Scotland Yard) e soprattutto di Gaugler (il testimone cieco). Peccato che il ritmo risulti un po' lento.
MEMORABILE: Gli omicidi; Le testimonianze del cieco; Il confronto al commissariato; Il finale.
Da una rivisitazione di Jack lo Squartatore condotta da due personaggi come Kinski e Franco ci si poteva attendere l'apoteosi dell'eccesso. Invece il primo si tiene sorprendentemente dentro le righe dando al celebre serial killer toni dolenti e misurati e il secondo dirige in modo lineare seguendo una struttura tradizionale. Purtroppo quello che si guadagna in chiarezza narrativa si perde in interesse: il ritmo è sonnolento e la vicenda si dipana in modo statico prendendo un po' di quota solo verso il finale. Il titolo italiano è totalmente fuori luogo come spesso avveniva ai tempi.
MEMORABILE: L'uccisione della Romay nel bosco e la successiva scena di necrofilia.
La "leggenda" di Jack the Ripper rivista da Franco sorprende, dato che il regista ci aveva spesso abituati a deliri erotici a basso costo non proprio lineari. Qui invece ci serve una storia ben strutturata, un thriller morboso a tinte splatter (un paio di scene forti), ben ambientato nelle notti nebbiose di Londra (Zurigo ben fotografata e camuffata). Kinski è un Jack da manuale. Due o tre nudi frontali (la musa Lina non delude), stupri, soffoconi, parolacce giuste e un rapporto quasi necrofilo. Il finale a suo modo non delude. Titolo italico aberrante. Cult.
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Gente, nella mia recensione (che sarà pubblicata a breve) ho esposto le mie considerazioni sulla notevole somiglianza (a parer mio) con il cult Maniac, di Lustig, e volevo condividere questo mio parere con voi nella discussione. In questo film Kinski mi ha ricordato non poco il personaggio di Joe Spinell: come lui è un misogino che odia le donne a causa dei tragici rapporti con la madre, come lui rivede in sogno la donna, come lui uccide principalmente prostitute, come lui è un personaggio malinconico e solitario che, pur essendo un efferato assassino (è Jack lo Squartatore, mica fuffa :)) non riesce a non suscitare pienamente disgusto in noi spettatori. Voi cosa ne pensate?
Werebadger ebbe a dire: Gente, nella mia recensione (che sarà pubblicata a breve) ho esposto le mie considerazioni sulla notevole somiglianza (a parer mio) con il cult Maniac, di Lustig, e volevo condividere questo mio parere con voi nella discussione. In questo film Kinski mi ha ricordato non poco il personaggio di Joe Spinell: come lui è un misogino che odia le donne a causa dei tragici rapporti con la madre, come lui rivede in sogno la donna, come lui uccide principalmente prostitute, come lui è un personaggio malinconico e solitario che, pur essendo un efferato assassino (è Jack lo Squartatore, mica fuffa :)) non riesce a non suscitare pienamente disgusto in noi spettatori. Voi cosa ne pensate?
Non saprei Were, non ho visto il film dello zio Jess
Però del maniaco misogino, ossessionato dalla madre e sofferente incubi dovuti al loro trauma, ne è pieno il cinema psycho-thriller da Psycho in poi (e forse anche prima)
Werebadger ebbe a dire: Gente, nella mia recensione (che sarà pubblicata a breve) ho esposto le mie considerazioni sulla notevole somiglianza (a parer mio) con il cult Maniac, di Lustig, e volevo condividere questo mio parere con voi nella discussione. In questo film Kinski mi ha ricordato non poco il personaggio di Joe Spinell: come lui è un misogino che odia le donne a causa dei tragici rapporti con la madre, come lui rivede in sogno la donna, come lui uccide principalmente prostitute, come lui è un personaggio malinconico e solitario che, pur essendo un efferato assassino (è Jack lo Squartatore, mica fuffa :)) non riesce a non suscitare pienamente disgusto in noi spettatori. Voi cosa ne pensate?
Le pellicole che anticipano o ricordano più o meno involontariamente Maniac sono un sacco e anche il film di Franco rientra in questo novero.
Naturalmente si tratta di somiglianze che riguardano la trama e alcune caratteristiche psicologiche del protagonista; per quanto concerne invece forma, efferatezze, effetti speciali, regia e interpretazioni siamo, sempre a parer mio, su piani nettamente distanti. L'opera franchiana non possiede un briciolo dell'impatto maligno e disturbante che contraddistingue l'horror-drama di Lustig e anche il grande Kinski -sepppur molto calato nella parte- non regge il confronto impari con quell'incarnazione mostruosa e immortale del Male che è Joe Spinell (non per altro considero la sua una delle più repellenti e memorabili interpretazioni da villain nella storia del Cinema).
Comunque, sempre a proposito di confronti e analogie, ti consiglio caldamente di recuperare il bellissimo e sottovalutato Il rosso segno della follia, pellicola baviana molto amata da Lustig, in cui ritroverai parecchi elementi stilistici, cromatici e sintattici presenti nel suo successivo Maniac.
Comunque, sempre a proposito di confronti e analogie, ti consiglio caldamente di recuperare il bellissimo e sottovalutato Il rosso segno della follia, pellicola baviana molto amata da Lustig, in cui ritroverai parecchi elementi stilistici, cromatici e sintattici presenti nel suo successivo Maniac.
Werebadger ebbe a dire: Gestarsh99 ebbe a dire: Comunque, sempre a proposito di confronti e analogie, ti consiglio caldamente di recuperare il bellissimo e sottovalutato Il rosso segno della follia, pellicola baviana molto amata da Lustig, in cui ritroverai parecchi elementi stilistici, cromatici e sintattici presenti nel suo successivo Maniac.
Visto quest'estate, molto, molto, molto bello.
Buongustaio ;)
HomevideoXtron • 21/06/14 09:57 Servizio caffè - 2239 interventi
DVD STORM VIDEO Durata 1h32m02s
Il master è scattoso, probabilmente è stata fatta una cattiva conversione NTSC-PAL
BLURAY VIP Durata 1h31m57s (immagine a 40:02)
La traccia audio italiana è quasi inascoltabile.