Il vento del perdono - Film (2005)

Il rischio che fosse solo un polpettone era altissimo; e invece, grazie a un Redford in palla e a un Freeman bravo e mezzo sfigurato (due vecchi cow boy), il film si fa apprezzare, soprattutto per gli scambi tra i due. Purtroppo c’è anche la parentesi madre-figlia, trita e ritrita e il finale è un po’ troppo al saccarosio. Ma alcune scene restano in mente (l’operazione orso, macchina e ex fidanzato sfasciati). Su tutto aleggia lo spettro di un dramma del passato. Non sarà un esempio di grande originalità, ma resta vedibile.

Decisamente poco riuscito, Il vento del perdono è un film pasticciato che non sa bene quale direzione prendere, diretto da un regista più a suo agio con film del genere commedia malinconica (Le regole della casa del sidro è probabilmente il suo film più riuscito) edinterpretato da un Redford non molto a suo agio nel ruolo e da una Lopez assolutamente improbabile. Per fortuna la presenza del grande Morgan Freeman riesce a nobilitare il tutto dando una parvenza di vero cinema all'operazione.

Purtroppo non mi è piaciuto: sì, Redford è sempre piacente e Freeman bravo nella parte del vecchio amico saggio (sempre la stessa...), ma la storia sembra un'operazione di plastica: la Lopez è più attenta alle acconciature ed il suo personaggio ha delle derive improbabili (la storia con lo sceriffo); tutta l'operazione orso sa di Disney e lacrime tirate a forza. Salvo solo la giovanissima interprete della nipotina, la più fresca e credibile di tutte. Belli gli scenari.

Robert Redford fa l'uomo che non sussurra ai cavalli perché il figlio è morto e non vuole parlare con nessuno; Morgan Freeman fa l'amico leale (e sfido io: ci ha vinto l'Oscar) con un sospetto di omosessualità (la piccola Nina lo chiede esplicitamente a lui ed al nonno); Jennifer Lopez fa la donna che scappa Via dall'incubo. Insomma, non c'è un particolare in questo film che non sia già visto. Ed infatti tutti recitano come se fossero straniati da una sensazione di dejà-vu ("ma io 'sto film devo averlo già fatto").

Direi pessimo, nonostante un buon cast. Il film è troppo stucchevole, risulta essere difficile da digerire col passare dei minuti. Come già detto Freeman e Redford saranno pure bravi, ma il film è insostenibile. Davvero brutto, da evitare. E' basato sul nulla.

Il film non è niente di speciale e resto sempre della mia idea: la macchina produttiva di Hollywood deve marciare comunque e quando mancano le idee si prendono attori bravi o semplicemente amati, si mette in piedi una storia già vista centinaia di volte, si usano i potenti mezzi e... ciak si gira. Se si fa un pareggio con le spese sostenute è già un successo, tutto quello che c'è in più tanto meglio, ma intanto si è lavorato. Il film è un perfetto esempio del succitato discorso. Potabile.

Record ha perso il figlio e la presunta colpevole nuora, una poco probabile Lopez, giunge da lui, con nipotina al seguito, per sfuggire al manesco fidanzato. La storia è poco originale ma accettabile. Vicino al vecchio leone Redford troviamo un sempre gagliardo Freeman e i due danno vita a qualche valido istante recitativo. Finale lievemente edulcorato.

Emozioni studiate a tavolino e una storia funzionale alla lacrima in questo film sentimentale che si lascia guardare abbastanza piacevolmente ma senza sussulti. I personaggi sono abbastanza stereotipati, ma gli interpreti (Redford -Freeman) sono titanici e sostengono da soli la pellicola. Ambientazione meravigliosa, un bravo attore come Lewis sprecato in una parte insulsa e una Lopez che non dice nulla.

Tratto dal romanzo omonimo. Il merito di questo dramma sentimentale è quello di non annoiare e intrattenere discretamente. Storia semplice, nel senso di molto prevedibile e a tratti buonista. Robert Redford nei panni del nonno burbero e rancoroso non convince granché: ha il volto troppo "pulito". Fotografia discreta. Mediocre la colonna sonora. Bellissimi i paesaggi.