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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/11 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 5/10/11 09:29 - 4528 commenti

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Un prete missionario trova la sua Africa tra gli scugnizzi della tormentata Napoli post guerra. Primo lungometraggio dell'allora documentarista Comencini. Pur muovendosi nel solco neorealista, mostra già la peculiare sensibilità del regista milanese: attenzione al mondo dei più piccoli (ritratti in maniera aderente e non conformista), un cattolicesimo antimanicheo e problematico, la tendenza a stemperare i toni più drammatici in un ironico ottimismo di fondo. Nel reparto attoriale, assieme a ragazzi di vicolo, Celi quasi esordiente e la immensa Tina Pica.

Cotola 16/01/13 23:44 - 8998 commenti

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Visto con gli occhi di oggi, appare se non altro ingenuo quando non eccessivamente ottimistico. Il film però va inquadrato nell’epoca della ricostruzione post-bellica e gli va riconosciuto uno sguardo sinceramente e genuinamente positivo, che a tratti si fa quasi documentaristico nel descrivere alcune zone di Napoli e della sua popolazione, senza per questo fare del moralismo. Fu l’esordio di Comencini, che dimostra grande attenzione ai bambini che saranno protagonisti di tante sue pellicole. Buono, con qualche riserva.

Neapolis 5/03/13 19:55 - 183 commenti

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Comencini, con stile crudo e quasi documentaristico, ci rende un bel ritratto della Napoli prima della ricostruzione post-bellica. Quello che appare interessare al regista è la condizione dei bambini abbandonati a loro stessi e costretti a rubare per sopravvivere. La figura di "Zi prevete" è abbastanza emblematica: ripone tutta la sua fede e speranza nella divina Provvidenza mentre sono gli stessi ragazzi, anche se illegalmente, a far realizzare il suo progetto e quando lo scopre sviene.

Paulaster 24/05/18 09:48 - 4375 commenti

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Missionario viene derubato prima della partenza e rimarrà a sostenere alcuni scugnizzi abbandonati. Ambientazione fondamentale in una misera Napoli post-guerra dove i bambini sbarcano il lunario tra furtarelli. Attenzione all’umanità di un prete più padre che religioso (a volte ingenuo però) con l’obiettivo di dare speranza ed educazione. Celi, che viene doppiato, ha la corporatura adatta del buon pastore e la Pica aiuta coi suoi modi diretti.
MEMORABILE: Il pazzariello; I bambini scalzi per tutto il film; La disinfestazione col DDT.

Zampanò 2/12/20 17:46 - 381 commenti

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Istruttivo osservare il primo passo di un grande e prolifico regista italiano. Qualche ubbia schematica c'è ma si nota anche una fluidità tecnica a tratti persino rifinita. Furoreggiano gli scugnizzi, che poco neo-realisticamente parlano tra loro anche in italiano. La coralità, di non facile gestione, si mantiene nell'ammuina controllata à la Sciuscià: la bravura di Comencini coi ragazzi inizia presto. Cecchi d'Amico dà una grande mano nella resa del prete (Celi ventiseienne) e del mondo adulto e smagato rispetto al "miracolo" educativo. Il sole di Napoli rischiara le macerie.

B. Legnani 24/08/21 16:05 - 5519 commenti

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Nel suo primo lungometraggio Luigi Comencini ha il ventiseienne Adolfo Celi come protagonista e - quasi come secondo ruolo - un gruppo di veri scugnizzi napoletani, un segno del suo futuro regista di infanti. Il film è una testimonianza secca della situazione partenopea nel Dopoguerra, il che ne costituisce  la parte migliore, e documentaria. L'opera pecca per ingenuità di trama, per snodi piuttosto incredibili e per un troppo veloce finale buonista. Si nota la futura statura di Celi, qui sacerdote valtellinese. In un ruolo minore c'è Tina Pica.
MEMORABILE: La valigiona che cattura la valigina, come poi la userà pure Totò...

Pigro 9/11/22 10:45 - 9623 commenti

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Dichiaratamente ispirato alla Città dei ragazzi hollywoodiana e a quelle sorte nel dopoguerra a Civitavecchia e altrove per gli orfani, il film affronta uno dei nodi dolenti di una Napoli sofferente. Lo sguardo neorealista con cui si rappresentano gli scugnizzi si sposa con l’afflato edificante e ottimista da buona novella, proponendosi come invito alla pietas cristiana ma anche alla mobilitazione laica per i deboli. L’ingenuità ideologica nonché narrativa e cinematografica non scarseggia, ma lo sguardo sui bambini è sincero e colpisce.

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  • Discussione Neapolis • 7/03/13 14:03
    Call center Davinotti - 3036 interventi
    Nell'ultima foto del post in verificate del 24 novembre 2011, viene inquadrata (indicata con la lettera B) la Chiesa di Santa Maria di Portosalvo che, come si nota dal post del film, fu gravemente danneggiata dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Successivamente la Chiesa fu risparmiata dallo scempio edilizio avvenuto in via Nuova Marina ed attualmente funziona da spartiacque del traffico lungo quella strada. Segnalo nel cortile esterno la bella "Fontana della Maruzza" risalente al Cinquecento. (trad. maruzza=lumaca)

    Fontana della maruzza: http://goo.gl/maps/DIl4V
    Ultima modifica: 7/03/13 14:19 da Neapolis
  • Discussione Zender • 7/03/13 15:11
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ma la fontana si vede nel fotogramma? Io non la vedo...
    Ultima modifica: 7/03/13 15:30 da Zender
  • Discussione Neapolis • 7/03/13 15:18
    Call center Davinotti - 3036 interventi
    E' quella tra le due palme raffigurante la lumaca ma non c'è lo zampillo.

    http://it.wikipedia.org/wiki/File:Fontana_Maruzza.jpg
    Ultima modifica: 7/03/13 15:20 da Neapolis
  • Discussione Zender • 7/03/13 15:34
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ok, lascerei perder la fontana perché nel film non si vede. Ho aggiunto invece l'appunto riguardante la chiesa.