7500 - Film (2019)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Tra gli esponenti del (sotto)genere "terrore ad alta quota" questo 7500 (il titolo si riferisce al codice con cui il pilota segnala un dirottamento) occupa un proprio spazio non indifferente grazie alla singolare idea che lo sostiene: non ci si sposta dalla cabina di controllo; di conseguenza le minacciose azioni del solito gruppo di terroristi islamici dalle idee poco chiare vengono vissute non come il genere ci ha abituati tra i sedili, il corridoio, i bagni e un po' tutti gli ambienti che costituiscono il già claustrofobico set dato dall'aereo in volo precario ma esclusivamente in cabina, dove nelle prime battute vediamo prendere posto il pilota tedesco (Kitzinger) e il co-pilota...Leggi tutto americano (Gordon-Levitt). Quest'ultimo, la cui compagna è la hostess di origine turca che entra per salutarlo (Tezel), sembra un tipo compito e in ordine, timido e un po' in imbarazzo per la lingua che non conosce bene (siamo all'aeroporto di Berlino). Viviamo quindi le fasi del decollo rendendoci a grandi spanne conto delle operazioni necessarie, che seguiamo quasi in tempo reale. Uno sguardo al monitor che inquadra lo spazio tra la cabina e il vano passeggeri, l'annuncio del capitano e una buona descrizione di un perfetto inizio di trasvolata. Dura poco però, perché i tre terroristi saltan fuori presto inquadrati dal suddetto monitor, unica visuale su un ambiente esterno a quello ristretto in cui si muovono i protagonisti tra comandi e leve d'ogni tipo. Panico immediato quindi, con reazioni dei passeggeri che possiamo solo immaginare, perché bloccato il terrorista entrato in cabina, la stessa viene ermeticamente chiusa impedendo che i due complici possano interferire con le manovre d'emergenza che pilota e copilota saranno costretti a praticare dopo essere entrati in contatto con la torre di controllo e aver ricevuto istruzioni. Da qui, mantenendo una buona tensione, ci si prepara al tradizionale confronto tra gli eroi chiusi in cabina e i feroci dirottatori che tentano in ogni modo di sfondare la porta e prendere il comando del velivolo. Condotto con un discreto senso dello spettacolo e buona tensione, il film di Parick Vollrath sta in fin dei conti tutto qui; perché, per quanto singolare, l'idea di circoscrivere l'azione all'interno di un unico ambiente di pochi metri quadri limita non poco la fantasia; ci volevano una sceneggiatura davvero virtuosistica per aggirare il problema (e questa non lo è di certo) o attori fenomenali (e anche qui...). Detto che le idee per movimentare la vicenda sono assai prevedibili e poco stimolanti, non resta che accontentarci della professionalità con cui vengono descritti i protagonisti alle prese col pannello comandi, la radio e le difficili scelte da compiere; il tutto coadiuvato da una valida fotografia che da sola offre il vantaggio di alzare l'appeal del film. Per un po' infatti il mix action-thriller regge bene; quando però nella seconda parte si va allo scontro aperto circoscrivendolo a due sole persone il ritmo cede di schianto per non riprendersi più: il livello qualitativo del film cala drasticamente facendo ripensare come anche quanto fin lì visto non fosse poi certo eccezionale... E dire che invece il lungo incipit muto in aereoporto, con filmati alternati delle telecamere di sorveglianza, aveva fatto pensare a un'opera molto particolare che le fasi precedenti al decollo sembravano confermare. Niente da fare.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/06/20 DAL DAVINOTTI
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Galbo 29/06/20 20:20 - 12372 commenti

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Il secondo pilota di un volo di linea alle prese con un tentativo di dirottamento ad opera di un gruppo terroristico. L'unica ambientazione è quella della cabina di pilotaggio e il regista dimostra una buona padronanza del mezzo muovendosi tra spazi angusti e alimentando per parte della vicenda una tensione crescente. Nella seconda parte, la sceneggiatura non presenta idee degne di nota e la tensione cala progressivamente, fino ad un epilogo che per lo meno non è il classico "happy end". Il film merita la visione per l'originalità dello spunto e la buona prova del protagonista.  

Decimamusa 5/08/20 09:39 - 102 commenti

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Il giovane regista Patrick Vollrath dimostra come sia possibile rivisitare un genere – il terrorismo aereo – senza indulgere ai cliché. Si tiene lontano dalle retoriche buoniste o cattiviste e non dissemina atti di eroismo o bruschi rovesciamenti di situazioni. Distilla una tensione che non è tanto quella legata all’azione ma è quella delle coscienze, confezionando un film avvincente nei pochi metri di una cabina, nella quale si resta claustrofobicamente ed emotivamente confinati insieme ai protagonisti. Su tutti Gordon-Levitt, attore versatile e professionalmente ineccepibile.

Kinodrop 16/08/20 19:15 - 2909 commenti

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Un volo di linea da Berlino a Parigi è oggetto di un tentativo di dirottamento di stampo terroristico e i due piloti dovranno districarsi per evitare la catastrofe. Un thriller tutto concentrato sulla psicologia e sul dilemma di agire tra emotività sconvolta e sangue freddo "da manuale", dove l'ambientazione angusta della cabina rappresenta il fulcro di ciò che accade e ciò che potrebbe accadere. Uno script lontano dai soliti cliché che mantiene una forte tensione per le incognite fino all'epilogo, merito anche della prova attoriale di Gordon-Levitt e di Memar, il suo antagonista.
MEMORABILE: L'ordinaria sequenza tecnica prima del decollo; L'irruzione in cabina di pilotaggio; Col coltello alla gola; Il monitor; La crisi di Vedat; Il finale.

Gottardi 4/05/21 13:05 - 394 commenti

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Terroristi islamici sequestrano aereo di linea e minacciano di uccidere i passeggeri se il copilota non li farà entrare in cabina. Non era oggettivamente facile reggere tutto il film nell’angusto spazio della cabina di pilotaggio, e l’ardita idea in effetti non decolla totalmente. A tratti la tensione funziona, ma l’impressione è che talvolta la regia indugi su particolari poco significativi (per poco non ci propina l’intera procedura di partenza) giusto per tirare innanzi i 92 minuti. Il terrorista incerto ancora prima di cominciare a fare sul serio, poi, risulta elemento goffo.

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