Ah! La barbe! - Corto (1905)

Cortometraggio (meno di due minuti) di Segundo de Chomón. Un uomo (attore non identificato) si insapona allo specchio, decide di assaggiare la schiuma da barba e poi ha delle visioni. Tutto qui, per buona parte del breve film, ma la banalità è riscatatta da un finale che sorprende. Il bello è che, ripensandoci dopo, c'era forse da attenderselo, ma invece il finale, prima, aveva stupito.

Eloquenti la gestualità e le espressioni di questo vanitoso giovin signore: gli piace specchiarsi mentre si rade, ma che accade se nello specchio - con un trucco di sovraimpressione- appare prima il volto di un vecchio, poi quello di un grottesco pupazzo? Tecnicamente semplice, abbastanza statico, ma narrativamente efficace e visivamente inquietante!

Davvero scarsino questo cortometraggio in cui un uomo cerca di farsi la barba davanti allo specchio sul quale però compaiono faccione clownesche. Scarsino perché decisamente piatto e minimalista, in contrasto con la pretesa della "meraviglia". Considerando che siamo nel 1905 e che Méliès da ormai parecchi anni aveva esplorato dinamiche ludico-narrative ben più complesse, stupisce l'elementarità di questo film, che ha il suo unico momento davvero buffo nella distruzione finale dello specchio.

Estremamente essenziale nella struttura e negli avvenimenti ma riuscito. La stessa idea (l'uomo che non può farsi la barba causa immagini mostruose sullo specchio) ripetuta tre volte nello stesso corto funziona senza essere ripetitiva. Non male, merita la visione.

Un uomo tutto fiero e balzandoso si mostra felice nel mettersi la schiuma da barba davanti allo specchio ma, dopo aver accuratamente affilato il rasoio, lo specchio davanti a lui comincerà a mostrare sgradevoli figure. Esasperato si lascerà andare a un gesto di stizza. Il cortometraggio, nonostante la povertà del soggetto, si fa apprezzare per la trovata divertente. Le animazioni potevano essere realizzate meglio anche per il periodo, ma riescono comunque in qualche modo nell'intento di risultare simpatiche. Azzeccato anche il finale che, seppure un po' telefonato, chiude il cerchio.