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La nostra recensione di Beetlejuice Beetlejuice

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il Tim Burton ritorna al personaggio eccentrico che per primo gli diede la fama imponendolo al grande pubblico e, per farlo, richiama nel ruolo quel grande asso di Michael Keaton, che già al tempo non solo rubava il titolo ma anche la scena, nonostante una parte non centralissima. Fondamentale fu allora la qualità di effetti speciali (vinsero l'Oscar) e scenografie, con cui il regista giocava seguendo uno stile destinato a fare epoca; non era quindi pensabile che pure qui non avrebbero ricoperto una funzione chiave. In questo caso, tuttavia, l'eccessivo ricorso alla computer grafica - che addirittura sfora...Leggi tutto nel cartoon 3D quando si racconta la morte del nonno divorato da uno squalo dopo un incidente aereo - intacca l'impatto "realistico" alla base della straordinaria resa del primo BEETLEJUICE contaminandosi non sempre felicemente con l’effettistica “tradizionale”. Per fortuna ci pensano la riconoscibile colonna sonora di Danny Elfman e le luci - oggi come allora fondamentali (con citazione non casuale nei dialoghi al nostro Mario Bava) - a illuminare di fantasia e classe il set confermando il talento di un autore che non ha perso il tocco.

Poi c’è la storia, che se già non era il massimo nel 1988 non lo è nemmeno qui, con Winona Ryder cacciatrice di fantasmi per la televisione e Jenna Ortega nel ruolo di sua figlia, che flirta con un coetaneo. I due mondi, dei vivi e dei morti, si dividono la scena con Beetlejuice/Keaton a folleggiare nel proprio, facendo capolino nel nostro se qualcuno pronuncia tre volte il suo nome; ma ha anche il suo bel daffare per difendersi dall’ex consorte cui dà il volto (percorso da profonde cicatrici) la tuttora iconica Monica Bellucci, perfetta come arpia persecutrice. Per Danny De Vito solo un cameo piuttosto superfluo nella prima fase, mentre sistema una stanza infernale (Burton si diverte ad arricchire di personaggi buffi il film).

La trama - chiara nei risvolti terreni, meno in quelli "ultra" - mette in fila tre generazioni di donne (la nonna Catherine O'Hara, la madre Wynona Rider e la figlia Jenna Ortega) lasciando ai rispettivi partner giusto il ruolo dei cadaveri, dei tonti (Theroux) o al massimo dei fantasmi. Keaton gioca da mattatore, anche perché col suo caratteristico costume e l'inconfondibile verve pare nato, per la parte. A prima vista lo si direbbe una figura di contorno, ma come nel prototipo è l'accentratore, il Joker del caso, il divertimento che meglio si sposa alle tante idee brillanti (si pensi alla casa interamente ricoperta da un gigantesco velo nero per il funerale) che disegnano ambienti e follie assortite; magari a ritmo di musica, come quando la Bellucci si "ricostruisce" a colpi di sparapunti sulle note dell'immortale "Tragedy" dei Bee Gees; e ancora la musica è protagonista alla stazione del Soul Train, autentico tributo ai balli "black" e alla dance, qui rappresentata dalla Donna Summer di "MacArthur Park".

Insomma, una ricca produzione burtoniana all'insegna dell'estrosità che ha reso grande il regista; la direzione verso cui puntare, tuttavia, appare imprecisa: la storia, ricca di spunti, genera un caos non molto organizzato che offre sì sequenze gustose ma anche tracce consistenti di quell’ironia un po’ puerile che Burton mescola a un approccio gotico paradisneyano (potevano mancare Halloween e la Ryder truccata di conseguenza?) non sempre digeribile dagli adulti e qui associato a creature più da SPOSA CADAVERE che da Beetlejuice, con vermoni da sabbia che richiamano addirittura DUNE. E i personaggi “vivi”, per quanto ben interpretati, poco hanno di interessante, a cominciare dalla Astrid della Ortega e chiudendo con un Dafoe scarsamente incisivo, inserito goffamente nella vicenda.

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Tutti i commenti e le recensioni di Beetlejuice Beetlejuice

TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/09/24 DAL DAVINOTTI
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Markus 12/09/24 11:44 - 3761 commenti

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Rivisitazione di un ormai antico classico che alla fine degli Anni '80 portò indubbiamente una ventata di freschezza al cinema fantastico, dal potere immaginifico, con quelle intrecciate venature tra horror e commedia precedentemente rappresentata da un certo tipo di fumetti per teenagers. Tim Burton in evidente esaurimento d'idee: non colpiscono più le sue maschere, mostriciattoli di varia natura e volti divisi tra il buffo e il raccapricciante, se poi aggiungiamo una vicenda piuttosto sonnacchiosa la visione risulta in definitiva barbosa. Inutile la presenza della nostra Bellucci.

Enzus79 7/09/24 21:32 - 3232 commenti

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Tim Burton ritorna a dirigere uno dei suoi personaggi più riusciti: Beetlejuice. Purtroppo il sequel non è granché. Sembra una caricatura di sé stesso. Visivamente impeccabile, la storia non coinvolge. I personaggi nuovi (figlia, aspirante marito) sono tutt'altro che riusciti. Monica Bellucci (che parla pochissimo) è stata inserita per far contento il regista?

Galbo 8/09/24 11:37 - 12645 commenti

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La rischiosa scommessa di riproporre un personaggio di successo in un film realizzato molti anni dopo il primo capitolo può dirsi vinta, per Tim Burton. Mettendo da parte la storia (che comunque non era particolarmente memorabile nemmeno nel primo film), in questo film il talento del regista emerge in modo discutile e colpisce favorevolmente la sua capacità di mescolare gli stili in modo fluido. Promossi colonna sonora, scenografie ed effetti speciali. Ben riuscito l’inserimento di nuovi personaggi e dei relativi interpreti. Buono.

124c 9/09/24 02:14 - 2993 commenti

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Tim Burton cade, pure lui, nella sindrome dell'amarcord di fine anni '80 e, nel suo progetto, coinvolge innanzitutto i sempre bravi Michael Keaton e Winona Ryder, con l'aggiunta della nuova musa dark Jenna Ortega, di un'irriconoscibile Catherine O'Hara e di Monica Bellucci, che si aggira sul set con la faccia sfregiata e spillata. Il regista ritrova la grinta di un tempo andato e confeziona un prodotto dignitoso, che strappa ancora parecchie risate dark. Da ricordare i simpatici Danny De Vito e Willem Dafoe (specie il secondo, che fa la caricatura del poliziotto duro).

Herrkinski 10/09/24 18:30 - 8712 commenti

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Revival di uno dei personaggi più memorabili del cinema di Burton e di conseguenza degli 80s, per fortuna nuovamente incarnato dal grande Keaton; bello rivedere anche la Ryder e i vari riferimenti al prototipo mantengono una più che discreta continuità. La Ortega è ideale nel raccogliere il testimone della Ryder ma i nuovi personaggi non incidono particolarmente; la storia pare un po' campata per aria e Burton è più interessato a inscenare gag e siparietti surreali con l'ausilio di SPFX a tratti troppo digitali e il buon uso delle luci. Non all'altezza dell'originale, pur simpatico.

Rambo90 11/09/24 19:53 - 7999 commenti

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Sequel dalla sceneggiatura a dire poco confusa, per come vari mini plot si intersecano senza troppo nerbo e anzi in più occasioni gratuitamente. Per fortuna la visionarietà di Burton in regia resta intatta e alcuni setting sono fantastici, così come la verve di Keaton che, quando c'è, dà forti scosse a ritmo e ironia del film. Primo atto troppo lento, poi le cose cominciano a ingranare e Beetlejuice prende il largo. Sprecati DeVito e Dafoe, col secondo che cerca invano di smuovere un personaggio che poteva anche non esserci. Non male, nell'insieme.

Rebis 12/09/24 16:12 - 2471 commenti

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Dall’irricevibile versione di Alice, Burton ha lanciato solo falsi segnali di ripresa. Nemmeno il bio-esorcismo di Beetlejuice è riuscito a liberarlo dall'ingombrante presenza dei vivi digitali. Malgrado il ritmo indiavolato, il film è confuso e mal scritto. Più interessante sbirciare cosa avviene sullo sfondo, un carosello di freak e bizzarrie. A parte Keaton nel ruolo della vita, il vecchio cast è spaesato, mentre il nuovo (Ortega, Theroux, Dafoe) non convince. Un mostro di Frankenstein mal assemblato, come suggerisce Monica Bellucci nell'unica scena davvero memorabile. Passatempo.

Cerveza 20/09/24 08:47 - 774 commenti

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Gli ingredienti primari sono rimasti: Burton, Ryder, Keaton e Elfman, ma da lì a rifarne una buona torta ce ne passa. Dopo una partenza disgregata che mette troppa carne al fuoco per raccordare frettolosamente 36 anni di buco, attendiamo di tornare a Winter River nella speranza che tutti i fili vengano intrecciati; si rimane invece in ordine sparso senza proporre nuove fantasticherie strutturali, ma solo un remix puramente commerciale di vecchie situazioni con i medesimi estetismi. Ruolo palesemente da "imbucata" per la Bellucci, ma anche Defoe e De Vito sembrano lì per caso.
MEMORABILE: “È una succhia-anime”, “Eh sì, puoi dirlo forte”; Il risucchio negli smartphone.

Giùan 22/09/24 16:39 - 4937 commenti

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Un Burton per una volta scatenatamente folle, talvolta fino allo sbraco, pervaso da una bulimia inventiva incapace di contenersi ma così naif da fare finalmente simpatia e in qualche caso addirittura tenerezza. Con intelligenza vengon ripresi i personaggi più riusciti del precedente (una Ryder che tiene, la O'Hara irresistibilmente svagata e Keaton ancora sorprendentemente imperversante) e si insiste su un aldilà definitivamente helzapoppinesco, popolato da anime morte gogoliane e freaks senza capo né coda. Messo insieme con la sparapunti, come la Bellucci, ma mostruosamente bello.

Mtine 10/10/24 13:14 - 225 commenti

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Burton sceglie il modo migliore (e forse l'unico) per tornare sulla cresta dell'onda: si disinteressa completamente della storia, della sua coerenza interna e dei personaggi per dedicarsi quasi esclusivamente alla potenza delle immagini che mostra. Il risultato è una giostra impazzita di (auto)citazioni e invenzioni visive grandguignolesche che divertono e non stancano mai. Trovare un senso profondo all'operazione o cercare di seguire le innumerevoli piste narrative è un'operazione complessa e forse inutile, ma si esce dal cinema appagati e meravigliati e di questi tempi non è poco.
MEMORABILE: "Vuotate il sacco".

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Xamini 12/10/24 11:41 - 1294 commenti

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Questo doppio Beetlejuice rimane un discreto intrattenimento da consumare preferibilmente sotto Halloween. Si mantiene chiaramente sopra le righe di qualche spanna dall'inizio alla fine e in questo il parco attori lo sostiene (Monica Bellucci è confinata in una piccola parte); semmai qualche personaggio sembra scritto in modo non eccelso e finisce per incidere poco, nonostante la buona volontà (Dafoe). Scenografie, colonna sonora e ritmo contribuiscono ampiamente a sopperire, mantenendo sempre desta l'attenzione dello spettatore.

Von Leppe 12/10/24 12:41 - 1309 commenti

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Il primo film era un po' una variante del “Fantasma di Canterville” nella trama; questo è un guazzabuglio di personaggi e storie che solo in alcuni frangenti funzionano (forse si sente l'influenza delle serie televisive di moda oggi). Tornano i vecchi attori affiancati da quelli nuovi e bisogna dire che il personaggio di Delores interpretato da Monica Bellucci non è poi male: il ruolo della dark lady si addice all'attrice umbra. Michael Keaton torna a interpretare Beetlejuice, anche se la sua performance è meno prorompente rispetto all'originale, ma gli anni passano.
MEMORABILE: L'antefatto in bianco e nero con la storia di Beetlejuice e Delores

Jandileida 18/10/24 10:39 - 1681 commenti

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E se, superata l'età pensionabile, Burton avesse trovato il bandolo della sua matassa? Perché insistere nel raccontare sempre la stessa, pretenziosa, storia quando invece, senza l'ancora di una narrazione coerente, si può lasciare libero spazio alla fantasia? Ritirato fuori lo Spiritello Porcello (un Keaton sempre in grande spolvero), il buon Tim si tuffa nell'aldilà senza preoccuparsi di dire qualcosa. Ne esce fuori un film finalmente piacevole e ritmato, senza troppe pretese ma che riesce a intrattenere. Attori nella norma, Monica in stile vedova nera ha il suo perché.

Capannelle 10/11/24 11:21 - 4563 commenti

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Nonostante alcune scene e personaggi inutili (Defoe, il ragazzo), il film si lascia vedere e regala sequenze ben riuscite come la ricomposizione di una Bellucci ottimamente in parte, la compassionevole figura di Bob vittima delle circostanze; il solito istrionismo di Keaton tiene salda la baracca insieme alla O'Hara. Sacrificata dal copione la Ryder, costretta per metà film a fare la stessa espressione inorridita e stucchevole. Effetti e musiche come Burton ci ha abituato a vedere, ma in parte sprecati.

Daniela 17/11/24 21:09 - 13276 commenti

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Torna a infestare gli schermi Bettlejuice, lo spiritello irriverente che tanto successo aveva portato a Burton: la buona notizia è che Keaton è ancora in piena forma, tanto che di anni non sembrano passati neppure la metà, quella meno buona è che il sequel poco o nulla aggiunge. L'effetto nostalgia, i piacevoli effetti speciali vintage, un paio di sequenze riuscite (quella in stop motion e l'assenblaggio della Bellucci) non bastano a evitare una sensazione di indigestione non per l'eccesso di stramberie ma per il déjà vu.

Teddy 3/12/24 04:40 - 1104 commenti

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Il regno dei morti è più fulgido di quello dei vivi. Lo sa bene Tim Burton, che per l’occasione celebra il suo idolo adorato in una confusionaria reviviscenza sospesa tra la commedia e il grottesco, l’orrore e il sentimentale. Film non del tutto riuscito, con un incipit convincente e un susseguirsi di micro-storie inserite più per esibire nuovi personaggi che per ridare nuova luce al racconto di origine. C’è da dire però che lo stile visivo e l’amore per il passato incendiano in più di un’occasione. Si all’iconicità di Catherine O'Hara.

Minitina80 23/12/24 21:11 - 3212 commenti

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Gli scetticismi durano il tempo di un caffè e subito si prende gusto nel rivivere le avventure del mortifero Beetlejuice, la cui efficacia va riconosciuta più al suo interprete che al regista. Si percepisce la volontà di non esagerare e fortuna vuole che Burton trovi il giusto equilibrio tra i rimandi al passato e una sceneggiatura in grado di camminare da sola. Le migliori possibilità tecnologiche di oggi permettono di dare forma alla visione di Burton in tutto il suo oscuro splendore. Una gradevole sorpresa che sorprende, intrattiene e diverte con soddisfazione.

Mco 7/03/25 17:25 - 2404 commenti

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Ritorno a furor di popolo per quella figura un po' clownesca che Keaton si è cucito addosso nel corso degli anni. Il passaggio continuo tra le dimensioni, colorato e ritmato, la ricerca della gag a ogni costo e la ripetizione di situazioni già viste (la sala d'attesa post mortem, le apparizioni diuturne) consegnano un tardo sequel più in linea con la moderna serialità da pay tv che con il cinema di genere mainstream. Ma ciononostante il film ha la capacità di strappare (più d')un sorriso così come quella di fare provare qualche leggero brivido a chi si appresta a goderne.
MEMORABILE: Il buco nel muro e la successiva fuga degli "impiegati"; Il siero della verità.
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