Affliction - Film (1997)

Affliction
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Affliction
Anno: 1997
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal romanzo "Tormenta" di Russell Banks.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Schrader, da sempre attratto dalla disperazione, dagli abissi della psiche, adatta il romanzo “Tormenta” di Russell Banks e affida a Nick Nolte un personaggio tremendamente “afflitto” da mille problemi di una vita vissuta sempre più faticosamente, trascorsa a battagliare col destino. Attraverso la voce narrante (quasi sempre fuori campo) del fratello Willem Dafoe, la regia scarna, essenziale di Schrader (anche sceneggiatore unico) segue le giornate progressivamente più cupe del poliziotto Wade Whitehouse (Nolte), che passa il tempo cercando di ristabilire il rapporto inclinato con la figlioletta (che vive con la madre, separata) e di risolvere un sospetto incidente di caccia con morto. Paesaggi...Leggi tutto montani con la neve spesso a raffreddarli, camicione a scacchi e giubbotti col pelo: il New Hampshire d'inverno non è esattamente il luogo più accogliente del mondo e chi ci vive pare subirne il gelo. Non è la prima volta che il cinema americano viene affascinato da posti simili e in effetti AFFLICTION non brilla per originalità. Schrader si disinteressa dell'azione, del vago intreccio giallo relativo all'omicidio nel bosco durante la caccia per concentrarsi unicamente sugli stati d'animo e l’espressività spigolosa di Nolte, sui tormenti del suo animo in lotta col mondo che lo circonda, sui suoi difficili rapporti col padre (un James Coburn che si guadagnò l’Oscar) e la donna con cui convive (Sissy Spacek). Ma è prolisso, estenuante nel suo stile privo di fronzoli e decisamente piatto. Resta in mente un Nolte eccellente, maschera perfetta di una tragicità interiore che via via si esplica in un crescendo di follia (e che fa acquistare al film sempre maggior forza fino alla conclusione, devastante). Non per tutti.

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Galbo 18/03/08 07:21 - 12399 commenti

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Un film che inizia come un thriller (un incidente di caccia che nasconde un complotto) ma in cui, causa la dinamica dei rapporti (specie familiari) tra i personaggi principali, avviene una trasformazione in un dramma dove conta maggiormente la caratterizzazione psicologica dei personaggi che la vicenda in sè. Ottime sceneggiatura e fotografia (i gelidi paesaggi innevati riflettono il freddo interiore dei protagonisti). Bellissime intepretazioni di Nolte e Coburn.

Enrikoses 14/04/08 12:03 - 39 commenti

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I paesaggi e l'ambiente di un gelido paesino americano sembrano intrecciarsi simbioticamente con la psiche e i comportamenti dei membri che ne fanno parte e che ne ereditano i comportamenti. C'è un approccio "deterministico" nella caratterizzazione dei personaggi, per cui è l'ambiente che definisce e plasma i caratteri degli individui. I gelidi paesaggi nevosi e bianchi portano la morte dell'anima. L'unica àncora è andare via (come fa il fratello del protagonista). Emblematico il gesto finale.

Daniela 2/03/10 18:23 - 12672 commenti

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Poliziotto umiliato ed offeso di un paesino perso nella neve, divorziato in guerra con l'ex moglie per l'affido della figlioletta, oppresso dal mal di denti e dalla presenza ingombrante di un padre alcolizzato e violento: è il ruolo ricoperto da Nolte in questo storia che parte come un giallo e diventa ben presto dramma familiare. Film non del tutto risolto, ma reso pregevole dalla sua interpretazione risentita di un uomo rabbioso ed incapace di avere rapporti duraturi con chiunque, ad accezione del fratello che però ha scelto di vivere altrove. Finale aperto, malinconico, raggelato.

Buiomega71 2/09/11 22:06 - 2913 commenti

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Come ho sempre sostenuto, la recitazione degli attori non salva un film. Profonda delusione. Mi aspettavo grandi cose da Paul Schrader (uno dei miei registi preferiti in assoluto), invece sono stato tremendamente deluso. Piuttosto noioso e con notevoli tempi morti. Un film che definirei "inutile". Dopo aver visto lo straordinario Lo spacciatore mi aspettavo chissàchè. Non bastano dei bravi attori e un'atmosfera che può ricordare Fargo o Soldi sporchi. Mi piange il cuore dirlo, ma forse il film meno riuscito di un grande (altrove) sceneggiatore e regista.
MEMORABILE: Gli scontri tra Coburn (padre) e Nolte (figlio); il paesaggio innevato che fa tanto Soldi sporchi senza possederne, ahimè, la forza devastante.

Supercruel 2/01/12 03:09 - 498 commenti

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Immerso in uno scenario che ricorda molto Fargo, il poliziotto interpretato da un Nolte in stato di grazia non se la passa per niente bene. Problemi con l'ex moglie, la figlia, il padre-padrone e un onnipresente mal di denti. Schrader dilata i tempi, lavora sulla psicologia dei personaggi e disegna un affresco drammatico molto potente. Ottimo l'utilizzo della location, un inferno bianco desolato e oppressivo. Bellissimo film, anche se di una tristezza disarmante.

Piero68 23/04/13 09:08 - 2958 commenti

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Doveva essere un drammone psicologico con tutti gli elementi al posto giusto, ma dopo poco ci si accorge di essere in presenza dei soliti clichè con soluzioni troppo frettolose. A nulla serve il paesaggio innevato, usato anche come metafora, visto che la sostanza latita. Schrader sciupa un buon cast relegando Dafoe a poco più di comparsa e affidando a Nolte il solito ruolo dell'irascibile e alcolizzato. Ma lui si limita alle solite faccette dimenticando di dare spessore al personaggio. Noioso e con un finale per nulla sorprendente.

Hackett 1/08/13 07:09 - 1867 commenti

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Dolente, sofferto, intimamente disperato. Film dall'incedere lento, dalla pesantezza esistenziale, che si snoda come una tragedia greca tra il bianco ovattato della provincia americana e i polverosi interni di squallide abitazioni. Storia di ordinaria violenza domestica mascherata da thriller. Recitazione notevole. Non banale.

Paulaster 26/07/20 21:23 - 4427 commenti

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Poliziotto di provincia è convinto che un incidente di caccia nasconda un omicidio. La prima parte, che comprende il fatto criminoso, sembra si concretizzi in una investigazione, mentre invece tutto viene lasciato da parte per inscenare il dramma di un protagonista vessato dal padre. Le drammatizzazioni o sono eccessive (il ruolo di Coburn) o rappresentate male (la madre morta in casa, gli spari dell'amico, la spinta alla figlia). Nolte è a suo agio come perdente e gli ambienti innevati hanno sempre fascino nel nascondere eventi terribili.
MEMORABILE: L'incendio; Il freddo a casa del padre; La Spacek che se ne va.

Gottardi 17/04/21 17:56 - 396 commenti

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Tragedia greca tra le nevi del New Hampshire, dove il rapporto fallimentare tra padre e figlio si ripercuote sul secondo segnandolo a vita. Storia dello scivolamento graduale di un uomo fino all’annientamento attraverso più vicende, di cui l’esile traccia del giallo ne è solo una. Nolte e Coburn in gara di bravura, espressioni del tormento e della follia; fotografia fredda e sporca come il soggetto richiede. Girato con mano capace ma pessima la soluzione della voce narrante di Dafoe come il suo personaggio, mal appiccicato, che peggio di tutto anticipa il finale alla prima scena.
MEMORABILE: La pira funebre.

Capannelle 4/11/21 22:29 - 4412 commenti

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Si nota qualche segno di invecchiamento ma nel complesso è un film con pregi e difetti di partenza. Tra i primi l'ambientazione e l'interpretazione di Nolte che, anche se tende a diventare didascalica o esagerata, rimane pur sempre l'asse portante del racconto e di Coburn come genitore bastardo e retrogrado. Tra le pecche, invece, il rallentamento dopo l'inizio filmico e l'aver sovrapposto in maniera confusa la parte delle beghe familiari con l'indagine sulla speculazione.

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Keyser3 29/12/21 22:07 - 444 commenti

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Solido dramma di Schrader, con una cornice, quella del gelido New Hampshire, che ricorda da vicino la Fargo dei fratelli Cohen. C'è un binario thriller, che in realtà è quasi un pretesto, e un binario psicologico, che è quello che più interessa il regista e che richiama facilmente Lo spacciatore: un uomo, prigioniero della sua adolescenza e vittima dei suoi fantasmi e la ricerca impossibile della propria redenzione, ricerca che lo porterà irrimediabilmente a fondo. Grandissimo Coburn, Oscar da attore non protagonista.
MEMORABILE: L'estrazione del dente.

Minitina80 22/01/22 12:33 - 2986 commenti

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Un’opera tutt’altro che banale in cui Schrader si dimostra abile nell’affrontare la tragedia di un uomo le cui vicissitudini hanno radici profonde. L’omicidio lascia intendere che si tratti di un giallo quando, in realtà, si tratta soltanto di un corollario che fa parte di un quadro d’insieme molto più interessante per l’approccio quasi psicanalitico degli individui. La scelta di non spettacolarizzare oltre il necessario si rivela indovinata e la semplicità delle ambientazioni gli dona quel tocco di umana universalità che potrebbe coinvolgere chiunque.
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  • Curiosità Buiomega71 • 2/09/11 22:10
    Consigliere - 26015 interventi
    Il film arrivò in Italia con due anni di ritardo, e uscì nel marzo del 1999.