Vittorio Schiraldi non è certo Mario Puzo né tantomeno Francis Ford Coppola. Per il suo esordio, però, ha scelto di dirigere il film tratto dal suo romanzo ispirandosi proprio al PADRINO, con un Arthur Kennedy che dovrebbe essere il Don Vito della situazione; quando uno dei suoi figli viene fatto fuori da un nuovo spietato boss emergente (un cattivissimo John Saxon) non si lascerà prendere dall'ira cercando di pianificare le mosse, aiutato ovviamente dai figli rimasti. Nasce così una lotta sotterranea fatta di vendette e follie, alla quale purtroppo non prende direttamente parte Saxon, che resta troppo spesso...Leggi tutto sullo sfondo lasciando che ad agire siano i suoi tirapiedi. Ed è un peccato, perché era l'unico personaggio davvero “forte" del film; gli altri (Kennedy a parte, ma pure lui non si vede molto) offrono interpretazioni anonime che evidenziano lo squallore già preesistente dovuto a scenografie e fotografia poverissime. Agostina Belli prova a fare la vedova combattuta per un po’, poi se ne esce di scena e nessuno la rimpiange. Schiraldi prosegue seguendo le sue logiche e lesinando persino sugli scontri a fuoco (presenti con decisione solo nel convulso finale) e sulla violenza (ben poca cosa, rispetto agli standard del genere). Numerosissime le scene fuori luogo, come quelle ambientate in una New York dove si rifugia il più tranquillo dei figli (ma suo padre gli diceva: "Attento, l'America è come lo scolo, ti contagia!"). Una sola scena valida: la riunione dei boss, con Kennedy e Saxon sugli scudi. Tirato via.
Mezza fesseria. Qualche scopiazzatura dal Padrino di Coppola, musiche così così e trama banale. In quegli anni sull'onda del successo del Padrino arrivarono a ruota alcuni emuli italiani: questo è uno dei peggiori; peccato perché gli attori sono comunque validissimi. Diciamo che siamo sul mediocre.
La derivazione dal film di Coppola è fin troppo evidente (il matrimonio, la riunione dei capifamiglia), ma nel complesso non mi è dispiaciuto: quantomeno nella versione originale che presenta circa 25' in più rispetto a quella passata in tv, che aveva buchi di sceneggiatura paurosi un po' ovunque. Per qualche motivo, solo John Saxon recita follemente sopra le righe, a differenza di tutto il resto del cast che fa comunque quello che può. Incantevole Agostina Belli, saggiamente glorificata da un buon numero di primi e primissimi piani.
Il successo internazionale de Il padrino genera questa imitazione italica sui passaggi dalla vecchia alla nuova mafia, soffermandosi sui suoi rituali di alleanza, fedeltà e lavaggi dell’onta con il sangue. Avvolto in una lugubre fotografia, il cast internazionale è ben assemblato e riserva qualche buon momento – l’aggressività di Saxon, la prudenza di Kennedy, la signorilità di Vargas, la rabbiosa vendetta di Focas – ma la pellicola regge a stento, indebolita da una sceneggiatura prolissa e da una regia di basso livello. Tratto da un romanzo dello stesso Schiraldi.
L'ambiente mafioso con tutti i suoi clichè più classici e risaputi, in cui l'onore ed i morti ammazzati la fanno da padrone. Un'atmosfera plumbea e pervasa costantemente dall'aleggiare della morte. Cast non disprezzabile: eterea la Belli, ma lo sviluppo narrativo è confuso e le scopiazzature sceneggiative sono lampanti.
Preso senza i riferimenti continui e azzardati al Padrino il film ha coraggio da vendere: violentissimo, senza rispetto per buoni (che non ci sono) e cattivi, con interpretazioni che per il genere sono oro. Pino Colizzi si lancia in un personaggio drammatico e problematico oltre ogni dire, dal destino tragico ma cinmatograficamente notevole; John Saxon esagera, sopra le righe, ma disegna un folle pericolosissimo e incontrollabile. A tutto ciò si deve aggiungere un finale coi fiocchi e quell'inizio fastidioso si può cancellare.
Curioso mafia movie (**), che alterna cose buone a cose meno buone. La (volutamente) livida fotografia di Gatti deve convivere con interni trascurati, ci sono personaggi interessanti (quello della Belli) ma altri assai meno (quello di Turco), presenta scene interessanti (il tu-tu-tu-tu e l'incontro Addobbati-Colizzi) ma pure momenti imbarazzanti (il matrimonio plagiato da Il padrino, caso di copiatura, perlatro, non unico). Anche il cast ha interpreti notevoli (Kennedy, Masè), ma pure altri non troppo convincenti.
Mafia movie che presenta più ombre che luci. Nonostante il cast non sia male, ha un ritmo iniziale più che blando, i dialoghi si perdono nelle solite esternazioni stereotipate farcite da volgarità gratuite. La musica si velocizza nella seconda parte: tutti si scagliano contro tutti fino all’OK corral finale, ma alcuni passaggi non sono chiari (perché uccidere la Belli e il suo compagno?). Si salvano 2-3 scene di impatto. Il maestro Simonetti, addetto al commento sonoro, non lascia una prova memorabile.
MEMORABILE: L’omicidio della Belli scandito dall’ossessivo tu-tu-tu del telefono; Accanto al boss ucciso nel cantiere le maestranze sfilano indifferenti.
Violenta trasposizione dell'omonimo libro del regista. Qui il resoconto è sulle dinamiche interne alla malavita, sui codici comportamentali che ne definiscono i tratti. La scalata di una fazione mette in moto un processo senza fine né controllo. Saxon convince al pari del sempre bravo Kennedy, ma è il cast nella sua totalità che permette al film di sorvolare su qualche passaggio a vuoto. Non mancano le efferatezze (l'esecuzione dei tre "con pala in mano") né i nudi, tra i quali svetta quello (dei tumidi capezzoli) della Belli.
MEMORABILE: Don Ferrante che piange i suoi figli al cimitero.
Mafia-movie con voluminosi attributi, complessivamente strutturato molto bene, in particolare per i dialoghi ruggenti e per adeguate scelte di scena. Ottimo Kennedy come padrino all'antica e mai avevo visto un Saxon così "esaltato" nel ruolo del mafioso rampante e "pragmatico". Anche la parte con la Belli funziona, mentre le parentesi d'oltreoceano sono un complemento ideale per la rappresentazione "italo-americana" del fenomeno. Spregiudicato e violento, mette a confronto presunte visioni mafiose attraverso il non insolito conflitto tra antico e moderno.
MEMORABILE: Il finale, con i muratori che al suono della sirena lasciano il lavoro e "il resto"...
Tralasciando paragoni improponibili (Schiraldi è un esordiente, dall'altra parte c'è un certo Coppola con il suo capolavoro) devo ammettere che questo Baciamo le mani si lascia seguire con interesse e non mancano momenti molto interessanti, soprattutto nei dialoghi. Si deve registrare anche una corrispondenza di alcuni episodi del film con fatti realmente accaduti (l'ascesa dal nulla di Riina, il suicidio di Vincenzina Marchese). Certo, ci sono i classici difetti dell'opera prima, ma un grande cast riesce spesso a metterci una pezza. Merita.
Non il solito film sulla mafia, ma qualcosa di più consistente che non manca di omaggiare il capolavoro di Coppola senza farne il ritratto stilistico e conserva una sua autonomia e una certa piacevolezza discorsiva. Con un ottimo cast, fra cui uno straordinario Saxon, Schiraldi dimostra di aver imparato la lezione e, senza strafare ma sapendo fare bene le cose semplici, confeziona un prodotto ben più che dignitoso.
MEMORABILE: Il doppio monologo di Kennedy e Saxon alla riunione delle Famiglie.
Cupo mafia movie in cui tra vendette familiari, uccisioni per interesse o per vendetta, aborti rifiutati e accoltellamenti per strada non viene risparmiato proprio niente. Grande prova di Daniele Vargas, che appare poco ma lascia il segno, più in ombra gli altri caratteristi. Resta inspiegabile perché tutti i boss si facciano ammazzare come polli, non capendo mai che stanno per farli fuori....
All'epoca accusato di eccessiva indulgenza verso la mafia, l'unico film diretto dallo scrittore Vittorio Schiraldi (tratto dal suo romanzo di maggior successo) in realtà descrive un ambiente in cui il rispetto delle regole d'onore è ormai un orpello destinato a soccombere al cospetto di una criminalità sempre più aggressiva e tentacolare e in cui alla fine sopravvivono solo i più cinici. La grandeur non può essere quella coppoliana, ma sono innegabili la qualità dei dialoghi e la bravura del cast, in cui spicca il contrasto tra i tormenti di Kennedy e la tracotanza di Saxon.
MEMORABILE: L'inizio; Il confronto tra Kennedy e Turco; La riunione dei boss; La triplice esecuzione.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Stampato in dvd dalla cecoslovacca RITKA.
Audio in italiano, accettabile, con qualche rumore di fondo della pellicola.
Video più che buono
Versione integrale di 112'