As the gods will - Film (2014)

As the gods will

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ancora un po' di sana follia targata Miike: il regista apre subito le danze con una bambola Daruma che da una cattedra dirige in classe un mortale un-due-tre-stella, facendo saltare le teste dei poveri studenti beccati a muoversi in un tripudio di sangue che solidifica in biglie rosse! Lo si dice chiaro fin dalle prime scene: siamo all'interno di un grande gioco, non distante concettualmente da quegli HUNGER GAMES costruiti per selezionare l'eletto e punire con la morte gli sconfitti. Mischiando l'idea all'atmosfera carica di misteri da svelare in successione alla CUBE e aggiungendovi molto...Leggi tutto dell'iconografia tradizionale giapponese si ottiene questo bizzarro "fanta-mistico" che ha tutti i numeri per colpire l'immaginazione dello spettatore poco avvezzo all'estro miikiano: vedere un maneki neko (il gattino portafortuna) alto quindici metri che si divora le sue vittime leccandosi i baffi non lascia indifferenti. La reazione può essere duplice: di compiaciuto sbigottimento o di disgusto per l'eccesso quasi infantile di certe invenzioni. Eppure seguire nei loro volteggi e sentir parlare le bambole kokeshi in versione killer dà la misura di un talento non comune nella gestione della messa in scena, nella capacità di meravigliare esibendo una sensibilità non comune che accompagna il film immediatamente fuori dagli schemi. I cubi bianchi enormi che volteggiano sulle metropoli richiamano inevitabilmente le astronavi di INDEPENDENCE DAY (e le "guide del tramonto" di Arthur C. Clarke), ma lo fanno marcando la differenza in favore di una quintessenzialità tutta orientale che si rispecchia negli ambienti e nella semplicità delle scenografie. Certo, va compreso che come quasi sempre in certo cinema dell'est i dialoghi sono molto poveri e che, se spogliato dell'inventiva legata alla creazione e realizzazione dei "pericoli", il film finirebbe col rivelare una pochezza strutturale che nemmeno la profusione di illogicità a piene mani può nascondere. Tanto che, esaurita la spinta propulsiva data dall'innegabile divertimento iniziale, si arriva ad un'ultima parte che perde colpi ed è colpevolmente stiracchiata senza motivo, immersa in uno scenario kitsch che rischia di spingere il tutto verso l'insopportabile; e non è che l'epilogo fuori di testa tipicamente miikiano migliori di molto le cose... anzi, ci lascia con la netta sensazione che il regista si sia limitato ad aggiungere caos al caos. Ad ogni modo Miike sa stupire a più riprese, virando talvolta quasi verso il cartoon e dimostrando quanto il digitale - se utilizzato con la dovuta grazia - possa essere una risorsa meravigliosa.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/06/15 DAL BENEMERITO SCHRAMM POI DAVINOTTATO IL GIORNO 15/06/15
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Deepred89 12/06/15 12:14 - 3706 commenti

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Miike raggiunge il suo massimo con una pellicola apparentemente disimpagnata, una specie di versione splatter di alcuni vecchi cartoni giapponesi (o di alcuni videogiochi vecchio stile) che trasuda estro e genialità a ogni risvolto del suo incredibile soggetto. Accennare qualcosa della trama sarebbe un delitto; doveroso però segnalare una confezione sorprendente e un cast assolutamente in parte. Un po' ripetitiva l'impostazione "a livelli", riscattata da momenti che lasciano a bocca aperta. Imperdibile.

Schramm 10/06/15 18:04 - 3495 commenti

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Distillando l’omonimo manga secondo quella parte della propria poetica che non distingue il kawaii dal crudele, Miike dimostra che l’immaginazione è la più illimitatamente generosa e grata delle amanti, e se Capolavoro non fosse una parola svuotata di senso diremmo che nell’economia della sua filmografia, questo lo è. Ideale anello mancante tra Cube e Symbol con riverberi adrenalinici: il ritrovarsi senza perché in un meccanismo letale, lo iato tra volontà e destino, lo sghembo ordine del caos, la logica grande esclusa in nome di una logica parallela. 117' che dicono: Dio c'è, e si chiama Miike.

Daniela 12/06/15 08:53 - 12662 commenti

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Questa volta si fa a meno di un grembo virgineo: il nuovo figlio/figlia di Dio sarà scelto già cresciutello, mediante un X-Factor iper-cubico condotto da pupazzetti e pupazzoni con prove che prevedono la violenta dipartita degli eliminati. Il pazzo Miike mette in scena un manga video-ludico in cui il non-sense regna sovrano e lo splatter è ingentilito da piccoli tocchi di poesia (le perle color rubino). Film che sorprende per l'assurdità di certe soluzioni e la sua natura perversamente giocosa, anche se un poco irrigidito nella sua costruzione a tesi: battle royale con intervento divino.
MEMORABILE: Il gattino gigantesco che, fra una pappata e l'altra, vorrebbe un grattino sulla schiena

Greymouser 13/06/15 21:48 - 1458 commenti

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Non sarà forse il miglior film di Miike, ma si tratta comunque di qualcosa che manifesta in ogni sequenza la zampata del genio. Gli scenari, ora iperrealistici ora onirici, spiazzano la visione senza lasciargli punti di riferimento scontati. Grande lavoro di immaginazione, che non viene quasi mai sottomessa a simbolismi troppo schematici né alla voglia di stupire fine a se stessa, come qualche volta è capitato al maestro giapponese. Che non rinuncia però a qualche sottotesto graffiante. Gioiello.

Didda23 15/06/15 10:13 - 2426 commenti

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Va indubbiamente premiata ed esaltata la creatività registica di Miike, che eleva all'ennesima potenza un plot pressoché banale e ben poco originale. La storia e soprattutto i dialoghi son ben poca cosa se paragonati alla ragguardevole messa in scena, ricca di idee e con soluzioni che lasciano senza fiato. L'intrattenimento (di qualità) è garantito, nonostante l'ultima parte sia un filino tirata per le lunghe. Invadente ma apprezzabile la cgi; cast giovanile alquanto in palla e per certi versi sorprendente. Un'opera di purissima e geniale regia.
MEMORABILE: L'inizio; L'orso polare

Cotola 16/06/15 21:27 - 9043 commenti

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Manga o videogioco, contenutistico o fatuo e fine a se stesso poco importa: il film diverte molto, e per tutta la sua durata, con una serie di trovate spassose e gustose. Certo lo schema una volta tracciato è sempre quello e si ripete: eppure il ritmo scorre via veloce e, come in un videogioco, non si vede l'ora quali sorprese riservi il livello successivo. E così tra una trovata e l'altra, si arriva al finale che sembra felice ma... E l'epilogo sembra essere non del tutto definitivo con alcune domande che lascia in sospeso come accade anche in altri frangenti della pellicola.

Bizzu 25/06/15 21:53 - 217 commenti

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Se qui è una moda solo recente, il fantasy con i ragazzi in oriente è da sempre un must, usato per raccontare le inquietudini e la difficoltà di trovare un posto nel mondo. Quindi da questo punto di vista nulla di nuovo per chi abbia visto Battle Royale; il vero tratto distintivo è invece l'ottimo uso della computer grafica, usata per creare un film-videogioco dalle molteplici invenzioni. Purtroppo il guizzo di Miike si rivela solo nell'estetica delle sfide e dei personaggi fantastici, per il resto è tutto eccessivamente prevedibile, già visto.

Minitina80 8/01/17 09:22 - 2984 commenti

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Takashi Miike mette a frutto la propria libertà creativa sfruttando nella maniera giusta l’apporto delle tecnologie digitali. Si parte subito di corsa, il ritmo è sostenuto e non si tarda a sentire il fiato sul collo ogniqualvolta il livello di adrenalina sale. Tra le righe è possibile scorgere qualche spunto di riflessione, ma è ben camuffato dalle invenzioni registiche e penalizzato da qualche passaggio in cui sembra ripetersi. Il sangue scorre senza mai disturbare e l’intrattenimento è garantito, anche se poteva durare qualcosa in meno.

Jdelarge 23/10/18 01:13 - 1000 commenti

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Trasposizione cinematografica dall’omomimo manga. Takashi Miike dà vita a un film intenso con una bellissima fotografia e ricco di situazioni e personaggi fuori da ogni logica comune. La storia cela molteplici significati tra i quali la ricerca della propria identità da parte di ragazzi giovani, i quali devono superare una sorta di rito iniziatico di una violenza estrema per poter sopravvivere e progredire verso lo status di “Figli di Dio”. Offre spunti di riflessione, anche se a tratti è un po’ troppo ridondante.

Bubobubo 21/03/19 19:10 - 1847 commenti

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Takashi al Cube: con una mano titilla lo spettatore, con l'altra lo sfotte e gli sventola un bel dito medio in faccia. Un due tre stella, si parte: pescando a grandi manciate dal perturbante freudiano, in una Royal Rumble di giochi per l'infanzia di cremisi sangue tinti, si mette in scena un tutti contro tutti senza apparente motivo se non quello della spettacolarità, del carrozzone mediatico. Fantasia senza limiti: dalle eliminazioni cruente allo psicologismo di gruppo al finale post-nichilista, triste è chi non alimenta la standing ovation.
MEMORABILE: Il gioco dell'"uccellino in gabbia"; Il finale.

Takashi Miike HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Detective storySpazio vuotoLocandina Dead or aliveSpazio vuotoLocandina The city of the lost soulsSpazio vuotoLocandina Audition

Kinodrop 11/05/19 17:53 - 2950 commenti

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L'idea di un "Prescelto" che deve sottostare a miriadi di prove (o che si tratti semplicemente di un rito di passaggio) non è certo nuova né nella letteratura né al cinema. Miike si appropria di questo tema per sfoggiare con ironia e sarcasmo tutto l'armamentario tipico dei manga, con una bella dose di violenza, seppur attenuata dall'abilità ludico/digitale e dal montaggio. Se si prescinde dal contenuto un po' troppo pretenzioso, certamente è efficace la stratificazione delle vicende, anche se lo schema si ripete troppe volte. Attrae e disturba.
MEMORABILE: La prima sfida; I globuli rossi/biglie; Il gatto e il sonaglio.

Gabigol 23/10/21 19:11 - 580 commenti

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Miike, da vero sperimentatore di generi, si diletta nell'imbastire la trasposizione di un manga battle royale. Violenza fumettosa e robuste dosi di CGI, queste ultime atte a costruire boss videoludici dai toni farseschi, sono i principali ingredienti di una storia che si dipana attraverso un approccio divertente e surreale; finanche autoironico, grazie alle caustiche stilettate verso il contesto sociale che orbita attorno al dramma. La struttura a livelli garantisce una progressione narrativa meccanica ma non macchinosa, con qualche momento di stanca solo negli ultimi venti minuti.
MEMORABILE: Le biglie rosse con Daruma; Il Maneki Neko in palestra; Il canto delle bambole kokeshi; Il cubo orbitante in cielo; Gli indovinelli di Shirokuma.

Leandrino 24/10/21 10:19 - 513 commenti

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Tutta la verve creativa del giapponese al servizio di questo film tratto da un manga di successo, che mescola fantascienza, horror e azione in una bizzarra storia di liceali in lotta con divinità sconosciute. Miike sfanga con successo la prima mezz'ora, in cui lo spettatore è messo in crisi dall'innaturale immediatezza di una storia - anche visivamente - assurda. Presto però subentra una sensazione di ripetitività da videogioco che poco porta avanti la storia; finiscono gli indizi e i flashback, e ci si ritrova con un insieme di attrazioni dal finale inevitabilmente troncato.
MEMORABILE: Il primo gioco in classe; Le animazioni degli "dei".
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  • Discussione Brainiac • 14/06/15 20:27
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Ma che diamine succede ai registi giapponesi? Che succede al grande Cinema nipponico? Bulimia, overdose di manga, tripudio di post-modernismo o cosa? Miike e i sui 11 film in un lustro, Shion Sono che partorisce 6 film in un anno?!? E' umano -pur tenendo conto del celeberrimo stakanovismo nippone- mantenere questi ritmi? Non ne difetterà magari il prodotto finale? Secondo me, decisamentissimamente sì. E alla fine i risultati sono quelli di As the gods will oppure quelli dello scadente rap-drama di Tokyo tribe: storie risibili, d'un grottesco urticante, symbolismi da 4 lire, splatter digitalizzato un tot al kilo, umorismo agghiacciante, continui link alle nuove tecnologie, cellulari, consolle, cgi come se piovesse senza un perchè e senza un percome, gatti ciclopici, pupazzi della wii come villains, un-due-tre-stella grandguignoleschi, crudeltà immotivate e compagnia cantante. Si va vanti per vedere dove va a parare (nella più completa "caciara", ça va sans dire), naufragando nella noia, consapevolissimi che nulla avrà senso in questa mattanza, pur se ad ogni livello verrà proposto dallo script un ridicolo espediente salvifico che mandi avanti il baraccone. Film davvero troppo brutto per essere vero. Insert coin...
    Ultima modifica: 14/06/15 20:41 da Brainiac
  • Discussione Schramm • 14/06/15 21:25
    Scrivano - 7694 interventi
    ovviamente non c'è una sola sillaba che mi trovi concorde.

    quelli che chiami gatti ciclopici e pupazzi della wii sono icone portafortuna dell'arcaica tradizione nipponica, che miike rovescia sacrilegamente di segno. è un aspetto che sicuramente va del tutto perso per chi poco conosce il paraphernalia tradizionale giapponese, e che in patria avrà fatto storcere le nari a molti.

    anche il dove va a parare te lo devi esser perso durante la visione (non posso essere più specifico per evitare spoiler). questo film brutto? giuro che non ti riconosco più...
    Ultima modifica: 14/06/15 21:30 da Schramm
  • Discussione Brainiac • 14/06/15 21:52
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Guarda Schramm, leggo manga da quando ero alto così, seguo il cinema orientale da sempre, ho frequentato l'istituto di cultura Giapponese a Roma durante svariate rassegne, ho visto tutti i Fuori Orario di Ghezzi che hai visto anche te (Testuo, Matango il mostro di Otomo, e compagnia danzante). A cinque-sei anni (ripeto: cinque-sei anni) mio zio mi ha portato al Cinema a vedere Kagemusha. Il mio migliore amico si è trasferito a Tokyo e parecchie volte mi ha deliziato con aneddoti sulla Cultura nipponica. Penso di conoscere il giusto. Ti sembra un Capolavoro questo? Contento per te, ma non c'è argomento che tu possa tirare in ballo (e mi sembra che neanche ti interessi) che possa convincermi che As gods sia un film intelligente e che intrattenga. Mi sono perso qualcosa? Ci sta tutto, vorrei aver perso di più: mi ha annoiato, annoiato mortalmente. Gli fx (tranne quelli nel finale con la matrioska) sono invadenti e scemotti (il gatto, maddàai, il gatto semplicemente non si può guardare). I personaggi (tranne lo psycho-picchiatore) sono stereotipati. I dialoghi -dovendo seguire il delirio dello script- sono al minimo sindacale. Capolavoro -a mio modesto avviso- è un film che posso riguardare all'infinito, che stravolge un Genere e assurge pronti-via a riferimento obbligato con cui i posteri si dovranno confrontare. Nella mia visione di Cinema As gods non potrà mai essere questo.
    Ultima modifica: 14/06/15 21:53 da Brainiac
  • Discussione Schramm • 15/06/15 11:41
    Scrivano - 7694 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    ma non c'è argomento che tu possa tirare in ballo (e mi sembra che neanche ti interessi) che possa convincermi che As gods sia un film intelligente e che intrattenga.

    certo che no, è mica una gara di F1, un incontro di wrestling o una singolar tenzone a scherma né devo venderti alcunché. spero sia comunque lampante che pur non ritrovandomi in alcuna delle tue impressioni sensazioni motivazioni gusti (non è nemmeno la prima volta che accade di ritrovarci antipodici: vedi I saw the devil, enter the void o alcune serie top-notch) le rispetto non meno di quelle che avrei quotato e sottoscritto.

    se sono così parco di argomentazioni sul plot è perché, come da primissimo post, non voglio guastare la festa (o il funerale) a chi intende buttarcisi.

    l'unica osservazione circa gli fx: malgrado sia diciamo così affermato, riconoisciuto e sdoganato, miike non è un blasonato autore che naviga nell'oro e può permettersi chissà quali equipe professionali di f/x makers da super-produzione major. la crisi pesa anche su di lui ed è normale che laddove non ci arrivi col dané ricorra alle facili scappatoie dei bytes. col tutto che il maneki neko non è per me stato tutto questo gran cazzotto nei bulbi che è stato per te. graficamente è abbastanza fedele a quello vero che ho qua davanti a me...

    se poi dobbiamo seguire l'ipotesi secondo la quale

    HERE WE ARE AGAIN SPOILERISSIMO

    tutto sia un tron-trick fatto al pc dall'ex ichi nella stanza trovo del tutto coerente che gli effetti e la veste rispecchino una povertà da videogioco

    nei jeu de massacre-movies basati su una sola idea e con un taglio più o meno fumettistico i personaggi sono sempre (stati) stereotipati per non dire inesistenti e i dialoghi banali o sballati. ma allora cube? andrebbe stroncato senza pietà per lo stesso motivo.

    infine, secondo i tuoi condivisibili parametri di quel che può (deve?) definirsi capolavoro, questo è uno dei rari miike che potrei riguardare all'infinito. as the viewers will.
    Ultima modifica: 15/06/15 12:45 da Schramm
  • Discussione Brainiac • 15/06/15 18:52
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Perfetto, mi ero un po' offeso!
    ;-)
    Tutto rientrato, ci mancherebbe, tra l'altro il film un tot mi cresce nel ricordo, non escludo una seconda visione, quindi ritiro il "troppo brutto" e sostituisco (come fossi in una puntata di Telemike) con "molto-molto scombiccherato".
    Resta il fatto che per Telemiike invece 11 film in un lustro siano troppi, la qualità ne va a scemare (magari la scena del gattone poteva essere risolta -chessò- con meno cgi e maggior utilizzo del montaggio), e rimango inoltre fermamente convinto che il Cine-giappo sia in grossissima fase di confusione, iperattività e palesemente in "addiction" da postmodernismo.
    Ultima modifica: 15/06/15 19:04 da Brainiac
  • Discussione Schramm • 16/06/15 11:58
    Scrivano - 7694 interventi
    beh per complesse questioni di modus operandi produttivi e di dinamiche di marketing e di branding-franchise che sarebbe troppo oneroso approfondire qua (esiste un ottimo libro che le sviscera alla perfezione e che esamina il suo rapporto con esse) e che conoscerai molto bene (miike non è il solo autore a essere stato così iper-prolifico nell'ultimo mezzo secolo di celluloide del sol levante), diciamo che la sua iper-produttività rientra nella normale amministrazione del mercato giapponese che risponde a logiche un po' ingarbugliate. resto un po' del già rilanciato parere (vedi pagine addietro) che anche i suoi peggiori momenti, qualunque essi siano per ciascuno di noi, danno tanto di schicchera a buona parte del cinema occidentale.

    non so se/quanto la qualità vada quindi, in proporzione, davvero a scemare. teniamo anche conto che dei 13 (non 11 ;) ) film sfornati negli ultimi 5 anni ha pur sempre donato preziose gemme quali il canone del male, 13 assassins e appunto questo che possono rendere perdonabili i momenti meno alti (stima negativa che si può fare solo valutando uno a uno tutti i suoi ultimi 13 film).

    il postmodernismo a perdere come cifra stilistica di tutto il cinema credo sia registrabile almeno dai mid-90's...
    Ultima modifica: 16/06/15 12:04 da Schramm
  • Discussione Kanon • 11/08/15 12:32
    Fotocopista - 835 interventi
    Cioè, ma l'avete visto il "bikini trailer" ?

    https://www.youtube.com/watch?v=WNp2kKo0nBo
    Ultima modifica: 11/08/15 12:33 da Kanon
  • Discussione Schramm • 11/08/15 12:38
    Scrivano - 7694 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Cioè, ma l'avete visto il "bikini trailer" ?

    https://www.youtube.com/watch?v=WNp2kKo0nBo


    loooooooooooooooooooooooool!!!!
  • Discussione Daniela • 11/08/15 13:35
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Cioè, ma l'avete visto il "bikini trailer" ?

    https://www.youtube.com/watch?v=WNp2kKo0nBo


    incredibile!
    grazie Kanon, mi sarebbe dispiaciuto perderla questa chicca di follia pura ;o)
  • Discussione Cotola • 11/08/15 18:25
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Spassosissimo. Ah ah ah ... Così imparano ad averle così prosperose ;-P