Da annoverare tra le migliori (se non la migliore in assoluto) commedie con Johnny Dorelli. Misurato, allegro, sfrontato, canagliesco, travolgente solo quando serve, il simpatico attore riesce a superare in questa notevolissima gara di bravura uno straordinario Enrico Maria Salerno, sottovalutato interprete capace di dare moltissimo anche nella commedia brillante. Di fronte a tanto anche la protagonista Monica Vitti (nel senso che è dalla sua parte che viene vissuta la storia ed è lei la più presente in scena) non può che abbozzare, dando comunque prova (soprattutto nella seconda parte) di una versatilità e una spontaneità non comuni, riuscendo a convincere quasi fino in fondo. E’ lei la moglie...Leggi tutto insoddisfatta che, pungolata da una conferenza sulla biandria (e cioè la bigamia al femminile), decide di mettere in pratica la lezione sposando sotto falso nome proprio il relatore della conferenza (Salerno). Dividendo in due la settimana riuscirà a vivere metà giorni con il primo marito (Dorelli) e metà con il secondo. Finché i due, ignari, si conosceranno diventando amici e facendo nascere un'infinita serie di equivoci. Un film da seguire con il sorriso sulle labbra, ottimamente diretto da uno Steno al suo meglio che adattando per lo schermo una commedia musicale di Jaja Fiastri trova gli interpreti ideali in grado di vivacizzarla al punto giusto. Qualche caduta di ritmo è inevitabile (specie quando in scena c'è la Fenech nei panni della rovinafamiglie), ma la sofisticatezza della sceneggiatura e dei dialoghi è rimarchevole. Temi non nuovi ma rielaborati con intelligenza.
Monica Vitti fa finta di avere solo trentacinque anni, ma io non riesco a fingere che non sia un filmetto e nulla più, perché Steno non è riuscito a mettere su pellicola le delizie della commedia musicale. Lo si guarda, si esce dal cinema (o si spegne il televisore) e lo si è già dimenticato.
Trasposizione cinematografica dell’omonima pièce teatrale di Jaja Fiastri (1975), “Amori miei” è un film classificabile come commedia brillante/sofisticata del periodo del “riflusso” (indubbiamente uno dei migliori esempi nel genere). Il cast e la confezione sono per soddisfare l’impellicciato pubblico del Natale ’78: il sardonico Dorelli, l’amorevole Vitti, l’affascinante Salerno e le forme della Fenech. Pellicola dotata di vivacità e d'una garbata critica sociale. Le danzerecce musiche di Trovajoli sposano appieno la causa “leggerezza”.
Che bello vedere Monica Vitti scatenarsi lungo tutta la pellicola, accompagnata da un Dorelli ed un Enrico Maria Salerno simpatici ed in parte. La leggerezza regna per tutto il film e a Steno non si chiede di più se non sorridere in maniera intelligente (addirittura elegante). La Fenech in uno dei suoi primi ruoli in commedia di serie A, ancora lontana per fortuna dalle varie Domeniche In!
Commedia sofisticata che racconta la storia d'amore tra Anna (Monica Vitti) e il distratto Marco (Johnny Dorelli) giornalista troppo impegnato sul lavoro, motivo per cui la donna ben pensa di crearsi altra identità (con altro amante annesso). Qualcosa, del film, sembra essere poi stato ripreso in Nudo di donna (1981). La Fenech ha un ruolo marginale, da ochetta svampita: nel film viene presentata da Dorelli mediante una serie di diapositive, in realtà quelle realizzate da Angelo Frontoni per un epocale servizio di Playboy nel quale appariva - ovviamente - senza veli. Raffinato, ma deboluccio.
Tratto da una commedia teatrale di Jaja Fiastri (portata in scena da Ornella Vanoni) è una delle ultime regie del grande Steno nonchè un buon esempio di commedia sofisticata e di classe divertente, garbata e non priva di elementi di critica sociale. Buona la sceneggiatura, accorta la regia e ottima la prova del cast, dominato da una Monica Vitti in grande forma.
Commedia verniciata di buon gusto, verniciata di classe, verniciata d'arguzia. Verniciata. La storia è poca cosa, e la regia non ha inventiva. Ri-edizione del classico triangolo dal punto di vista femminile, gioco degli equivoci poco giocoso, artificioso senza leggerezza. Nessuno dei personaggi riesce a rendersi amabile (soltanto simpatica soltanto la Fenech) e, per quanto si agitino e blaterino, nessuno fa mai ridere. Forse perché questa commedia, di "sofisticato", ha soltanto la vernice.
Mediocre commedia del valido regista Steno. Nonostante un ottimo cast il film non riesce a decollare, troppo noioso e la storia è alquanto banale. Totalmente fuori luogo la Fenech in una delle parti più inutili della sua carriera. Guardabile ma con riserva.
Nulla resta del comparto musicale dell'originale teatrale, ma nonostante la carenza di personaggi e ambientazioni i tre protagonisti sono bravissimi a reggere sulle loro spalle il peso di tutto il film, che risulta garbato e sempre piacevole. Dorelli e la Vitti si producono in ruoli a loro soliti e congeniali, ma la vera sorpresa è l'utilizzo di Salerno in una veste comica che funziona a meraviglia. Da sturbo la Fenech col capello corto. Brillante.
MEMORABILE: Le smorfie di Salerno davanti allo strip della Fenech.
Una volta tanto la bigamia, che la sceneggiatura assolve come sfogo per chi dà molto amore ma ne riceve troppo poco, non riguarda l’uomo bensì la donna, ma pure in questo caso si insinua l’ombra del maschilismo… L’impostazione teatrale (fonte l’omonima commedia di Iaia Fiastri) appronta il set giusto per un tris d’assi della recitazione italiana che interagiscono brillanti e garbati anche durante gli spiritosi intermezzi erotici della “regina” Fenech, in uno dei quali sfoggia una calzamaglia trasparente come in Sessomatto.
MEMORABILE: Le riviste per soli uomini per favorire il test della sterilità; le facce di Salerno durante il sexy show a domicilio della Fenech.
Discreto esempio di commedia all'italiana basato sugli equivoci di una donna che si sposa con due uomini all'insaputa uno dell'altro. Ne derivano situazioni divertenti, con qualche buona riflessione sulla vita di coppia. Monica Vitti sa rendersi simpatica mentre Edwige Fenech ha una parte ridotta ma lascia ugualmente la sua impronta provocante. Dorelli e Salerno, nel ruolo dei mariti, si equivalgono. ***
La forza del film rimane nella sceneggiatura, che rimpalla i dettami amorosi da un sesso all'altro. Inizio che fatica a ingranare tanto da dover far parlare in mdp per chiarire i concetti e in un film lo reputo un peccato grave. L'arrivo della Fenech vivacizza le relazioni e fa scavare nelle psicologie. Steno fa quel che può nei piccoli ambienti e viene aiutato dai protagonisti, che tuttavia non sempre dan l'impressione di credere in ciò che succede (specie Dorelli, che non è Tognazzi).
Farsa femminile (e garbatamente femminista) che non decolla, nonostante tutta la verve messa in campo dalla Vitti. Dorelli e Salerno sono poco convinti della loro parte e appaiono impacciati. Durante il film mi sono distratto e mi sono perso la morale ma, avendone già una mia, non mi sono sentito privato di qualcosa. La farsa vuole sorprendere e divertire, naturalmente, ma non è facile lasciarsi coinvolgere.
MEMORABILE: Ho visto in un film spagnolo degli anni Ottanta il divertente «numero» della scarpa femminile. Era un'idea originale nostra?
Steno porta al cinema un soggetto di base teatrale e ne viene fuori una simpatica commedia con un bel gruppo di attori: Vitti carismatica, Dorelli godibile e in parte, Salerno mai sopra le righe e con una certa eleganza nella recitazione. Appare seppure per poche sequenze una procace Fenech, non troppo aiutata dalla sceneggiatura. Prima parte sicuramente coinvolgente che poi lascia spazio a una seconda francamente più lenta e ripetitiva.
Spassosa commedia di chiara impostazione teatrale che può vantare, oltre a uno script frizzante e mai volgare, una strepitosa Vitti. Siamo quasi negli anni '80, i toni cupi lasciano spazio a un clima tendenzialmente più leggero, sebbene non manchino spunti di riflessione, soprattutto sull'emancipazione della donna. I due mariti sono all'altezza, la Fenech ha poco spazio ma diverte. Steno non compie miracoli, tuttavia fa un lavoro più che dignitoso, soprattutto in sede di montaggio. Si ride.
Commedia gradevole giocata sugli equivoci dove la bigamia è vista dalla parte della donna. Frizzante Monica Vitti che regge il gioco nel ménage à trois. Dorelli a suo agio nella parte rende credibile le vicende, accompagnato da un bravo Enrico Maria Salerno. La Fenech non è granché ma si guarda sempre volentieri! Girato da Steno con leggerezza e garbo. Il regista sopperisce con mestiere alla mancanza di originalità della storia.
Non una commedia eccezionale ma comunque orchestrata con brio da Steno, che può contare su una sceneggiatura abbastanza spumeggiante (specie nella seconda parte, la migliore) e soprattutto su un tris di ottimi attori. In particolare Dorelli e Salerno brillano nei loro duetti, mentre alla Vitti è lasciato il compito di guidare le danze senza strafare. Un po' inutili gli interventi della Fenech, così come sa di irrisolto il finale. Nel complesso non male.
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DiscussioneGugly • 8/05/08 22:48 Archivista in seconda - 4712 interventi
questa commedia si inserisce nel filone "neosofisticato" che si afferma alla fine degli anni 70; si tratta di storie meno scollacciate dei vari Pierini e Co. che guardano alla girandola di equivoci della pochade francese...devo dire che anche a me film come questo sono sempre piaciuti, anche per la presenza di interpreti come Dorelli e soprattutto di Monica Vitti, che pur non sexy nè bona, ogni tanto ( ma non sempre purtroppo) si mangia il patner del set.
... capisco... più che necessario: indispensabile! :)
Gugly ebbe a dire : questa commedia si inserisce nel filone "neosofisticato" che si afferma alla fine degli anni 70; si tratta di storie meno scollacciate dei vari Pierini e Co. che guardano alla girandola di equivoci della pochade francese...devo dire che anche a me film come questo sono sempre piaciuti, anche per la presenza di interpreti come Dorelli e soprattutto di Monica Vitti, che pur non sexy nè bona, ogni tanto ( ma non sempre purtroppo) si mangia il patner del set.
Quoto parola per parola: in effetti siamo dalle parti di una commedia più raffinata (ma non meno erotica: vedi il balletto della Fenech) in grado di sviluppare trame credibili, curate e supportate da attori/attrici di qualità (la Vitti, ma anche la Fenech stessa).
DiscussioneGugly • 9/05/08 08:18 Archivista in seconda - 4712 interventi
per completare quanto detto da Markus, vorrei ricordare che l'autrice della commedia è Iaia Fiastri, storica collaboratrice di Garinei e Giovannini, " gli amori" a cui il lavoro è dedicato.
DiscussioneGugly • 9/05/08 12:33 Archivista in seconda - 4712 interventi
non credo che ci sia mai stata un ripresa televisiva...comunque mai dire mai, ora che,stando a quanto ho letto di recente la Rai aprirà tutti gli archivi e metterà a disposizione ore ed ore di produzione.
Gugly ebbe a dire: non credo che ci sia mai stata un ripresa televisiva...comunque mai dire mai, ora che,stando a quanto ho letto di recente la Rai aprirà tutti gli archivi e metterà a disposizione ore ed ore di produzione.
Anch'io ci spero poco, tanto più che di AMORI MIEI versione teatrale davvero non l'ho mai visto memmeno in spezzoni-TV. Forse hai ragione: non è stato ripreso.
Comprato il dvd by CRISTALDIFILM.
Qui vediamo il menu:
La qualità del video appare decisamente migliore della vhs, ovvio, ma quella velatura tipica del film non è stata eliminata. Appare evidente che nessuna opera di restauro è stata applicata, tuttavia va più che bene.
Gli extra consistono in una interessante intervista all'autrice Jaja Fiastri e a dei ritagli di giornale d'epoca riguardanti l'opera AMORI MIEI.
HomevideoGugly • 7/02/10 21:15 Archivista in seconda - 4712 interventi
La velatura fa glamour...
CuriositàZender • 21/07/10 09:01 Capo scrivano - 48848 interventi
Come aveva già scritto Markus, il film è tratto da una celebre commedia musicale teatrale scritta da Jaja Fiastri per Garinei e Giovannini.
Ecco i ruoli teatrali coi corrispondenti al cinema:
Ornella Vanoni:Monica Vitti Duilio Del Prete:Johnny Dorelli Gianrico Tedeschi:Enrico Maria Salerno Maria Grazia Buccella:Edwige Fenech
Il film, del tutto simile alla versione teatrale tranne per il fatto che sono state eliminate tutte le parti cantate (le musiche poi qui sono di Trovajoli invece che di Bruno Canfora), avrebbe dovuto essere diretto dalla stessa Sastri, che tuttavia rifiutò lasciando il posto a Steno.
Uno dei pochissimi film italiani registrato in presa diretta.
CuriositàZender • 9/05/14 18:37 Capo scrivano - 48848 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
La partita che Anna Lisa (Vitti) guarda allo stadio insieme a Marco (Dorelli) è Palermo - Roma 1-1 del 13 maggio 1973, valevole per la 29° giornata di Serie A '72/'73, già vista nel film La schiava io ce l'ho e tu no (1973) del quale usiamo lo stesso attimo dell'incontro per la dimostrazione.