Primo di cinque documentari dei fratelli Castiglioni (qui con la collaborazione di Guido Guerrasio) sugli usi, i costumi e i riti di alcune popolazioni indigene in Africa. La macchina da presa semi-amatoriale svela con straordinaria efficacia stranezze di popolazioni lontane da casa nostra che sono una testimonianza (allora unica) di un mondo quasi sconosciuto. Africa segreta attinge senz'altro al fenomeno dei mondo-movie, ma si concentra maggiormente sugli aspetti antropologici.
Molto valido per aver decelato i più reconditi stanziamenti di molte tribù africane già a quel tempo decimate, soprattutto dalle guerre, nonchè per la dimostrazione di come molte delle loro usanze sopravvivano a qualsiasi influenza esterna; anche la loro storia viene discretamente accennata, ed è sublime l'ironia al consumismo tramite lo sbadiglio del leone. Sono però odiosi tanti sacrifici fatti solo per feticismo, scene di caccia della più vile e quel che più disgusta è vedere far tagli con la lesina al ventre di una neonata di pochi giorni...
MEMORABILE: Gli uomini-leopardo: in Italia lavorerebbero più dell'Ufficio delle Imposte Dirette!
Parte alla carica con piglio austero, quasi ieratico, e un tono tutto sommato sobrio e composto (sebbene semplicistico) la prima castiglionense intonazione del paraponziponzipo', che da una sabbiosa distesa di 7000 km (...considerato il mezzo, attraversata con quali scorte di acqua e benzina?) fino all'Africa capitalizzata ci squaderna documenti di intermittente fascino e relativa attendibilità. Poi i due gemelli iniziano a sbottonarsi il doppiopetto e a cantare sguaiatamente 'africa le freak c'est choc' gambizzandoci con tutto quanto, in fieri e in nuce sarà refrain di un proverbiale esprit sensazionalistico: fauna sgozzata e smembrata a fini rituali o di caccia, circoncisioni a tutt'andare e via disgustando, e tanti saluti all'etnologia.
Angelo Castiglioni HA DIRETTO ANCHE...
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Markus ebbe a dire: (pur con qualche strizzata d'occhio ai mondo allora in voga)
probabilmente anche più di qualche: gli ultimi 35' sono praticamente un resumé di tutte le atrocità dei loro africa-movies a venire, per quanto in questo caso depauperati da sarcasmo, cinismo e razzismo del commento (un disperato guerrasio fece di tutto per umanizzare il peggio a dare corpo a materiale disomogeneo - il montaggio fu molto difficoltoso a causa di parecchio girato a 18 fotogrammi al secondo [uno scaltro espediente per conseguire un metraggio abbondante] )...
restano le solite incongruenze tipiche del genere, ma come intento approccio e confezione, una certa serietà e genuinità di fondo permane e in definitiva il film si mastica come chewingum tutte le prosperate che verranno. comunque sono contento di aver colmato la lacuna. ;)
* Per la prima del film al Durini di Milano, Guerrasio organizzò un battage promozionale a base di numerosi gimmick: tra questi, una mostra di materiali di scena (perlopiù numerose maschere africane), l'arrivo della jeep usata per le riprese, ancora incrostata di fango, e un'ambulanza parcheggiata all'ingresso del cinema per eventuali malori dovuti alla visione del film
* Solo nella prima giornata al Durini, il film registrò la bellezza di 3 milioni e 300.000 lire di incasso.
Fonte: intervista a Guido Guerrasio su Mondorama in allegato al n.23 di Nocturno
DiscussioneRaremirko • 5/12/12 17:00 Call center Davinotti - 3863 interventi