La pseudo-etnologia fatta film. Bastano le scarificazioni eseguite con bifrontali a dare la misura dell'autenticità dell'operazione. Che naturalmente mira solo a colpire il più forte possibile sotto la cintura, scodellando tra una noiosa danza tribale e l'altra fior di infibulazioni, circoncisioni, limature di incisivi e numerose immancabili torture ad animali spacciate per cotè culturale. Commento e raccordi che più razzisti non si potrebbero. Di brutto, di più. L'Africa ci dichiarerebbe guerra se lo vedesse. Castiglioni, sui ceci!
MEMORABILE: Scult il verdetto di un processo per adulterio con uno degli aborigeni doppiato con un "buddana è!".
Incisioni con lamette sulla pelle, dolenti riti propiziatori, un rarissimo caso di nero albino (per questo schernito dal suo popolo), sale alimentare ricavato dagli escrementi, l’infibulazione compiuta su una bambina e altre raccapriccianti immagini carpite all'ultimo scampolo d’Africa primitiva esplorata dai Castiglioni. Se in Africa segreta l’intento era pressoché antropologico qui è lo shockare - riuscendoci - un pubblico ormai avvezzo alle atrocità.
Sfacciata mistificazione che affastella confusamente immagini raccapriccianti per stordire lo spettatore con una serie continua di colpi allo stomaco e dove la vis razzista, non essendo sbandierata come in Jacopetti, è ancora peggiore proprio perché insidiosamente nascosta. Superato il primo impatto, il film diventa man mano di una noia tremenda così come lo è lo stucchevole commento, che nonostante le pretese "serie" non riesce a evitare cadute in squallide battutacce nello stile dei peggiori mondo movie di una decina di anni prima.
A differenza di Jacopetti e del suo Africa addio, i fratelli Castiglioni non optano per una grottesca agiografia nostalgico/colonialista del continente nero ma scelgono la strada rigorosa e scientifica dell'etnologia. Lasciando da parte guerre, caos e fine degli imperi, i due autori si concentrano sui costumi tribali e le usanze più primitive delle varie etnie africane incontrate sul loro cammino. Un documentario crudo e dettagliatissimo nel quale culti spaventosi si avvicendano a pratiche scatologiche ed agghiaccianti infibulazioni artigianali.
MEMORABILE: La povera bimba sottoposta al lungo e dolorosissimo calvario della mutilazione del clitoride, con successiva cucitura delle grandi labbra...
Documentario scioccante e sconvolgente. Non tanto per le pratiche descritte o le condizioni primitive dei popoli sottosviluppati, quanto per la dimostrazione nuda e cruda di ciò che viene sempre solo "sentito raccontare" in merito a riti e usanze ancestrali del luogo. Infibulazioni, circoncisioni, escoriazioni, coprofagia, medicazioni all'antica e violenza varia compongono questo documentario dall'inizio alla fine. Ultima parte relativa all'hashish documentata in maniera molto disinformata.
MEMORABILE: "Non c'è scritto da nessuna parte, però, che gli amici dello sposo debbano palpeggiare la futura sposa: Giù le mani da quel seno, amico!"
Trucissimo mondo-movie a sfondo africano nello stile tipico dei Castiglioni. Come spesso succede in questi casi, o lo si odia o lo si ama; sensazionalistico e spietato nel mostrare atrocità su animali e persone, così come bizzarrie e usi raccapriccianti, tutto accompagnato dall'immancabile commento fuori campo che sciorina una "perla" dietro l'altra. Più brutale del successivo Magia nuda, si barcamena tra rituali realistici e altre immagini maggiormente "reinterpretate", con alcune cadute nel ridicolo (il processo per adulterio, l'hashish).
MEMORABILE: I cadaveri sepolti nel buco nel terreno; Le varie mutilazioni; Il nero albino; I cani uccisi; Le presunte "fasi" catastrofiche dell'hashish.
Il genere mondomovie ha sempre giocato molto sul sensazionalismo; in questo specifico caso quello che arriva allo spettatore è un vero e proprio pugno nello stomaco. La voce di Cucciolla ci accompagna alla scoperta delle usanze dei "primitivi" andando a curiosare tra pratiche abominevoli come l'infibulazione di incolpevoli bambine e momenti a tratti quasi comici come il processo all'adultera. Il finale di speranza fa ritornare lo spettatore alla "normalità" del nostro mondo occidentale. Durissimo.
Questo tipo di film, al solito, disorienta. È sicuramente un'antologia di meraviglie esotiche buona per titillare i bollori del borghese medio anni Settanta. Eppure, a ben vedere, quale differenza c'è con la spietata ricognizione antropologica di Terra senza pane? Forse Castiglioni mente (o esagera) come un colonialista in gita e Buñuel no? Non è detto. Non sarà che la differenza risiede solo nella qualità delle immagini, nella profondità dello sguardo? Nell'arte, insomma, mentre Africa ama rileva solo quale curioso sensazionalismo e nulla più?
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Markus ebbe a dire: Ryo, ho letto il tuo commento sul film in oggetto e in particolare la tua frase "Ultima parte relativa all'hashish documentata in maniera molto disinformata" non posso che condividerla; infatti, ricordo delle gran risate con l'amico (e forumista) Pol in tal proposito. L'uso di questa droga viene a dir poco enfatizzata ai massimi livelli fino a sfiorare il ridicolo involontario.
Esatto, contando che si parla degli anni 70 e in quei tempi si cercava di "demonizzare" le droghe leggere. Ora non dico che l'hashish faccia bene, ma da qui a dire che porta a non capire più niente e che i consumatori finiscono inevitabilmente a fare orge ce ne vuole...
Ryo ebbe a dire: Esatto, contando che si parla degli anni 70 e in quei tempi si cercava di "demonizzare" le droghe leggere. Ora non dico che l'hashish faccia bene, ma da qui a dire che porta a non capire più niente e che i consumatori finiscono inevitabilmente a fare orge ce ne vuole...
Beh, già nel lontanissimo 1936 Reefer madness aka
Tell your children aveva dedicato tutti i suoi 68 minuti ad una storia inconcepibile di uso&abuso di droghe leggere che conducevano irrimediabilmente alla pazzia, al suicidio e al delirio orgiastico.
Stiamo parlando di un film americano di propaganda proibizionista realizzato prima della Seconda Guerra Mondiale (Grillo ne mostrò ironicamente alcuni spezzoni durante un suo show di qualche annetto fa).
Non credo che l'intento dei Castiglioni fosse quello di far passare la linea del proibizionismo, forse è solo disinformazione o più probabilmente l'enfatizzazione a fini dello spettacolo di qualsiasi cosa (in fin dei conti il sensazionalismo è la spina dorsale dei mondo-movies).
Devo procurarmi assolutamente questo tell your children (il titolo dice tutto) allora. Sicuramente mi farò 4 risate. Che poi, ironicamente, negli anni 50 in tv passavano gli spot delle sigarette con i medici che fumavano e dicevano "distende i nervi e rilassa i muscoli" e cose del genere. Dove sta la coerenza?
Markus ebbe a dire: Non credo che l'intento dei Castiglioni fosse quello di far passare la linea del proibizionismo, forse è solo disinformazione o più probabilmente l'enfatizzazione a fini dello spettacolo di qualsiasi cosa (in fin dei conti il sensazionalismo è la spina dorsale dei mondo-movies).
Si, naturalmente le motivazioni dei Castiglioni erano ben altre.
Il parallelismo che ho evidenziato era sul tipo di effetti analoghi illustrati nei due film.