Note: Aka "Horror: The Blancheville monster". Il film è ispirato ai racconti "La caduta della casa degli Usher", "Quattro chiacchiere con una mummia" e "Una storia delle Ragged Mountains" di Edgar Allan Poe.
Tipico gotico all'italiana (benché nei titoli di testa i nomi italiani scompaiano per via del solito gioco di pseudonimi) che, nonostante si giovi di qualche scenografia lugubre azzeccata, non riesce ad andare oltre la desolante media dei sottoprodotti che inflazionarono il mercato nostrano dei Sessanta. Ci sono l’immancabile castello straripante di corridoi e passaggi segreti, la famiglia nobile su cui grava una insidiosa maledizione, la coppia di bionde ceree perennemente spaventate, l’incappucciato sfigurato di turno, il medico di casa, il giovane spasimante innamorato perso, la governante dallo sguardo di ghiaccio. C'è esattamente tutto quello che vi potete aspettare...Leggi tutto dal gotico de’ noantri, immerso in un suggestivo bianco e nero e appesantito dagli inevitabili dialoghi spenti. Dura far passare un'ora e mezzo così (a patto di non essere fan sfegatati del genere), tuttavia va dato atto a De Martino di aver saputo creare qualche atmosfera inquietante (la segreta dove viene anestetizzato il mostro, l'incubo nella nebbia, il bosco di alberi spogli...) o perlomeno visivamente accattivante. Le note dolenti arrivano dal cast, anonimo e poco capace di dare un minimo di spessore alla storia. De Martino lo dirige con perizia, fa quel che può ma i risultati sono quelli che sono e c'è poco da rallegrarsi. Furono davvero in pochi, all’epoca, a sapersi distinguere dalla massa (Bava, Margheriti, Freda...) e questi horror d'altri tempi (qui siamo nella Francia di fine Ottocento) oggi reggono poco.
Fiacco gotico italiano, dalla trama risaputa e dagli sviluppi narrativi prevedibili
e sgangherati. I topoi del genere ci sono tutti, ma ciononostante la pellicola si
mostra priva di mordente e di atmosfera (grave peccato visto il genere) approdando
ad un finale alquanto stupidotto. Scarsa la regia di De Martino che tuttavia ha fatto
di peggio (ma anche di meglio).
Più tendente al giallo che all'horror, un gotico confezionato dignitosamente ma senza mordente, con personaggi quasi totalmente privi di interesse, incapace di catturare l'attenzione se non nell'ultima mezz'ora, con una leggera accelerazione a livello narrativo, qualche rimando a Poe (con una delle prima sepolture in catalessi dell'horror nostrano) e a Hitchcock (l'immancabile bicchiere dal contenuto sospetto) e spiegoni che ridestano un minimo l'interesse. Attori e dialoghi sin troppo teatraleggianti, musiche di routine. Corretto ma fiacco.
Tra i primi esempi di gotico italiano non può dirsi particolarmente riuscito, in quanto la soverchianza figurativa (boschi, castello con maledizione ancestrale e ambigua servitù, cripte, volti sfigurati, malcapitata urlante, citazioni da Poe) e la recitazione basata su dialoghi ampollosamente letterari lo rendono passivo, fiacco, artificioso e ingenuo. Dietro lo pseudonimo di Joan Hills si cela una giovanissima Ombretta Colli, la cui morte apparente ha il merito di anticipare quella di Sorel descritta ne La corta notte delle bambole di vetro. Tetri accordi pianistici di Giovanni Franci.
Molta carne al fuoco: finirà quasi tutta bruciata. Peccato, i primi dieci/quindici minuti sembravano introdurre a un buon film di genere: la fotografia contrastata e a grana fine, la tetraggine dell'ambientazione, le belle donne, i personaggi ambigui, certe note delle musiche... Poi comincia il disastro (a un certo punto l'ho immaginato come parodia e quasi funzionava), che avrà nel finale la sua delirante apoteosi. Un oggetto curioso, senz'altro da vedere, ma sbagliato.
Non malaccio, questo gotico targato De Martino. Siamo davanti a tutti gli stereotipi tipici del genere (lugubre maniero, passeggiate notturne con candelabro in mano, etc.) ma tutto sommato lo spettacolo regge e, grazie anche alla bella fotografia in bianco e nero di Ulloa, si segue con discreto interesse fino alla sua conclusione. Curioso come si anticipi di quasi dieci anni una celebre sequenza di un film di Aldo Lado. Interpretazioni non certo memorabili (sopra tutto quella di Ombretta Colli), ma in linea con il tipo di prodotto. Regia corretta.
De Martino tenta di molestare la sacra memoria di Edgar Allan Poe ("Il crollo della casa Usher") e ci riesce. Attori, storia e regia sono talmente prevedibili e piatti che dalla crassa mediocrità spesso il film scivola nel comico involontario. In tal senso il glorioso bianco e nero aiuta: fra un urletto muliebre, un tuono e un grido inumano uno si aspetta, prima o poi, l'improvvisa comparsa di Lurch col suo catacombale: "Chiamato?". Da evitare.
Finto gotico: nel finale rivela un disonestissimo colpo di scena che rende il tutto assimilabile a un giallo. È un peccato, perché come horror aveva qualche carta da giocare e la regia di Martino si mostra più che sicura. Buoni il cast e l'atmosfera. Un'occasione persa in sostanza, evitabile a meno che non siate puristi del genere.
La narrazione è buona e il finale inaspettato, anche perché due o tre personaggi si rivelano ben diversi da quel che fino ad allora veniva spontaneo credere. Per i brividi che a quei tempi poteva dare la figura del mostro è ben studiata e il piano orchestrato dalla solita mente diabolica abbastanza geniale. Non troppo affascinanti le madamigelle, ma il film una sufficienza sicura la strappa.
MEMORABILE: "Noi inglesi non abbiamo mai fame, ci concediamo qualche appetito." "Allora noi irlandesi siamo inglesi con la fame!"
Molto elegante su un piano fotografico e scenografico, il film è un perfetto esempio di gotico all'italiana che si avvale dei classici topoi: un sinistro castello, una maledizione che incombe, giovani ragazze in preda a una misteriosa fascinazione. La trama è in realtà solo un pretesto per raccontare di ombre, morti apparenti e addirittura mesmerismo. A tratti molto influenzato dai racconti di Edgar Allan Poe. Non sottovalutatelo.
MEMORABILE: Gli incubi strazianti della protagonista impersonata da una giovane Ombretta Colli.
Thriller gotico d'altri tempi, invecchiato maluccio ma non disprezzabile. Qualche cartuccia la riserva ancora asciutta, in particolare le ottime scenografie tetre e misteriose, con il castello dell'orrore ove l'aria umida e malata appare quasi palpabile. La vicenda può essere intuita nei suoi sviluppi in modo piuttosto semplice, anche se alcuni personaggi potrebbero non essere quel che appaiono. Bravi i partecipanti nei loro ruoli, mentre la regia di De Martino risulta adeguata al film. La pecca più grande si rivela nel finale: vedere per credere.
Una fanciulla torna a casa giusto in tempo per farsi perseguitare dal padre pazzo, anche se... Per più di un'ora non accade praticamente nulla e gli sceneggiatori piazzano qui e là momenti di vana suspense che non conducono mai all'horror cui fa riferimento il titolo. Poi però, verso l'epilogo, ecco che la vicenda pare di colpo animarsi e quasi ci si lascia coinvolgere dalle sinistre occhiate che si scambiano di continuo i vari personaggi... Ma dura poco, subito arriva il "tonfo" ad arronzare e quel lieto fine in carrozza suscita la risata involontaria. Cast e trucco improponibili.
MEMORABILE: L'orologio coi segni zodiacali; L'incubo di Emily; Dentro la bara.
Il repertorio classico del cinema gotico (cigolii di porte, temporali, spifferi di vento, sussurri e grida) viene ottimamente riproposto - in una summa dei cliché - da Alberto De Martino, con in più un vago riferimento (probabile, dato l'anno di realizzazione) ad alcuni titoli AIP diretti da Corman (Sepolto Vivo ed I Vivi e i Morti): non è un caso che uno dei protagonisti (Gérard Tichy) si chiama proprio Roderick. La buona scenografia sostiene l'effetto onirico dato dall'utilizzo del B/N e gli attori sono ottimamente calati nella parte...
Nonostante il titolo, ha più l'andamento di un giallo all'italiana gabellato per prodotto internazionale, con tanto di nomi fasulli per avvalorarne l'esotismo. In un castello "inglese" con tutti i cliché del caso, nebbie, ombre, segrete, ruderi a perdita d'occhio, si consuma una storia delle più inverosimili, tirata avanti a forza di dilazioni e di dialoghi manierati per bocca di un cast ingessato che ha come modello evidente gli sceneggiati di quell'epoca.Tra citazioni letterario-filmiche in un bel b/n, spiccano le urla reiterate di Emily con effetto finale più comico che orrifico.
Discreto horror gotico con tutti, ma proprio tutti, i cliché del caso, apprezzabile perché porta avanti una storia abbastanza interessante e tutto sommato riesce a essere coinvolgente per tutta la sua durata, pur con il ritmo compassato che spesso caratterizza le pellicole di questo genere. Alberto De Martino, non sempre ottimo regista, qui si fa valere e gira abbastanza bene, coadiuvato anche da un cast sufficientemente in parte e dove al posto della consueta Barbara Steele abbiamo una discreta Ombretta Colli. Tra manieri, candelabri e sotterranei il tempo passa piacevole.
La soluzione razionale lascia in realtà molti ponti in sospeso, ma poco male visto che in film come questi ciò che conta è soprattutto l'atmosfera (ed è proprio quella a difettare). De Martino allinea con precisione scolastica tutti i classici elementi del gotico senza però riuscire a infondergli quel quid che crea autentica tensione e non bastano la cura formale, la suggestiva location molto ben fotografata in b/n e la musica roboante e onnipresente. Interpreti men che mediocri tra cui una giovanissima Ombretta Colli e un'inquietante Helga Linè.
MEMORABILE: La Colli che si risveglia ed esce tranquillamente da sola dalla bara e dalla tomba.
Ispirato vagamente al racconto di Poe "La caduta della casa degli Usher", ha una trama nel complesso non eccezionale, ma presenta situazioni riuscite. Le scenografie e le location fanno la parte migliore insieme all'atmosfera, che è veramente grigia (e non solo perché si tratta di un film in bianco e nero). Il finale, malgrado il colpo di scena stile giallo, ha comunque un suo fascino.
Un gotico della vecchia scuola, ordinario e senza picchi. Tutti i luoghi comuni di genere sono rispettati (un antico maniero, una maledizione, una cripta, un butterato, personaggi apparentemente loschi) e la storia prosegue senza troppi sussulti. Le ispirazioni a certi scritti di Poe sono evidenti e alcune atmosfere risultano sufficientemente lugubri (i ruderi, il bosco spoglio e nebbioso), ma la narrazione è piuttosto piatta e si sente la mancanza di un Price qualsiasi nel cast (l'intero quadro familiare ha un che di artificioso e poco spontaneo). Non disastroso ma modesto.
Un buon gotico d'antan diretto dal poliedrico De Martino, che anche qui ci restituisce un prodotto godibile grazie alle azzeccate atmosfere (temporali, castello, schricchiolii, urla nella notte, personaggi sinistri... insomma, tutti i topoi resi ammodo), esaltato da un ottimo bianco e nero. Horror solo nel titolo, trae ispirazione da Poe e funziona meglio nella prima parte, più misteriosa e interessante, che non nella seconda, un po' più fiacca e prevedibile. Recitazione leggermente ingessata ma in linea con le pellicole di genere del periodo. Tre pallini d'incoraggiamento.
Mediocre gotico italiano. Ci sono molti degli elementi tipici dei filone (castello compreso); quello che manca è il talento visivo, che permetteva a questi film di elevarsi dalla mediocrità nonostante trame banali e povertà di mezzi. De Martino è un buon regista, ma in questo caso non riesce a creare tensione o un'atmosfera inquietante, impedendo quindi al film di funzionare. Ci vuole costanza per arrivare alla fine del film, visto che la noia è un elemento costante durante tutta la visione.
Gérard Tichy HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Demoni & Streghe - La serie completa Titoli della serie Demoni & Streghe distribuiti da noi in VHS grazie alla Shendene & Moizzi, componenti il ciclo "Capolavori del cinema horror gotico italiano" (ogni titolo contiene il link alla scheda davinottica del film):
Undying ebbe a dire: Ecco la VHS distribuita nelle edicole dalla Shendene & Moizzi (ciclo Dèmoni & Streghe).
Il riversamento è ottimo (per quel che può offrire, come supporto, un nastro magnetico) ed integrale.
Esiste anche un'altra edizione homevideo, come precisa Buiomega71, ed è quella della Normale Home Video Vero Buio, la VHS Normale è un pezzo alquanto ricercato oggidì, ne ricordo ancora la fascetta che spiccava sugli scaffali delle prime videoteche della mia zona.
Lo affittai ai tempi ma poi non riuscii ad acquistare il supporto al momento della chiusura dell'esercizio stesso, mantenendo pertanto una vecchia registrazione da tv locale (ai limiti della vedibilità).
Quanti memorabilia queste videocassette eh... ;-))