Veramente atroce. Il tipico film italiano che vorrebbe sembrare intelligente e metaforico ma che risulta soltanto insensato e squallido oltre che di una lentezza esasperante. Siamo nel genere di La bestia nel cuore, anche se qui si scende ancora di più di livello, con una storia che meritava sì e no la durata di un cortometraggio. Anche le scene di nudo sono disgustose. I buoni nomi del cast recitano tutti malissimo. Sconsigliatissimo a tutti, uno di quei film che uccidono il cinema italiano.
Andò è andato alla ricerca di uno sviluppo oscuro e sospeso, che è allo stesso tempo il pregio e il limite del film. Il titolo del romanzo della Hart da cui è tratto è “Ricostruzioni”: in questo caso quelle del passato di due fratelli di cui diventa subito chiaro che hanno qualcosa di particolare in comune. Con una tensione soffusa ma percettibile, una monotonia spezzata dai momenti di erotismo e una logica sequenza di sbalzi temporali, tutti i nodi vengono sciolti. Tranne quello se la Gerini nelle scene di nudo sia lei o una controfigura. ***
Terribile thriller italiano che ben lungi dall’avvincere lo spettatore si rivela essere una micidiale “polpetta avvelenata” a causa di un altissimo tasso di spocchia e di eccessive velleità artistiche che portano il regista ad ammantare il suo nulla narrativo di vuoti intellettualismi intellettualoidi e di oscuri significati metaforici e psicanalitici che paiono essere solo nella sua testa. Esecrabile.
Emir Kusturica, che attore non è, risulta essere il migliore (anche come personaggio), all'interno di questo lavoro dove spiccano una discreta fotografia e un buon montaggio. Film eccessivamente "costruito" e con molte scene inutili, anzi dannose, dove emerge una specie di autocompiacimento da parte della regia, specie nell'esibizione di nudi, insistita e senza un vero senso se non quello di tentare di creare un'atmosfera oltremodo morbosa, specie con la presenza di bambini (nel film) come spettatori. Brava anche Donatella Finocchiaro.
L'idea, se condensata, poteva stare in un film di mezz'ora: un uomo, shoccato da un evento cui ha assistito nel suo passato, torna nelle drammatiche terre siciliane e rivive il trauma. Il cast non è ben diretto, Boni protagonista ha l'appeal di una lumaca (alla cui velocità sembra viaggiare il film), la storia in sé è poco interessante e anche il colpo di scena finale stile "psicologia spicciola applicata" è ben poca cosa. Si può guardare, ma di sicuro non si può parlare di film riuscito... Emir Kusturica però se la cava alla grande.
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Penso che il mio commento sia abbastanza eloquente:)
Vidi il film in sala all'uscita e ricordo i dettagli in maniera sfumata (il che, sommato alla confusione della trama, mi impedisce di argomentare citando con precisione i passaggi del film), ma la sensazione di noia e irritazione che mi suscitò ce l'ho ancora perfettamente stampata nella memoria.
La mia posizione collima con quella di Deep.
Intanto il mio commento è già molto esplicativo. Poi avendolo visto tempo fa al cinema non posso argomentare bene ma come per
Deep, ricordo benissimo la noiae l'irritazione
che montava sempre più. Un mio amico ogni tanto
mi diceva: "tranquillo, adesso succede qualcosa"
Una volta, due, tre...poi finalmente qualcosa è
successo. Si sono accese le luci in sala, il film era finito e noi siamo andati a mangiare un
panino :-)