Una lunga domenica di passioni - Film (2004)

Una lunga domenica di passioni
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/01/08 DAL BENEMERITO GALBO
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Galbo 5/01/08 20:34 - 12372 commenti

I gusti di Galbo

Ambientato durante gli anni della prima guerra mondiale è una storia d'amore in cui la protagonista femminile non si rassegna alla scomparsa in guerra del fidanzato e fa di tutto per trovarlo. Seconda collaborazione tra A Tautou e JP Jeunet (dopo Amelie) il film ha il suo punto di forza in una serie di scene particolarmente forti ed evocative (quelle di battaglia ad esempio) intervallate da momenti più lirici e ben illustrate (la brillante Parigi del primo ventennio del secolo scorso) che suppliscono a qualche carenza della sceneggiatura troppo frammentata.

Redeyes 30/01/08 17:11 - 2442 commenti

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Anche in una tragedia quale la guerra Jeunet riesce ad inserire il suo elemento fiabesco. Le prime scene con voce fuori campo, stile Amelie, sono deliziose. La fotografia come sempre ben curata. Il cast è molto buono: parte è composto dalla sua "equipe" che lavora con lui da Delicatessen, poi ci sono la Tatou, sempre carina (anche se non è qui il suo ruolo) più un'ottima Cotillard (cattiva e vendicativa). Il film scorre benissimo e come al solito le musiche sono ottimamente curate, firmate da Badalamenti (come ne La città Perduta).

Vstringer 6/03/10 11:16 - 349 commenti

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Appassionante apologo su amore e speranza, che trasporta lo schema di Amelie nella Francia post-Grande Guerra. Solo lo schema, però (e una brava Tautou nel ruolo dell fragile e forte protagonista), perché il resto è molto più interessante: Jeunet, che qui beneficia di una grande fotografia e di un cast folto e impeccabile (pure un cameo della Foster), assembla frammenti di storia con classe estrema, in una favola noir dalla sceneggiatura non banale. Fra le atrocità della trincea e la dolcezza degli incontri, è forse il miglior film di Jeunet.

Lythops 5/04/11 11:12 - 1019 commenti

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Un film tecnicamente perfetto, forte dell'immenso finanziamento statunitense, che ha il difetto di mettere sulla graticola troppi personaggi e un'infinità di citazioni e omaggi (una per tutte Per qualche dollaro in più con l'orologio a carillon). Interpreti perfettamente a loro agio e una fotografia che piace a molti ma che a mio parere, specialmente nelle molte riprese bretoni, non rende giustizia ai colori e all'armosfera di quella terra. Tecnologia digitale ovunque.
MEMORABILE: La corsa a perdifiato di Audrey Tatou dalla casa alla strada con la speranza di veder passare il fidanzato.

Stefania 11/09/11 04:05 - 1599 commenti

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L'epica del viaggio e dell'avventura, la lirica della storia d'amore: è una scommessa contro il destino, quella di Mathilde, un lungo sentiero le si srotola di fronte, tra incroci pericolosi e vicoli ciechi. Ma lei non è mai sola, in quel cammino alla ricerca del fidanzato smarrito in guerra: ogni compagno di strada regala alla storia una sfumatura diversa: dramma, mistero, umorismo. Un viaggio alla scoperta della natura umana, tra il fangoso grigiore dei flash-back bellici e la luce soave che avvolge la campagna e la Parigi anni venti, un Elogio della Follia cinematograficamente impeccabile.
MEMORABILE: Il personaggio "dark" di Marion Cotillard, e la sua sconvolgente rivelazione a Mathilde...

Giacomovie 8/10/11 18:18 - 1397 commenti

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Lo stile da favoloso mondo di Amelie c'è tutto; questa ne costituisce una versione più matura, dove la protagonista sembra solo aver cambiato nome e campo d'azione per le sue investigazioni tipo 007. Sullo sfondo di crudezze belliche si sviluppa il racconto evocativo di sentimenti smorzati dagli eventi della vita. Ed il regista lo fa con semplicità, leggerezza, ricchezza formale, a volte concentrandosi su certi piccoli particolari atipici. Un tipo di cinema che può piacere o no ma di cui ne va ammessa la qualità.

Buiomega71 18/06/12 00:56 - 2899 commenti

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L'inizio (straordinario), così come le scene di battaglia in trincea (altro che Salvate il soldato Ryan), sono di una potenza visiva devastante, con un iperrealismo da far venire i brividi. Jeunet ha talento da vendere, ma non si controlla e a volte straborda: molti momenti noiosi, lungaggini e affastellamento dei personaggi nonchè una fotografia da "mulino bianco" che stride con quella cupa delle trincee, umorismo a volte fastidioso. Restano alcuni momenti di cinema assoluto e poetico, intervallati da ferocia e tenerezza. Un war movie dai tocchi fantasy.
MEMORABILE: La Cotillard "angelo della vendetta" in un'esecuzione argentiana con schegge di vetro; Le automutilazioni dei soldati all'inizio; Le fangose trincee.

Daniela 20/01/14 08:56 - 12606 commenti

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Dopo la fine della guerra, una ragazza non rassegnata alla morte del fidanzato conduce una paziente indagine per accertare cosa sia realmente avvenuto sul campo di battaglia... Mathilde è la nonna di Amelie, ne condivide la tenera testardaggine, la speranza che non si arrende all'evidenza. Popolata, come sempre accade nel cinema di J., da una folta massa di figure bizzarre ed invenzioni visive, una storia d'indagine ramificata, gradevolmente retrò, che oscilla fra i toni sentimentali, favolistici e drammatici. Eccessivo, debordante, ma anche generoso e vitale, il miglior film del regista.
MEMORABILE: All'inizio, la presentazione dei cinque condannati; nella terra di nessuno

Saintgifts 16/10/14 10:15 - 4098 commenti

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Jeunet ha dimostrato di saper trasportare il sue stile, dalla favola (per la quale sembra fatto apposta e, apparentemente, senza altre possibilità) al drammatico. Non un drammatico "classico", naturalmente, ma un suo drammatico che riesce ad amalgamare generi molto distanti tra loro, in modo che tutto mantenga un sapore gradevole e sorprendente come un piatto non convenzionale ma ben bilanciato, che passa dal dolce al salato ma senza disgustare. Dalle trincee della Prima Guerra Mondiale, che mettono i brividi, a donne come Mathilde e Tina.

Capannelle 15/10/15 09:40 - 4394 commenti

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Pagine drammatiche di storia che Jeunet intreccia con situazioni e figure surreali, non sempre riuscite ma comunque significative e qualche scena merita veramente la visione. In generale, tagliare del minutaggio e qualche sottotrama avrebbe giovato al godimento della pellicola. Attori in palla: non so cosa ci facesse lì la Foster ma come prova corale è positiva.

Jean-Pierre Jeunet HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina DelicatessenSpazio vuotoLocandina Alien - La clonazioneSpazio vuotoLocandina Il favoloso mondo di AmélieSpazio vuotoLocandina La città perduta

Urraghe 13/02/20 17:32 - 78 commenti

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Racconto delle peripezie di una giovane sposa alla ricerca del suo promesso sposo probabilmente giustiziato, con altri quattro commilitoni, durante la prima guerra mondiale. Inconfondibile film di Jean-Pierre Jeunet. Stessa fotografia, stessa attrice a tre anni dal favoloso mondo di Amélie; il racconto si svolge tra personaggi bizzarri e un montaggio all’altezza. Ancor più ammaliante del film di Amélie e molto sottovalutato, in Italia. Strappa più di un sorriso amaro.
MEMORABILE: La presentazione dei cinque condannati.
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  • Discussione Buiomega71 • 18/06/12 10:50
    Consigliere - 25896 interventi
    L'inizio e a dir poco straordinario, puro cinema potente e visionario, con gli orrori delle trincee mai così iperrealistiche viste in un film (che si mangiano in un sol boccone il Soldato Ryan di Spielberg e gli Orizzonti di gloria kubrickiani), tra granate, corpi maciullati dai proiettili o fatti a pezzi dalle bombe, fango, pioggia, sangue, massacri , tanto che ti senti le bombe fischiarti vicino alle orecchie.

    Potentissimo il cinema di Jeunet, che però straborda, con troppi personaggi che si affastellano, molti momenti di noia e una lunghezza che alla fine tedia.

    Grottesco, surreale, un war movie con tocchi da fiaba, fotografia alla "mulino bianco" tornatoriana, che stride con la cupezza della guerra in trincea, postriboli felliniani, momenti di gran cinema assoluto, umorismo a volte invadente e insistito (l'estenuante arrivo del postino alla fattoria), la Jodie Foster che si concede scene di sesso piuttosto ardite, automutilazioni, la Cotillard spietata "angelo della vendetta", che uccide il generale panzone e libertino in modo sublime, geniale e quasi argentiano (le schegge di vetro dello specchio al soffitto), oppure si inventa meccanismi fantasiosi per sparare per prima. La sua esecuzione alla ghigliottina lascia davvero il segno.

    Filmati d'epoca ricostruiti a seppia (i sogni erotici della Tautou), follie militari, dirigibili che esplodono provocando macelli, finali amari seppur conciliatori.

    Jeunet ha uno stile troppo debordante, mischia la sua Amèlie con Orizzonti di gloria, tra orrori grotteschi alla Delicatessen e tetragonalità alla Alien, mixa il digitale a personaggi tipicamente usciti dalla sua immaginazione (il barista con la mano di legno meccanica), non si controlla e a volte risulta stucchevole e artificioso.

    Ma regala momenti di gran cinema assoluto che sono una gioia per gli occhi.

    Un pò come lo stile di Terry Gilliam, incontrollabile e strabordante.

    Le scene di guerra rimangono tra le più belle e crude mai girate (straordinaria l'immagine che apre il film, il cristo in croce fatto a pezzi dai proiettili, in un non luogo che sembra l'atrio dell'inferno), e le sequenze a flashback delle automutilazioni che si infliggono i soldati per essere rispediti a casa, ma che andranno davanti alla corte marziale.

    127 minuti imperfetti, tra tenerezza, ferocia, violenza, sesso, noir, revenge movie, fiaba ingenua e trasognata e un pizzico di storia patria.

    Di rara antipatia la Tautou, deludenti le musiche di Badalamenti e alcuni personaggi di fondo francamente inutili (il postino, la dama tedesca, gli zii invadenti) e gag di dubbio gusto (il cane scorreggione con tanto di tormentone :"Cane che peta la giornata allieta(!!!!!)"

    Restano alcuni momenti davvero devastanti, in un kolossal bellico lambito dalla favoletta all'Amèlie, purtroppo non del tutto riuscito col sapore del capolavoro mancato.
    Ultima modifica: 18/06/12 12:37 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 18/06/12 11:02
    Consigliere - 25896 interventi
    *Il film è tratto dal romanzo di Sèbastien Japrisot (Rizzoli editore). La scenografa Aline Bonetto ha trasformato in sei settimane di lavoro 20 ettari di terrenodi una base militare vicino a Poitiers in un tratto di trincea lungo 200 metri con tanto di crateri di esplosioni, pozze d'acqua, cadaveri (creati da Denis Gastou), rottami e alberi bruciati che caraterizzano la "terra di nessuno" tra le due linee nemiche.
    Fonte: Scheda di Ciak del film

    *5 Premi César 2005 (su 12 nomination): migliore attrice non protagonista (Marion Cotillard), migliore promessa maschile (Gaspard Ulliel), miglior fotografia, miglior scenografia, migliori costumi
    Premi Lumière 2005: miglior regista
    Kansas City Film Critics Circle Awards 2005: miglior film straniero
    Fonte: Wikipedia


    *Il film , anche se parlato in francese e realizzato totalmente in Francia con cast tecnico e artistico prettamente francofono, non potè rappresentare la Francia agli Oscar perchè la legge transalpina (fra molte polemiche) lo considera comunque americano per la produzione Warner.
    Fonte: Ciak, Febbraio 2005
  • Discussione Galbo • 22/01/14 06:04
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    @Daniela
    Anche per me questo è il miglior film del regista, vedo che non hai commentato Amelie !
  • Discussione Daniela • 22/01/14 08:03
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    @Daniela
    Anche per me questo è il miglior film del regista, vedo che non hai commentato Amelie !


    Poffare!!! Mi parevo proprio di averlo commentato... l'ho visto tre o quattro volte, ci sono passaggi che trovo deliziosi..ed altri irritanti, come spesso mi accade con i film di Jeunet. Provvederò in merito ;o)
  • Discussione Capannelle • 15/10/15 09:46
    Scrivano - 3473 interventi
    Caro Buio, sottoscrivo la frase "con troppi personaggi che si affastellano" perchè è in effetti un limite del film che ne pregiudica il godimento.

    Non sottoscrivo l'esito del paragone con il Soldato Ryan: la forza e il ritmo dello sbarco in Normandia rimangono superiori anche se hai ragione a dire che Jeunet raffigura bene lo scempio della trincea.

    Badalamenti in effetti compone musiche da drammone storico, forse non in tema con la vena surreale del regista e poco originali. Bisognerebbe anche capire cosa gli avesse chiesto Jeunet..
    Ultima modifica: 15/10/15 09:57 da Capannelle
  • Discussione Buiomega71 • 15/10/15 19:12
    Consigliere - 25896 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    Caro Buio, sottoscrivo la frase "con troppi personaggi che si affastellano" perchè è in effetti un limite del film che ne pregiudica il godimento.

    Non sottoscrivo l'esito del paragone con il Soldato Ryan: la forza e il ritmo dello sbarco in Normandia rimangono superiori anche se hai ragione a dire che Jeunet raffigura bene lo scempio della trincea.

    Badalamenti in effetti compone musiche da drammone storico, forse non in tema con la vena surreale del regista e poco originali. Bisognerebbe anche capire cosa gli avesse chiesto Jeunet..


    Già, alla fine non mi e dispiaciuto, ma un pò troppo da "Mulino bianco" spesse volte (insomma, il mondo di Amelie e terribilmente dietro l'angolo). Anche se Jeunet sà filmare come pochi al mondo (bisogna dargliene atto), ma a conti fatti non mi ha fatto impazzire
    Ultima modifica: 15/10/15 19:22 da Buiomega71
  • Discussione Galbo • 15/10/15 19:17
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Io ho trovato Amelie assai sopravvalutato; questo invece mi è piaciuto parecchio tanto che ho comprato il DVD