L'inizio e a dir poco straordinario, puro cinema potente e visionario, con gli orrori delle trincee mai così iperrealistiche viste in un film (che si mangiano in un sol boccone il
Soldato Ryan di Spielberg e gli
Orizzonti di gloria kubrickiani), tra granate, corpi maciullati dai proiettili o fatti a pezzi dalle bombe, fango, pioggia, sangue, massacri , tanto che ti senti le bombe fischiarti vicino alle orecchie.
Potentissimo il cinema di Jeunet, che però straborda, con troppi personaggi che si affastellano, molti momenti di noia e una lunghezza che alla fine tedia.
Grottesco, surreale, un war movie con tocchi da fiaba, fotografia alla "mulino bianco" tornatoriana, che stride con la cupezza della guerra in trincea, postriboli felliniani, momenti di gran cinema assoluto, umorismo a volte invadente e insistito (l'estenuante arrivo del postino alla fattoria), la Jodie Foster che si concede scene di sesso piuttosto ardite, automutilazioni, la Cotillard spietata "angelo della vendetta", che uccide il generale panzone e libertino in modo sublime, geniale e quasi argentiano (le schegge di vetro dello specchio al soffitto), oppure si inventa meccanismi fantasiosi per sparare per prima. La sua esecuzione alla ghigliottina lascia davvero il segno.
Filmati d'epoca ricostruiti a seppia (i sogni erotici della Tautou), follie militari, dirigibili che esplodono provocando macelli, finali amari seppur conciliatori.
Jeunet ha uno stile troppo debordante, mischia la sua
Amèlie con
Orizzonti di gloria, tra orrori grotteschi alla
Delicatessen e tetragonalità alla
Alien, mixa il digitale a personaggi tipicamente usciti dalla sua immaginazione (il barista con la mano di legno meccanica), non si controlla e a volte risulta stucchevole e artificioso.
Ma regala momenti di gran cinema assoluto che sono una gioia per gli occhi.
Un pò come lo stile di Terry Gilliam, incontrollabile e strabordante.
Le scene di guerra rimangono tra le più belle e crude mai girate (straordinaria l'immagine che apre il film, il cristo in croce fatto a pezzi dai proiettili, in un non luogo che sembra l'atrio dell'inferno), e le sequenze a flashback delle automutilazioni che si infliggono i soldati per essere rispediti a casa, ma che andranno davanti alla corte marziale.
127 minuti imperfetti, tra tenerezza, ferocia, violenza, sesso, noir, revenge movie, fiaba ingenua e trasognata e un pizzico di storia patria.
Di rara antipatia la Tautou, deludenti le musiche di Badalamenti e alcuni personaggi di fondo francamente inutili (il postino, la dama tedesca, gli zii invadenti) e gag di dubbio gusto (il cane scorreggione con tanto di tormentone :"
Cane che peta la giornata allieta(!!!!!)"
Restano alcuni momenti davvero devastanti, in un kolossal bellico lambito dalla favoletta all'Amèlie, purtroppo non del tutto riuscito col sapore del capolavoro mancato.