Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Stravaganza polanskiana che - è inutile negarlo – fa un po' il verso ai nostri cinepanettoni anni 90 e giù di lì, quelli in cui Boldi, De Sica e altri partner occasionali occupavano le stanze di un albergo in montagna (si noti che il medesimo Gstaad Palace fu teatro di CHRISTMAS IN LOVE, nel 2004) per intrecciare storie di nessun conto costruite con l'unico scopo di regalare qualche risata. Che non azzardavano alcuna pretesa caricaturale però, cosa che invece Polanski tenta andando a cercare tra le pieghe di personaggi in più casi poco centrati che (come lui stesso precisa) ha osservato durante...Leggi tutto tante vacanze passate proprio lì, a Gstaad.

Scegliendo come parafulmine di ogni disastro l'impassibile direttore dell'hotel (Masucci) il film trova il suo faro, il punto di riferimento al quale tutti si rivolgono più o meno disperatamente per risolvere i loro problemi, di varia natura: dalla padrona (Ardant) di un cane con problemi di stomaco alla giovane (James) che ha sposato l'anziano imbottito di soldi (Cleese) e al quale ha chiesto, per il primo anniversario di matrimonio, di comprarle un pinguino; dall'arricchito volgare e sprezzante (Rourke) al gruppo di russi che depositano valigette stipate di denaro in un caveau improvvisato fino al chirurgo estetico (de Almeida) circondato dalle sue clienti rifattissime. Ma oltre a questi, che sono i personaggi più in vista, ne esistono altri la cui presenza lascia piuttosto perplessi, a cominciare da un ex pornodivo (un buffo Barbareschi, truccatissimo nonché produttore del film) infilato tra gli ospiti non si sa bene a quale titolo.

Tutta la prima parte la si passa a chiedersi a cosa punti davvero il film: le gag latitano, persiste solo una gran confusione sul set e l'impressione è quella di un film sgangherato, privo di una direzione alla quale puntare, avaro di gag e che si rianima saltuariamente per gli interventi azzeccati di qualche carismatico attore (Rourke, ad esempio). Nella seconda il film lievita e in qualche modo decolla, dando un senso al gran caos e azzeccando gag a loro modo talvolta efficaci.

La figura del direttore costretto a far fronte ad ogni imprevisto ostentando un sorriso di circostanza s'è comunque vista già troppe volte: si muove di fatto quasi sempre da spalla, limitandosi a reagire con qualche espressione di irritazione contenuta, mentre tra tutti chi forse riesce di più a divertire è un John Cleese immobilizzato dalle circostanze: non ha bisogno di dire una sola parola, nei suoi momenti migliori, gli basta la faccia! Rourke (doppiato da Pannofino) sa rendersi simpaticamente antipatico, gli altri trovano con fatica giustificazione allo spazio occupato e si lasciano trascinare nel vortice caotico ma il più delle volte sterile in cui il film si muove.

La scelta corale paga insomma solo a livello superficiale, le idee sono da commedia di basso rango e interi segmenti, come quello dei russi nel momento di passaggio di consegne tra Eltsin e Putin (si festeggia in albergo il Capodanno del 2000, con tanto di spauracchio dato dal temutissimo millennium bug) non si capisce proprio quale utilità abbiano, dal momento che risultano deprivati di ogni connotazione umoristica. Un film indeciso se tentare la via del simpatico bozzetto con velleità caricaturali o se concedersi apertamente alla risata grassa senza troppi perché. Sarebbe stato meglio seguire con più decisione la seconda strada, senza nascondersi dietro occasionali paraventi, esponendosi magari a critiche più feroci ma dimostrando di averci provato con decisione mettendo sul piatto un nome e un background con pochi eguali, nella storia del cinema.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/09/23 DAL DAVINOTTI
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Markus 30/09/23 18:36 - 3646 commenti

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Pare persino strano a dirsi, ma Polanski si è dato al "cinepanettone" più puro: quello fatto di stanze d'albergo lussuoso, situazioni paradossali, personaggi sopra le righe, parrucche che volano e tanto, tanto trash! Chissà se è la co-produzione italiana (con Barbareschi anche attore) ad aver virato la pellicola in una forma così inusuale per il regista polacco, ma resta a oggi un unicum piuttosto riuscito, sul profilo della risata leggera, ma che lascia addosso una certa inquietudine per la strana scelta artistica.

Hiphop 2/10/23 12:07 - 59 commenti

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Roman, autore di capolavori che hanno fatto la storia del cinema, ci propina qui un film terribile. Lento, noioso, volgare e trash come solo nei più infimi cinepanettoni capita di vedere. Certo il tutto è avvolto in una bella confezione, ma non basta. Storie banali, per nulla divertenti, personaggi insignificanti. Sconsigliato a tutti: farà male a chi ha amato e ama Polanski.

Il ferrini 1/10/23 01:42 - 2259 commenti

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In questo film di Barbareschi, pardon, di Polanski, molte le tracce italiane: musicali, con "La notte vola" che ricorre spesso, attoriali, con vari caratteristi nostrani, e purtroppo riscontrabili anche in fase di scrittura. A tenere banco il bravissimo "Adolf" Masucci, qui direttore dell'Hotel, ma funzionano anche Rourke/Pannofino e Fanny Ardant, che pur dovendo parlare esclusivamente di cacca di cane, ne esce elegantemente. Il film però manca di coesione e ci sono troppi vicoli ciechi. Si coglie il disprezzo del regista per certa borghesia viziata e arrogante, ma è un po' pochino.

Rambo90 1/10/23 20:29 - 7561 commenti

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Polanski prende in prestito il nostro cinepanettone per raccontare di personaggi sopra le righe e situazioni paradossali. Purtroppo il risultato si avvicina più a quelli degli ultimi anni: critica di costume facilona quando inesistente, tanta volgarità e una sensazione in generale di comicità vacua e fuori tempo massimo. Il cast qua e là nobilita le situazioni, ma poco può, alla lunga, contro la generale piattezza. Confezione scintillante e regia per lo meno svelta, ma il vero Polanski è altrove.

Alexcinema 2/10/23 00:07 - 109 commenti

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Un cinepanettone con una (giusto accennata) infiocchettata da film d'autore, privato della sua componente più rozza e volgare, che con la solita tecnica del "bestiario" infarcisce una sorta di "sfottò ai ricchi in favore dei non ricchi". Polanski dirige senza particolare verve una commedia grottesca le cui premesse sono tuttavia deluse, poiché richiederebbero maggiore cinismo e cattiveria rispetto al risultato finale. Divertente, ma l'occasione è per metà sprecata.

Cotola 2/10/23 20:04 - 8888 commenti

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Quella che si riunisce in un albergo svizzero è una variegata umanità che Polanski si diverte a dileggiare, con scarsi risultati. I momenti divertenti sono pochi; quelli riusciti ancor meno. I personaggi riusciti scarseggiano, mentre troppi sono quelli insulsi, come le storielline di cui sono protagonisti che spesso finiscono pure in maniera inconcludente. Fastidiose certe volgarità. La confezione c'è ed il ritmo è discreto, ma non può bastare. Nel cast spicca Cleese; spiace invece vedere la Ardant in un ruolo simile; irriconoscibile Cerlino. Il nadir dell'immenso regista polcacco.

Rebis 9/10/23 12:11 - 2300 commenti

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1999: l'umanità è alle soglie dell'Apocalisse, nell'anno della Bestia. Chi si salverà? Solo gli animali, a quanto pare. Brutto. Triviale. Scontato nella sua cafoneria tracimante, nella goliardica esposizione di lordure. Ma a quattro anni di distanza da un film impeccabile e di una filmografia tra le più importanti della storia del cinema, lo si accoglie come trash d'autore intenzionale, un diabolico congedo di fine carriera volto a lasciare presa sull'umanità, più dalle parti di una senile e sulfurea deflagrazione areofagica che di una sentita provozione (cui prodest?).

Blutarsky 11/10/23 00:07 - 360 commenti

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Polanski dirige una commedia grottesca sul Capodanno di un'alta borghesia in disfacimento fisico e morale, tenuta insieme solo dalla plastica imperante. Il kitsch decadente dell'hotel, l'edonismo stantio, il servilismo fantozziano e i volti deformati in maschere orrorifiche danno l'impressione di assistere a una versione di Society diretta da Neri Parenti. Poco altro rimane nella memoria, si sorride e si ridacchia solo per i momenti più triviali di questo film corale in cui le storie o si smarriscono in molteplici cul de sac narrativi, o si concludono senza catarsi, anonimamente.
MEMORABILE: Il sorriso ebete di Cleese.

Pinhead80 17/10/23 08:33 - 4659 commenti

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La sera di Capodanno del nuovo millennio un gruppo di personaggi grotteschi arriva in un hotel per trascorrere l'ultimo dell'anno. Il direttore dell'albergo si prodigherà per cercare di assecondare tutte le stravaganze degli ospiti. Polanski a novant'anni suonati non smette di sorprendere il suo pubblico e dirige un film folle che si contraddistingue per la singolarità dei suoi interpreti, che sono vere e proprie maschere a partire dai volti. Non è tanto importante la trama quanto la necessità di mostrare una normalità sgradevole che è sia disturbante che esagerata. Da vedere.
MEMORABILE: Tutta l'interpretazione di Mickey Rourke; Il finale.

Myvincent 23/11/23 19:26 - 3649 commenti

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L’idea non è originale: un albergone super lusso nel quale ruotano i personaggi più lussureggianti e kitsch, come un cinepanettone internazionale e, fortunatamente, con meno sciocchezze. Polanski come regista di commedie comiche funziona meno, senza evitare però di lasciarsi tentare dalla satira politica nei confronti dei russi ricchi, fragorosi e corrotti. Si ride poco in fondo, ma il film resta comunque un buon ring dove far scatenare un Mickey Rourke irresistibile.
MEMORABILE: La sigaretta spenta nel caviale…

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Maxx g Ieri 16:56 - 623 commenti

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Polanski ha qui fiato corto e poche idee. Già l'idea di partenza pareva debole, l'esecuzione poi, è veramente da dimenticare. Sembra di assistere davvero a una versione straniera dei vari film natalizi del duo Boldi-De Sica. Situazioni pecorecce (vedi l'episodio del cane), smorfie degli attori e tanta, tanta noia. Un film davvero da dimenticare e che pare nemmeno sia proprio di quello che un tempo era considerato un maestro. Evitatelo.
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  • Discussione Torsolo • 13/10/23 08:59
    Galoppino - 32 interventi
    Il Mereghetti, che penso sia una sorta di ''guida spirituale" del Davinotti, come il Morandini e più modestamente, il Farinotti, ha potuto sferzante mente scrivere che, l'ultimo di Polanski "The Palace" è "una cagata pazzesca".
  • Discussione Zender • 13/10/23 09:07
    Capo scrivano - 47369 interventi
    Che fantasia... Quanto a guida spirituale proprio no. Il Davinotti nasce al contrario come bonaria presa in giro del Mereghetti, nel nome.
    Ultima modifica: 13/10/23 09:09 da Zender