Ambientato in un campo di concentramento giapponese verso la fine della seconda guerra mondiale, sembra la versione incattivita e sadica di Stalag 17, con un cambio di prospettiva: non la fuga ma la semplice sopravvivenza. Anche qui, al centro della storia un approfittatore che commercia con il nemico ed è per questo malvisto da altri prigionieri. Duro, avvincente, con uno splendido cast in cui l'americano Segal, nei panni di un tipo cinico e senza scrupoli. è affiancato da ottimi attori inglesi fra cui spicca Tom Courtenay, tenuto in vita dal proprio risentimento nei confronti del protagonista.
Inglesi e americani, alleati nella seconda guerra mondiale, chiusi in questo campo di prigionia giapponese dove il sudore su corpi emaciati e coperti da brandelli di uniforme sembra essere il protagonista assoluto; sono divisi (non tutti) da rancori dovuti al diverso modo di intendere la disciplina. Sopravvivere è la parola d'ordine e c'è chi vi riesce meglio (molto meglio) di altri. La resa del Giappone e l'arrivo dei liberatori, in un qualche modo sovvertirà la routine costituita e ci si accorgerà che anche i sentimenti peggiori sono serviti.
Non la fuga ma la sopravvivenza è il tema principale della pellicola, come si legge nei titoli di testa. E il regista crea un universo concentrazionario di quelli che restano nella memoria. Raramente si sono viste sullo schermo tanta cattiveria e sadismo e un personaggio davvero sgradevole e laido fino al midollo. La storia coinvolge praticamente dall'inizio alla fine, grazie a un gran ritmo e a diverse scene che restano nella memoria (vedi sotto). Grande prova corale di tutto il cast e personaggi molto interessanti. Non fatevelo scappare.
MEMORABILE: Lo stufato di cane e le espressioni sulle facce dei soldati mentre lo mangiano.
Misconosciuto titolo da annoverare tra i migliori film di guerra sui campi di prigionia. Lontano dal cinico umorismo di Stalag 17 e dall'epica avventurosa de Il ponte sul fiume Kwai, è semmai più simile ai film di Aldrich in cui un gruppo di persone deve sopravvivere in condizioni limite. Ottimamente girato in un crudo bianco e nero e recitato da un gruppo di attori in stato di grazia, tra i quali si notano un giovane Denholm Elliott futuro partner di Indiana Jones e un Joseph Turkel di kubrickiana memoria. Un piccolo cult da rivalutare.
MEMORABILE: Il succulento pasto a base di carne di cane; Il salvataggio del braccio di Marlowe; Gli improvvisi fermo immagine sui volti dei protagonisti.
In un campo di prigionia giapponese, ufficiali inglesi e americani cercano di sopravvivere al meglio; specialmente l'americano "the king", spregiudicato nel ricorrere a mezzi esecrabili e sfruttando senza riguardi. Narrazione piuttosto idealizzata e teatralizzata che sostituisce gli orrori della guerra (ancora in corso) con situazioni personalistiche e faide più vicine al western che a una vera tragica testimonianza. Si avverte una certa schematicità nelle psicologie, seppur temperata da un buon livello di recitazione. Risente dell'età.
MEMORABILE: Il fragile Marlowe; L'allevamento dei topi; La radio; Lo sfortunato cane.
"King" di nascita e di fatto, lo scaltro George Sagal che, tra sotterfugi e mercanteggiamenti disonesti, si garantisce una posizione privilegiata all'interno di un microcosmico campo di prigionia giapponese. Alla regia sopraffina di Forbes, che va a nozze col bianco e nero candidato all'Oscar di Burnett Guffey, fa eco uno script episodico non sempre coinvolgente nonostante i pochi sconti al realismo della messinscena. L'ottimo cast, anche per quanto concerne i comprimari (si veda l'intenso Courtenay, il cui ruolo antagonistico dà un senso al titolo italiano) compensa certe lentezze.
MEMORABILE: I piedi del cadavere che affiorano da terra; Lo stufato di carne di cane; L'allevamento di ratti e il pasto degli ufficiali; Trattando la cancrena.
Bryan Forbes HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneDaniela • 10/11/15 10:58 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Caro Cotola, sono contenta che anche tu abbia apprezzato questo film straordinario, da noi stranamente poco noto. Ho letto molti anni fa il massiccio romanzo di James Clavell da cui è tratto il soggetto: il film è decisamente superiore, senza le divagazioni inutili della pagina scritta, più asciutto e crudele nel suo realismo, con tante scene indimenticabili.
Cast superlativo quasi tutto all-british. Quanto a Segal, che pur ha avuto i maggiori successi in carriera con ruoli da commediante, qui è perfetto in quello del traffichino spregevole disposto a tutto.
Grazie Daniela, prendo nota, non lo conoscevo in effetti. Di Forbes devo recuperare anche La Fabbrica delle Mogli...
HomevideoRocchiola • 22/05/18 11:47 Call center Davinotti - 1318 interventi
Il DVD della Columbia tuttora reperibile (io lo trovato ancora con la custodia tipo super jewel case), è un buon prodotto dal video ben definito anche se non esente da qualche difettuccio qua e là che tuttavia non né pregiudicano la visione (insomma si tratta di un ottimo master).
L'audio italiano mono è piuttosto valido, non troppo basso e privo di fruscii e rumori.
Anche all'estero esiste solo in questa versione e non è ancora uscito in bluray.