Dopo il successo di MISSION: IMPOSSIBLE 2 Hollywood sforna un altro gigantesco blockbuster estivo cercando in ogni modo di ripetere la formula vincente di TITANIC. Quindi al centro una contrastata storia d'amore, sullo sfondo un altro dramma da vivere nella sua imminenza (lasciando spazio alle varie vicende umane) e nella sua esplosione (liberando effetti speciali a dir poco impressionanti, tra i quali un'altra nave che si rovescia nella stessa speciale megapiscina messicana usata per TITANIC). Michael Bay, specializzato in filmoni da...Leggi tutto super incassi (vedi THE ROCK e ARMAGEDDON) sa di non poter sbagliare (gli investimenti sono colossali) e non rischia. Dosa tutte le componenti con mirabile e inattesa maturità, riesce a non rendere la travagliata love story troppo invadente, dirige bene il cast e trasforma i quaranta minuti del blitz giapponese alle Hawaii nel più impressionante spettacolo di guerra finora visto al cinema. Di tanto in tanto il digitale si scopre, ma l'imponenza dell'attacco, la grandiosità degli scenari, la bellezza delle riprese (aeree e navali) lascia con il fiato sospeso. Tanto che il film avrebbe tranquillamente potuto concludersi qui, evitandoci il prolisso finale con ritorsione bellica (messo lì giusto per far vincere comunque qualcosa anche gli americani). I tre protagonisti (Evelyn/Kate Beckinsale, Rafe/Ben Affleck e Danny/Josh Hartnett) sono bene assortiti e rendono un buon servizio al film, così come le musiche di Hans Zimmer. Gustoso il cast in secondo piano: un ingrassato Alec Baldwin, il defilato Dan Aykroyd, l'habitué Tom Sizemore e l'ottimo John Voight (è il presidente Roosevelt). Tre ore che passano veloci. E non è poco...
Signore e signori allacciate le cinture, scollegate il cervello e salite sull'ottovolante di Pearl Harbor. Dopo circa trenta minuti di pellicola sprecata (personaggi risibili, dialoghi da fucilate nelle orecchie e situazioni al limite del parodistico, come il miracoloso ritorno del disperso), arriva infatti il più incredibile, devastante e ben realizzato attacco aereo mai visto. Poi si ricordano solo i titoli di coda, scritti comunque correttamente.
MEMORABILE: Gli alettoni di legno studiati per permettere ai siluri di procedere su bassi fondali.
Ci stanno tre film. Una fantastica lunghissima fase bellica che è un capolavoro, una storia d'amore che fa venire il latte alle ginocchia, e altre vicende che, una volta che lo spettatore è rimasto stupefatto per le prime due, non riesce neppure a capire/seguire. Insomma, avendo bevuto all'inizio lo Château d'Yquem, diventa dura apprezzare poi (o solo ricordare) un banalissimo frizzantino. Finito l'attacco, passate ad altra occupazione, risparmiando un'ora della vostra unica e irripetibile vita.
Certamente l'attacco aereo è un qualcosa di altamente spettacolare, tutto il resto però cade nel dimenticatoio. Il film è praticamente una storia d'amore e quindi chi si aspetta un film di guerra probabilmente ne rimarrà terribilmente deluso. Personalmente l'ho visto solamente una volta e non sento il desiderio di rivederlo di nuovo.
Di tutta questa interminabile soap opera (perché di cinematografico questo polpettone ha ben poco) si ricorda solamente la parte dell'attacco a Pearl Harbor. Il resto, inclusa la risposta americana appiccicata nel finale per non chiudere con le immagini della disfatta, è del tutto inutile, gratuito, ridicolo. Personaggi e dialoghi sono veramente squallidi e Bay non sa che pesci prendere. Il cast poi è quanto di più ridicolo si sia mai visto sul grande schermo. Penoso.
Il barista ha mixato due autentici successi come Titanic e Salvate il soldato Ryan, ma dopo il primo sorso l'aperitivo rimane sul bancone. A parte alcune scene leggere iniziali (le ragazze sul treno, il party) e l'attacco a Pearl Harbour (emozionante), tutto il resto è noia, condita da un cast di giovanotti irritanti quanto vuoti. Love story risibile. Il contrattacco dei due caccia contro gli Zero fa impallidire Chuck Norris, come anche le scene di guerra sul terreno dopo la missione dei B25. Del resto, il barista era recidivo.
Racconto realizzato senza risparmio di mezzi su uno degli eventi topici della storia americana oltre che tappa fondamentale per la costituzione dell'orgoglio degli Stati Uniti come nazione. Se risulta molto curata e riuscita la parte riguardante la preparazione e lo svolgimento dell'attacco, nonchè la ritorsione americana, meno buona (anzi in alcuni punti francamente stucchevole) la parte riguardante una storia d'amore a tre anche per la presenza di attori privi di fascino e carisma.
I film di Bay possono contare su un budget da capogiro e i risultati si vedono. Non sempre questo è un pregio soltanto. La pellicola ha un impatto visivo notevolissimo, la storia è avvincente e gli interpreti se la cavano bene. Manca però un’anima. Manca la polvere, la sporcizia e l’odore del sangue che un racconto del genere richiederebbe per essere realistico. Troppe immagini patinate, troppo miele e il tutto assume i toni del fotoromanzo. Peccato perché il film ha comunque molti pregi.
Tremendo fotoromanzo di serie B travestito da filmone di serie A grazie ad un budget ciclopico e una fotografia patinatissima e coloratissima. Due interpreti bellocci completamente fuori parte, dialoghi tremendi, finale da fucilazione immediata. 160 minuti sembrano non passare mai. Anche il tanto esaltato attacco giapponese non è niente di che. Chi ama il cinema si rivolga altrove.
Rievocazione dell'attacco giapponese su Pearl Harbor, con tutti i crismi della spettacolarità e della retorica hollywoodiana, nonché con tutti i trucchi della narrazione ad alto tasso sentimental-avventuroso-emotivo. Insomma, gli ingredienti del successo ci sono tutti e sono ben dosati, ivi compresa la scelta di attori col physique du rôle perfetto, da divi scialbi prestati all'entertainment. Si capisce la necessità di esorcizzare quel tragico evento, ma è davvero stucchevole. Meraviglioso (il bombardamento) e insopportabile (tutto il resto).
Storia d'amore in stile Titanic che si fonde con un brutto film di guerra girato da uno dei più fracassoni registi di Hollywood. Il risultato è brutto quanto mai e la noia spadroneggia incontrastata, tra esplosioni e attacchi aerei poco coinvolgenti. Il cast di attori dalla faccia angelica è solo uno dei mille difetti di un film enfatizzato da un messaggio di fondo stereotipato. Un corollario di luoghi comuni hollywoodiani davvero difficili da digerire. Altra pecca non da poco risulta essere l'eccessiva lunghezza di un'opera da evitare senza remore.
Sopravvalutato. Il film si rivela essere un inutile kolossal, pieno di luoghi comuni e caratterizzato da una atroce storia d'amore. Il cast non offre buone interpretazioni (Affleck è tremendo, Hartnett di più, Baldwin esagera). Troppo lungo, davvero inutile. Il finale arriva come una benedizione. Meglio che vi guardiate Tora Tora Tora: sarete molto più felici.
Si tratta di un vero mattone hollywoodiano di quasi tre ore che però sembra durarne cinque, da quanto è pesante e noioso. La parte bellica è relegata sullo sfondo per dare spazio all'estenuante triangolo amoroso, melenso e sdolcinato come nei vecchi fotoromanzi. Le scene di guerra poi sono realizzate grazie al massiccio uso di costosissimi effetti speciali. I due ragazzotti protagonisti non convincono proprio. La Beckinsale aggraziatissima in abiti vintage. Totalmente fuori contesto l'appesantito Aykroyd.
La scena dell'attacco aereo è bella, la storia sentimentale parallela di amore conteso, passabile; meno passabile è la retorica orgogliosamente americanista generale, degna dei peggiori film di Chuck Norris: parlo dell'attacco giapponese presentato come atto di viltà (falso storico), per non parlare dei soliti baldi eroi che salgono su un aereo in camicia hawaiana ed abbattono zero nemici con assoluta nonchalance. Tutto ciò lo si può accettare nei b-movies o simili, ma non in un (presunto) kolossal.
Stesso risultato de Il nemico alle porte, ma lungo il doppio. L'attacco giapponese è davvero ben realizzato (con il budget a sua disposizione, era il minimo che Bay potesse fare). Il resto è noia, divismo, becera retorica statunitense e travisamento storico, il tutto condito da una patinatura falsa che più falsa non si può. D'accordo, la Beckinsale è uno schianto anche negli anni '40, ma perché dovrei sorbirmi tre ore di brodaglia per vederla? Qualcuno metta Bay dietro la lavagna per un paio d'anni!
Grande film di guerra, come se ne facevano una volta, dove i valori del coraggio e della lealtà prendono il sopravvento sui problemi personali. Ottime scene di combattimento, grande sfoggio di buoni effetti speciali e cast di titaniche proporzioni dove tutti sono in parte e tutti sono più che bravi (da notare Dan Aykroyd in un piccolo ruolo e Tom Sizemore). Un film avvincente che, nonostante la durata, si fa vedere piacevolmente fino all'ultima inquadratura. Bella anche la colonna sonora.
Un film che usa come pretesto l'attacco di Pearl Harbor per mettere in scena una storia sentimentale. A parte gli errori storici su cui è meglio sorvolare, il film è pesante e esageratamente lungo e la sceneggiatura di Randall Wallace molto banale. Da salvare solamente gli effetti speciali, ma in questo film c'è veramente poca roba.
Melodrammone amoroso farcito di realistiche quanto frequenti immagini di battaglie ed attacchi aerei con conseguenti bombardamenti. D'altronde il vigliacco attacco alla base americana doveva essere raccontato. Non discuto le scene di combattimento, molto veritiere, ma è la storia d'amore che presenta quel sensazionalismo tipicamente States.
MEMORABILE: Le scene d'azione che coinvolgono Affleck mentre combatte nei cieli inglesi.
Dico cose che han detto in molti, ma non mi viene da dire altro. Questo è IL film di guerra, ma non perché sia trascendentale, perché è così pieno di cliché da rendersi "esageratamente esemplificativo": c'è la love-story destinata a finire (in uno sprecarsi di miele), il soldato spietato e quello umano (di solito quello della lovestory), parecchia violenza-non-violenta... ma per fortuna qui almeno c'è una buona fase bellica che spezza un po'. Bah! Viva il mio cinismo: andate a vedervi Black sun, non questi alla volemose bene.
Chi si aspetta il filmone di guerra, il kolossal, rimarrà ovviamente deluso. Trattasi di semplicissima e classica love story in un mondo in guerra. Lui, lei e l'altro (ovviamente il migliore amico di lui): un clichè talmente inflazionato da risultare inevitabilmente noioso. La sceneggiatura spreca e pure le caratterizzazioni alla fine risultano monche. Se c'è da salvare qualcosa è giusto il quarto d'ora dell'attacco vero e proprio alla base di Pearl Harbor. Almeno in quello si cerca di conservare l'attinenza storica. Occasione sprecata.
Michael Bay firma uno straordinario blockbusterone bellico, intriso di una fenomenale tecnica registica: l'attacco aereo è un capolavoro visivo, perché non c'è confusione nell'azione e tutti gli ingredienti sono dosati nel modo opportuno. L'alta definizione esalta ancor di più la bellezza delle inquadrature. Non me ne frega niente se il resto dell'opera non è trascendetale, perché da una grande produzione Hollywoodiana non posso chiedere di più. Per il genere, al limite del capolavoro.
Film realizzato con arte, mezzi e motivazione. L'evento di partenza è importante, drammatico e segna la storia: è un battaglia persa dall'America (nemmeno formalmente in guerra). La legna da ardere era molta, ma invece di usarla tutta si è pensato di usare combustibili alternativi per tener vivo il fuoco dell'attenzione. E allora ecco la vicenda d'amore struggente, ingombrante e un po' fuori luogo. E poi, dopo il "rape", arriva il "revenge", per non finire male e turbare il cuore dello spettatore che non conosce il vero finale della storia (quella vera).
Sedicente kolossal, è uno dei film più sopravvalutati di sempre. Ridicolo è l'improbabile e melenso triangolo amoroso in piena guerra, a cui si somma l'enfasi e la megalomania da americanata, ove i giapponesi sono aguzzini e gli statunitensi eroi che lottano anche senza armi. Gli effetti speciali non sono di poco conto, ma non manca l'impiego di fastidiose immagini sfocate. Malgrado il cast, la recitazione è scarsa e i dialoghi a tratti risultano davvero ridicoli. Ottime le musiche, ma tutto il resto, complice la durata, è indigeribile. Scarso.
Come spendere milioni di dollari per realizzare effetti speciali e buttare via il tutto con attori insopportabili oltre che inetti. Morti da tutte le parti e infermiere con la piega perfetta anche sotto il crollo di un hangar, fotografia inutilmente patinata, Ben Affleck irritante come al solito per non parlare dell'assurda retorica fatta passare come storia. Il film, difficilmente tollerabile, si dimentica tranquillamente dopo una mezz'ora, compresa la fatica fatta per sopportarlo; poi, esiste solo il ricordo dei Mitsubishi Zero. Grandi macchine.
Randall Wallace, lo sceneggiatore, sa bene come raccontare una vicenda storica incorniciandola in un romanzo sentimentale, così da stemperare il documento in una storia che ha lo scopo di accontentare tutti. Saranno soddisfatti i cuori romantici (con l'amore e le lacrime dei tre giovani) e pure gli amanti della spettacolarità della guerra, visto l'uso di tutti i tecnicismi possibili (in alcuni casi non realistici) nella ricostruzione dell'attacco a sorpresa. Film costato moltissimo che ha l'unica pecca di essere troppo vecchio stile.
Terribile love-story infarcita di dialoghi degni de "Gli occhi del cuore" (Affleck: "Sei così bella che mi fa male guardarti". Beckinsale: "È il naso che ti fa male". Affleck: "No, credo sia il cuore".), recitato in modo irritante e diretto peggio. Non che da Michael Bay ci si potesse attendere un capolavoro ma almeno Armageddon faceva ridere, questo ha pure la pretesa di prendersi sul serio e per tre interminabili ore. Come film storico era francamente difficile riuscire a fare di peggio.
MEMORABILE: L'attacco aereo, in particolare l'affondamento delle navi.
L'evento che ha costretto gli Stati Uniti ad entrare in guerra nel Secondo Conflitto Mondiale è un lungo, epico romanzo farcito di straordinari effetti speciali nel quale è inserita la classica storia d'amore strappalacrime. Ma è un film che, pur dall'eccessiva durata, conserva la dote importante di non stancare e di non avere pause per potersi annoiare. Magari è sfacciatamente nazionalista e le scene eroiche abbondano, ma è un lavoro che si lascia guardare volentieri.
MEMORABILE: La lunga sequenza dell'attacco aereo giapponese; La struggente bellissima colonna sonora.
Due amici d'infanzia divenuti tenenti di aviazione innamorati della stessa donna: lei ne contraccambia uno ma quando questi viene dato per morto si consola con l'altro... Storia sentimentale a tre che offre a Bay un pretesto per mettere in campo tutta la potenza di fuoco del suo cinema nella sequenza dell'attacco giapponese, certo visivamente spettacolare ma non in grado di rendere più coinvolgente un film tanto banale e ricattatorio nella trama, traboccante di retorica, con dialoghi talvolta urticanti ed interpreti bellocci ma poco espressivi. Tronfia mediocrità.
Fosse stato un cortometraggio sul solo attacco giapponese sarebbe stato un capolavoro. Detta sequenza è tutt'oggi, infatti, una di quelle che si ricorda meglio in un film di guerra, potente, drammatica e distruttiva (almeno fino all'evitabile e antistorico decollo dei "buoni") al punto giusto. Il grosso problema del film è che tali splendide scene sono inserite a forza in un noioso, melenso e interminabile contorno tipicamente hollywoodiano che non offre altro che noia. Riassumendo il tutto, l'assalto è imperdibile, ma come fare per arrivarci svegli? Nel complesso deludente.
MEMORABILE: Gli aerei giapponesi seminano distruzione.
Uno dei titoli più gettonati del 2001 presenta subito un dilemma: film di guerra con contorno amoroso o film d'amore dallo sfondo bellico? Probabilmente più il secondo; e lo spettatore, annichilito in attesa del grand guignol, si troverà costretto a mungersi il latte alle ginocchia per 80 minuti. La mezz'ora di fuoco (visivamente portentosa) non compensa un film sbilanciato e che ripiomba poi in un limbo parziale. Abbagliante ma vuoto. Occasione persa.
Bay si produce in un lunghissimo spot cinematografico (3 ore!) in favore dello zio Sam, inglobando l'attacco giapponese nelle Hawaii in un melodramma amoroso così esasperante da far sì che il suo clou, senza dubbio ben girato, arrivi quando lo spettatore è già estenuato. Mentre la reazione USA, il raid Doolittle su Tokio, sembra solo un pretesto per portarlo alla fine. Detto dei tempi sbagliati dei tre atti, un'artificiosa fotografia ricostruttiva e dialoghi da fotoromanzo misto a propaganda anni '40 affondano il film più di quanto agli "Zero" riuscì con le navi nella baia.
MEMORABILE: Voight/Roosevelt si alza dalla sedia a rotelle per dimostrare che niente è impossibile per gli americani: apoteosi del trash.
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Ettiparèva... Zè, so che sto sempre a rompe il k@tz0, ma ho errato nel pallinare e me sono accorto only now: DUE pallini, non uno e mezzo. Sempre insufficiente, ma da non disdegnare completamente, grazie alla bella confezione, agli ottimi SFX e alle bellissime riprese aeree...
PS: e già che ci sei... mi colleghi Black Sun alla rispettiva page del Davinotti?
Sì, hai ragione: oggi sto in vena di scocciare.
Zender ebbe a dire: Black sun volevo linkarlo ma non ero sicuro fosse quello il film, mi sembrava tutt'altra cosa proprio... Ok, linko.
ù.ù e che cosa? Non colgo... :-)
DiscussioneZender • 16/11/10 18:54 Capo scrivano - 48839 interventi
No niente, dico che mi sembrava uun titolo quasi sconosciuto, Black Sun, e che soprattutto non risulta che tu abbia visto, per cui non avevo linkato. Confermi che il link ora è giusto?
Zender ebbe a dire: No niente, dico che mi sembrava uun titolo quasi sconosciuto, Black Sun, e che soprattutto non risulta che tu abbia visto, per cui non avevo linkato. Confermi che il link ora è giusto?
MusicheZender • 22/03/12 19:34 Capo scrivano - 48839 interventi
Confermo, anche a me piace moltissimo! Zimmer resta uno dei miei preferiti in assoluto.
DiscussionePiero68 • 19/01/18 14:51 Contratto a progetto - 245 interventi
Allora.... facciamo un pò di sano complottismo:
Pearl Harbor viene distribuito in tutti i cinema del globo tra maggio e giugno del 2001. Tre mesi dopo avviene l'attacco alle Torri Gemelle.
Ora, se si considera che molti politici americani neo-con hanno definito l'11/9 la nuova Pearl Harbor, riesce difficile non accostare le due cose.
Anche perchè Bay è uno dei registi/produttore perfettamente inserito nell'Hollywood System che si sa, è controllato dai più potenti gruppi mondiali.
Che abbiano voluto mandare un messaggio e preparare la gente ad un evento eccezionalmente "infame"??
Magari è solo una coincidenza, ma su quasi tutti i siti complottisti, per quel che può valere, l'opinione è proprio questa
DiscussioneZender • 19/01/18 15:37 Capo scrivano - 48839 interventi
Direi una sciocchezza bella e buona, ma siccome non si può mai dire, a questo mondo, resta una sciocchezza ma solo fino a prova contraria.