Piacevole e divertente da un punto di vista del puro intrattenimento, nonchè inappuntabile sotto quello tecnico, presenta più di un difetto da un punto di vista narrativo. Non tanto perché a tratti la presunta storicità del film va a farsi benedire, quanto soprattutto perché vi sono troppe concessioni allo spettacolo più "semplice" e consumistico (vedi la storia d'amore). In ogni caso le due ore abbondanti passano velocemente senza lentezze e lungaggini. Fatto per piacere a tutti, o quasi, deluderà chi si aspetta un "puro" film "storico".
Imponente ricostruzione (anche se criticata come carente di veridicità storica dagli esperti) della vita del grande condottiero mongolo Genghis Khan, diretta dall'esperto regista russo Sergei Bodrov. Mongol è un'occasione per "leggere" una pagina storica poco conosciuta in occidente e apprezzare un'opera decisamente coinvolgente dal punto di vista spettacolare in quanto benissimo realizzata. Bellissima la fotografia paesaggistica.
Forse per una inconsistenza di fondo mascherata da tanto sfarzo tecnico, pacchiano più che grandioso, Mongol non riesce a colpire nel segno. Lasciando perdere l'assoluta mancanza di storicità, questo Temujin (nonostante ne prenda e ne dia tante) è un personaggio asettico e privo di mordente che si ritrova impelagato in un polpettone amoroso diluito in oltre due ore di pellicola, con qualche scontro e avventura qua e là, fino alla battaglia conclusiva - una vera baracconata. Che peccato che la spettacolarità sia l'unico motivo per vederlo.
Promettente la scelta di concentrarsi sull'infanzia e sugli anni giovanili di un personaggio tanto famoso quanto, almeno da noi, poco conosciuto, ma il film dà la sensazione del kolossal mancato, e non solo per il peso esorbitante del tira e molla matrimoniale e certe ellissi narrative piuttosto oscure. Da quel che si vede, resta un mistero di cosa campassero i mongoli, figurarsi la conquista di mezzo mondo... Comunque, la visione risulta apprezzabile per il bei volto del protagonista Tadanobu Asano, e soprattutto gli stupendi paesaggi naturali
Con questo film il regista percorre alcune tappe della vita di Gengis Khan, condottiero e sovrano mongolo, non troppo conosciuto in Occidente. Trovo tuttavia che nello svolgimento si cerchi di puntare troppo sui sentimenti. Nonostante la durata non eccessiva la pellicola risulta pesante.
Il più famoso mongol di Mongolia (Genghis Khan), la steppa sconfinata e le vicissitudini di una difficile ascesa (prima condannato a morte, poi schiavo). Per certi versi, sembra un po' la storia di Conan il barbaro, anche se qui la confezione è più realistica, nonostante una spruzzata di mistico, con il lupo (il signore del cielo azzurro) e con il monaco. Il ritmo è buono e il regista sa usare la cinepresa, ma si fatica ad arrivare alla fine, nonostante non manchino imprevisti e scontri sanguinosi. Comunque, non male, soprattutto grazie al rapporto tra il protagonista e il fratello di sangue.
MEMORABILE: Il suo nemico: "Ora sono io il Khan del tuo villaggio". E Genghis: "Puoi anche essere il Khan, ma lo sterco resta sempre sterco".
L'infanzia e la giovinezza di Gengis Khan in un film che punta tutto su un'epica maestosa: l'epica delle grandi battaglie, dei grandi sentimenti (l'amore, l'amicizia), dei grandi orrori, dei grandi miti, dei grandi paesaggi... Tutto è epico e perciò tutto è distante: all'emozione si sostituisce lo stupore di fronte agli straordinari orizzonti naturali o ai fatti che sono al limite del comprensibile, e sempre narrati con gusto ellittico. Un peplum esotico di grande spettacolarità e poca storia: un racconto d'amore con tanta azione.
Non è il solito filmone storico che dura due ore e annoia di brutto, anzi. È risultato coinvolgente e a tratti divertente. Le scene delle battaglie, specialmente quella sotto la pioggia, sono girate benissimo. Belle le musiche e bravo il protagonista.
L'infanzia e l'ascesa del grande Gengis Khan narrata in maniera sicuramente romanzata e lievemente carente dal punto di vista storico ma giustamente spettacolarizzata. Splendide ambientazioni e esaltazione del coraggio nonostante le innumerevoli traversie passate dal protagonista. Interessante l'indagine su alcune usanze dell'epoca.
Racconto poco rispondente alla realtà della vita di Genghis Khan. Interessante l'aspetto biografico con buona recitazione degli attori e buona scelta, ma la sceneggiatura è povera, guarda l'eroe da un punto di vista prettamente umano ma non sviscera fino in fondo la sua vera personalità, le sue gesta e fino dove si è spinto, relegandolo ad un quadro approssimativo di guerriero/eroe. Sprecata occasione di raccontare un vero stratega politico militare.
Tra storia e leggenda, come del resto lo sono le fonti sulla giovinezza di Genghis Khan. Ambientazione ricostruita e attori credibili (almeno niente visi europei), belle battaglie e romanticismo ne fanno un film per tutti i gusti. Vista la bassa qualità media dei film storici, pur non essendo un capolavoro eccelle. I meravigliosi paesaggi poi danno un contributo non indifferente. Piacevole, classico e rilassante.
Ottimo prototipo di film didascalico, ma per fare un buon film la didascalia non basta. Quando si capisce che si punta tutto sul lato formale, si decide di portare a termine la visione perché viene difficile distaccarsi dalle meraviglie paesaggistiche che vengono mostrate. Si basa troppo sul sentimento "eterno" di Gengis Khan per la moglie scelta fin dall'infanzia e difesa contro qualsiasi controversia. Ideale come rilassante film da salotto, lo si può usare per mettere alla prova la qualità dell'alta definizione del proprio televisore. ***
Impostato più sulla moglie di Temüjin che non sulla figura del conquistatore di mezzo mondo. Da bambini è lei che sceglie lui, di un anno più grande e già donna; lo salva più volte, senza timore di vendere se stessa, ed è scelta come figura determinante nel film. Forse non è storicamente ineccepibile, ma è comunque ben ricostruita l'epoca, con le sue "semplicità", anche ai vertici del comando. La figura umana inserita nella vastità della steppa rende bene l'idea di quanto insignificante, ma ugualmente forte, sia l'uomo di fronte alla natura.
Il film si concentra sulla genesi di Gensis Khan riducendo a mero epilogo la parte per cui è passato alla storia, ossia la conquista di metà del mondo conosciuto. Inevitabile che siano state prese delle libertà narrative; il fedele e tenero amore per la moglie appare più fiabesco che irreale, comunque funzionale alla narrazione. Quello che rimane impresso in particolare è l'impatto grafico: scenari da spot sulla Mongolia, fotografia molto curata, ricostruzione dei costumi.
MEMORABILE: Il monaco nel deserto; La paura per i tuoni; Le buone mogli devono avere gambe forti.
Infanzia travagliata e gioventù dell'uomo più potente della storia, Genghis Khan. Il film è girato come una saga mitica, il contesto è del tutto assente a favore delle vicende intime del protagonista e dei suoi interlocutori. Scenari meravigliosi e un attore carismatico sono perfetti per il registro scelto, ma un po' di storia avrebbe reso il film più interessante. Ad esempio, l'ellisse clamorosa tra il Temujin schiavo dei cinesi e l'imperatore con migliaia di soldati della battaglia finale: come è accaduto? Comunque, uno spettacolo notevole.
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Consiglio "prezioso" Genghis, ancora bambino, deve scegliere la futura moglie. A questo punto, il padre gli dà un consiglio: "Mi raccomando, sceglila con gli occhi piccoli. Gli spiriti maligni si tuffano negli occhi grandi e lei diventerà pazza".
Il tallone del Mongolo Una notizia che potrebbe interessare il nostro dipartimento della difesa, in caso di attacco Mongolo. Tutti i mongoli, escluso Genghis Khan, che "suppongo" sia dipartito, hanno paura dei tuoni. In caso, basterebbe il classico effetto speciale dozzinale (un lamierone percosso) per farli scappare a gambe levate.