Documentario in cui Stelvio Massi ci mostra le situazioni più disparate: massaggi erotici, squartamento di un cadavere imbottito, superstiziose terapie per evitare l'impulso sessuale, storpiamento di bambini a scopo di accattonaggio, interventi chirurgici per cambio di sesso... e via di questo passo. Girato con il tipico piglio di Massi state certi che non vi annoierà. A tratti un vero pugno nello stomaco.
Ci risiamo. Una frase di lancio traducibile come "A me gli occhi, ti shocko!", uno sfilacciato bric-a-brac di orrori il più insostenibili possibile ed erotismo il più fiacco e squallido possibile, una manciata di razzismo, un pugno di cinismo e un pizzico d'umorismo spicciolo e ignobile (a carico della solita fredda vocetta-caronte off, tutta paternalismo e sfottò), le immancabili diacronie musicali e il mondo torna ad essere cane per noi cinofili. Con esso, torna ad esserlo anche il cinema, che partendo da pretestuosità ormai alle corde ne approfitta per solleticare il voyeur più impenitente.
MEMORABILE: Il cambio di sesso: il pene viene cestinato e la voice-over esulta "Oplà! Canestro!".
Massi, conosciuto più che altro per il poliziesco, dirige questo mondo fuori tempo massimo, infarcendo la scena con tutto ciò che possa schifare chi guarda, in alcuni casi facendo centro (l'autopsia al fine di rinvenire la droga, il cambio di sesso). Chi si siede a visionare questo genere sa a cosa va incontro, poiché alla fin fine è una battaglia a chi sciocca di più. Sezioni cadaveriche, riti tribali, cure per l'impotenza, donne nude che mangiano... A me comunque è piaciuto.
Oltre 20 anni dopo il noto Mondo Cane di Jacopetti, lo specialista in poliziotteschi Stelvio Massi ci propone un tardo "mondo movie" pieno di falsità, cinismo e luoghi comuni: insomma gli ingredienti essenziali del genere "mondo", ma per non annoiare troppo il pubblico degli anni '80 ha fatto ricorso ad una dose massiccia di orrore (alcune scene sono davvero raccapriccianti) alternato al sesso. Triste lavoro realizzato "per la pagnotta". Massi era un buon regista e ci piace ricordarlo per altre pellicole.
Questo capitolo della saga perde forse dei punti nel modo in cui viene concepito rispetto a Mondo cane e a Mondo cane 2: l'impostazione è chiaramente quella dello shockumentary. Si perde insomma l'aria di innocente (! ?) documentario che era nello spirito dei primi due e ciò è dimostrato dall'elevato contenuto di sesso e splatter presente in varie scene, riprese per stimolare il voyeurismo degli spettatori. Il cinismo dei commenti, a chi ama l'umorismo nero, piacerà. Rimane comunque un documentario bieco ma interessante, roba per appassionati.
MEMORABILE: Lo storpiamento dei bambini (presente più esplicitamente in Mondo cane 2... è da lacrime agli occhi).
Il cinismo di Jacopetti ha lasciato il passo al pecoreccio da tv privata, ed in questo senso il commento della voce off è emblematico: ormai il palato degli spettatori è abituato ai sapori forti e non rimane altro che buttarla sul goliardico, ridicolizzando la morte ed inventandosi di sana pianta usi e costumi esotici. Un film da affrontare di pancia, senza pensare all'ipocrisia ed allo squallore dell'operazione in sè.
Non male; certo, assolutamente non regge il confronto con i due precedenti da cui trae spunto e stile, sia per varietà degli argomenti trattati (perlopiù incentrati sul sesso) che per messa in scena di alcune rappresentazioni (e anche per il commento, spudorato, con un'ironia poco mascherata); però c'è da dire che tra i vari episodi mostrati alcuni sono notevoli e con le operazioni chirurgiche ai genitali ho avuto il primo vero momento in cui distogliere lo sguardo.
Cosa abbia spinto il buon Massi a girare questo shockumentary rimane un mistero; fatto sta che il risultato è quello di uno spinto mondo movie ormai crepuscolare che appagherà sicuramente la morbosità del pubblico che ama questo genere. Per fare ciò ci si è spinti volutamente nel sensazionalismo più becero andando a pompare su violenze e immagini ripugnanti. Come segno di collegamento col passato c'è l'insopportabile commento fuori campo. Solo per gli irriducibili del genere.
Scaltro tentativo, almeno sul piano commerciale, di aggiornare agli Anni '80 il celeberrimo Mondo cane Anni '60. L'operazione in sé risulta però nei fatti scadente, in quanto si tratta di assemblaggio ex novo di vecchi filmati tratti da I tabù (1963), con qualche supplementare scena ricostruita da hoc per rendere attuale il campionario di nefandezze mostrate. Consumato l'effetto-shock del passato, non resta che orientare il genere al ridanciano con un irriverente commento fuori campo ai limiti dello spassoso. Questo "salva" in parte l'opera.
L'aspetto più curioso dell'intera operazione è chiedersi a chi fosse realmente destinato un mondo movie così fuori dal suo tempo. L'influenza degli anni '80 pervade da cima a fondo questo oggettino: se è vero che lo schema è risaputo, il montaggio iperveloce (che lo rende quasi un'infilata di clip non consequenziali), il commento superficiale e un tremendo tappeto musicale per tastieroni gommosi sono caratteristiche così ucroniche da risultare comiche. Nulla di rilevante, né - non, almeno, con Traces of death alle spalle - di shockante.
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è incredibile, al dunque la censura decise di tagliare circa mezzo minuto di scene relative a sequenze saffiche o di masturbazione femminile! tutto il resto è rimasto intonso.
Schramm, qualche mese fa mi è capitato di vedere questi tardi mondo (nel mucchio metto anche Mondo cane 2000) e ne sono rimasto sinceramente perplesso. Che tu sappia, dietro la loro realizzazione ci sono solo ragioni alimentari, o qualche aspettativa assurda di troppo?
direi una sintesi superiore delle due da te indicate, nel senso che l'assurdità stava tutta, a mio avviso, nell'illudersi di battere ancora cassa con un format che ormai da una parte si ritrovava sorpassato per impatto dagli stessi telegiornali e che lo spettatore più avveduto disertava o nella migliore delle ipotesi frequentava sapendo a che gioco truccato si stava continuando stancamente a giocare. oggi il plusvalore è quello di convertire la perplessità in divertimento per un tipo di cinema (e per un modo di documentare la gente poi ereditato e raffinato da altri mezzi e sistemi) totalmente sgrammaticato e sconquassato che non avremo mai più in sala. la scommessa è provare ad affrontarli con sguardo e mentalità dello spettatore che allora ci capitava per caso o curiosità. nel genere, come avrai già dedotto, il meglio aveva già da oltre un decennio sparato le sue cartucce più potenti e letali. questo stando all'italia, perché se aggiungiamo che hai visto questo a ridosso di un traces of death (dove però si [tra]scende di qualche girone il genere) che altro resta da fare se non ridersela della grossa?!