Maldestra risposta italiana ai film di spionaggio di James Bond: avventura, ironia, belle donne (la buona Boschero e la cattiva Wandisa Guida), gadgets, armi segrete, doppi giochi, spie russe e interi pezzi di sceneggiatura estrapolati dai film originali. Richard Harrison (il suo agente 077 si chiama - guarda caso - Fleming) non è nè Connery nè Moore; musiche barryane di Carlo Savina.
Strano come molti di questi spy movie italiani del periodo, pur mancando di originalità, riescano comunque a catturare l'attenzione dello spettatore ben predisposto. Gli attori sono accettabili, le musiche indovinate e le bellezze femminili non mancano, così come l'azione e le trovate divertenti. Ambientato tra Parigi, Amburgo e Beirut. Leggero.
MEMORABILE: Le auto anfibie della polizia di Amburgo: spassosissime!
Uno dei primi spionistici nostrani, qui impreziosito dalla trasferta in quel di Beirut, espressione di un fascino mediorientale a cui molti registi e produttori difficilmente si sottraevano in quel periodo. Le vicende, semplici, seguono il destino di un microfilm dall'enorme rilevanza mondiale, esemplificando la netta demarcazione tra buoni (Harrison e la bella Boschero) e cattivi (Pigozzi su tutti). Il divertimento è assicurato da veloci freddure (“bevo sempre in servizio”) e gustose invenzioni (la pipa letale, la strana aspirina). Buon film.
MEMORABILE: L'accavallamento di gambe della Guida al cospetto di un curioso Richard Harrison; Le macchine acquatiche di Amburgo; Il taxi ricco di gadget.
077 si divide tra Parigi, Amburgo, Beirut, seguendo il filo rosso di alcuni microfilm, contesi fra russi e americani, vestendo gli abiti eleganti che solo un agente attraente e donnaiolo può esaltare. Ancora un Richard Harrison che non fa troppo rimpiangere Sean Connery, per lo sguardo accattivante e soprattutto lo humour di chi non si prende mai troppo sul serio. Operazione a basso costo, ma non per questo scevra di idee e coinvolgimenti vari.
Italospy più che dignitosa di Martino che pensa bene di non appesantire la trama con inutili complicazioni privilegiando un ritmo veloce contrappuntato da continui colpi di scena in ben tre diverse località (Parigi, Amburgo, Beirut) tutte rigorosamente autentiche. La sceneggiatura frizzante non scade quasi mai nel banale ed alcune trovate sono degne degli antesignani più illustri. Cast in forma, molte scene d'azione, ost incalzante di Savina: c'è di tutto per garantire una visione piacevole anche ai non appassionati del genere. Qualche sbavatura non inficia il buon risultato finale.
MEMORABILE: La pipa lancia aghi; L'elicottero alla stazione di servizio; L'inseguimento fra l'elicottero e il motoscafo.
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CuriositàMco • 2/07/18 14:50 Controllo di gestione - 9964 interventi
Come ricorda Marco Giusti nel suo libro "007 all'italiana" (e come molte locandine dei tempi riportano), il film fu diretto sotto lo pseudonimo Martin Donan, nom de plume che ricomprende Luciano Martino e Mino Loy.