Valido western incentrato sull’aspra e perigliosa vita dei cow-boy, in grado di coniugare efficacemente il rigore della cronaca alle esigenze spettacolari del genere. I temi del viaggio e dell’iniziazione alla vita emergono sullo sfondo di una Frontiera bellissima e sanguinosa, attraversata da uomini induriti dal lavoro e dall’abitudine alla violenza, capaci di accettare la morte con il sorriso sulle labbra. La sintassi delle sequenze d’azione ed il finale rimandano direttamente al cinema di Peckinpah. Ottimo cast.
La massima aspirazione di Ben, giovane che vive con la madre lavandaia e che è riuscito ad acquistare un revolver, è quella di diventare un cowboy. Riesce perciò a farsi assumere come aiuto cuoco nella Culpepper cattle co. che deve trasferire una mandria nel Colorado. Western revisionista che riesce a dare un'esatta dimensione al momento storico e agli uomini che l'hanno vissuto, togliendo ogni velo di romanticismo, forse troppo, rendendo così tutta la durezza di una vita dove l'unica legge a cui affidarsi era in una fondina appesa al fianco.
Ci sono mercenari e uomini d'onore, ma paradossalmente in questo western il mercenario è il mandriano organizzatore (anche se si diverte a fare il filosofo) e gli uomini d'onore sono lo straordinario quartetto che si aggrega dopo la prima sparatoria-tritacarne. Di questi quattro il più encomiabile è Luke (Askew), ottimo manipolatore di pugnali, ma anche Russ (Lewis) è tosto col suo fisico e il suo sguardo adrenalinico, mentre Dixie Trick (Hopkins) non convince con la sua risata. Come si può arguire, le sparatorie fan da piatto forte e da unico potere decisionale.
MEMORABILE: L'incontro tutt'altro che carino col latifondista Thornton Pierce; Le bevute agli emporii.
Uno di quei filmini che restano nella memoria nonostante la totale assenza di originalità (o forse proprio per questo, esaltandosi lo spettatore nei luoghi comuni del genere). La parabola del ragazzetto aspirante cowboy che diventa uomo e trova la disillusione a fronte della realtà è condotta in modo elementare. I protagonisti, tuttavia, sono simpatici (la rozza gang capitanata da Lewis) e alcune scene (la sparatoria al saloon, l'uccisione dei cacciatori di pelle) girate con energia e amore per certo western "sporco" e ruvido.
Un ragazzo sogna di diventare cowboy e parte per il Colorado insieme a un gruppo di allevatori. Andrà incontro a molte delusioni. Interessante western di formazione, che non lesina violenza e brutali uccisioni, sulla scorta del cinema di Peckinpah e della scuola italiana. Grimes, la cui carriera non raccolse quello che meritava, è perfetto nel ruolo di fanciullo sognatore ma insicuro nelle sue scelte. Tanti i volti nelle retrovie che reciteranno in classici del genere negli anni successivi. Poco conosciuto ma merita sicuramente almeno una visione.
MEMORABILE: Il furto notturno; La furiosa vendetta nel saloon; La sanguinosa sparatoria che apre gli occhi al protagonista.
Ragazzo affascinato dalla figura del cowboy si unisce a un gruppo di mandriani impegnati in una lunga transumanza. Gli iniziali entusiasmi svaniranno presto di fronte alla grama e violenta esistenza dei bovari. Si uccide forse un po' troppo a cuor leggero in questo western che ha comunque il pregio di fornire un quadro piuttosto realistico e credibile del far west. Film senza divi affidato ad alcuni dei migliori caratteristi americani dei 70. Nelle sparatorie si ode l’influenza di Peckinpah, ma l’esordiente Richards non raggiunge la classe e la complessità stilistica del maestro.
MEMORABILE: “Il cowboy è una cosa che uno fa quando non sa fare nient’altro”; Il sussulto finale dei quattro ceffi che corrono in aiuto dei mormoni.
Onesto western sulla dura (persino letale) vita dei cowboy, inseguita da un ragazzo che non ha idea di cosa lo aspetti. La pellicola dice quello che deve dire, ovvero cosa può accadere a un gruppo di mandriani che devono attraversare terre selvagge e proprietà private, o presunte tali. Viene anche sottolineato il fatto che far coesistere gli stessi non è facile. E pur non risultando particolarmente originale, ha il pregio di durare il giusto e di caratterizzare i personaggi in maniera più o meno credibile, su tutti il protagonista, tanto entusiasta quanto novellino.
MEMORABILE: "Maledette galline! "; Il cuoco sputa e becca il ragazzo: "Sei troppo sottovento"; I sonagli per spaventare la mandria; Al saloon; La decisione finale.
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Uno dei miei western settantiani preferiti. Un piccolo cult a cui do' la caccia da tempo. Mai editato in VHS e sparito dai palinsesti TV dai primi anni 90
Trovato! Me lo ricordavo abbastanza bene, anche se in TV non lo vidi dall'inizio. Tutte le sparatorie sono vere e proprie rese di conti, e chi sopravvive seppellisce i morti...Uno dei pochi western in cui i protagonisti sono nettamente inferiori come impatto agli attori secondari. E lo conferma anche la locandina. Speravo di poter dare qualcosa di più, ma le sparatorie son come i Pirenei, cioè si levano bruscamente dal suolo...tanto per dire che il resto del film sembra quasi fare da intervallo fra una sparatoria e l'altra.
HomevideoRocchiola • 28/07/20 09:05 Call center Davinotti - 1324 interventi
Buon recupero della A&R per un film da noi mai uscito prima in DVD. Il master utilizzato è di ottimo livello pulito e discretamente dettagliato, probabilmente preso da una delle edizioni in bluray che girano in Francia, Germania e Inghilterra. L'audio italiano è mediamente potente anche se un pò chiuso e impastato.