Nato per la tv ancor prima che per le librerie, STORM OF THE CENTURY è il prototipo dell'universo kinghiano, con pregi e difetti affidati a un regista (Craig Baxley, che farà di peggio con RED ROSE) incapace - se non nel lungo finale - di infondere al film la tensione necessaria. Quattro ore sono tante, troppe per una vicenda la cui prima parte viene impiegata male in un body count squallido nel quale - nonostante il tempo a disposizione - i caratteri dei personaggi principali non trovano lo spessore di cui necessitavano. Si passano invece troppi minuti a inquadrare lo sguardo di pietra del Lucifero di turno (Colm Feore), giunto...Leggi tutto sull'isoletta al largo del Maine già teatro del ben più riuscito L'ULTIMA ECLISSI (e Dolores Claiborne è citata dagli abitanti, infatti). Le sue parole enigmatiche distribuite col contagocce, la frase "Datemi quello che voglio e me ne andrò via" scritta sui luoghi degli omicidi, il suo conoscere il passato segreto di tutti dovrebbe creare un clima di mistero, ma in realtà sono solo espedienti ripetuti senza convinzione che, associati alla mediocrità del cast (Tim Daly escluso, da noi purtroppo doppiato malissimo) faticano a condurci verso la mezz'ora conclusiva in cui, finalmente, qualcosa si muove. In tutto questo la tempesta del titolo resta sullo sfondo incidendo ben poco e facendosi avvertire giusto come evento cronologico al quale collegare l'arrivo e la permanenza in isola del diabolico Andre Linoge (notare l'anagramma biblico del cognome, Legion). Pachidermico e drammaticamente serioso (salvo incorrere nelle ingenuità tipiche di King), STORM OF THE CENTURY deluderà chi s'aspetta il gioiellino decantato da certa critica…
Rispetto a Rose Red qui si respira aria di capolavoro. Peccato che il regista si sia buttato via così... A parte gli scherzi, questa tempesta non spazza via tutto ma qualche scossa la assesta vigorosa. Colm Feore copre bene il ruolo del misterioso flagello che giunge nell'isoletta felice e tutto sommato il mistero che persiste a lungo crea un'atmosfera accattivante. Peccato per qualche lungaggine di troppo e un pòo' di ridondanza negli eventi, ma il prodotto finale è tutt'altro che malvagio.
Forse è una delle migliori idee di Stephen King ma è, purtroppo, portata male sullo schermo. L'inizio è pesante e la storia decolla quando il cattivo comincia a rapire ed uccidere gli abitanti dell'isola. Gli attori sono tutti di bassa-media caratura (escluso forse il cattivo).
Film che trasmette suspense nella giusta dose. Horror Kinghiano che trascorre lento, ma in modo affascinante da non farti chiudere occhio... prosegue facendoti aprire la bocca e rimanere senza saliva. Peccato che questo accada solo la prima volta. Una volta che si sa la fine, diventa noioso.
L'atmosfera non funziona come dovrebbe ed è un peccato, perché il risultato poteva essere molto più interessante. Si può citare il primo omicidio, ma poi il film perde colpi e diventa abbastanza prevedibile, o perlomeno senza troppo ritmo. Evitabile.
Terzo capitolo dell'ideale (e immaginario) "trittico contro l'insonnia" che è la produzione Tv basata sulle opere del "Maestro" King. Insieme a Rose red e a I langolieri, infatti, questo film potrà garantirvi ore di prezioso sonno (purtroppo privo di incubi). Rispetto ai già citati, lentissimi film Tv, questo "Storm of the century" vanta una fotografia bluastra e un ritmo non così estenuante che lo fa apprezzare. Il punto debole è il "cattivo" della situazione, che incute poco timore. Tutto sommato mi è piaciuto, ha un suo fascino gradevolmente soporifero.
MEMORABILE: "Guarda il continente, quando non si vede più è ora di rientrare... e quando non si vede più neanche il faro, allora bisogna correre."
Colm Feore ha proprio una bella faccia da cattivo, di quelli che sanno essere minacciosi con solo sguardo, mentre Tim Daly ha una credibile faccia da buono, di quelli tormentati, però anche loro - pur svettando in mezzo alle mezze calzette che li circondano - appaiono sottotono, spenti, in questo lunghissimo, barbosissimo adattamento da King. Complice un ritmo lasco, il gelo, invece di raddoppiare i brividi, favorisce l'intorpidimento delle membra, mentre cala la palpebra e l'allarga lo sbadiglio. Poche scene da salvare in 4 ore di noia
Miniserie televisica scritta da Stephen King, presenta la situazione narrativa classica dello scrittore americano, quella cioè della piccola comunità sconvola dall'arrivo di un particolare ed inquietante personaggio. La storia è intrigante, ma la lunghezza eccessiva e una sceneggiatura non impeccabile smorzano un pò troppo la tensione anche se in alcuni punti grazie anche alla buona interpretazione di Colm Feore si fa qualche "balzo sulla sedia". Bella l'ambientazione.
Il film è mediocre, ma proprio tale discutibile qualità permette sia di mantenere il ritmo senza vistosi cedimenti sia di ricalcare con fedeltà lo stile torrenziale di Stephen King. Gli attori, coerentemente, non brillano, barcamenandosi dignitosamente (non sfugge alla regola il cattivo a cui basta ogni tanto digrignare una dentiera guasta). Regia in accordo con quanto detto: corretta e priva di sorprese.
Un po' horror, un po' fiabesco; di sicuro Baxley poteva fare di più tenendo lo spettatore sulla corda della tensione e spingendo sul lato onirico. Anche la durata meritava, anzi necessitava, di maggiori cambi di ritmo che il regista non ha saputo imprimere. Il cast trova le sue punte più aguzze nel protagonista e nell'antagonista mentre gli altri sono solo sufficienti. Non mi è dispiaciuto, lo rivedrei volentieri.
MEMORABILE: "Datemi quello voglio e io me ne andrò".
Una sordida città tenuta sotto scacco da un mostro? Già visto in "It". L'eroe costretto a convivere col cattivo in mezzo alla neve? Ci aveva già pensato "Misery". La derivatività di questa sceneggiatura firmata da King non sarebbe un grosso problema, se almeno fosse la base di una storia avvincente; invece lo svolgimento è lineare e spudoratamente sbilanciato a favore di un cattivo che, nonostante la buona interpretazione di Feore, non colpisce a causa di un conflitto pressoché assente. Nessun brivido di paura, solo molto torpore.
Una delle migliori miniserie tratte da King, questa volta da una sceneggiatura originale pubblicata come tale. Se si è disposti a sorvolare su alcuni limiti oggettivi dovuti a un budget inadeguato (la distruzione del faro è un pessimo accrocchio tra modellini e CGI) e sulle solite kinghiate (il vero aspetto di Linoge, il sogno con i bimbi a volo d'uccello...), regala un'atmosfera avvolgente e implacabile. Colm Feore, senza trucco e parrucco, mette davvero i brividi. Il ritmo lento e analitico, invita a una visione dilazionata. Evitare il binge watching e il doppiaggio italiano.
Su un'isola al largo del Maine si avvicina una tempesta di neve e insieme a essa arriva uno sconosciuto che conosce gli scheletri nell'armadio degli abitanti della piccola comunità che vi abita: ottimo spunto; lo svolgimento però non è dei migliori, causa anche attori non tutti all'altezza ed effetti a volte scadenti. Tuttavia questo prodotto televisivo tratto da Stephen King si fa seguire con un certo interesse per tutte le tre puntate fino ad arrivare a un finale che comunque soddisfa. Colm feore è piuttosto azzeccato come cattivo, specie nella sua versione antica.
Miniserie che recupera in pieno l'atmosfera kinghiana (cosa che riesce stranamente più a prodotti di serie B come Cell che ad altri più blasonati) e ci immerge nei suoi classici incubi fatti di piccole comunità chiamate a fronteggiare mali incredibili. Si lascia guardare, pur scontando pessimi effetti speciali e un episodio centrale piuttosto noioso. I due attori principali incarnano molto bene le facce della medaglia richieste, la bontà e la malvagità, e si ergono sopra un cast non sempre adeguato. L'ultimo episodio è molto ben scritto e tiene incollati. Bella la location isolana.
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Zender, sia nella scheda della tempesta del secolo, sia in quella di Rose Red, il nome del regista e scritto Craig Baxley, mentre in realtà e Craig R. Baxley
Infatti, entrambe, non compaiono nella lista davinottica di ricerca del regista di Arma non convenzionale
DiscussioneMco • 13/12/12 23:26 Controllo di gestione - 9964 interventi
Zender ebbe a dire: Ok, grazie. Ma tra l'altro Rose red è 3 puntate o 4? Imdb dice tre, ma nel riassunto finale scrive "4 parts". Mah...
Mi permetto di rispondere io, avendo la registrazione di Rose Red in archivio, direttamente da Rai Due.
Fu mandata in onda in 2 puntate (1 e 2 settembre 2004).