La sposina - Film (1976)

Allucinante e micidiale commediaccia all'italiana con attori cani, nudi integrali e gratuiti (e vedere Garrone in mutande non è un bello spettacolo), trama che va a farsi benedire e finale con girotondo al limite del surreale. Questo film è l'emblema del trash, a partire dai titoli di testa!

Squallida commediola erotica con un De Mejo marito sfigato ed impotente ed una Nemour erotomane fedele nel cuore (ma non nel corpo). Le situazioni sono reiterate fino alla nausea, la recitazione gridata e sopra le righe; gli unici momenti meritevoli sono alcuni eccessi di Alfredo d'Ippolito - qui un incrocio tra Hitler e Groucho Marx - e l'eleganza e gioiosità dei corpi nudi femminili. Tutto il resto è noia.

Massimo (Carlo De Mejo) è un giornalista alle prime armi, stranamente (dato il fascino della fresca moglie) indifferente alle grazie di Chiara. Quest'ultima decide di dare sfogo al suo repertorio di sensualità ed avvenenza, lambendo il lato della gelosia coniugale. Modesto nella realizzazione, si segnala per la presenza della bellissima Antiniska Nemour, celebre telefonista della trasmissione televisiva diretta da Enzo Tortora (Portobello) e, in questo contesto, promossa al ruolo di attrice sexy. Co-sceneggia Leandro Lucchetti, regista di Bloody Psycho e del W.I.P. Caged - Le prede umane.

Terrificante commedia erotica di Bergonzelli, assolutamente insalvabile. Non funziona come commedia (la battuta migliore è quella di un invitato, al matrimonio dei due protagonsiti: "Poteva scegliere... de mejo!") e neppure come erotico, nonostante la fresca avvenenza della Nemour, troietta prima del matrimonio e costretta a troieggiare, controvoglia, pure dopo. Ma le recitazioni (e i doppiaggi) sono eccessivi, la vicenda ha snodi impresentabili ed il film va a picco. Dalla cagneria generale si salva, come è ovvio, Riccardo Garrone.

Filmaccio che mischia situazioni di sesso abbastanza spinto con momenti comici deprimenti. Attori incapaci (in particolar modo i due fratelli), trama banale e lo squallido che regna sovrano. Unico pregio di questo filmetto il corpo di Antiniska Nemour, mostrato spesso e volentieri.

Commedia erotica che alterna alcune scene inguardabili (i numeri comici di Alfredo D'Ippolito) ad altre insolite e tutto sommato riuscite (l'incipit, la festa con assalto ai danni di De Mejo, la bizzarra sequenza finale). La trama è esile e scontata, ma la componente spregiudicata funziona (a differenza di quella comica) ed è ancora piuttosto attuale. Confezione non malvagia, montaggio serrato, belle musiche di Fidenco, cast mediamente scarso (Garrone a parte). Mediocre, ma allo stesso tempo curioso e non del tutto convenzionale.

Farsa su marito impotente e moglie fedifraga di stampo tipicamente '70s, costruita su personaggi improbabili e con picchi di squallore notevoli, specialmente nei dialoghi e in certe situazioni che creano un certo disagio laddove dovrebbero invece far ridere; stendiamo poi un velo pietoso sulle gag slapstick di D'Ippolito (sorta di Hitler chapliniano e balbuziente). Si salva la Nemour, il cui personaggio in odor di ninfomania non ispira alcuna simpatia ma se non altro ha il physique du rôle; de Mejo ha fatto film in cui se la passava... Mejo!

Bislacca e poco riuscita pellicola basata sui tradimenti della "sposina" nei confronti di un simpatico De Mejo (poi visto in Porco mondo). Nonostante una certa bizzaria di fondo, i momenti memorabili che possono tener su la baracca sono davvero pochi e dovuti alla presenza scenica degli attori. Poca roba, comunque e il rischio di annoiarsi è abbastanza alto. La regia di Bergonzelli è piuttosto curata (ci sono pure inquadrature triplicate), ma non basta a risollevare una sceneggiature misera. Evitabile.

Misera, davvero scadente commedia pseudo-erotica che può essere paragonata ai peggiori e malriusciti fumettacci pecorecci degli anni '70 (quelli da barbiere, disegnati alla meno peggio, con dialoghi insulsi e beceri). La bella protagonista è spesso seminuda o nuda (nel film viene spupazzata da tutti) ma ciò non basta a salvare un prodotto dilettantesco, che senza problemi può finire nel dimenticatoio.

Commedia di bassissima lega che Sergio Bergonzelli infarcisce, come altre volte gli è capitato, con qualche funzionale (ai fini del botteghino) scena sessuale un po' squallida. L'aspetto ridanciano è ridotto a battute scurrili e agghiaccianti calembour. I protagonisti Antiniska Nemour (prosperosa bellezza con qualche film e poi telefonista a "Portobello") e Carlo De Mejo (più che recitare fa smorfie) fanno quel che possono. La presenza di Riccardo Garrone in questo filmaccio rimarrà un mistero.

Dai a Bergonzelli una mdp e ti solleverà il cine-manicomio. Che importa se lo specifico è la più becera sexcom, provvede l'editing selvaggio a fare da elemento fluidificante. E rispetto a altre prove oltre l'avvilente, va ammesso che qui il narrativo salto mortale (i rimedi anti-impotenza di una moglie ipervogliosa, con fine e mezzi che fanno flic e floc) gli riesce senza troppi danni e muovendo al buonumore, benché incommentabili e sanzionabili le imbarazzantissime gag di ciccillo (un pastiche di Chaplin Giannini e Santonastaso) e di vasta tristezza Arnaldi affetto da tognazzite.