La regina di Saba - Film (1952)

Tonitruante, teatrale, ricco di scenografie d'effetto, recitazione spesso affettatissima, abbondanza di scene madri: tutto quello che ci si poteva attendere da questo regista per un film col titolo come questo... Il Maestro Massone Gino Cervi se la gode ovviamente un mondo nell'interpretare Re Salomone, ma nel finale lascia la teatralità per dare spazio a un buon senso quasi padano. Bellissima la Ruffo, mentre il protagonista maschile (Leurini) non convince troppo. Ancor oggi il film porta a casa la pagnotta: **

Il figlio del re Salomone si infiltra nel regno di Saba per scoprirne i piani bellicosi e finisce per innamorarsi della principessa, futura regina... Uno dei primi esempi di peplum e non dei migliori: se lo spunto biblico è mero pretesto per un'avventura piena di incongruenze, i dialoghi sono tronfi di retorica, le musiche magniloquenti e nelle scene d'azione si tenta di mascherare con riprese ravvicinate la palese povertà dei mezzi. Nel cast, Cervi gigioneggia nel ruolo di Salomone, Ruffo esibisce una bellezza inerte, Leurini sembra un ragazzino con un paio di baffetti finti.

Il regista esegue il compitino in maniera dignitosa, ma nulla di più: il cast recita in maniera piuttosto teatrale (la scelta peggiore è stata però Gino Leurini, qui inespressivo), sebbene Cervi risulti perfetto nel ruolo del saggio/furbo Salomone; la trama è ben poca cosa (il classico amore tra giovani appartenenti a reami in contrasto), con l'aggravante di un finale positivo per nulla credibile. La mancanza di pathos fa il resto, ma il film rimane comunque vedibile.

Il saggio Salomone manda il figlio in avanscoperta per studiare le mosse del popolo di Saba, ma l’amore per la regina sarà un imprevisto che modificherà il corso della storia. Più che un peplum, quindi, un fumettone romantico in cui si freme, si geme di gelosia, si va contro il volere degli dei. Il tutto immerso in una sceneggiatura pacchiana che più di cartapesta non poteva sembrare. Poco credibile anche su un piano storico-biblico.