Un uomo con indosso una maschera di King Kong srotola un filo lungo i corridoi di un'opportunamente labirintica struttura.... in realtà una galleria d'arte romana, dove Brocani/King Kong si aggira e la sua voce fuori campo legge brani del racconto "La casa di Asterione" di Borges, rivisitazione appunto del mito del Minotauro ad opera del sommo argentino. Qui l'incontro fra qualità del testo e dell'immagine è felice e l'esito interessante.
Come in S.P.Q.R. (meglio riuscito) l'ispirazione è a Jorge Luis Borges, ma senza le citazioni letterali che accompagnano il corto prima citato. Il labirinto in cui si aggira il misero Asterione (con volto da King Kong) è reso bene, sfruttando una cantina dalle candide mura. Il finale con la morte del Minotauro è diverso rispetto dal cortissimo (ma straordinario) racconto borgesiano.
Le parole di Borges sul Minotauro, le immagini di un uomo con la maschera da gorilla che si aggira nei bianchi meandri di un ambiente senza via d’uscita. Cortometraggio intenso e intrigante, stimolante sia concettualmente che visivamente. Una riflessione sull’identità, sulla solitudine, insomma sull’esistenza, abbozzata con lucidità, ma anche con qualche sbavatura (la porta intravista sul fondo nega l’idea di labirinto, per esempio). Comunque interessante, anche come ulteriore evoluzione della ricerca “scimmiesca” dell’artista.
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