(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) Primo film di Oliver Stone a giungere in Italia, è un disastro (non per niente il grande regista dovrà aspettare ancora cinque anni prima di ricominciare da capo con SALVADOR). La mano che abbandona il disegnatore di fumetti per commettere omicidi proprio non regge. Se a questo ci aggiungiamo un Michael Caine totalmente fuori fase che vaga sul set in preda a un "viaggio mistico" e un ritmo narrativo dalla lentezza allucinante si potranno ben capire i motivi di un giudizio tanto severo. Comunque Stone deve aver imparato la lezione, se è vero che poi farà del montaggio frenetico e...Leggi tutto del ritmo incalzante i punti di forza del suo cinema. Inutile ricordare un buon dialogo tra i due protagonisti, né alcun effetto particolarmente buono (e dire che gli F/X sono di Carlo Rambaldi) perché il fallimento è totale e su tutta la linea. Se volete vedere una bella mano animata (senza pensare alla Famiglia Addams) è vivamente consigliato LA CASA 2: molto più divertente, vivace e ben realizzato, benché si tratti di un horror.
Ma chi credeva di essere Oliver Stone alle origini, Cassavetes? Giochino ambiguo (la mano esiste o no?) estenuato oltre il tempo massimo, che impone al 90° minuto un sonoro e liberatorio "chissenefrega!". Sulla stessa idea Freddie Francis aveva imbastito una decina di minuti (Le Cinque Chiavi del Terrore). Appunto. Decidersi, a volte, mette in salvo la barca che affonda. Niente d'infame, per carità, ma si annaspa in una bella pozza cheta di retorica. Discreta l'effettistica di Rambaldi, meno quella dello spaesato Caine che non sembra credere per un solo istante a quanto sta accadendo...
Il "perchè" di un film effettivamente assai modesto sta nella lezione (non nuova ma sempre attuale) che esso implicitamente ripropone: la necessaria umiltà del cominicare un mestiere non con la fregola che la prima cosa visibile sullo schermo sia "un film di", ma imparando (anche e soprattutto facendo sbagli) un po' alla volta magari con lavori su commissione senza grandi pretese. La miglior scuola di cinema. Certo l'ottimo (non qui) Caine dà l'idea di pensare solo all'assegno, da intascare con la mano buona.
Non brilla per ritmo né tanto meno per la messa in scena, che si dilunga tra dialoghi inconcludenti e prolissi allo scopo di carpire ogni secondo della -ottima- performance data da Michael Caine. Ma ha dalla sua una fascinazione macabra, insita nella storia stessa che sarà, in seguito (con tempi e modi diversi), ripresa con varianti minime in titoli più spinti sul versante horror (No Control, Body Bags, The Eye, solo per citare i più celebri). Il finale recupera punti sulla blanda atmosfera che, quasi per tutto il film, regna sovrana.
Esordio cinematografico di Stone ma sarebbe difficile attribuirgli la paternità di questa pellicola se non fosse indicato nei titoli di testa. L'idea della mano che vive di vita propria è stata impiegata già da Freddie Francis per un epidodio del suo Le cinque chiavi del terrore ed in effetti non è di efficacia tale da reggere un'ora e mezza di spettacolo. Un prodotto minore che probabilmente in Italia non avrebbe mai visto la luce se Stone non fosse in seguito diventato autore di successo. Si può vedere, basta non avere molte aspettative.
Esordio di Oliver Stone dopo diverse collaborazioni come sceneggiatore e un film che, alla resa dei conti, delude parecchio. La storia prometteva bene, con questo disegnatore perseguitato dalla sua mano mutilata, ma poi si ingarbuglia irresistibilmente fino a sfociare in un finale molto prevedibile e sciocco. Peccato perché Stone avrebbe anche una bella mano, ma non l'aiutano molto neanche gli attori. Caine non fa nulla di più per rendere credibile il suo personaggio e gli altri navigano nella mediocrità piu totale.
Tratto da un romanzo di Brandel - riciclante un leit motiv già ampiamente utilizzato dai tempi di Guy de Maupassant - palesa la sua origine letteraria subendone l’estensione dialogica e indugiando in passaggi ripetitivi e superflui; nonostante ciò, qualche brusco intervento della “rambaldiana” mano mozzata e il progressivo sprofondare nella follia di un misurato Caine – attore che ancora una volta non smentisce la propria alta classe – riescono, pur con lentezza, a far camminare il film e a scuoterlo con il colpo d’ala conclusivo.
Così, a memoria, non ricordo un film in cui Caine - attore eccellente talvolta eccezionale - reciti male, anzi, anche se può aver fatto qualche marchetta in pomposi filmoni allstars, lo ha fatto salvaguardando sempre una certa dignità professionale. Opps, mi correggo: qui, con la complicità di una pettinatura assurda, offre una prestazione davvero mediocre, contribuendo ad affossare un horror fiacchissimo, che banalizza un'idea già portata sullo schermo da altri e con maggiore eleganza. Stone ad inizio carriera è quasi al suo minimo storico: dopo sarebbe riuscito solo a fatica a far peggio.
Thriller psicologico, sceneggiato e diretto dall'esordiente Oliver Stone (anche attore come barbone ubriaco), tratto dal racconto The Lizard's Tail. Lento, di notevole atmosfera ed angoscia montante. Si avvale della valida interpretazione di Michael Caine, fumettista di successo che perde in un tragico incidente automobilistico la mano e con essa il suo equilibrio. Ne segue il crollo nervoso, la progressiva perdita di controllo, sino ad una vera paranoia che lo spinge ad uccidere. Ricercato eppure naïve, scelte sperimentali nel montaggio. Interessante.
Assolutamente da rivalutare questo film firmato da Oliver Stone. La storia dello scrittore di fumetti che perde la mano in un incidente non è niente male. Inoltre il film è supportato da un grandissimo Caine, che riesce a far emergere ogni singola sfaccettatura del protagonista. Da riscoprire.
Si resta basiti sapendo che l'autore di questo indigesto pastrocchio, ricalcante una
situazione alla base di molti film del passato, è Oliver Stone (alla sua seconda opera che ancora oggi è la sua peggior regia). Le colpe però del giovane regista vanno condivise con una sceneggiatura risaputa e dai ritmi a dir poco lenti. Brutto
anche sotto il versante tecnico. Persino Michael Caine affonda.
Sottovalutato primo film di Stone, qui certo non brillante come regista, ma la messa in scena della tormentata storia del fumettista senza mano è più che discreta. A tener su tutto c'è un Caine gigantesco, carta vincente della pellicola (visto che il resto del cast è a malapena decente, a parte la pur breve presenza della Lindfors). Narrazione lenta ma adatta per il colpo di scena finale, sanguinolento al punto giusto e dal montaggio brillante. Certo, difficile credere che Rambaldi abbia usato trenta mani diverse... Da rivalutare.
MEMORABILE: La povera Lindfors fa praticamente la stessa fine che in Creepshow; la manopola della doccia che si trasforma in mano.
Un Oliver Stone decisamente da scoprire cercando di andare oltre la storia, che non è invero originalissima. Dai connotati del thriller non sembra neanche (con tutto il rispetto) un film suo, visto che ci abituerà a ben altro. E' sil suo secondo lungometraggio dopo Seizure, di sette anni prima. Caine sembra muoversi a suo agio nel genere. Un altro pregio è quello di entrare quasi subito "in medias res" senza troppi preamboli. Stone è il barbone che litiga con Caine. Da vedere.
Un curioso mix tra horror e dramma psicologico, diretto da uno Stone alle prime armi, che riesce però già a infondere una certa tensione e un senso di turbamento in tutta la pellicola. Il ritmo a volte è troppo lento ma la storia si lascia guardare (pur se già sfruttata nell'episodio con Lee delle Cinque chiavi del terrore) e verso la fine appassiona. Caine offre una buona prova, a sostegno di un film imperfetto ma decisamente godibile. Buona la colonna sonora.
Horror inquietante di Oliver Stone col sempre bravo Michael Caine che deve vedersela con la sua mano amputata che prende vita. Molti i momenti paurosi e veramente disturbanti gli omicidi grazie anche agli effetti speciali di Rambaldi. Finale ospedaliero ambiguo e terrificante. Forse il ritmo è un po' lento, ma rimane un buon film. Raimi ci ha attinto parecchio per il suo secondo capitolo della Casa.
Thriller-horror minore rispetto ad altri film di Stone. La storia non è eccessivamente originale ma si riscatta per le scene dei delitti e per la buona (ma non al top) interpretazione di Caine (i dubbi restano fino ai titoli di coda, malgrado il finale). La prima parte è lenta (forse per via dell'origine letteraria) mentre la seconda offre buoni spunti e la musica è discreta. Si può vedere se non ci si aspetta troppo.
Parte di una manciata di film girati da Caine per dichiarati motivi "alimentari" (in questo caso doveva pagare un nuovo garage), è in effetti un horror con diversi momenti prossimi al trash, dal sanguinoso incidente (esilarante) fino ad alcune delle scene con la mano creata da Rambaldi; lo stesso Caine sembra spaesato e fuori forma e la trama si riscatta solo nel finale, anche se l'ultimissimo twist si poteva evitare. Riuscito qualche momento più riflessivo e di buon livello la confezione ma nel complesso rischia di non soddisfare né gli amanti dell'horror né quelli del thriller.
MEMORABILE: L'incidente esageratamente splatter; Il finale nel garage.
Il tema della mano mozzata vagabonda non è proprio originale, a partire da Guy de Maupassant con la sua "mano dello scorticato" del 1875, fino a "The Lizard’s Tail" di Marc Brandel del 1979, romanzo ricalcato fedelmente da Oliver Stone. Visivamente ben fatto, con una cupezza utile a semplificare il lavoro agli effettisti, propone un Caine all'altezza, ma non un ritmo altrettanto avvincente, anzi, discontinuo e confuso. Speri sempre venga innescata e sostenuta una convinta escalation, ma la cadenza rimane piatta fino al fuorigiri finale che scivola nel delirio grottesco.
MEMORABILE: Ann che parla del suo amante con il marito: “Mi ha aperto nuovi mondi”.
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Dalla Collezione personale Homesick, il flanetto di TV Sorrisi e Canzoni della prima TV del film (lunedì 13 aprile 1987, Rete 4, ciclo "Ultimo spettacolo. Inediti illustri"):
Di questo film, è uscito giusto 10 anni fa il DVD della Warner:
Purtroppo - come al solito - la Warner non si è presa la briga di sottotitolare il commento al film (qui del regista!).
Probabile che il doppiaggio (in mono) sia stato creato apposta per la messa in onda televisiva. Dato che, il film non è mai arrivato nelle nostre sale!
A un certo punto del film si vede una foto del protagonista dentro a una cornice. Non è nient'altro che Michael Caine con i celebri occhiali indossati ai tempi di Ipcress: